Tesoro

Non trovi il tesoro se non lo cerchi sull’isola in cui l’hai sepolto.

“Come un granello di sabbia – Raccolta”

5 Risposte

  1. Il tesoro è dentro ognuno di noi…solo che accade fin troppo spesso che perdiamo la rotta per trovare l’isola in cui esso ci aspetta sorridente…oppure altre volte, forse il più delle volte, arriviamo a negare a noi stessi di avere in “dotazione” quel tesoro e, come raminghi in terre straniere, lo andiamo a cercare chissà dove o chissà in chi….ma se prima non troviamo il nostro tesoro interiore, non possiamo metterci alla ricerca di alcun altro tesoro..

  2. «Dormivo e sognavo che la vita era gioia;
    mi svegliai e vidi che la vita era servizio.
    Volli servire e vidi che servire era gioia»

    (R. Tagore)

  3. Beatrice, è molto bello ciò che hai scritto.

    p.s.
    saluti e complimenti a Egidio e Clara.
    Ragazzi, poichè ho qualche problemino di riempimento mia casella posta elettr., è possibile evitare di ricevere lì i vostri temi? tanto posso intervenire anche direttamente aprendo il blog.
    Grazie ancora
    E.

  4. Mi piace immaginare così l’incontro con la mia isola del tesoro..dopo un lungo viaggio per mare..ora finalmente il vascello scivola lento in una notte senza stelle tra pieghe di nero velluto come il filo della collana del silenzio..molte le burrasche che strappavano le carte nautiche le geografie del mondo che tappezzavano come una galleria d‘arte la nave.., molte le ferite., boccali di lacrime e carne strappata a chiudere le falle..voli di onde che mi innalzavano al di sopra della notte a contemplare confusamente le arcane meccaniche della vita e precipizi in crepe d‘acqua a sfiorare i mosaici fossili che lastricano i fondali .ma anche incanti quando ascoltando la pioggia di parole della luna sulla sua immagina marina e risvegliarmi all’alba con tra i capelli intrecciate stelle rapite ai loro sentieri..amori selvaggi con angeli del mare e baci dolci e obliosi con la morte dalle ciglia ricamate in merletti le cui labbra mi scomponevano e ricomponevano in forme sempre diverse..un uomo dalle mani di legno fiorite, occhi di pesce abissale, pelle imbastita da un tramonto scivolato sull’acqua..ed il cuore ora un cervello di amore che ho sottratto al più bel sogno di quei giorni pulsa ora nel mio petto..eccomi alla fine del viaggio..il mare nero partorisce un ‘isola montagnosa il sole è interno ad essa e in trasparenza iridescenti fasci di luce attraversano le rocce e già dalla mia distanza avverto il suo tepore..ed il gioco ricomincia là sopra..

  5. Grazie, Ettore!
    Ti mando un abbraccio

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