Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.Eugenio Montale
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ancora fanno rabbrividire il cuore.
Il male di vivere l’ho incontrato io alcuni giornI indietro andando a trovare un vecchio amico sindacalista di Aosta che ho saputo fosse ricoverato in una casa di anziani nel paese della Bassa Valle d’Aosta dove sono residente.
E’ un ammalato di Alzheimer e non mi ha riconosciuto.
Anche questa esperienza rientra nel “male di vivere incontrato”. Anche io ho trasformato proprio oggi in poesia questa esperienza ED anche io mi sono posto alcune domande sul “vivere” normale della persone ma, rispetto all’esperienza vissuta, non ho saputo dare risposte. Ad un certo non vivere, infatti, quali risposte possiamo mai dare?
NINO (Alzheimer)
Nino, Nino,
cosa t’hanno fatto?
Perché la natura tanto empiamente t’ha ferito?
Perché una vita grigia ti regala?
Perché t’ha voluto schiaffeggiare
col tuo vaneggiare,
coi tuoi discorsi di persona assente,
col tuo vuoto annaspare,
che un uomo morto t’ha fatto diventare?
Spento mi sento anch’io
perché più non mi conosci,
perché tu più non m’ascolti,
che il tuo sorriso più non mi regali.
Cadavere alterato, imputridito,
che viaggia nel mondo degli estinti
di quanti non sono più presenti,
abulici, storditi,
immagine inservibile,
controluce ripresa, tutta sfocata,
nel cestino buttare.
Questo viaggio nel tuo mondo apatico
pone domande, risposte non sa dare.
Ma questa nostra macchina perfetta,
ben costruita, con le sue difese naturali,
ordinata di mente, carne, scheletro, di sangue,
perfettamente oleata, carburata,
quando a volte smette di marciare
da un estroso specialista si fa spalleggiare,
la ragione inibisce,
le fasi negative cerca di sedare.
Ma a chi sopravvive,
a coloro che incerti rimangono a badare,
quante domande l’intelletto pone?
Quante risposte non si sanno dare?
Ora del mio amico virtuoso,
ciarliero, pien di vita,
del mio amico dinamico e vivace,
ora anche la mente tristemente tace.
Salvatore Armando Santoro
(Donnas 9.8.2013 – 20,57)
Anche un mio parente vive nel passato: e tutto ciò che vive nel presente lo dimentica nell’attimo seguente. Si ricorda di me da bambina, ma non sa chi sono anche se torno a trovarlo spesso.
Il suo passato sopravviverà a lui e sarà l’ultimo tesoro che la malattia sotterrerà in qualche isola della mente; credo che sia molto importante prendersi cura della Memoria perchè è l’unica arma che il Tempo ha concesso all’Umanità contro l’oblio di se stessa.