Corro portando tra le mani come un carbone acceso
l’istante che agonizza. Insieme a me se ne vanno le stelle
e questo mulinello di materia intorno al niente.
Con i palmi ardenti ho trasportato il gioiello dal remoto
per offrirtelo come uno specchio: quello che vedi non è il tuo viso
ma un fiume in piena che si porta tutte le anime
tranne la tua e la mia. Il nostro incontro ci ha lasciato fuori
dallo spazio, dal tempo e da noi stessi.
Siamo definitivamente l’istante che non muore.
Alejandro Jodorowsky
Filed under: Amore, Liriche del cuore, Poesia | Tagged: Alejandro Jodorowsky, Amore, carbone, fiume, gioiello, mani, materia, mulinello, palmi, Poesia, Siamo definitivamente l'istante che non muore, Specchio, stelle, viso |
Sintesi di un evento “sincronico”: la nascita a-causale di un Simbolo; in una notte senza “costellazioni”; da condizioni spico-fisiche non ottimali con conseguente abbassamento della soglia della coscienza; in quel territorio periferico in cui i campi psichici conscio ed inconscio si intersecano e i contenuti inconsci irrompono nella coscienza…
Penso che anche consacrare l’anima e il corpo ad un ideale, all’Amore per l’Altro, rompa i legami che tengono uniti il tempo, lo spazio e la materia…
Vedo l’offerta del dolore dell’ultimo attimo di vita, che precede una vita nuova. (Vedo l’offerta del Sé, vedo un figlio che trasporta un padre…, un padre che trasporta un figlio…)
un saluto speciale al prof. Gabriele e a tutti i lettori…. è il tempo che non è tempo.. e mi fa pensare ad eraclito.. SU TUTTO DOMINA LA FOLGORE…comunque per tornare a jodorowski, so che è un poeta uno scrittore ed ha anche scritto dei films.. però di lui ho solo letto un libro ancora negli anni 90. un ciao a tutti. g.luca
CARO AMICO, QUANDO L’ UOMO CON LA FISICA, CON LA TECNOLOGIA E CON LA CHIMICA VUOLE SPIEGARE DIO, IL PRODOTTO E’ LA PAZZIA.
LA PAZZIA DIVENTA L’ ENERGIA DEL PENSARE E DELL’ ESISTENZA
L’ ESSERE UMANO SI METTE AL POSTO DEL CREATORE E PARLA COME FOSSE UN DIO.
LA MUSICA E LE PAROLE , DEL VIDEO, SOPRA LE PAROLE,SONO SERVITE, PER PORTARE OSCURITA’ , NEL CAPIRE E NELL’ ANIMA DEL LETTORE.
L’ INGANNO E LA SEDUZIONE SONO I VERI ARCHETIPI DEL MESSAGGIO.
FRA L’ ALTRO ABBIAMO, NEL RACCONTO, LA PROMOZIONE A DIO, UN ESSERE TENEBROSO C0ME , SAI BABA.
IL GURU INDIANO E’ STATO UNO DEI PIU’ GRANDI TRUFFATORI DELL’ UMANITA’, PRATICAVA ABUSI SUI MINORI E CHE HA ACCUMULATO RICCHEZZE E RICCHEZZE, GRAZIE AL DOLORE DEGLI UOMINI.
COSI’ SCRISSE, SU SAI BABA , IN PARTE, STEFANO MARULLO :
“…., Ed ancora di un episodio inquietante risalente al settembre del 2000 quando l’UNESCO si è ufficialmente ritirato da una conferenza educativa tenuta nell’ashram di Sai Baba, sotto il patrocinio dell’Organizzazione Sathya Sai Baba, con la motivazione di “accuse ampiamente riferite di abusi che coinvolgono giovani e bambini”.
Quanto ai famosi “prodigi” attribuiti al santone, testimoni oculari riferiscono di trucchi coperti da stretti collaboratori che servivano ad attirare le folle. ”
Una televisione australiana, nel suo programma “60 minutes” ha mostrato come venivano eseguiti quelli che vengono definiti “giochi di prestigio di bassa lega”.
Svelato anche il “trucco” della cenere: si tratta di vibhuti, ovvero sterco di vacca mescolato a legno di sandalo, preparato in piccole tavolette, che il santone teneva tra le dita e sotto le vesti opportunamente sbriciolato durante gli incontri pubblici. ”
SE GUARDATE BENE, SAI BABA GLI MANCAVA SOLO LA CODA …. .. PER MOLTI INVECE E’ UN DIO. CERTO IL DIO DELL’ INGABBO.
IL TITOLARE DEL VIDEO E’ PARTITO, CON LA SCIENZA, PER POI SFOCIARE, NELLA SUPERSTIZIONE, NEI MAGHI E NEL SAPERE OCCULTO, DEVIATO.
NEL VIDEO, NON C’ERA NEMMENNO UN’ IDEA, UNA CAREZZA, UN FIORE CHE POTESSE RISCALDARE, PER UN MOMENTO, L’ ANIMA DELL’ ASCOLTATORE.
ALL’ ANIMA BASTA UN’ INTERPRETAZIONE VERA DI UN SOGNO, UN BUON LIBRO, UNA GIORNATA LUMINOSA, UN SORRISO, UN ATTO DI BONTA’, UN ATTO DI ONESTA’, UN ATTO D’ AIUTO, UN ATTO D’ AMORE, PER SENTIRE DIO E LA FELICITA’.
QUESTO E’ DIO !
DELLA CLONAZIONE L’ ANIMA SE NE FOTTE.
ANCORA, PER FORZA E CON ARROGANZA, CI VUOI DARE QUESTI DEI FALSI E BUGIARDI.
IL FUTURO DI QUESTI ESSERE SARA’ LA DROGA, LA MAGIA NERA E IL SUICIDIO
Caro luigggggione si vede che ancora non hai capito un tubero della vita e del perché della vita…. Lascia perdere quello che dicono i giornali su Sai Baba…. tanto è vero ed anche dimostrabile che la chiesa Cattolica per indagare, aveva mandato un suo saggio/esperto cardinale , risultato… fu scomunicato… come è anche vero che ci sono tantissime testimonianze della sua santa personalità. Possibile che non riesci ad azzittire la tua mente razionale per entrare nel silenzio interiore per ascoltare cosa ti dice L’INTUITIVO CUORE ?
In quanto al creatore o ai creatori, ormai ci sono tante di quelle chiavi di volta, TANTE DI QUELLE RIVELAZIONI che possono essere attivate da dentro per capire, per capire che proprio in ogni essere c’è DIO… un dio addormentato e ad anche assai incredulo ne che guarda solo fuori di se stesso e non sa che il tesoro più grande è proprio celato nel suo cuore. La stessa parabola che Gesù raccontava a tanti inconsapevoli….
Carissimo Luigggione vediamo cosa riesci a capire da questo saggio ermetico dire….. 😀
Divino Daimon di Socrate, il famoso Lucifero della cattedrale di Notre-Dame di Parigi, lo stesso Xolotl nawatl che, nella magica collina di Koatepec esistente a Tulla, accorse più veloce del vento alla magica invocazione dei sessanta anziani.
Straordinaria Tulla incantatrice la quale in verità non è altro che la Thule scandinava di cui ci parlano i versi d’oro del grande Seneca, come dire il confine di questo mondo.
Xolotl, l’ombra vivente di Ketzalkoatl, Lucifero-Prometeo, è il portatore della luce, la stella del mattino, il simbolo vivente della nostra pietra angolare, la pietra dell’angolo, la pietra filosofale nella quale sta la chiave di tutti i poteri.
Lucifero-Xolotl, assumendo a volte l’aspetto del caprone di Mendez, simbolizza la potenza sessuale.
Mosè, al ritorno dal Sinai, dove aveva incontrato Jahvéh, portava sulla fronte due raggi luminosi a forma di corna di caprone, il che ci indica ch’egli aveva lavorato con la forza sessuale.
E’ scritto con lettere ebraiche che l’arca dell’alleanza recava scolpite nei suoi quattro angoli le corna di un caprone a simboleggiare anche l’era dell’ariete.
Da parte sua, Isaia, il profeta, scrive:
“Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell’aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
Eppure tu pensavi:
“Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell’assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all’Altissimo”.
E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell’abisso!”
(Isaia XIV, 12-15)
I padri della chiesa, Simeone, Pacomio, Eulogio, Antonio, vedevano il Lucifero personale di ognuno —poiché ogni persona possiede il proprio— sotto il sembiante di qualche deliziosa donzella o di qualche uomo terribile dalle rilucenti corna o di un bambino dalla tunica nera.
Ascoltiamo il meraviglioso canto di Ezechiele diretto al bel demonio Lucifero-Xolotl:
“Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza;
in Eden, giardino di Dio,
tu eri coperto d’ogni pietra preziosa:
rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici,
e diaspri, zaffiri, carbonchi e smeraldi;
e d’oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature,
preparato nel giorno in cui fosti creato.
Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Perfetto tu eri nella tua condotta
da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l’iniquità.
Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco”.
(Ezechiele XXVIII, 12-16)
“A Monte Albàn, questo personaggio desta un vero interesse: l’entità nuda, con le estremità contraffatte, la bocca felina ed un atteggiamento dinamico che caratterizza gli inizi di questa città, non possono rappresentare altro che Xolotl (Lucifero). La sua associazione sia con la tigre che con il fuoco —le cui fiamme suppliscono a volte le parti genitali ed il movimento della caduta— ne è una prova sufficiente”.
Questo è testuale dall’opera di Laurette Séjourne, intitolata “L’Universo di Ketzalkoatl”.
E’ chiaro che Xolotl-Lucifero-Prometeo è il doppio di Ketzalkoatl, principe della luce e delle tenebre, ed ha la podestà assoluta sui cieli, sulla terra e sugli inferni.
Incontestabilmente, il divino Daimon è il riflesso di Dio nella nostra interiorità qui ed ora e può conferirci il potere, la saggezza e la corrispondenza divina: “Eritis sicut dei”, sarete come dèi . Le stesse parole di Gesù…
La pietra filosofale —Lucifero-Xolotl— giace nel fondo stesso dei nostri organi sessuali e deve riconciliare i contrari, i fratelli nemici: “Coincidentia oppositorum”.
Il fuoco vivente e filosofale dei vecchi alchimisti medioevali giace latente nella parte profonda del nostro sistema seminale, e attende misticamente in agguato il momento d’essere svegliato. INRI: “Igni natura renovatur integra”, il fuoco rinnova incessantemente la natura. “In necis renascor integer”, nella morte rinascere intatto e puro. trasmutazione/rinascita della fenice dalle proprie ceneri..
San Tommaso dice: “Il più alto, il più perfetto degli angeli, l’angelo preferito da Dio”.
Dante scrive: “Più nobile di qualsiasi creatura e la somma di tutte le creature”.
Indubbiamente Lucifero-Xolotl non è in nessun modo un agente estraneo alla nostra psiche, anzi, è certamente l’ombra del nostro Essere divino all’interno della nostra personale profondità intima.
E’ scritto con parole d’oro nel libro della vita che negli artigli della zampa destra del Lucifero nawatl risplendono gloriosamente certi segni aurei terribilmente divini.
Xolotl-Lucifero-Prometeo è l’allenatore psicologico nella palestra della vita pratica.
Inutile scandalo, allarme e subbuglio vano, quello di certe confraternite che propagano qua, là e dove più possono, stupide ingiurie diffamanti contro il Chinoupes solare gnostico, il Christos Agathodaemon, il serpente della Genesi, il Lucifero nawatl, il risplendente drago della saggezza.
Malvisto, mal considerato Xolotl-Lucifero da parte di quei rozzi modelli di saggezza che, ripudiando lo spirito che vivifica, hanno interpretato l’allegoria della guerra nei cieli e la lotta di Michele contro il drago alla lettera, senza comprenderne il profondo significato.
Crociata, rissa celeste che inconfutabilmente dev’essere realizzata nella viva profondità della coscienza; lotta eroica contro le passioni animali che portiamo dentro impersonate nel me stesso, nel se stesso.
Indubbiamente il nostro profondo Reale Essere interiore deve uccidere o fallire. Nel primo caso, ovviamente, si trasforma nell’uccisore del drago, per il fatto stesso d’esser uscito vittorioso da tutte le tentazioni da esso disposte.
Xolotl-Lucifero, come aio, tutore, educatore, risulta certamente insolito, inusitato, straordinario.
Esiste nella tentazione luciferica una didattica inimitabile, una portentosa pedagogia, un’attrazione che sorprende, un incentivo inconfondibile, un’istigazione occulta con segreti propositi divini, una seduzione, un forte fascino.
Da tutto ciò si deduce che all’interno delle nostre profonde interiorità, possiamo e dobbiamo lottare contro il drago ed i suoi eserciti tenebrosi (i difetti psicologici), se veramente vogliamo convertirci in figli della saggezza ed in dei immortali.
Nella sacra terra dei Veda, Indra, lo splendente Dio del firmamento, uccide Vritra o Ahi, il demonio serpente —Lucifero-Xolotl—, per la quale prodezza diventa Vritraham: il distruttore di Vritra, motivo per cui gli si dà il soprannome di Jishnu: il condottiero dell’esercito celestiale.
La croce è un simbolo molto antico, da sempre usato in tutte le religioni, in tutti i popoli, e sbaglierebbe chi la considerasse come esclusivo emblema di qualche setta religiosa; quando i conquistatori spagnoli arrivarono nella terra santa degli aztechi, trovarono la croce sugli altari.
Nella pianta progettuale dei grandi edifici religiosi del medio evo, con l’aggiunta di un abside semicircolare o ellittica saldata al coro, possiamo rilevare la forma del segno ieratico egizio della croce con l’ansa, nota come croce Ank, che vuol significare la vita universale occulta in tutte le cose.
D’altro canto, l’equivalente ermetico del segno Ank è l’emblema di Venere o Ciprina-Lucifero: il rame, bronzo od ottone.
“Imbianca l’ottone e brucia i tuoi libri”, ci ripetono incessantemente i migliori autori dell’alchimia medievale.
E’ notorio che tale espressione, detto od orazione, saggiamente tradotta significa: magia sessuale, castità scientifica, morte radicale dell’ego animale.
Ketzalkoatl, risorto dopo aver imbiancato l’ottone, si converte nella stella del mattino.
L’Apocalisse di S. Giovanni così recita:
“Al vincitore che persevera
sino alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra le nazioni;
le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta,
con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio
e darò a lui la Stella del Mattino.
Chi ha orecchi ascolti
ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.
(Apocalisse II, 26-29)
Bel e il drago, Ketzalkoatl e Xolotl, Apollo e Pitone, Krishna e Kaliya, Osiride e Tifone, Michele e il drago rosso, S. Giorgio e il suo drago, sono sempre il divino Logoi personale in ognuno di noi e il suo doppio proiettato nella psiche per il nostro bene.
Non è superfluo affermare con forza e con piena lucidità, che uccidere il drago —Venere-Lucifero-Xolotl— equivale a trasformarci in figli del medesimo, vale a dire ricevere la stella del mattino.
I draghi sono stati considerati per tutta l’antichità simboli dell’eternità e della saggezza.
I gerofanti d’Egitto, di Babilonia e dell’India prendevano generalmente il nome di figli del drago e dei serpenti, avvalorando così gli insegnamenti dello gnosticismo universale.
Xolotl, l’ombra o il doppio del Cristo messicano Ketzalkoatl, precipitando dall’empireo fino ai nostri inferni atomici, risulta straordinario, meraviglioso.
Xolotl significa allo stesso tempo cane e gemello. Non è superfluo ricordare in questo capitolo che padre Sahagùn afferma che il cane è il simbolo del fuoco di origine celeste.
Il fuoco sessuale, il cane, l’istinto erotico, il Lucifero nawatl, è quell’agente straordinario e meraviglioso che può trasformarci radicalmente.
Il cane guida il cavaliere attraverso lo stretto cammino che va dalle tenebre verso la luce, dalla morte all’immortalità.
E’ urgente tirare fuori dalla dimora di Plutone Xolotl-Cerbero, prodigio di terrore, che con il suo abbaiare, le sue tre enormi teste schiacciate ed il suo collo avvolto da serpenti, riempie i defunti di spavento.
Xolotl-Cerbero-Tricipite tira il guinzaglio del suo padrone, guidandolo sicuro attraverso l’accidentato sentiero che conduce alla liberazione finale.
Xolotl-Lucifero, come archetipo del penitente e con la cintura di castità, mutato in un anacoreta, fa luce nelle tenebre e rende chiaro tutto l’esoterismo cristico.
Xolotl-Lucifero, in possesso dei resti che dovrà resuscitare, ci indica la necessità di morire per essere.
E’ urgente escogitare, discutere, meditare: incontestabilmente la morte del me stesso è un requisito indispensabile per la resurrezione esoterica che si deve realizzare qui ed ora, mediante l’alchimia sessuale.
“E’ necessario infatti che questo corpo corruttibile
si vesta d’incorruttibilità
e questo corpo mortale
si vesta d’immortalità.
Quando poi questo corpo corruttibile
si sarà vestito d’incorruttibilità
e questo corpo mortale d’immortalità,
si compirà la parola della Scrittura:
“La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?””
(I Corinti XV, 53-55)
La didattica eccitante e seduttrice del Xolotl-Lucifero, intelligentemente sfruttata, rende possibile la resurrezione magica.
La tentazione è fuoco; il trionfo sulla tentazione è luce. Eliminare gli elementi indesiderabili che portiamo dentro è urgente, improrogabile, irrimandabile.
Risulta urgente, perentorio, indispensabile, discriminare, specificare, discernere concretamente tra certi valori simbolici.
Voglio riferirmi con forza alla tigre ed al cane. Indiscutibilmente questo Xolotl-Lucifero che porta il geroglifico solare, siccome si trova nella radice del nostro sistema seminale, assume il ruolo meraviglioso del cane Cerbero citato da Dante nella sua Divina Commedia.
La tigre è differente e ciò è risaputo dai cavalieri tigre, quei giaguari del movimento gnostico che, come autentici felini della psicologia rivoluzionaria, si sono lanciati contro se stessi, contro i propri difetti psicologici.
Indubbiamente il cane e la tigre sono associati esotericamente nello stesso lavoro. L’umanizzazione della tigre nell’arte azteca è qualcosa che stupisce ogni mistico.
In nessun modo sarebbe possibile estirpare i nostri aggregati psichici, quei difetti intimi che nel loro insieme costituiscono l’io, senza l’aiuto di quella particella divina o Monade interiore simboleggiata dall’ascia, segno del raggio che l’uomo tigre assume con piena chiarezza.
E’ scritto chiaramente nel libro della vita: “Chi vuole salire deve prima scendere; ogni esaltazione è sempre preceduta da una umiliazione”.
Fin dai tempi antichi la discesa nella nona sfera è la prova massima per la suprema dignità del gerofante. Gesù, Buddha, Ermete, Ketzalkoatl, sono dovuti passare attraverso questa terribile prova. La discesa negli inferi.
Lì discende Marte per ritemprare la spada e conquistare il cuore di Venere; Ercole per pulire la stalla di Augia e Perseo per decapitare la Medusa.
Ketzalkoatl —e il suo doppio—, nelle profondità terrestri dell’Inferno di Dante, nella terribile dimora di Plutone, deve morire radicalmente se vuole resuscitare dai morti.
“Nel mezzo di quell’antro un olmo enorme spiega i suoi rami secolari; su di essi abitano i vani sogni dell’umanità dolente appigliati come insetti alle sue foglie.
Proprio là passeggiano i centauri: Briareo, il gigante dalle cento braccia; l’Idra di Lerna, uccisa da Ercole che le tagliò le tante teste; la Chimera, un mostro dal corpo di capra; le Gorgonie, le Arpie e l’Ombra dai tre corpi.
Spaventosa la via che conduce al Tartaro, sulle acque dell’Acheronte; mulinelli di fango ed acqua torbida.
Un orribile barcaiolo, dai capelli ispidi e dagli occhi fiammeggianti come braci di carbone e lunga barba incolta, manovra la barca che traghetta le anime all’altra sponda.
Una moltitudine tormentata e difforme si raggruppa sulla sponda aspettando che il barcaiolo la traghetti. Quest’ultimo però, sceglie capricciosamente; ora questo, ora quello, e c’è chi aspetta invano e supplica, ma tutto è inutile.
Queste sono le anime di coloro che non ricevettero sepoltura, che si disperano per un tempo interminabile finché una mano pietosa, là sulla terra, raccoglie i loro corpi e chiude in un’urna le loro ceneri.
Allora la dimora di Plutone si apre e le anime entrano nel loro triste riposo, prive di luce, ombre di ciò che furono”.
Caro luiggggione vedi se la tua erudita razionale mete riesce a percepire solo un frammento del tuo saggio immortale cuore, ne basta solo un pochino, provaci non è difficile, svegliati dal lungo sonno, resta sveglio con la sola coscienza anche quando dovresti necessariamente dormire, (come ci disse anche Gesù prima della sua trasfigurazione), ma stai attento perché potresti anche incontrare la tua innata necessaria divina controparte polare, il trainer, l’istruttore, il provocatore, il tuo necessario evolutivo demone interiore (daimon o angelo)… devi solo darti molto coraggio e credere solo in te stesso, perché fuori c’è tantissima confusione e tantissima illusione che ha illuso tantissimi esseri.
Visto che di sicuro ti è sfuggito, ti suggerisco di dare un’occhiata a questo video, che anche se è solo un frammento, basta solo questo per capire cose più grandi.
E soprattutto non ti scordare che “NON CI PUO’ ESSERE NESSUNA IMMAGINAZIONE SENSA UNA PRECEDENTE VISIONE”
Caro Rafeluzzzzu, Sei tu che non capisci un casso o meglio ti piace una verità di comodo e che possa celebrare il tuo sapere.
Se, i libri e i giornali si avvicinano al tuo pensiero, allora vanno bene. Se, però, sono lontani dal tuo pensiero, bisogna lasciarli perdere, sono spazzatura.
Ma, tutto, il tuo sapere è inaffidabile: oggi tizio è un santo, domani è un demone.
Sai Baba era un Dio, malato. Comodo a gente come te, che non conosce, che cosa è la malattia e non conosce che cosa è la guarigione.
Il tuo sapere è strano, ma tanto strano ! Per te, guarigione e malattia sono la stessa cosa; Dio e demone sono la stessa cosa; buono e cattivo sono la stessa cosa; colto e ignorante sono la stessa cosa; amore e odio sono la stessa cosa, ecc.ecc.
Dallo stregone Sai Baba andavano le persone più innocenti, più buone, più intelligenti, tuttavia, le più demoralizzate, in quanto avevano perso la direzione del Logos.
L’ UOMO TORTURATO, DISPERATO E SENZA VIA D’ USCITA, E’ CAPACE DI VENDERE L’ ANIMA…. ., A CHIUNQUE.
TU NON PUOI CAPIRE CERTE COSE E NON LE CAPIRAI MAI, PERCHE’ HAI CONOSCIUTO ESSERI CHE, GRAZIE, ALLA TUA FRAGILITA’, TI HANNO FATTO IL PIU’ GRANDE LAVAGGIO MENTALE, DELLA STORIA.
Hai sempre bocciato i santi della Chiesa, i miracoli e le apparizioni della Donna Vestita di Sole, in quanto invenzioni…. e in quanto frutto di superstizione. Bravo !
Tuttavia, celebri e glorifichi, come miracolo e come Santo un essere deviato, della forza, di SaI Baba.
SAI BABA HA COSTRUITO UN IMPERO DI 12 MILIARDI DI DOLLARI, SE NON LO SAI.
GRAZIE, A GENTE COME TE, CHE CERCA LA VERITA’ NELLA POLVERE.
Hai scritto : “… , come è anche vero che ci sono tantissime testimonianze della sua santa personalità. ”
PER TE, SAI BABA E’ UN SANTO, PER ME INVECE E’ UN DEMONIO !
QUANDO FACEVA LA VISITA AGLI UOMINI, LI FACEVA SPOGLIARE E PASSAVA LORO, UNA CREMA MIRACOLOSA, SUI GENITALI.
TI RICORDO CHE, IL GURU HA AVUTO RAPPORTI CON BAMBINI E BAMBINE. CI SONO LE TESTIMONIANZE.
INOLTRE, INGANNATORE E TRUFFATORE E’, ANCHE, IL PRESENTATORE DEL VIDEO, PENSAVA E PARLAVA AL POSTO DI DIO. MA INSOMMA…. !
LA VOSTRA GRANDE DOTTRINA E’ RINNEGARE IL LOGOS .
L’ UOMO DIVENTA DIO E GESU’ DIVENTA UN MAESTRO.
Caro Luigggggione, come chacchero/minchia te lo devo spiegare che tutto è inutile speculativa astratta psicologica congettura che per quanto percepita / capita / contemplata / sublimata se non passa per la propria esperienza pratica… resta solo nel limbo delle proprie idee.
Si può parlare di verità, di mezze o di non verità solo se li abbiamo sperimentate, possibilmente provate e soprattutto capite…..
Ci sono esseri che riescono a levitare in aria, è la storia è piena di tantissime e di queste testimonianze, ma questa per te non è possibile accettarla come verità se non la osservi con i tuoi occhi e non la provi con il tuo essere se ci riesci (perché non è detto che tutti possono risvegliare questa facoltà)
Non ti scordare le sue sante parole “ANCHE VOI SIETE DEI E FARETE COSE PIU’ GRANDI DI ME” che cacchero di significato producono nel tuo cuore, nel tuo essere queste parole delle da Gesù? Ti sembrano così assurde o pensi che nemmeno siano vere?
In quanto a Sai Baba, ho valide testimonianze (di miei fidati amici) di grandi ricercatori d’anima che l’hanno conosciuto personalmente e non certo tutto quello che ci viene trasmesso da fuori (giornali/tv ecc.) In quanto alla scienza tantrica,al bastone di Ermete, si vede proprio che non sei un conoscitore….
Per quando mi riguarda, ti dico solo che avevo 18 anni quando con un mio allora inconsapevole sguardo, come per attrazione mi sono scontrato con un solo grande sorriso di questo strano piccolo scuro grandioso essere con una montagna di capelli, era un giorno primaverile a Catania nella via Etnea… Allora non sapevo niente di queste cose, e neanche conoscevo quell’essere, ma qualcosa era rimasta impressa nella mia anima, e solo molto tempo dopo (40 anni), durante un introspezione riepilogativa ho capito tante cose da quel suo sorriso…. e da quello che mi aveva detto e preannunciato anche Orazio.
Vedi il problema più grosso che il sistema non accetta sono le anomalie, gli spiriti ribelli gli spiriti liberi. E’ non ti scandalizzare se parlo di spiriti e non di anima perché l’anima è ben altra cosa…..
Come tu ben sai cosa ne sa effettivamente la maggior parte di questa nostra apparente Cristianità su quello che ha provato/contemplato ed anche scritto per es. STEINER? Ho su quello che io ho affermato, dicendo che è stato un frammento di Gesù ritornato tantissime volte in questa terra? Penso pochino e quasi niente…. (forse neanche il nostro amato prof. lo conosce) Lo stesso dicasi per verità assai scomode per questa nostra chiesa…. ti immagini COSA VOGLIA DIRE CHE NON SIAMO GLI UNICI ESSERI NELL’UNIVERSO E CHE CI SONO ESSERI CHE CHIAMIAMO ALIENI ASSAI SUPERIORI A NOI COMUNI MORTALI COMPRESO TUTTO L’ORDINE PAPALE? PENSI proprio che questa nostra chiesa potrà mai accettare una verità così evidente alla luce del sole, una verità che squaglierebbe tutti i loro dogma, sapendo che anche Gesù come tanti è un ALIENO? Pensi che è assurdo che io stesso sono stato testimone a 16 anni di questa reale visione (e non ero solo) così come 38 anni (osservabile da una moltitudine di gente) ed anche dopo durante l’apparizione della Madonna della roccia a Belpasso…. Ti sembra poco rispetto a quello che tu non hai mai visto?
CARO LUIGGGIONE MOLTE COSE VENGONO APPOSTA INSABBIATE, NASCOSTE SEMPRE PER QUEL FOTTUTO MALEVOLO INCANNEVOLE POTERE TEMPORALE… il vero diavolo non è fuori di noi, ma dentro di noi, dipende se lo conosciamo o meno e come possiamo interagire per collaborare consapevolmente, per far rinascere la nostra coscienza addormentata, dalle ceneri dei nostri aspetti egoici che di sicuro passano per la nostra mente, un trasduttore emozionale, ma non di sicuro per il nostro cuore….li nel caso di percezioni negative sentiremo solo dolore, come una fitta allo stomaco…
E.L.A … cioè: Ebbene L’Aglio… che allontana i demoni, fa proliferare la flora batterica e fa circolare la Kundalini!!! Quante storie!
Carissimo Luigggggione visto che non conosci il vero significato dell’unzione, soprattutto nei genitali (come tu hai evidenziato, rilegando queste iniziazioni a pura satanica lussuriosa magia), ti riporto qualcosetta di quell’antica SCIENZA TRANTRICA ATRALTIDEA / TOLTECA.
IL SERPENTE SACRO, IL SERPENTE PIUMATO
È nelle dottrine religiose degli gnostici che si può meglio capire il vero significato del dragone (Lucifero), del serpente, del capro e di tutti quei simboli dei poteri attualmente chiamati del male.
Gesù, il gran Kabir, non avrebbe mai consigliato ai suoi discepoli di essere saggi come il serpente se questo fosse stato un simbolo del demonio; e neppure gli Ofiti saggi gnostici egizi della Fratellanza del Serpente avrebbero adorato, durante le loro cerimonie, un serpente vivo quale simbolo di sapienza: la divina Sophia. I
Il serpente azteco immancabilmente appare in situazioni insolite che confondono completamente la sua configurazione organica: la coda rimpiazzata da una seconda testa, in straordinari atteggiamenti che lo sollevano dal fango della terra, servendo da base per lo sviluppo igneo.
Continuamente il corpo della vipera nelle culture di Anawak si trova modificato da un atteggiamento inusitato che imprime un cambiamento radicale alla sua natura originale: sia la doppia testa che ricorda con molta chiarezza la sua figura in cerchio, in quella posizione gnostica di divorare la propria coda, che è la straordinaria sintesi del messaggio meraviglioso del Signore Ketzalkoatl; sia la posizione verticale che esprime l’idea maya e “nawatl” della vipera divina mentre divora l’anima e lo spirito dell’uomo; sia, infine, la fiamma sessuale mentre consuma l’ego animale, annichilendolo, riducendolo in cenere.
Il serpente o Logos salvatore ispira l’uomo affinché riconosca la sua identità con il Logos e ritorni così alla propria essenza, che è quello stesso Logos.
Le acque dell’abisso generarono un vento impetuoso: il serpente per la somiglianza con il suo verso; il vento innalzò le acque, che vennero a contatto con lo spirito e con la luce, e il serpente penetrò nella materia caotica e generò l’uomo, mescolanza dei tre principi.
L’unico pensiero della luce superiore è quello di poter recuperare le sue particelle perdute.
Siccome la matrice caotica vuole e conosce solo il serpente, il Logos luminoso assunse la sua forma per poter riscattare la luce fusa nelle tenebre; perciò, l’uomo perfetto discese nel seno di una vergine; e non solo soffrì conoscendo i misteri vergognosi della matrice, bensì si alzò e bevve dal calice dell’acqua viva, che chiunque voglia spogliarsi dalla condizione di schiavo e vestire l’abito celeste deve bere.
Il serpente sacro o Logos salvatore dorme rannicchiato nel fondo dell’arca in agguato mistico, aspettando l’istante di essere svegliato…
Chi studia fisiologia esoterica nawatl o indostana enfatizza l’idea trascendentale di un centro magnetico meraviglioso, ubicato alla base della colonna vertebrale ad una distanza intermedia tra l’orifizio anale e gli organi sessuali. Nel centro del chakra c’è un quadrato giallo invisibile agli occhi della carne, ma percettibile alla chiaroveggenza o sesto senso; questo quadrato rappresenta, secondo gli Indù, l’elemento terra. C’è stato detto che dentro quel quadrato esiste uno yoni o utero, e che nel centro dello stesso si trova un lingam o fallo erotico intorno al quale è raggomitolato il serpente: misteriosa energia psichica chiamata Kundalini.
I testi tantrici dell’Asia descrivono la Kundalini così: “Luminosa come il lampo, brillando nel vuoto di questo loto (o centro magnetico) come una catena di luci scintillanti”.
La struttura esoterica di questo centro magnetico, come anche la sua insolita posizione tra gli organi sessuali e l’ano, danno basamenti solidi ed irrefutabili alle scuole tantriche dell’India e del Tibet.
E’ indiscutibile che solo mediante il Sahaja Maithuna (la magia sessuale) può essere risvegliato il serpente.
E’ capibile che quando la vipera sacra si sveglia per iniziare la sua marcia lungo il canale midollare spinale dell’organismo umano, emette un suono misterioso simile a quello di una qualsiasi serpe aizzata con un bastone.
Indubbiamente, il serpente dei grandi misteri è l’aspetto femminile del Logos: Dio-Madre, la sposa di Shiva, Iside, Adonia, Tonantzin, Rea, Maria o, meglio, Ram-Io, Cibele, Opis, Der, Flora, Paola, Io, Akka espressione sanscrita della Grande Madre, la dea dei Lha, Lari o spiriti di quaggiù, l’angustiata Madre di Witzilopochtli, la Ak, la Dea Bianca dei turchi, la Minerva calcidica dei misteri iniziatici, la Aka-Bolzub del tempio lunare di Chichén-Itzá (Yucatán), ecc., ecc.
Ancora conserviamo un’eco perduta dei misteri antichi nella crociata o pianta a croce delle chiese più gloriose come quella di san Paolo di Roma (anziché delle più primitive forme a navata, simbolo della nave o arca salvatrice del diluvio universale o catastrofe di Atlantide, per mezzo della quale approdarono agli attuali continenti tutti i Noè, Ketzalkoatl, Xixuthro e Deucalione) e anche per lo stesso motivo venne chiamato “calcidico” come luogo sacro del focolare domestico il corridoio interno che nelle case greche separava dalle altre stanze le abitazioni consacrate agli ospiti, com’è rilevabile dai trattati di costruzione di Vitruvio, di Procopio (De Ædificationem), di Becchi (De Calcidio et Criptæ Eumachiæ), e negli altri trattati dove si fa riferimento a questa crociata, ovvero simbolica croce Tau, sui doveri che l’ospitalità imponeva tra gli uomini.
L’inserzione del fallo verticale nell’utero forma la croce, e ciò è qualcosa che chiunque può verificare.
Se riflettiamo molto seriamente su quest’intima relazione esistente tra la S e la croce Tau o T, giungiamo alla conclusione logica che solo mediante l’incrocio lingam-yoni (fallo-utero), con l’esclusione radicale dell’orgasmo fisiologico, si può risvegliare la Kundalini, il serpente igneo dei nostri magici poteri. Lo stesso simbolo che ci trasmise anche il grande S. Francesco di Assisi che potete benissimo osservare nel giardino che conduce all’ingresso della sua chiesa.
I tempestosi fulmini di Zeus colui che concentra le nubi che fanno tremare l’Olimpo e semina il terrore in questa povera umanità dolente formano la croce.
Il fuoco celeste ed il fuoco terrestre, il fohat potenziale o virtuale che compone o disgrega, genera o uccide, vivifica o disorganizza, forma la croce.
Figlio del Sole che lo genera, servitore dell’uomo che lo libera e lo mantiene, il fuoco divino, caduto, decadente, imprigionato nella materia, determina insolite e straordinarie rivoluzioni, e dirige la propria redenzione; è Gesù sulla croce, l’immagine meravigliosa della radiazione ignea incarnata in ogni natura.
E’ l’Agnus immolato dall’aurora del gran giorno; ed è anche il vecchio dio del fuoco Weweteotl dell’antica cultura di Teotiwakan, dove viene rappresentato come un anziano carico di anni che sorregge sulla testa millenaria un enorme braciere.
Indiscutibilmente il dio del fuoco sessuale rappresenta una delle più antiche tradizioni nei popoli maya e nawa; è la deità del centro in relazione diretta con i quattro punti cardinali della Terra, come il braciere sacro per accendere il fuoco posto al centro della dimora e del tempio azteco; pertanto, è normale vedere nei gerofanti del dio della fiamma la mistica figura della santa croce, che si trova come ornamento anche negli incensieri chiamati tlemaitl mani di fuoco, con i quali i sacerdoti costantemente incensavano gli dei santi.
Ostensibilmente, un dio antico come questo, molto simile ad Agni, il dio vedico del fuoco, può essere invocato in molti modi. Lo si chiama Xiuhtekuhtli il signore dell’anno, oppure, signore dell’erba, o signore del turchese , dal momento che la parola Xiwitl, con una leggera variazione di pronuncia, può avere questi tre significati e ciò è rilevabile nei diversi panteon dell’America Centrale con questo nome.
Non può quindi meravigliarci che la divinità, rappresentata in questo modo, porti sulla testa una specie di mitra azzurra, sapientemente impreziosita da un mosaico di turchesi, caratteristica molto speciale riservata ai potenti re della grande civiltà messicana.
Il suo nawatl o costume esoterico è la xiuhkoatl, ovvero il serpente di fuoco (la Kundalini) che si caratterizza perché porta esattamente sul naso un prezioso corno decorato con sette ineffabili stelle.
Nella concezione nawatl e maya, la svastica sacra dei grandi misteri è stata sempre definita “croce in movimento”; è il nawi ollin nawatl, simbolo sacro del movimento cosmico.
I due possibili sensi di rotazione della svastica rappresentano chiaramente i principi maschile e femminile, positivo e negativo della natura.
Due svastiche ruotanti rispettivamente nell’una e nell’altra direzione, esattamente sovrapposte, formano indubbiamente la croce potenziata, e in questo senso rappresentano la congiunzione erotica dei due sessi.
Secondo la leggenda azteca, è stata una coppia, un uomo e una donna, ad inventare il fuoco; cosa possibile solo con la croce in movimento.
INRI, Igni Natura Renovatur Integra: il fuoco rinnova incessantemente la natura.
LA CROCE DI SANT’ANDREA
Andrea, l’eremita, l’umile pescatore, serviva il Christus Giovanni quando divenne discepolo del gran Kabir Gesù.
Il cristico vangelo della umanità solare, in effetti, ci dice che il grande Essere, iniziando la sua missione esoterica, fu a Cafarnao, città marittima della Galilea, sulla quale il profeta Isaia ebbe a dire: “Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata” (Matteo IV, 16).
“Mentre camminava (il Logos solare) lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello, che gettavano la rete in mare poiché erano pescatori. E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”” (Matteo IV, 18-19).
Andrea assistette Gesù, il gran sacerdote gnostico, nella miracolosa pesca del lago di Genesareth o Jainesareth il simbolico lago Jina, dove il fuoco sacro realizzò tanti prodigi…
Sono scritte a lettere d’oro nel libro della vita le varie resurrezioni ed i vari miracoli realizzati da Andrea dopo la morte del gran Kabir…
Dice la leggenda dei secoli che a Nicea sette demoni loschi, tenebrosi e sinistri predavano ed assassinavano i viaggiatori; di fronte al verdetto solenne della coscienza pubblica, Andrea, dopo averli trasformati in cani, li scacciò da quei luoghi.
Lo straordinario supplizio di Andrea, pieno di enigmi e di prodigi, ha reso molto celebre la croce ad X, sulla quale in modo spietato avevano legato i suoi arti aperti.
Indubbiamente e senza esagerazione alcuna, possiamo e dobbiamo affermare solennemente che questa X simbolica di certo una K greca— è stata, è e sarà sempre uno dei simboli più preziosi dell’esoterismo cristico.
Molte confraternite mistiche adottarono il magico segno di Andrea, la XCristos, il pesce, ecc. Ostensibilmente, Andrea fu accettato in maniera specifica dalle confraternite esoteriche di Scozia e desidero affermare con forza, in questo messaggio di Natale 1974-1975, che tali istituzioni scelsero il cardo come pianta simbolica.
Indubbiamente, in Scozia sono esistite per molti secoli svariate confraternite occultistiche di sant’Andrea del cardo.
In parecchie occasioni si è ripetuto che uomini straordinari come Tommaso di Kempis, Geber, Raimondo Lullo, Nicola Flamel, Sendivogius, Alberto il Grande, san Tommaso d’Aquino, Wigelius, Roger Bacon, Mathia Kornax, Paracelso, Arnaldo da Villanova e molti altri siano stati ottimi membri di tali confraternite.
Se l’immacolato Agnello di Dio che cancella i peccati dal mondo porta la simbolica croce sul suo stendardo —come il gerofante Gesù la porta sulle spalle sanguinanti—, sostenendola coraggiosamente con la zampa, com’è ritratto in alcune immagini religiose, è perché ha il sacro segno vividamente inciso sulla zampa stessa.
In nome della verità possiamo per certo affermare che coloro i quali ricevono e portano interiormente lo spirito ineffabile del fohat sacro, e che restano profondamente segnati da questo simbolo glorioso, assolutamente nulla hanno da temere dal fuoco elementale. (non elementare)
Questi sono gli autentici Figli del Sole, i veri discepoli di Elia, che hanno come guida l’astro dei loro antenati…
Il segno della croce, sublime monogramma del Cristo Signor Nostro —del quale la croce di sant’Andrea e le miracolose chiavi di san Pietro sono due meravigliose repliche d’eguale valore alchemico e cabalistico—, rappresenta il simbolo capace di assicurare la vittoria ai lavoratori della Grande Opera.
Nell’incrocio esatto della croce di Palenque si trova l’albero della vita della Kabala ebraica: questo è un vero prodigio dell’antico Messico.
Indubbiamente l’albero della scienza del bene e del male e l’albero della vita condividono le stesse radici.
Non dimentichiamo che intorno alla splendente croce vista da Costantino nel mondo astrale, apparvero quelle profetiche parole che egli, gioioso, fece riportare sul suo stendardo: In Hoc Signo Vinces (con questo segno vincerai).
La croce sessuale simbolo vivente dell’unione lingam-yoni— ha l’impronta inconfondibile e meravigliosa dei tre chiodi che sono stati usati per immolare il Cristo-materia, immagine delle tre purificazioni mediante il ferro e mediante il fuoco senza le quali il Signore Ketzalkoatl, in Messico, non avrebbe potuto ottenere la resurrezione.
La croce è l’antico geroglifico alchemico del crogiolo che in francese veniva chiamato cruzol, crucible, croiset.
In latino crucibulum, crogiolo, aveva come radice crux, crucis: croce. Evidentemente, tutto questo ci invita alla riflessione.
E’ nel crogiolo che la materia prima della Grande Opera soffre con infinita pazienza la passione del Signore.
Nell’erotico crogiolo dell’alchimia sessuale muore l’ego e rinasce l’Araba Fenice dalle proprie ceneri.
INRI: In Necis Renascor Integer (nella morte rinascere intatto e puro). “La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? (1 Corinzi, 54-55).
Roger Bacon, nella sua monumentale opera intitolata Azoth (libro certamente molto simile all’Azug della potente sapienza orientale), presenta in una incisione trascendentale il primo stadio del processo alchemico per mezzo di un cadavere decomposto, disteso sulla meravigliosa storta alchemica. Lo splendente Sole, la pallida Luna ed i diversi mondi del nostro sistema solare di Ors, con tutti quei segni alchemici che per natura corrispondono loro, dominano integralmente la scena. Sembra un poco strano vedere quel cadavere che alza la testa, come volesse resuscitare dai morti. Il nero corvo dell’alchimia sessuale separa la carne dalle ossa, mentre l’essenza animica abbandona il corpo. L’immagine del profano morto che poi risuscita all’iniziazione, al reale, è fuor d’ogni dubbio un simbolo osirico straordinario. “La carne abbandona le ossa”: frase liturgica delle confraternite di sant’Andrea del cardo ed altre.
L’annichilazione del caro ego nel laboratorium-oratorium del Terzo Logos è il profondo significato delle torture di Andrea sulla terribile Χ; terrificante morte indispensabile che nessun fuoco volgare potrebbe mai realizzare.
Ovviamente, per eseguire ad arte questo lavoro si richiede l’aiuto extra di un agente occulto, di un fuoco segreto di tipo sessuale, il quale, per dare un’idea della sua forma, assomiglia più all’acqua che alla fiamma.
Questo fuoco o acqua ardente è la scintilla vitale trasmessa dal Logos alla materia inerte; è il fohat divino racchiuso in tutto il creato, il raggio igneo, la Kundalini, il serpente sacro della saggezza di Anawak, che ascende attraverso il canale del midollo spinale dell’adepto.
La congiunzione lingam-yoni senza l’eiaculazione dell’ens seminis è certamente la chiave specifica mediante la quale Adamo ed Eva possono risvegliare il serpente di Saturno nella loro anatomia occulta.
Indiscutibilmente, la lettura molto attenta dell’opera di Artephius di Pontano, intitolata Epistola de Igne Philosophorum, risulta molto opportuna perché in quelle pagine immortali il lettore può trovare preziose indicazioni sulla natura e sulle caratteristiche complete di questo “fuoco acqueo” o “acqua ignea”.
Nei patii di pietra degli augusti e sacri templi di Anawak, i candidati all’iniziazione umana e solare, uomini e donne, nel mutuo scambio di carezze realizzavano la connessione lingam-yoni, fallo-utero, ritirandosi poi dal coito chimico senza eiaculare l’ens seminis (l’entità del seme). Così riuscivano a risvegliare il serpente saturnio.
La trasmutazione sessuale dell’ens seminis in energia creatrice è certamente l’assioma fondamentale della scienza ermetica.
La bipolarizzazione di questo tipo straordinario di energia dentro l’organismo umano è stata sin dai tempi antichi analizzata con molta cura nei collegi iniziatici del Messico, del Perù, dell’Egitto, dello Yucatàn e ancora in Grecia, India, Tibet, Fenicia, Persia, Troia, Cartagine, Caldea, ecc., ecc.
L’ascesa miracolosa dell’energia seminale fino al cervello è resa possibile da due cordoni nervosi che si dipanano lungo la spina dorsale a destra e a sinistra, intrecciandosi a forma di otto.
Nella filosofia cinese questi due cordoni prendono i classici nomi di yin e yang, ed il sentiero centrale il canale midollare, la via segreta entro la quale ascende il serpente viene indicato con il nome di Tao. (questo è il celato vero significato simbolico e non filosofico del Tao)
E’ ovvio che il primo dei due canali è di natura lunare mentre l’altro è di tipo solare. Quando gli atomi lunari e solari entrano in contatto nel triveni, vicino al coccige, si risveglia la serpe ignea dei nostri magici poteri.
I cabalisti ebraici ci parlano del misterioso Daath, che compare nell’albero della vita, e al quale non si assegna né un nome divino né un esercito angelico di nessun genere, non possedendo neppure un segno mondano, un pianeta o un elemento. Daath, il sefirot del mistero ebraico, si produce con la congiunzione esoterica di Abba, il Padre che è in segreto e di Ama, la Madre suprema…
Il Padre e la Madre, Osiride ed Iside sono perpetuamente uniti in Yesod, il fondamento, il nono sefirot, il sesso, celato però dal mistero di Daath, o conoscenza tantrica, che si esegue con il Sahaja Maithuna (magia sessuale).
Tra questi due aspetti bipolari della creazione —nostro Padre che è nel segreto e la nostra Divina Madre Kundalini— si fa e si disfa la tela della vita.
Racconta la leggenda dei secoli che quando Semele, la madre di Dioniso, vide Zeus, il suo amante divino, sotto la forma di un divino fulmine, bruciò ed esplose, dando prematuramente alla luce suo figlio.
Certamente nessuno può vedere Dio a faccia a faccia senza morire. La morte del me stesso, del se stesso, è indispensabile prima di poter contemplare il volto splendente dell’Anziano dei Giorni.
Come la vita rappresenta un processo di graduale e sempre più completa estroversione, ugualmente la morte dell’ego è un processo d’interiorizzazione graduale nel quale la coscienza individuale, l’essenza pura, si spoglia lentamente delle sue inutili vesti, come Istar nella sua simbolica discesa, fino a restare interamente nuda e sveglia in se stessa davanti alla grande realtà della vita libera nel suo movimento.
Affinché la luce che costituisce l’essenza animica, adesso imbottigliata nell’ego animale, incominci a brillare, a scintillare e risplendere, deve indubbiamente liberarsi. Ma in verità vi dico che ciò è possibile solo passando attraverso la terribile annichilazione buddista: dissolvendo l’io, morendo in se stessi.
L’energia sessuale è certamente un potere tremendo, esplosivo ad alto grado, meraviglioso. Colui che apprenda ad usare l’arma erotica, la lancia dei patti magici, potrà ridurre in polvere cosmica l’io della psicologia.
E’ utile affermare solennemente che la lancia, come emblema occultistico della forza sessuale virile, recita una grande parte nelle numerose leggende orientali quale strumento di salvezza e di liberazione, e brandita intelligentemente dall’asceta gnostico gli permette di ridurre in cenere tutto quell’insieme di elementi indesiderabili che formano l’ego, il me stesso, il se stesso.
Longino, nella passione di Nostro Signore il Cristo, svolge lo stesso ruolo esoterico di san Michele e di san Giorgio. Indiscutibilmente anche Cadmo, Perseo e Giasone svolgono una funzione simile tra i pagani…
Infilzare il drago o attraversare con un colpo di lancia il costato del Cristo, come i cavalieri celesti o gli eroi greci, suol’essere qualcosa di profondamente significativo.
La croce di sant’Andrea e l’asta santa simboleggiano integralmente tutto il lavoro dell’annichilazione buddista; e nel citare con profonda venerazione la croce di sant’Andrea e la picca santa, non commetteremmo mai l’errore imperdonabile di dimenticare il santo Grial./GRAL
I calici sacri di tutte le religioni rappresentano l’organo sessuale femminile di generazione e anche di rigenerazione, che corrisponde certamente al vaso cosmogonico di Platone, alla coppa di Ermete e di Salomone ed all’urna benedetta degli antichi misteri.
La madre della nostra carne o la donna dal serpente è celebre nelle tradizioni messicane, che la rappresentano caduta dal suo stato primigenio di felicità e coscienza.
Secondo i libri di Zoroastro, il primo uomo e la prima donna furono creati puri e sottomessi ad Ormuzd, il loro creatore. Ahriman li vide e si sentì geloso della loro felicità. Li avvicinò assumendo la forma di serpente, offrì loro alcuni frutti convincendoli che era lui il creatore di tutto l’universo. Gli credettero e da quel momento la loro natura si alterò, corrompendosi totalmente.
I monumenti e le tradizioni degli Indù confermano la storia di Adamo e di Eva e della loro caduta. Questa tradizione si ripete anche tra i buddisti tibetani ed era insegnata anche dai cinesi e dagli antichi persiani.
Il peccato originale è quindi la radice dell’ego, la causa causarum del me stesso, del se stesso. Le espiazioni che si celebrano presso i diversi popoli per purificare il bimbo nel suo ingresso alla vita costituiscono di fatto un patto di magia sessuale.
In Messico, nello Yucatàn, si portava il bambino nel tempio, dove il sacerdote versava sulla sua testa l’acqua battesimale e gli dava un nome. Nelle Canarie, le donne adempivano questa funzione al posto dei sacerdoti.
Adamo ed Eva compaiono sempre separati dal tronco dell’albero paradisiaco. Nella maggior parte dei casi, il serpente attorcigliato al tronco di quest’albero viene raffigurato con la testa umana.
Solo mediante l’adempimento completo del patto magico-sessuale del sacramento del battesimo è possibile annichilire il peccato originale per ritornare in paradiso…
Jakin e Boaz, Urim e Tummin, Apollo e Diana sono certamente le due colonne principali del tempio della sapienza.
In mezzo alle due colonne del tempio si colloca l’Arcano AZF, la chiave della Grande Opera.
Goethe, nell’adorazione della sua Divina Madre Kundalini, il serpente sacro che sale attraverso il sentiero del Tao il midollo spinale, esclamava pieno di estasi:
“Vergine pura nel più bel senso,
Madre degna di venerazione,
regina da noi eletta
e di condizione uguale agli dèi…”
Anelando morire in se stesso qui ed ora, quel grande iniziato, durante la copula metafisica, dopo aver compreso integralmente qualsiasi errore psicologico, gridava con tutte le forze della sua anima:
“Frecce, trapassatemi!
Lance, assoggettatemi!
Mazze, feritemi!
Tutto sparisca,
svanisca tutto.
Brilli la stella perenne,
fuoco dell’eterno amore”.
Comprendere ed eliminare: ecco la chiave della croce di sant’Andrea; questo è il modo di morire istante per istante…
Non è possibile eliminare radicalmente un difetto psicologico senza prima averlo compreso integralmente in tutti i livelli della mente.
Durante il coito chimico, la nostra Madre cosmica individuale, Devi Kundalini, può e deve impugnare la picca santa, l’asta di Minerva, la lancia di Achille, l’arma di Longino, per distruggere il difetto psicologico che abbiamo compreso realmente. “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”.
Racconta la leggenda dei secoli che il Signore Ketzalkoatl, alla vigilia della sua caduta, disse:
“Le mie case dalle ricche piume, le mie case di conchiglie dicono ch’io debba lasciare. Allora, pieno di allegria, comandò affinché andassero a prendere la regina, la Stuoia Preziosa. Andate e portate con voi la regina Ketzalpetatl (l’Eva della mitologia ebraica), colei che è la gioia della mia vita, affinché possiamo bere insieme, bere fino ad ubriacarci. Andarono i paggi fino al palazzo di Tlamachuayan e da lì portarono la regina. Signora regina, figlia mia, ci manda il re Ketzalkoatl, per portarti da lui: vuole che tu goda con lui.
Lei rispose: —Ci andrò.
Quando Ketzalpetatl giunse, sedette vicino al re; le diedero da bere per quattro volte e la quinta in onore alla sua grandezza. Quando divenne ebbra, i maghi cominciarono a cantare e Ketzalkoatl, vacillante, si alzò e in mezzo a quei canti disse alla principessa: Sposa, godiamo bevendo questo liquore (si riferiva al liquore della lussuria). Siccome erano ubriachi, nulla dicevano con la ragione (il lussurioso non intende ragioni). Il re non fece più penitenza, non andò più al bagno rituale e non si recò neppure a pregare nel tempio. Alla fine il sonno li imprigionò entrambi. Al risveglio, il giorno successivo, i due divennero tristi, il loro cuore era oppresso”.
Nella mitologia ebraica si dice che anche Adamo ed Eva divennero molto tristi dopo aver mangiato il frutto proibito, e gli si aprirono gli occhi e si resero conto d’esser nudi; quindi cucirono foglie di fico e ne fecero panni.
“Ketzalkoatl allora disse: —Mi sono ubriacato, ho peccato, niente ormai potrà lavare la macchia che ho gettato su di me. Allora con le guardie si mise a cantare una canzone. La moltitudine che lo attendeva fuori la si fece attendere ancora.
Mortificato e con le lacrime agli occhi, colmo di pena e di angoscia nel rendersi conto che le sue cattive azioni erano già note, senza che nessuno lo consolasse, dinanzi al suo Dio si mise a piangere”.
Questo è testuale dall’epica nawatl e c’invita a meditare. Ciò che in seguito accadde è facile dedurlo se leggiamo i seguenti versetti della Bibbia ebraica:
“Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita” (Genesi 3, 23-24).
La fuga di Ketzalkoatl, la sua uscita misteriosa dalla Tulla paradisiaca risulta certamente insolita, inusitata. Dicono che in quel frangente bruciò tutte le sue case d’oro e d’argento, quelle di conchiglie rosse e tutte le raffinatezze dell’arte Tolteca.
Opere d’arte meravigliose, opere preziose e belle, tutto sotterrò, tutto nascose in luoghi segreti o all’interno delle montagne o dentro i burroni. Ricchissimo tesoro inesauribile che successivamente egli ebbe da ricercare; ricchezza esoterica nascosta tra le viscere della terra.
Mistici paragrafi di Anawak che, saggiamente tradotti in termini gnostici ed alchemici, risultano superlativi.
La riduzione metallica dell’oro spirituale è sempre la conseguenza o corollario inevitabile di ogni caduta sessuale. Quando si allude alle “opere meravigliose dell’arte”, alle “opere d’arte preziose e belle”, è conveniente studiare tra le righe la Grande Epistola Universale di san Giacomo Maggiore, il benedetto patrono della Grande Opera (vedi Bibbia).
Enoch trovò il tesoro nascosto ed imperituro tra le montagne viventi del monte Moria. Ognuno di noi deve cercare la sua eredità perduta. Il tesoro non si trova mai sulla superficie della terra, è necessario discendere nell’Averno per trovarlo. Visita Interiora Terræ Rectificando Invenies Ocultum Lapidem: visita l’interno della terra e rettificando incontrerai la pietra occulta.
Indubbiamente, la pietra filosofale e tutte le gemme preziose della Gerusalemme celeste, che simboleggiano le virtù ed i poteri cosmici trascendentali, costituiscono il tesoro di Ketzalkoatl, la nostra ricchezza intima personale che abbiamo lasciato nascosta uscendo dall’Eden e che dobbiamo cercare dentro noi stessi, qui ed ora.
“Davanti all’“albero della vecchiaia” il Signore vide il suo volto e pieno d’infinito dolore disse: Sono vecchio. In un’altra occasione, giunto in un luogo diverso si riposò, si sedette sopra una pietra poggiandovi anche le mani. Rimase a contemplare Tulla e facendo ciò si mise a piangere. Piangeva con grandi singhiozzi. Un doppio filo di gocce come grandine colava; sul suo volto scorrevano le gocce e con le lacrime egli perforò la roccia; le gocce del suo pianto, cadendo, perfino la pietra trapassarono.
Le mani che sulla roccia aveva poggiato ben impresse vi rimasero, pure dove sedette rimase l’impronta delle sue natiche, come fosse roccia di fango. Ancora si vedono lì le orme delle sue mani, nel luogo detto Temakpalko”.
In realtà, in sensu lato, nella “roccia”, nella “pietra” nel sesso giace nascosta l’elettricità sessuale trascendentale che può tanto schiavizzare quanto liberare l’uomo.
Queste note chiarificatrici c’invitano alla riflessione: il fenomeno di Ketzalkoatl è sempre stupefacente e di una attualità palpitante. Non stiamo certamente facendo chiarimenti semantici; vogliamo solo commentare per via fenomenologica il messaggio di Ketzalkoatl.
Dicono che il benedetto, dopo aver molto sofferto, arrivò in un luogo chiamato “ponte di pietra”. “C’è acqua in questo luogo (l’ens seminis), acqua che si eleva zampillando, acqua che si espande e si diffonde”.
Gli antropologi attuali hanno interpretato tutto ciò in modo disuguale ed erroneo. Costoro non sanno nulla su quanto concerne l’esoterismo di Anawak; ignorano il senso religioso di questi canti. Benché ciò appaia totalmente estraneo allo gnosticismo, in realtà non lo è affatto e, anzi, dobbiamo porre grande enfasi in quel che segue: “Il beato tornò sulla strada che una volta aveva abbandonato”. Dicono che staccò una roccia e ne fece un ponte e su di esso passò all’altra sponda.
Fu in questo modo che il grande Avatara degli aztechi riprese la sua strada ed arrivò in un luogo che si chiama “acqua dei serpenti”.
Gli autori arabi danno a questa fonte il nome di Holmat e inoltre ci rivelano che le sue acque diedero l’immortalità al profeta Elia. Situano la famosa fonte nel Modhallan, termine la cui radice significa “mare oscuro e tenebroso”, indicando con ciò il caos metallico, sperma sacro o materia prima della Grande Opera.
Questa conoscenza sfugge alle normali analisi razionalistiche; si tratta di insegnamenti sovrarazionali che possono essere appresi, captati solo mediante l’aiuto di un guru.
Il servus fugitivus di cui abbiamo bisogno è un’acqua minerale e metallica, solida e tagliente, con l’aspetto di una pietra e di facile liquefazione.
Quest’acqua coagulata, a forma di massa pietrosa, è l’Alkaest, il diluente universale, l’acqua dei serpenti, è l’anima metallica dello sperma sacro, il mercurio della filosofia segreta: il risultato meraviglioso della trasmutazione sessuale.
I saggi si sono sempre mostrati molto riservati in merito al mercurio filosofale, le cui fasi successive possono essere dirette a piacimento dell’operatore intelligente.
Se la tecnica abbisogna di un certo tempo e richiede qualche sforzo, come contropartita risulta di estrema semplicità. Non richiede alcuna perizia né abilità professionale, bensì solo la conoscenza di un curioso artificio che costituisce quel secretum secretorum che noi gnostici abbiamo già divulgato pubblicamente: la connessione lingam-yoni (fallo-utero) senza versare mai nella vita il vaso di Ermete.
Karl Meagh dice: “Quando, nella fase della tensione muscolare e prima dell’inversione delle correnti, sorge la sensazione dell’imminente eiaculazione, il fluido seminale può essere fermato riversando la lingua all’indietro il più possibile e trattenendo la respirazione. Si raccomanda anche la contrazione dei muscoli dell’ano, come se si stesse praticando l’esercizio di concentrazione sul chakra Muladhara”.
L’anima metallica dello sperma è l’Ermete, il Mercurio tintorio che porta in sé l’oro mistico, nella stessa maniera in cui san Cristoforo porta Gesù e l’agnello porta il proprio vello.
Fu così, mediante il mercurio della filosofia segreta, che il beato Signore Ketzalkoatl poté rigenerare l’oro nella sua anima, nel suo spirito e nei corpi esistenziali superiori dell’Essere.
Inutilmente i tenebrosi cercano di far sì che il benedetto ritorni al passato peccaminoso…
“In nessun modo adesso mi è possibile tornare, rispose il Signore, debbo andarmene.
Dove andrai Ketzalkoatl?
Vado, disse loro, nella terra dal colore rosso, vado ad acquisire il sapere.
Loro gli chiesero: E lì che farai?
Vado perché chiamato: il Sole mi chiama.
Molto bene; lascia, dunque, la cultura tolteca.
Il benedetto allora gettò i suoi beni nell’acqua (i suoi beni materiali, le cose illusorie di questo mondo), le sue collane di gemme che all’istante sprofondarono. Da quel tempo il luogo si chiamò “acqua dei ricchi gioielli”.
Avanza un poco di più, giungendo in un altro posto che si chiama “luogo dove dormono” (L’orco dei classici, il limbo dei cristiani, il sonno dell’incoscienza in questa valle di lacrime).
Proprio lì, incontra un adepto della “mano sinistra” che dice: Dove vai?
Il benedetto risponde: —Vado alla terra di color rosso, vado ad acquisire la sapienza.
Molto bene, bevi questo vino d’oblio, io sono venuto a portarlo per te.
No, non posso neppure gustarne un po’.
Dovrai berne a forza; neppure io posso lasciar passare, né permettere che tu prosegua il tuo cammino senza bere. Io debbo far bere e perfino ubriacare. Bevi dunque!
Allora Ketzalkoatl, con una cannuccia, bevve il vino (poiché era un bodhisattva caduto). Una volta che l’ebbe bevuto, cadde spossato a causa del tanto camminare, cominciando a russare nel sonno (durante molte reincarnazioni, passando per indicibili amarezze), ed il suo russare s’udiva da molto lontano; e alla fine (risvegliò nuovamente la coscienza) guardava da una parte e dall’altra, guardava anche se stesso ravviandosi i capelli. Questa è la ragione per cui quel posto porta il nome di “luogo dove dormono”.
Nuovamente riprese il viaggio e giunse alla cima che si trova tra il monte Fumigante (che simbolizza il lingam) e la Donna Bianca (che simbolizza lo yoni), e lì, su di lui e sugli accompagnatori che portava con sé, i suoi buffoni ed i suoi storpi (gli aggregati psichici o elementi inumani), cadde la neve e tutti morirono congelati”.
“Che la carne abbandoni le ossa”, esclamavano i vecchi alchimisti medioevali durante il coito chimico. Esoterici tormenti delle confraternite di sant’Andrea del cardo. Indubbiamente, la croce ad Χ è il simbolo meraviglioso della morte di tutti quegli elementi inumani che nel loro insieme costituiscono l’ego, l’io. Allegorico supplizio di sant’Andrea, spaventose torture nella nona sfera (la regione del sesso), rimorsi, annichilazione buddista.
E’ possibile creare l’oro dello spirito o rigenerarlo solo annichilendo tutti quei buffoni, storpi, aggregati psichici che personificano i nostri difetti. Il benedetto ora cantava, ora piangeva e lavorava con infinita pazienza nella forgia dei ciclopi (il sesso). (perchè pensi che io abbia scelto di rinascere proprio su quel monte?)
“Pianse a lungo e dal suo petto lanciò sospiri profondi. Fissò lo sguardo sulla montagna dai colori pezzati (la montagna della resurrezione) e verso di essa s’incamminò. Da tutte le parti faceva prodigi e lasciava tracce meravigliose del suo passaggio (come in altre epoche li aveva fatti il gran Kabir Gesù in Terra Santa).
Giungendo alla spiaggia, costruì un’intelaiatura di serpenti (poiché aveva raggiunto lo sviluppo completo dei sette gradi del potere del fuoco) ed una volta terminatala (completa), vi si sedette e se ne servì come barca”.
Tutto ciò ci rammenta il Buddha Gautama, seduto su un serpente ai piedi dell’albero Bodhi, lo straordinario fico, simbolo magnifico della potenza sessuale. Pioveva e l’acqua, formando una pozza, uno stagno, minacciava di affogarlo; però Gautama, seduto sulla serpe, se ne servì come barca.
Le ricorrenze che possiamo estrapolare dai diversi testi ci parlano della serpe ignea dei nostri magici poteri, l’aspetto femminile del Binah ebraico, la sposa di Shiva, il Terzo Logos, lo Spirito Santo, la nostra Madre cosmica personale che, mediante l’eliminazione degli elementi inumani che portiamo dentro, ci salva dalle acque burrascose della vita.
“Il benedetto Signore Ketzalkoatl si allontanò, scivolò nelle acque (spermatiche del primo istante) e nessuno sa come arrivò al luogo dal colore rosso”.
Manifestamente, anche il gran Kabir Gesù arrivò alla terra dal colore rosso quando lo ammantarono di porpora, ponendogli sul capo una corona intrecciata di spine. Allora lo salutarono ironicamente, dicendogli: “Salve, re dei giudei!” E colpendolo alla testa con una canna gli sputavano addosso e inginocchiati gli facevano riverenze.
Effettivamente è nel crogiolo sessuale erotico che la materia prima della Grande Opera, come il Cristo, soffre la sua passione; è nel crogiolo della nona sfera che muore per poi resuscitare purificata, spiritualizzata, trasformata.
Nella Caldea, le ziggurat, torri generalmente di tre piani, alla cui categoria appartenne anche la famosa torre di Babele, erano dipinte con tre colori: nero, bianco, e rosso porpora.
Per dare un’idea della importanza straordinaria che nella filosofia ermetica assume il simbolismo dei colori della Grande Opera, osserviamo come la Madonna viene sempre rappresentata vestita di blu (l’equivalente del nero), Dio di bianco ed il Cristo di rosso.
Nei sacri templi del vecchio Egitto dei faraoni, quando il neofita si trovava sul punto di subire le prove iniziatiche, un Maestro si avvicinava a lui e gli mormorava all’orecchio questa frase misteriosa: “Ricordati che Osiride è un dio nero!”
Evidentemente, questo è il colore specifico delle tenebre e delle ombre, del diavolo al quale si sono sempre offerte le rose nere, ed anche quello del caos primitivo, dove tutti gli elementi ed i germi della vita si mescolano e si confondono totalmente; il simbolo dell’elemento terra, della notte e della morte radicale di tutti quegli aggregati psichici che nel loro insieme costituiscono il me stesso.
Indubbiamente, come nella Genesi ebraica, il giorno succede alla notte, così anche la luce succede all’oscurità.
Beati coloro che sono stati rigenerati e lavati dal sangue dell’Agnello (il fuoco sessuale): saranno sempre vestiti con abiti bianchi.
Nella terra sacra dei faraoni, Ptah, il rigeneratore, usava sempre la tunica di lino bianco per indicare la rinascita dei puri, di coloro cioè che erano morti in se stessi.
Per l’applicazione sistematica del nostro punto di vista in relazione con i colori della materia prima della Grande Opera, è urgente ricordare ai nostri studenti gnostici che, prima di giungere alla terra dal colore rosso, Ketzalkoatl, il Cristo messicano, usò con pieno diritto la tunica gialla.
Il colore bianco succede al nero, il giallo al bianco e la porpora dei re sacri delle dinastie solari succede sempre al giallo.
Quando il benedetto giunse alla terra dal colore rosso, ammantò le sue spalle con la porpora dei re divini e resuscitò dai morti.
Dicono che allora si poté guardare nelle acque come fossero uno specchio (lo specchio dell’alchimia). Il suo volto era nuovamente bello (il ritorno al paradiso perduto); indossò le vesti più belle ed avendo acceso un falò vi si gettò tra le fiamme (il suo fuoco sessuale distrusse completamente il suo ego psicologico non lasciando neppure la cenere), e gli uccelli dalle belle piume (gli uccelli dello spirito) vennero per osservarlo ardere: il pettirosso, l’uccello color turchese, l’uccello tornasole, l’uccello rosso e blu, il giallo dorato e mille altri uccelli bellissimi.
“Quando il falò cessò di ardere (terminata la Grande Opera), il suo cuore si elevò giungendo fin nei cieli. Lì si trasformò in una stella, la quale è l’astro dell’alba e del crepuscolo. Prima era sceso nel regno dei morti e dopo sette giorni di permanenza salì trasformato in un astro”.
L’iniziatore ci mostra sempre lo specchio dell’alchimia in una mano, mentre nell’altra sostiene il corno di Amaltea; al suo lato vediamo l’albero della vita, così profondamente studiato dai cabalisti ebraici; lo specchio rappresenta sempre l’inizio dell’opera, l’albero della vita ne indica la fine ed il corno dell’abbondanza il risultato.
Ketzalkoatl trasformò il diavolo, la pietra grezza, materiale e grossolana, in Lucifero, la pietra angolare della Grande Opera, l’arcangelo della luce: la stella del mattino.
Il diavolo, riflesso del nostro Logoi interiore, fu la più eccelsa creatura prima che cadessimo nella generazione animale. “Imbianca l’ottone e brucia i tuoi libri”, ci ripetono i maestri dell’arte ermetica.
Il beato, nel passare attraverso le torture dei fratelli della confraternita del cardo, imbiancò il diavolo, facendogli riassumere il suo stato primordiale e risplendente.
Chi muore in se stesso qui ed ora libera il Prometeo incatenato e questi lo ripaga con abbondanza perché è un colosso con potestà sui cieli, sulla terra e sugli inferni. Il Lucifero-Prometeo, integrato radicalmente con tutte le parti del nostro Essere, fa di noi qualcosa di diverso, di differente: una creatura esoterica, un arcangelo, una potestà terribilmente divina…
E’ utile ricordare in questo trattato che le sante donne, quando entrarono nel sepolcro del salvatore del mondo, invece dell’uomo che avevano conosciuto videro un angelo ricoperto da una lunga veste bianca e si spaventarono.
E’ scritto: “Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni; le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta, con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino” (Venere-Lucifero) (Apocalisse 2, 26-28).
Enrico Khunrath, nel suo Amphiteatrum Sapientiæ Æternæ, scrive:
“Alla fine, quando l’opera è passata dal colore cinerino al bianco puro e poi al giallo, vedrai la pietra filosofale (il citato arcangelo), il nostro Re (il Terzo Logos) innalzato sopra i dominatori mentre esce dal sepolcro vitreo, si alza dal letto ed accorre al nostro scenario mondano con il suo corpo glorificato, cioè rigenerato e ultraperfetto”.
Diciamo, per chiarire, che il termine pietra filosofale secondo la lingua sacra significa: pietra che porta il segno del sole. Naturalmente questo segno solare viene caratterizzato dal colore rosso, che può variare d’intensità.
Un vecchio alchimista diceva: “Ciò che noi cerchiamo, insieme a tutti i filosofi, non è l’unione di un corpo e di uno spirito metallici, bensì la condensazione, l’agglomerazione di questo spirito in un involucro coerente, saldo e refrattario, in grado d’avvolgerlo, d’impregnare tutte le sue parti e di assicurargli una protezione efficace. Quest’anima, spirito o fuoco riunito (debitamente mischiato con Venere-Lucifero), concentrato e coagulato nella più pura, più resistente e più perfetta delle materie terrestri, è ciò che chiamiamo “la nostra pietra”. E possiamo certificare che qualsiasi impresa non avente questo spirito per guida e questa materia per base non condurrebbe mai alla meta prefissata”.
ecc. ecc. tantissime incomprensibili strane parole , non è vero vero Ccarissimo luiggggionbe?
Hai capito perchè i preti si vestono di nero (perchè non sanno niente della vera luce perpetua) rifugiandosi (apparentemente) in quell’inutile castità monastica? Disconoscendo la fusione eterica del corpi indistruttibili attraverso le caste (pure) nozze alchemiche? Rigettando anche l’idea che il grande Maestro Gesù fu sposo carnale e spirituale della Maddalena ed ebbe due divini figli che diedero la discendenza dei Merovingi (puntualmente oppressi da questa nostra chiesa) ? Disconoscendo che il risolto, il Lazzaro che era morto dalle sue ceneri, altro non era che colui che tramutò il suo nome in Giovanni? ecc…. quante minchiate pensi che io abbia detto, dai provaci, contali ?
Caro Rafeluzzzzzu, ho letto tutti i post che mi hai inviato, solo il video non ho guardato, perchè non ho avuto tempo.
In questi giorni, vedrò anche il film.
Tu non hai detto, MAI, nessuna minchiata, in quanto hai un pensiero sano, evoluto ed erudito.
Grande è la tua dottrina e fortunato è l’ essere che ti segua…; per costui sarà una vera ricchezza e sarà la risoluzione di tutti i suoi mali e di tutti i suoi dogma.
IO VORREI ESSERE DALLA TUA SQUADRA , MA NON LO SONO, QUESTO E’ UN GRAVISSIMO PECCATO… , ED E’ UNA VERA SFORTUNA…., MA TU DEVI CAPIRMI, IO SONO UN POVERO AMMALATO E SONO UN POVERO PAZZO,
Caro Amico mio, anche se mi scriverai, capisci, che non ho più
risposte….
Caro Rafeluzzzzzu, ho letto tutti i post che mi hai inviato, solo il video non ho guardato, perchè non ho avuto tempo.
In questi giorni, vedrò anche il film.
Tu non hai detto, MAI, nessuna minchiata, in quanto hai un pensiero sano, evoluto ed erudito.
Grande è la tua dottrina e fortunato è l’ essere che ti segua…; per costui sarà una vera ricchezza e sarà la risoluzione di tutti i suoi mali e di tutti i suoi dogma.
IO VORREI ESSERE DALLA TUA SQUADRA , MA NON LO SONO, QUESTO E’ UN GRAVISSIMO PECCATO… , ED E’ UNA VERA SFORTUNA…., MA TU DEVI CAPIRMI, IO SONO UN POVERO AMMALATO E SONO UN POVERO PAZZO,
TU INVECE SEI LA PERSONA PIU’ SANA DI MENTE CHE ESISTA ,SUL BLOG.
Caro Amico mio, anche se mi scriverai, capisci, che non ho più
risposte….
Pap’Inno, non preoccuparti, la “scoglionite” passa in fretta. Il problema sono le ricadute e so che a te piace essere l’uomo giusto al momento gliusto. Anche per la “scoglionite”. Ascoltala, forse ha qualcosa da dirti. Guarisci presto.
Carissimo Luigggggione non dire MINCHIATE COME QUELLE CHE DICO IO :d
Piuttosto scrivi qualcosa che faccia ridere anche me, come spesso tu sai fare….
Ho sempre detto che tutti abbiamo sempre da imparare da tutti buone o cattive giuste o stolte che siano sia le idee, sia i pensieri come anche il proprio vissuto esperenziale.
Il video te lo raccomando….. DIMENTICO DI UN IMMORTALE CHE NON SEI ALTRO :d
Caro Gabriele, si vede che sei altruista, generoso, magnanimo, schietto, prodigo, cariratevole, ecc. ecc., mi hai pubblicato, tre post, invece di uno. Magnifico ! Grazie !
Così non possiamo dire che ci sia crisi.
Anch’ io fra un mese, sarò magnanimo nei tuoi riguardi.
Buona notte.
IL POST NON E’ PRIVATO.
Carissimo Luigggione dimenticavo di dirti che il video che ti ho consigliato di vedere è questo
Caro Rafeluzzzzzu, TU VUOI SPIEGARE, DIO E IL CREATO.
Dio non si può spiegare. Il Divino è la Spiegazione. La spiegazione può spiegare tutto, tranne che la spiegazione.
Mi scrivi, di Mosè, di Isaia, di Ezechiele, dei i corinzi, qui ti sei fermato, solo al capitolo XV, ai versi 53-55, ma non hai parlato dei 56.57,58; mi scrivi dell’ l’ apocalisse, dei ” vangeli”, di Bel e il drago, Ketzalkoatl e Xolotl, Apollo e Pitone, Krishna e Kaliya, Osiride e Tifone, Michele e il drago rosso, S. Giorgio e il suo drago, ecc.
La cultura esoterica è figlia di Dio, ma non è Dio. Quello che hai scritto , per me, porta l’ uomo lontano da Dio.
L’ UOMO PER TROVARE DIO, DEVE USCIRE, DAL PROPRIO CAOS INTERIORE
ANCORA NON VUOI CAPIRE CHE IL REGNO DEL LOGOS E’ L’ ANIMA.
L’ AZIONE E IL LAVORO, SULL’ ANIMA, TI DEVONO RISOLVERE, IL MISTERO E TI DEVONO DARE LA RISPOSTA, AI DOLORI.
Operare sull’ anima è difficile, in quanto dobbiamo lavorare sugli ostacoli e su tutti gli stati d’ animo, che ci rendono, CIO’ CHE NON SIAMO.
UNA COSA E’ ESSERE LETTORI, DEI TESTI SACRI. UNA COSA E’ USCIRE DA UNA CRISI INTERIORE.
Rafelù, fatti servire… .
SOLO DIO, TI PUO’ SALAVARE DALLA CRISI.
ANCORA CREDI A SAI BABA, A CARLOS, A DON JUAN, ALLA FISICA, ALLA SCIENZA, ECC. OGNUNO E’ LIBERO DI CREDERE, PENSARE E SCRIVERE, CIO’ CHE VUOLE. PER CARITA’ !
IO, PERO’, CREDO A SAN MICHELE, NON CREDO AGLI STREGONI
SAN MICHELE E’ IL PIU’ POTENTE ANGELO, DELL’ ARIA E DEL COSMO. SAI BABA, PER ME, E’ IL PIU’ GRANDE TRUFFATORE DEL COSMO.
PER TE E’ UN SANTO.
La tua grande cultura esoterica arriva e si ferma, purtroppo, nel regno della materia e nel regno della fisiologia umana. Non arriva, alla coscienza !
L’ anima ha bisogno del cielo, ha bisogna, d’ amore, di serenità, di dolcezza, di bontà, di suoni, di perdono, di carezze e di preghiere, per uscire DALL’ INFERNO.
Sì, per uscire dall’ inferno.
LO SAI CHE PREGARE E’ DIFFICILE ?
PERCHE’ E’ UN’ OPERAZIONE DEL CIELO E SICCOME VIVIAMO NELL’ ILLUSIONE TERRESTRE, L’ AZIONE DIVENTA MOLLE E SI IDENTIFICA, CON L’ ARIDITA’ DELLA TERRA !
NON HA LO SLANCIO METAFISICO, PER IL FATTO DELLA NOSTRA ESPERIENZA, UMANA.
I FATTI QUOTIDIANI, LE PREOCCUPAZIONI E LA PIGRIZIA TOLGONO LA CONCENTRAZIONE E LA VOLONTA’, DI PREGARE.
NON BISOGNA SCORAGGIARSI.
P.S. VEDR0′ il film, però dura circa due ore e mezzo. Quando ti leggo è un’ altra, cosa… , conosco ciò che dici… .
Cara Valeriuccia, A PAPA’…. . Ho finito adesso di scrivere, al picciotto Rafeluzzzzzu.
Ti voglio regalare un video di rose bianche, perchè nel filmato viene celebrato il significato di un sapere profondo e affascinante, che si esprime attraverso la magia delle rose.
Figlia, un abbraccio.
GRAZIE, PAP’ INNO!
FORZA!
Carissimo Luigggggione quello che ho scritto di sicuro non è la verità assoluta (quella appena appena si intravede, si percepisce, si intuisce solo quando saremo dall’altra parte del velo), ma di sicuro è una verità relativa ed anche oggettiva meglio di quella che ci hanno propinato/inculcato/mostrato insipientemente e volutamente per 2000 anni di lavaggio del cervello… ?
D’altronde se ci fai caso ho detto sempre che il vero concetto sul Dio trascendentale non può mai essere abbracciato da questo nostro piano assai relativo ed assai illusorio…. Non ho forse detto che è impossibile che dal finito sui possa abbracciare l’infinito?” mentre qui quel DIO è stato sincretizzato / antroporfimizzato / cristallizzato anche nel nostro Cattolicesimo in una forma di sfrenato materialistico paganesimo attraverso immagini/sculture di santi e di diavoli che denotano ancora una assurda continuativa ignoranza più di quella dei pagani?
Forse le tue parole andavano bene 1000 anni fa e non certo oggi con quella risvegliante maggiore visione del tutto .
Ribadisco e ti consiglio, con vero fraterno cuore, di vedere quel film che ho postato e non mi dire che è lungo perché certe verità o mezze verità valgano più di tutto il tesoro di questo mondo…. Ribadisco che è solo un piccolo frammento perchè anche Orazio mi ha spiegato tante cose dei piani di coscienza eterico/astrali/energetici/spirituali o della pura luce, Congetture che neanche nell’immaginario collettivo possono essere capite e tanto meno spiegate a parole, forse solo intuite attraverso immagini e simbolismi archetipali.
E poi se ci fai caso, ho sempre detto e sostenuto che anche il nostro interagire può rivelare chiavi di volta a tanti amici amiche di questa preziosa casa. Non avrebbe senso se queste mie tante o le tue poche parole fossero solo finalizzate a quella giusta o ingiusta critica che si voglia intendere.
Dio non può essere spiegato a parole ma soltanto intuito attraverso immagini e simbolismi archetipali: è una icona perfetta, che nel finito abbraccia l’infinito. Bravo! Soltanto chi non sa leggere le immagini e non rende conto al cuore di quello che esce dalle proprie labbra, è un pagano.
Concordo con te. Non dicevi infatti che non ci può essere nessuna immagine senza una precedente visione? Proprio così. Si riparte da quì, immagino… C’è chi fa il bastian-contrario di se stesso e allora non siamo mai andati avanti. Bravo! Finalmente poche ma chiare convergenze: questo è fare sincretismo e avvertire, nel creato, emanazione dell’Uno, l’unitarietà della Sophia.
portiamo la nostr vita nel ciclo delle rinascite, cercando di andare incontro a “noi stessi”fino al raggiungere la liberazione definitiva essere xciò” definitivamente l’istante che non muore”
ma…
😀
ma…
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotarre come i pesci ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli” (Martin Luther King)
…E per Gibran non è di consolazione incontrare un essere umano come noi, un dio la cui gioia e amore è una collina che si erge oltre i nostri limiti; non vogliamo conoscere e rassomigliare a quell’uomo, vogliamo restare ignoti nella processione degli ignoti, bramando il dolore. Siamo creature che non chiedono consolazione ma si piegano ad oriente quando il vento soffia da occidente. Questo è il punto in cui si è fermata la nostra evoluzione: non siamo ancora riusciti tutti insieme a considerare il volto del nostro simile “la mediazione di un segno privilegiato”, a scorgere oltre quel volto la presenza di Dio.
E’ già successo, succede ancora: che quel volto torni dal mondo delle ombre per trionfare.
Buonasera dicuore al Professore a Clara ed Egidio e a tutti gli abitanti di questa bella Casa Blog 🙂
Non ho ben compreso di che si scrive esattamente, cioè dell’argomento , quind riprendo passo passo il post, ho letto della Daath della Qabalah di Raffaele che ha avuto il compleanno a Gennaio(Raffaele auguri posticipati a quasi un mese di ritardo domani 😦 pedddonami 😉 d’altronde non li hai fatti neanche a me 😀 EH’ cortesemente scrivimi che ti debbo chiedere una cosa )
Dunque:
“Corro portando tra le mani come un carbone acceso
l’istante che agonizza. Insieme a me se ne vanno le stelle
e questo mulinello di materia intorno al niente”.
(Morire non si muore giacché la non vita non ci riguarda quando tutto attorno a noi si è spento e il niente ci attornia e diventiamo nulla solo polvere di stelle)
“Con i palmi ardenti ho trasportato il gioiello dal remoto
per offrirtelo come uno specchio: quello che vedi non è il tuo viso”
(La dignità dell’Uomo non si discute seppure inutile la vita -carbone- essa arde nelle mani del gesto che si protende per Amore e solo per Amore Il carbone per sua peculiarità nel’acqua posto risulta metallico quasi riflettente come un pezzo d’argento – da qui lo specchio/carbone che non riflette il volto è solo illusoria vanità -bisogna cercare la sostanza e la verità della sostanza appunto)
“ma un fiume in piena che si porta tutte le anime
tranne la tua e la mia. Il nostro incontro ci ha lasciato fuor”
(Le Anime Gemelle sono in unione perpetua e senza tempo quindi fuori dal Tempo e dalla Paura che altre Anime costringe a ad aggrupparsi Paure della Temporalità che è solo Paura di un Tempo che non Esiste)
“dallo spazio, dal tempo e da noi stessi.
Siamo definitivamente l’istante che non muore”.
(Qui ciò che ho detto prima è confermato)
Sono solo mie considerazioni punto. Mi ricordo il carbone che nell’acqua diventa come argento..affascinante…metamorfosi…siamo dunque carboni – carne che brilla se cosciente della sua sostanza .L’Amore è Conoscenza.
Buonasera Map Pinaaaaaaaaaaa (era in coro) 🙂
Spesso, per quel divino aspetto di crescita del rispecchiamento di identificazione interiore, su uno dei cammini che abbiamo tracciato prima, l’essere ritorna sugli stessi passi con gli stessi aspetti sia interiori che esteriori Non è solo una coincidente rassomiglianza con la genetica dei nostri genitori, ma una rievocante necessaria rassomiglianza che ci avrebbe fatto ricordare, per quella via, per quella celata finalità che ci ha condotto a scegliere i nostri stessi genitori…..
La fine di ogni già tracciata saggia strada di ogni ricercatore d’anima e di ogni saggia via (teologie/filosofie/scienze o arti) conduce sempre a quella finale amorevole saggia intuitiva ESORTAZIONE: AMATEVI PERCHE’ IN EFFETI SIETE TUTTI FRATELLI
E’ sempre bello riscoprire quell’antica dimenticata divina fratellanza che spesso si mostra anche in una persona sconosciuta con un semplice sorriso o con apparente contrastante opposto rispecchiamento. Sono come una lancia che arriva fino al cuore, un suono, una vibrazione, una chiave che apre quella porta della memoria ormai dimenticata. Per meglio capire, è necessario solo porre una maggiore introspettiva attenzione a quello che passa per le vibrazioni del cuore. 😀
Ciao Carissima MaaaaaaaaaaaaaaPpppppppppp 😀
Felice di risentire le tue belle sagge trasmutanti alchemiche parole che dal carbone, dal piombo benissimo possono diventare ORO LUCENTE.. L’ORO SOLARE DEGLI DEI IMMORTALI o meglio sarebbe dire:la grande luce riflessa delle gerarchie spirituali.
Ringrazio il tuo bel cuore per aver ricordato i mie come i tuoi trascorsi stellari immortali variabili natali.
Forse sarà finita fra gli Spam la mia augurale email che ti avevo spedito alcuni giorni prima…
MAP!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!111 🙂
se si presenta l’occasione, il momento opportuno ,si può scorgere la propria collina (sestesso) da affrontare, (scoprendo forse anche il divino). c’è chi può scalare gli ottomila, chi i seicento.l’mportanza sta nel viaggio nella cui alternanza possiamo prender coscienza di chi siamo, restando una processione di creature.
Mi piace questa Immagine, bianca.p : una processione di creature…
Un popolo in cammino. Questo è anche il senso dei pellegrinaggi…
P.S. …Non stavi parlando dei vari livelli di difficoltà da superare in un videogioco, vero? 🙂
a proposito di videogiochi:
inquietante !
Cara Bianca più che inquietante è la realtà olografica degli universi compenetrati (multiversi).
Solo quando l’attore prende consapevolezza, prende coscienza e si fonde con il suo osservatore/spettatore proiettore (o angelo custode) si può vedere oltre la realtà virtuale….. apparente…. illusoria….reale…. che sembra così vera che neanche ci rendiamo conto che dormiamo anche di giorno.
Solo attivando la SECONDA ATTENZIONE, solo spostando IL PUNTO DI UNIONE, IL CENTRO PERMANENTE DELLE PERCEZIONI , LA FINESTRELLA DI OSSERVAZIONE SI POSSONO INTRAVEDERE ED ANCHE VARCARE I GUSCI INVALICABILI DEI MONDI INTERIORI IN CUI E’ IMMERSA LA NOSTRA ANIMA….
Varcare un guscio di protezione invalicabile è come passare in un altro mondo di un altro universo parallelo, è come vedere un paesaggio, su una prospettiva diversa, da un piano diverso in quell’ascensore di 3000 piani…… Man Mano che saliamo di un piano, cambia il livello di comprensione, la visione, la consapevolezza, man mano che ascendiamo ai piani superiori ci togliamo un guscio di protezione, lo scafandro che era necessario indossare e che ci è servito per discendere e per vivere nei piani più densi e grossolani dell’energia….
Inquietante? NO…. è solo una minore consapevolezza che ci induce a paure, a inquietudine dovute al radicato condizionamento ed ad una minore conoscenza dell’essere “IO SONO”
“Cancellami, Jimmy!”… è un archetipo ordinatore che guarda in faccia quella realtà che non sopporta essere guardata negli occhi…
Liberare per essere liberi da qualunque forma di dipendenza, come questa esercitata da Hermes sull’inconscio dell’ideatore di mondi sui quali a sua volta esercita il proprio controllo. Liberare che significa ripristinare l’equilibrio tra le varie parti di psiche e tra l’unità ed il mondo reale. Penso…
Hermes il dio dei confini e dei viaggiatori…può accompagnarci fino alla possibilità di liberare x liberarci . in questa possibilità si può scegliere di accogliere l’accesso a un “ampliamento” inteso come ripristino di un equilibrio trale varie parti di psiche o tra l’unità e il mondo reale .
l’accesso all’unità.
raffaele attualmente le capacitàdi cui dispongo mi consentono ancora inquietudine maturano passo a passo.potrò “vedere” alro/oltre
saluti a tutti i viandanti che Hermes ci illumini?
.
Altro percorso:
Se tu noti, bianca, per guardare la realtà, prenderne coscienza, bisogna “voltarsi”: è quello che fa il protagonista del videogioco. Il “perverso” è l’opposto.
E’ necessaria una “conversione” delle varie parti di psiche, che è ombra e luce, e una volta trovata l’armonia interiore, l’unità si armonizza con il mondo reale. Proviamo.
ok 🙂
Allora Carissime Belle Dame di Corte, con scusante indiscrezione, è possibile sapere dopo quelle giuste prove …cosa avete sperimentato e cosa avete capito veramente ? 😀