Quando perdiamo il diritto ad essere diversi perdiamo il privilegio di essere liberi
C. E. Huges
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accettare le altrui diversita’, di qualunque natura esse siano, significa accettare l’altro senza senza alcun preconcetto ma soprattutto dare la possibilita’ all’altro di essere libero di essere quello che e’
Vero..
…Un diritto si perde vendendo l’anima di chi ha lottato per ottenere quel diritto anche per gli appartenenti alla stessa categoria di genere: nessuno è libero di fare un torto simile a se stesso. Si deve essere proprio assenti da sé.
Tralasciando il sentire, il percepire ed il manifestare di questi radiosi astanti di questa preziosa necessaria casa, non mi pare proprio sull’analisi dei fatti reali che nel mondo ci sia ancora o si è raggiunta questa cosciente comune giusta visione.
In questo mondo assai meccanicistico, assai materiale ed assai uniformante, dove regnano tuttora tantissime grossolane forme pensiero di quell’ordinaria amalgamante / addormentante uniformante linearizzante coscienza collettiva che è un obbligante legante collante attraverso una infinità di giuste/ingiuste leggi dettate dagli uomini (ben lontani dalle poche necessarie vere giuste leggi del Creatore) che sono ancora pesanti radicanti ancoraggi alle tradizioni, ai dogmi , agli usi, e agli insegnamenti benevoli o malevoli dei padri o dalle istituzioni (antico riflesso retaggio di quell’ancora arcaica legge mosaica), ci sia questa consapevole accettazione,“Quando perdiamo il diritto ad essere diversi perdiamo il privilegio di essere liberi Tanto è vero che c’è e si mostra, una forma di quasi spontaneo rifiuto d’accettare ben volentieri i “diversi” e tantomeno le “libere coscienze” che sono viste come vere e proprie “anomalie”…
Così come ancora sono visti i “pazzi”, i “nevrotici”, gli “storpi”, i “bimbi di cristallo” o anche i “poveri” ecc, classificati come vere e proprie anomalie nel sistema di MATRIX, disconoscendo insipientemente che effettivamente la divina semenza, la divina figliolanza di quell’aspetto unitario che nell’essenza, del mare cosmico si è frammentato in ogni divina goccia d’acqua dove in ogni esplorativo cristallo di diamantina luce o d’energia cosciente o sanziente….. NON ESISTE UNO UGUALE E RIPETIBILE IN TUTTA LA CREAZIONE.
E’ questo rifiuto, questa omissione, questa non coscienza UNITARIA e allo stesso tempo DIVERSIFICATA che ancora nella vissuta realtà di vita d’oggi rifiuta/allontana/oltraggia/calpesta ed anche ammazza la vera “libertà dell’essere”
SIAMO UOMINI LIBERI CHE ALTRI PRETENDONO E VOGLIONO RENDERE SCHIAVI…. ( 😀 unni quannu dove e donte :D)
Ma senza uguaglianza non c’e libertà…
Le differenze create dalla natura vanno esaltate, quelle create dal’uomo cancellate.
Un saluto al prof.
Affinché le diversità non continuino a dominare luna sul’altra la soluzione e cancellarle tutte.
Caro Lorenzo l’uguaglianza in questo mondo é possibile solo a livello di “abbondanza, di beni materiali”, ma non sul piano evolutivo animico/spirituale raggiunto. Perché al di fuori di quello che si mostra fuori, attraverso una personalità, non tutti hanno lo stesso grado evolutivo o la stessa raggiunta brillante viva luce. Per questo la vera uguaglianza non può essere mai la stessa per conseguenza della “diversità spirituale che spesso, ma non sempre si mostra fuori come diversità morale/etica/estetica o religiosa”.
L’uguaglianza può essere applicata solo sul “benessere”, sull’abbondanza”, perché è inconcepibile che ci sono milioni e milioni di poveri e pochi detentori del potere che possiedono tanto che benissimo potrebbero dare agli altri senza minimamente alterare le loro agiate condizioni.
Semmai nell’innata diversità si deve “rispettare” la “fratellanza” la divina “figliolanza” ed in qualche modo mettere nelle condizioni “accettabili/umani” chi ancora “soffre” è non ha quelle condizioni necessarie per “vivere degnamente” . La vera (ancora utopistica) santa legge è “UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO”
La vera legge morale sarebbe che a nessuno mancherebbe niente, perché lo scopo della vita, non è solo vivere o sopravvivere, ma essenzialmente, attraverso la grande scuola che è la vita, imparare, crescere per riaccendere quella stessa luce del Creatore che è celata in ogni essere….
Caro Raffaele la questione e che l’uguaglianza non e quello che si e sempre creduto, non è una condizione in qui un’individuo non e più distinto da un altro sia in termini materiali che in termini spirituali, e quindi non è quello che intendevo. Quale società più della nostra a massificato l’individuo? rendendoli quasi indistinguibili se non appunto per la luce di qui parlavi, la nostra società a esaltato le disuguaglianze e combattuto le differenze, l’uguaglianza in termini materiali e che a ognuno sia dato IN BASE ALLE PROPRIE CAPACITA E IN BASE ALLE PROPRIE NECESSITA, e questo il presupposto per la santa legge di qui parlavi.
Come detto in un commento precedente le differenze create dalla natura vanno esaltate quelle create dall’uomo eliminate, questo per dire che DIFFERENZA E DISUGUAGLIANZA NON SONO LA STESSA COSA, quelle che crea la natura o la spiritualità di ognuno sono differenze che vanno esaltate come l’estetica, l’artistica, l’ingegno ecc… quelle che crea l’uomo invece sono disuguaglianze che vanno cancellate, gli schiavi e i padroni i patrizi e i plebei non erano e non sono frutto della natura ma frutto dell’uomo, in una società l’idea che domina è quella della classe che domina di conseguenza dove la LIBERTA in tutto ciò? siamo liberi di fare cosa? di continuare a darci battaglia a finché la nostra idea quella della nostra classe possa essere quella dominante, qualcuno definì tutto questo LEGGE STORICA DELLA LOTTA DI CLASSE, ma per quanto ancora andrà vanti tutto ciò? dobbiamo aspirare ad una condizione dove non vi sia la necessita di darci battaglia e per fare ciò dobbiamo cancellare le disuguaglianze ed esaltare le differenze per giungere ad una condizione dove SIE TUTTI UGUALI NELLE PROPRIE DIVERSITA..
“La brama di uguaglianza può manifestarsi sia nel desiderio di abbassare tutti al proprio livello (sminuendo,relegando,facendo lo sgambetto),sia in quello di elevarsi con tutti (riconoscendo,aiutando,rallegrandosi dei successi altrui).”
(friedrich nietzsche)