Mi piacerebbe esserci mentre ti asciughi le guance,
mentre abbassi la testa
ed io sono lì,
in piedi,
ma non serve più.
Per una volta nella vita assistere
a qualcosa di inutile,
qualcosa che dovrebbe essere crudele
per il piacere di esserlo.
Vorrei costringerti di me
e vorrei sapessi che sono vivo e malgrado tutto,
che sarebbe bastato esserre più umani
oppure nascondersi meglio.
Louis Ferdinand Celine
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da un semplice gesto d amore
pò nascere un infinità d amore
da un piccolo gesto
se pur semplice
e forse impercettibile
può nascer
una grandezza d animo
oltre misura
perchè in quel gesto
si racchiude un eternità:
chi,
con quel gesto
può fermare
la sofferenza di quel momento
e far sgorgare l umano che è in lui
far risplendere
ciò che preziosamente
si ANIMA d aurora
nello straordinario intarsio
della vita.
by Mel
il video non centra con ciò che ho scritto, è a parte, mi piaceva la musica.
A commento della lirica: Immagino chi si accontenta e chi non vive, coppia assortita.
…Inutile è l’ombra con la quale tu cerchi di confondermi …
Vorrei sapessi che non vivo come vorrei
e come pensi che io viva;
né come vorresti tu, che io sia.
Malgrado tutto sopporto
quest’ombra inutile
che mi nasconde
come tu vorresti mi nascondesse
ma che viene ad asciugarti le guance
proprio quando ti accontenti di negarla.
Forse può interessarvi…
Non so cosa mi manca… Sarà che io ho così tutto…
Che tutto è lì che mi manca…
Non so cos’è che mi stanca, qualcosa che è nell’aria
E mi sta chiamando… e mi sta cambiando.
Non lo cerco ma lo sento, mi vede e mi scava dentro.
Scende come la brina avvelenata e mi bagna la lana del paletot
Che è così pesante che comincio a annegare…
Chi è che mi sta parlando in un orecchio?
Si avvicina e mi chiede delle cose che non ho,
Così lontano come un tuono che passa dietro il fiume…
E’ notte e io sono sempre più solo.
A chi darò questo nuovo “ti amo”?
Dov’è la mano, il dito che mi chiude per un po’ il buco che ho nel cuore?
Hanno tagliato tutti gli alberi…
Non mi posso stendere con la testa sulle tue gambe…
Le tue guance rosse hanno un taglio che arriva fino al naso
E la mia anima fa fatica… ma respira.
Lascio la porta aperta al dolore di non averti,
Di non saperti, né dove sei né di averti mai incontrato.
Ma sotto un cielo che puzza di uovo marcio, io ti desidero.
Spostati… tranquilla… tanto non ci sei, dì pure quello che vuoi,
Tanto le mie orecchie sono ancora lì nella pancia di mia madre
Assieme al gemello mai nato, e i miei capelli…
E la mia ombra… la mia ombra non va dove vado io:
Vedo solo le sue orme e perdo le mie…
Non so cosa mi manca, povero uomo finto…
Potessi almeno tornare a volare,
Buttarmi nei tuoi occhi anche quando sono chiusi,
Fermare con la mia lingua il treno dei tuoi “no”,
Sdraiarmi tra i denti della tua bocca semichiusa
E fare uscire uscire solo quello che tu pensi per me… mio unico sogno.
Io lo so cosa mi manca, cosa dovrei fare:
Mi venderei per comprarti, metterei in cornice anche un tuo sputo,
Mi sazierei del tuo peggio per un mese e pregherei qualsiasi dio
Ché mi facesse diventare te per darmi più amore, più attenzione…
Infila la tua mano nel mio cuore e prendi la medaglietta col tuo nome,
Lavala del sangue nero della tristezza opaca e dalla tua assenza,
Mettitela al collo lungo che hai, ché se in giro c’è la peste
Dal buio ti protegga
E da me ti scampi perché io, lupo, ti divorerei, io, fulmine, ti folgorerei,
E nemmeno tutte le preghiere delle suore clausurate
Ti proteggerebbero dal mio pelo
Dagli ululati notturni alla luna, dalle zanne e dai miei occhi iniettati
D’amore fanciullesco e disperato,
Dal dolce inferno degli amori spezzati, sconclusi o saccheggiati,
Dall’agguato notturno dei miei pensieri,
Banditi feroci senza pietà e rispetto
Per te, povera creatura inesistente, specchio nel lago di una stella spenta,
Vento tiepido della tempesta che sta morendo.
Tu, freccia piantata nel mio cuore,
Metti frutti e fai nascere germogli a luce,
Mille piste d’atterraggio morbide e profumate.
Perché io ti aspetto,
Ti sogno,
E mentre ti sogno
Ti perdo…
Ti perdo
Senza averti mai avuto,
Muto e cieco, condannato,
Mandato in esilio e più turnato
Dai campi lontano tra i monti dove muoiono i cavalli,
Dove anche le ombre sono di marmo come le statue,
Dove il pane sporca l’inchiostro,
Dove Dio ride di noi e non è nostro padre
Dove la solitudine non è più quel dolce anello.
***Lucio Dalla***
che dire? Proprio bella!!
Notte..
Questo è l’egoismo, questo è vivere inconsapevolmente, questo è miopia e non vedere l’altro fuori ma anche dentro di sè
Accordi…
Melodie…
“Difendimi dalle forze contrarie,
la notte, nel sonno, quando non sono cosciente,
quando il mio percorso, si fa incerto,
E non abbandonarmi mai…
Non mi abbandonare mai!
Riportami nelle zone più alte
in uno dei tuoi regni di quiete:
E’ tempo di lasciare questo ciclo di vite.
E non mi abbandonare mai,,.
Non mi abbandonare mai!
Perchè, le gioie del più profondo affetto
o dei più lievi aneliti del cuore
sono solo l’ombra della luce,
Ricordami, come sono infelice
lontano dalle tue leggi;
come non sprecare il tempo che mi rimane.
E non abbandonarmi mai…
Non mi abbandonare mai!
Perchè, la pace che ho sentito in certi monasteri,
o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa,
sono solo l’ombra della luce”
( Franco Battiato )
Buondì, Gabriele! e un abbraccio grande come il Mondo… 🙂
Buon pomeriggio, Luigi. Baci baci.