Diogene in manicomio

Nel 1975 (addirittura sull’autoritario Lancet) e poi in consistenti pubblicazioni successive, ad alcuni psicologi e psichiatri venne in mente di coniare la diagnosi “Sindrome di Diogene”, un disordine comportamentale che sarebbe:
“caratterizzato da un’estrema disattenzione alle necessità basilari, come l’igiene personale e le cure mediche. La sindrome è conosciuta anche con altri nomi, ad esempio come sindrome dello squallore senile. Colpisce per lo più anziani che vivono soli. I sintomi includono principalmente l’abbandono delle norme igieniche personali. La sindrome è accompagnata spesso da malattie fisiche. Si manifesta in associazione a syllogomania, l’accumulo patologico di oggetti, anche immondizia, che il malato considera che possano essere ancora utili. Lesioni al lobo frontale possono giocare un ruolo nel sorgere della sindrome”.
Orbene, personalmente ho incontrato una paziente che aveva la singolare abitudine di accumulare multe che sottraeva dalle automobili, nella bizzarra e purtoppo infondata convinzione che in questo modo avrebbe evitato alle persone di doverle pagare. In effetti il suo stato in termini di igiene personale era deteriorato col passar del tempo, e non accettava di buon grado di incontrare alcun medico. A parte il caso specifico, so bene quanto alcune forme di demenza o psicosi senili (o altre sindromi organiche) interferiscano con l’autonomia e la dignità della persona e possano essere motivo di sofferenza non soltanto ai pazienti ma anche ai famigliari.
Tuttavia Diogene di Sinope, a mio modesto avviso, non ha nulla a che vedere con tutto ciò. Non solo non è mai stato considerato nella tradizione un accumulatore compulsivo, ma solamente come una persona che aveva vissuto con il minimo indispensabile.
Visse a Corinto dopo essere stato esiliato perché accusato di forgeria e per il resto della sua vita si dedicò interamente a predicare le virtù dell’autocontrollo. La virtù, per lui, consisteva nell’evitare qualsiasi piacere fisico superfluo, rifiutare drasticamente, non senza esibizionismo, le convenzioni e i tabù sessuali, oltre che i valori tradizionali come la ricchezza, il potere, la gloria; tutte le crescite artificiali della società gli sembravano incompatibili con la verità e la bontà; la moralità porta con sé un ritorno alla natura e alla semplicità.
Secondo quanto ci tramanda il sesto libro della “Vita dei filosofi” di Diogene Laerzio, Diogene è stata la prima persona conosciuta ad aver utilizzato il termine “cosmopolita”. Difatti, interrogato sulla sua provenienza, Diogene rispose: “Sono cittadino del mondo intero”. Si trattava di una dichiarazione sorprendente in un’epoca dove l’identità di un uomo era intimamente legata alla sua appartenenza ad una polis particolare. Citando le sue parole, “l’Uomo ha complicato ogni singolo semplice dono degli Dei”. Ai Giochi Istmici tenne discorsi a pubblici consistenti che lo seguivano dal periodo di Antistene. Fu probabilmente ad uno di quegli eventi che incontrò Alessandro il Grande. La storia narra che Alessandro, affascinato dalla possibilità di incontrare faccia a faccia il famoso filosofo (nella sua botte), chiese se non ci fosse qualche desiderio che avrebbe potuto esaudirgli. Diogene gli rispose di non frapporsi tra lui e il sole, al che Alessandro replicò: “Se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene”.
Mi chiedo dunque: cosa accadrebbe oggi se il vero Diogene finisse nelle mani di uno psichiatra “troppo ortodosso”? Finirebbe sotto psicofarmaci?
E mi chiedo infine: ma non sarà che l’uomo ancora oggi continua a complicare un po’ i “semplici doni degli Dei”?

Dr Massimo Lanzaro

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Distogliere il pensiero

Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l’attenzione.
Sigmund Freud

Dolore

I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.
Sofocle

Ne è solo l’immagine

La natura ha delle perfezioni per dimostrare che essa è l’immagine di Dio
e ha dei difetti per mostrare che ne è solo un’immagine.
Blaise Pascal

“Mi candido con il Movimento Unione Italiano per rilanciare la cultura”

http://www.lenovae.it/gabriele-la-porta-sceglie-il-movimento-unione-italiano/

Gabriele La Porta: “Mi candido con il Movimento Unione Italiano per rilanciare la cultura”

Movimento Unione Italiano: alle prossime elezioni amministrative si candida anche Gabriele La Porta

Il Movimento Unione Italiano rappresenta la vera novità in vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno a Roma il prossimo 26-27 maggio. Tra le proprie fila il Movimento Unione Italiano annovera anche Gabriele La Porta, giornalista, filosofo, scrittore e Professore Italiano, nonché ex direttore di Rai2 e di Rai Notte

Professore, cosa l’ha spinta a scegliere di candidarsi insieme al Movimento Unione Italiano?

“Io penso che il bacino culturale presente nella città di Roma sia così straordinario che possa consentire ai cittadini di vivere “di rendita”. Mi spiego: sembra che non ci sia mai stata nella Capitale, al di là delle dichiarazioni, una vera volontà di impresa. A Roma ci sono tutti gli stili architettonici, tutti gli stili pittorici, che messi insieme sono più o meno pari alle vestigia di tutta la Francia e di tutta l’Inghilterra. In realtà senza voler addossare facili colpe, penso che Roma possa offrire un panorama culturale unico al mondo. E la possibilità di avere milioni, e ribadisco milioni, di turisti possa rendere la vita dei cittadini migliore rispetto a quella attuale. Il Movimento Unione Italiano fa proprio della cultura uno dei punti cardine del rinnovamento della città di Roma. Per questo ho accettato di candidarmi con il Movimento Unione Italiano“.

 

 

Difetti

Confessiamo i piccoli difetti, solo per convincere che non ne abbiamo di più grandi.
François de La Rochefoucauld

Attrazione

Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell’attrazione.
Algernon Charles Swinburne

Stelle

Le stelle sono illuminate purché ognuno possa un giorno trovare la sua.
Antoine de Saint Exupéry

Animi forti

Gli spiriti meschini sono soggiogati dalla sfortuna
ma gli animi forti s’innalzano sopra di essa.
Washington Irving

Lineamenti

Quel che è stato è passato
lo leggi nei lineamenti del mio viso
gli amori e gli addii
nelle intensità del sorriso

Slanci

Tanto profonde sono le cadute e le sconfitte
altrettanto intensi gli slanci con cui riparto

Coraggio

Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare.
Sören Kierkegaard

Conoscere

Noi non conosciamo le persone quando vengono da noi;
dobbiamo andare noi da loro per sapere quel che sono.
Johann Wolfgang von Goethe

Ripetizione

Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta.
E’ per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.
Milan Kundera

Ricerca

Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano le creano.
George Bernard Shaw

La mancanza

La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità.
Bertrand Russell