Buon 2013!

Tanti auguri per un 2013 pieno di gioia, amore e serenità da tutti noi.

Gabriele, Clara, Michele, Egidiocapodanno_bottiglia_con_fuochi_anno_bicchieri

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Caravaggio e la Natività

(Michelangelo Merisi da Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1609)437px-Nativita_con_i_santi_Francesco_e_Lorenzo

L’Amore

L’Amore è paziente e generoso. L’Amore non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio. L’Amore è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti. L’Amore non gode dell’ingiustizia, la verità è il suo fine e la sua gioia. L’Amore tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza. L’Amore non avrà mai fine. Tre sole cose dunque rimangono: la fede, la speranza e l’Amore. Ma più grande di tutte è l’Amore.” (Paolo di Tarso – Inno all’Amore)

Ti auguro…

Ti auguro libertà dai condizionamenti
gioia profonda per le tue conquiste
spazi liberi dove immaginare, conoscere, sperare…
e sogni, sogni a non finire!

(Stephen Littleword)

TANTI MA PROPRIO TANTI AUGURI

Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno
Charles Dickens

Tantissimi auguri a tutti voi, mie Cari. Un altro trascorso insieme e spero ce ne saranno altri ancora.
Un abbraccio affettuoso a tutti. Con affetto
Gabriele

La Natività nell’arte

(Beato Angelico, Adorazione del Bambino, 1439-1443)504px-Adorazione_del_Bambino_-_Beato_Angelico

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me

 Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
… io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell’afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.

Nazim Hikmet

Giochi di bambini

(Pieter Brueghel il Vecchio, Giochi di bambini, 1560)800px-Children

L’intimità dei misteri del mondo

 A volte succedono cose strane
un incontro un sospiro un alito di vento
che suggerisce nuove avventure
della mente e del cuore
Il resto arriva da solo
… nell’intimità dei misteri del mondo

 Alda Merini

Sono una donna

Sono una donna
Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
… cosa cerco quando lascio libere le mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e io avvengo”

(Joumana Haddad)

Le parole che si dicono

Le parole che si dicono con gli occhi, con le mani,
con gli abbracci, con la pelle, sono le migliori che si
possano dire

Le parole che si dicono

Le parole che si dicono con gli occhi, con le mani,
con gli abbracci, con la pelle, sono le migliori che si
possano dire

Solo il tuo cuore ardente

 Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo
nè lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.Senza lo sprone del vento
… sopra le fronde
nè la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse
lucciola
di un’altra,
in un campo di
sguardi viziosi.Un riposo chiaro
e là i nostri baci,
nei sonori
dell’eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.

DESIDERIO.(G.Lorca)

La vita separa due persone…

llCi sono momenti in cui
la vita separa due persone
solo perché capiscano
quanto l’una sia importante per l’altra.
Paulo Coelho

Né alcuna vita è mai sazia di vivere

Né alcuna vita è mai sazia di vivere in alcun presente, ché tanto è vita, quanto si continua, e si continua nel futuro, quanto manca del vivere.

Le quattro virtù cardinali

Onesti verso noi stessi e verso tutto quello che ci è amico; prodi contro i nemici; magnanimi verso i vinti e cortesi sempre: ecco le nostre quattro virtù cardinali.
(Friedrich Nietzsche)

Il profumo della sera

Non so se amare
questo profumo sottile della sera
che accompagna un’infelicità oscura
e nella distanza da me
scivolo
nell’ebbrezza degli abbracci mai avuti
fra i ricordi di-visi
in quei sorrisi dal sapore di baci illusi
riposa sempre meno
quest’anima
mia

La morte è in chi resta…

Ombrata s’addensa
senza rimpianto
la trasparenza incerta del lutto
Al passo suo
sospeso il respiro,
l’ultimo d’eterno segreto,
chiederò alle lacrime
il ricordo

…giardino giapponese

Saihouji-kokedera01

Saihō-ji (Kyoto), conosciuto come “giardino di muschio”

…il visitatore di un giardino giapponese avverte che anche l’intrusione dei propri sensi costituisce una violenza al perfetto equilibrio del luogo, che manda il suo messaggio più attraverso i sensi che attraverso la mente, dimostrando come la conoscenza intellettuale sia decisamente inferiore rispetto a quella intuitiva. (Y. Mishima)

Le mie parole sono come le stelle: non tramontano mai

Ascoltiamo la Sophia immensa delle parole del Capo indiano Seattle rivolte al Presidente degli USA nel 1853… ascoltiamole e ri-ascoltiamole… trasudano di una bellezza tragica… come un antidoto di luce tenuto nell’oscurità dalla nostra brutalità:

Ogni pezzo di questa terra è sacro per il mio popolo.
Ogni lucente ago di pino, ogni tenera riva, ogni vapore negli scuri boschi, ogni radura, ogni insetto ronzante sono sacri nella memoria e nell’esperienza del mio popolo.

La linfa che scorre negli alberi porta con sè i ricordi dell’uomo rosso. I morti dell’uomo bianco dimenticano il luogo della propria nascita quando camminano tra le stelle.
I nostri morti non dimenticano mai questa bellissima terra, poichè essa è la madre degli uomini rossi. I nostri morti continuano ad amare e a ricordare i rapidi fiumi della terra, i passi silenziosi della primavera, le scintillanti increspature sulla superficie degli stagni, gli sfarzosi colori degli uccelli.
Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi.
I fiori profumati sono nostri fratelli, il cervo, il cavallo, il grande condor, questi sono nostri fratelli. Le creste rocciose, gli spiriti dei prati, il calore del corpo del cavallo e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia.

Così quando il Grande Capo di Washington ci fa sapere che desidera comperare la nostra terra, ci chiede tanto.

Su quello che Capo Seattle dice, il Grande Capo a Washington può contare, così come i nostri fratelli bianchi possono contare sul ritorno delle stagioni.
Le mie parole sono come le stelle.
Esse non tramontano.

Il Capo di Washington ci manda parole di amicizia e di buona volontà. Questo è gentile da parte sua. Così noi valuteremo la vostra offerta di comperare la nostra terra.
Non sarà facile. Per noi la terra è sacra. Noi siamo felici nei boschi e sui torrenti che scorrono veloci. L’acqua che pulsa nei ruscelli non è acqua, ma il sangue dei nostri antenati.
Se vi venderemo la nostra terra, dovrete ricordarvi che essa per noi è sacra, e dovrete sempre insegnare ai vostri figli che essa è sacra. Ogni riflesso spettrale sulla limpida acqua dei laghi racconta eventi e memorie della vita del mio popolo. Il gorgoglio dell’acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli; essi spengono la nostra sete… Se venderemo la nostra terra, dovrete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli, e vostri, e voi dovrete d’ora innanzi trattare i fiumi con la stessa gentilezza con la quale trattereste un vostro fratello.

Così Capo Seattle valuterà l’offerta di Capo Washington. Ci penseremo su. L’uomo rosso ha sempre indietreggiato all’avanzare dell’uomo bianco, come la bruma sui pendii montani fugge davanti al sole del mattino. Per noi le ceneri dei nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono terreno consacrato, e così queste colline, questi alberi. Questa parte di terra per noi è sacra.

L’uomo bianco non capisce. Per lui ogni pezzo di terra è uguale a un altro, poichè egli è un vagabondo che arriva di notte, e prende dalla terra tutto ciò di cui ha bisogno. La terra non è sua sorella, ma il suo nemico, e quando nella lotta risulta vincitore, se ne va. Si lascia alle spalle le tombe dei suoi padri, e non gliene importa. Toglie la terra ai suoi figli. E non gliene importa. Le tombe dei suoi padri e il diritto di nascita dei suoi figli vengono dimenticati dall’uomo bianco, che tratta sua madre la terra e suo fratello il cielo alla stregua di cose da comperare, depredare, e vendere come si fa con le pecore, il pane o le perline luccicanti. In questo modo, i cani dell’avidità divoreranno la fertile terra e lasceranno solamente un deserto.

L’uomo bianco è come un serpente che si mangia la coda per vivere. E la coda diventa sempre più corta.
Le nostre usanze sono diverse dalle vostre. Noi non viviamo bene nelle vostre città, che sembrano un’infinità di nere verruche sulla faccia della terra. La vista delle città dell’uomo bianco fa male agli occhi dell’uomo rosso come la luce del sole che colpisce gli occhi di chi emerge da una grotta buia. Nelle città dell’uomo bianco non c’è nessun luogo abbastanza tranquillo dove si possa sentire il fruscio delle foglie che si aprono in primavera o il lieve sbattere delle ali degli insetti. Nelle città dell’uomo bianco ci si sforza sempre di superare in velocità una valanga. Il rumore sembra perforare le orecchie. Ma che senso ha di vivere se non si riesce a sentire il verso solitario del tordo o il gracidare delle rane di notte intorno ad uno stagno?
Ma io sono un uomo rosso e non capisco. Io preferisco il vento che dardeggia sulla superficie di uno stagno e il profumo del vento stesso, purificato da uno scroscio di pioggia a mezzogiorno. L’aria è preziosa per l’uomo rosso, perchè tutte le cose condividono lo stesso respiro; gli animali, gli alberi, e l’uomo, partecipano tutto dello stesso respiro. L’uomo bianco non si preoccupa dell’aria fetida che respira. Come un uomo che ormai soffre da molti giorni, è insensibile al tanfo.

Ma se venderemo la nostra terra, dovrete ricordare che per noi sono preziosi l’aria, e i nostri alberi, e gli animali. Il vento dona all’uomo il suo primo respiro e riceve il suo ultimo respiro. E se noi venderemo la nostra terra, voi la preserverete come isola sacra, come un luogo dove persino l’uomo bianco può recarsi per sentire il profumo del vento addolcito dai fiori di campo.

Così valuteremo la vostra offerta di comperare la nostra terra. Se decideremo di accettare, in questo momento voglio porre una condizione: l’uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Mi hanno raccontato di migliaia di bisonti lasciati a imprudire nelle praterie dagli uomini bianchi che avevano sparato loro da treni in corsa. Io non capisco. Per noi gli animali sono nostri fratelli, e noi uccidiamo solo per sopravvivere. Se noi venderemo all’uomo bianco questa terra, egli deve fare la stessa cosa, perchè gli animali sono nostri fratelli. Che cosa è l’uomo senza gli animali? Persino il lombrico mantiene soffice la terra perchè l’uomo possa camminarci. Se tutti gli animali scomparissero, gli uomini morirebbero a causa della grande solitudine. Perchè tutto ciò che succede agli animali, succede all’uomo perchè noi tutti partecipiamo dello stesso respiro.

Noi valuteremo la vostra offerta di comperare la nostra terra. Non mandate uomini a chiederci di decidere in fretta. Noi decideremo con i nostri tempi. Se dovessimo accettare, in questo momento pongo una condizione: non ci verrà mai negato il diritto di camminare delicatamente sulle tombe dei nostri padri, delle nostre madri e dei nostri amici, né l’uomo bianco potrà profanare queste tombe. Le tombe dovranno ricevere sempre la luce del sole e la pioggia che cade. Allora l’acqua cadrà lievemente sui verdi germogli e filtrerà lentamente in basso per inumidire le labbra riarse dei nostri antenati e spegnere la loro sete.

Se vi venderemo questa terra, voglio porre subito questa condizione: dovrete insegnare ai vostri figli che la terra sotto i loro piedi risponde più teneramente ai nostri passi che ai vostri, perchè è ricca delle vite dei nostri simili. Insegnate ai vostri figli ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra madre. Tutto ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Questo noi lo sappiamo.
La terra non appartiene all’uomo bianco, l’uomo bianco appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate come il sangue che unisce la nostra famiglia. Se noi uccideremo i serpenti, i topi selvatici si moltiplicheranno e distruggeranno il nostro mais.

Tutte le cose sono collegate. Tutto ciò che accade alla terra accade ai figli e alle figlie della terra. L’uomo non ha intrecciato il tessuto della vita; ne è solamente un filo. Tutto ciò che egli fa al tessuto, lo fa a se stesso.

No, il giorno e la notte non possono vivere insieme.
Valuteremo la vostra offerta. “Che cos’è che l’uomo bianco vuole comperare”, la mia gente mi chiede. Per noi quest’idea è strana. Come si può comperare o vendere il cielo, il calore della terra, la velocità dell’antilope? Come possiamo vendervi queste cose? E voi, come potete comperarle? La terra diventa forse vostra per farne ciò che volete semplicemente perchè l’uomo rosso firma un pezzo di carta e lo dà all’uomo bianco? Se noi non possediamo la freschezza dell’aria e lo scintellio, voi, come potete comperarli da noi? Potete forse ricomperarvi il bisonte quando ormai l’ultimo è morto?

Ma noi valuteremo la vostra offerta. Nel suo fugace momento di forza, l’uomo bianco pensa di essere un dio che può trattare sua madre, la terra, e fiumi, che sono suoi fratelli, e i suoi fratelli rossi come gli pare. Ma l’uomo che comprerebbe e venderebbe la propria madre i propri fratelli e le proprie sorelle, brucerebbe i propri figli per stare al caldo.

Quindi valuteremo la vostra offerta di comperare la nostra terra.
Il giorno e la notte non possono vivere insieme.
La vostra offerta sembra equa, e penso che la mia gente l’accetterà e andrà nella riserva che le avete destinato. Vivremo separati, e in pace. Le tribù sono fatte di uomini, nulla più. Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare. Anche i bianchi dovranno scomparire; forse prima di tutte le altre tribù. Continuando a insudiciare il letto in cui dorme, una notte l’uomo bianco soffocherà nella propria sporcizia.

Ma nel momento della morte l’uomo bianco splenderà, infiammato dalla forza del dio che lo condusse su questa terra e che, per qualche scopo preciso, gli diede il potere su di essa.
Per noi questo destino è un mistero, perchè non riusciamo a capire che cosa può mai diventare la vita quando tutti i bisonti sono stati massacrati, tutti i cavalli selvaggi domati, gli angoli della foresta sono oppressi dall’odore di molti uomini, e il panorama delle colline rovinato dai cavi del telegrafo. Dov’è il boschetto? Sparito. Dov’è l’aquila? Sparita. E che cosa significa dire addio al cavallo veloce e alla caccia? La fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.

Il dio dell’uomo bianco gli diede il potere sugli animali, sui boschi e sull’uomo rosso, per qualche scopo preciso, ma questo destino è un mistero per l’uomo rosso.
Noi forse potremmo arrivare a capire se sapessimo che cosa sogna l’uomo bianco, quali sono le speranze di cui parla ai propri figli nelle lunghe notti d’inverno, quali sono le visioni che marcano a fuoco i suoi occhi e che questi desidereranno all’indomani.
I sogni dell’uomo bianco sono ignoti, noi ce ne andremo sulla nostra strada…

Non riesco a spiegarti…

Io non riesco a spiegarti come essa sia perfetta, perché essa sia perfetta; ti basti questo, che tutta la mia anima è in
sua balìa.
Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther.

Dove l’Architettura si veste per Afrodite

Otto Wagner, Majolikahaus

Otto Wagner, Majolikahaus, 1898. Vienna

Il dispiacere solitario

di Costanza Bondi

IL DISPIACERE SOLITARIO è un piacere immaginario che racconta tante storie in una storia, in cui l’opulenza descrittiva e sensorialmente goduriosa – servita in gustose tazze di cioccolata calda – è interrotta, a tratti, da sapienti coltellate a freddo narrative. Mai scontate. Tanto meno assennate. Ornellissimamente ornellante, la tragica e tenera storia di Viola ci viene disfilata sotto gli occhi dalla protagonista Gilda D. che ce la offre pagina per pagina, tanto delicatamente quanto il gesto lento di chi si stesse togliendo i guanti davanti a noi lettori… dito per dito… mano per mano… Guanti come custodia erotica o guanti come nascondiglio di velluto. Guanti che coccolano mani, le curano e le scaldano. Ma soprattutto guanti che nascondono le mani che amano e scrivono e perciò parlano e quindi trasudano tutto l’amore e l’odio che possono raccontare. Guanti e mani, allora, che carezzano l’intimità nel romanzo di Ornella Pennacchioni, in un dispiacere solitario che squarcia l’anima e l’animo ricuce, in cui la protagonista si traveste, di volta in volta, per recitare sempre e solo la parte di se stessa.

NOTA BIOGRAFICA

Ornella Pennacchioni nasce ad Agugliano, un paese delle Marche. Laureatasi in scenografia teatrale presso l’Accademia delle Belle Arti di Macerata, dopo svariate partecipazioni in qualità di scenografa, è stata invitata a partecipare operativamente al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dotata di temperamento artistico poliedrico, si è lungamente dedicata alla pittura, all’arredamento per interni, a creazioni di monili, alla moda, di cui ha conseguito il diploma di stilista. Infine, nel mezzo neofita della scrittura, s’è presa la briga di dare vita ad un nuovo itinerario in prosa. Per non smemorare nell’oblio, nel tratto che divide la realtà dallo spettacolo, un attimo prima del debutto. Questo ha detto a se stessa: “Sono Ornella Pennacchioni, nessuno mi conosce e sto per essere letta. Non avrei mai creduto di poter scrivere oltre il pensare.”

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Una grande professionista della letteratura moderna che non ha scelto di solcare le strade consumate dagli altri scrittori ma quelle che nessuno fin ora aveva osato solcare. Nel suo immaginario, attraverso le musa nate dall’eleganza della sua scrittura, l’autrice Ornella Pennacchioni ci regala con “Il dispiacere solitario” un’oasi di lettura straordinariamente bella e affascinante, che tiene il lettore “ammagaratu” (incantato) in una dimensione nella quale chi legge non sa bene se anch’egli è protagonista o solo spettatore. Un opera eccezionale nella quale c’è stato posto anche per me avendo scritto la Prefazione.

Alessio Patti

“Star” o “Siberia”

Alfons Mucha, "Star" o "Siberia", 1923

Alfons Mucha, “Star” o “Siberia”, 1923

Non ti ho amato per noia…

Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perchè il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità…
A.Baricco – Oceano Mare

Ogni ruga….

Ogni ruga sui nostri volti è una storia vissuta con coraggio, orgoglio, sorriso, pianto, amore, sono come le parole d’un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del modo.

Alda Merini

Il silenzio

Il silenzio, quando non è scelto, è pieno di echi sinistri, tracce di richiami falliti, di grida soffocate, di segnali di fumo che il vento ha disperso.

Dacia Maraini

Il vuoto

Ammazzare il tempo non si può senza riempirlo di occupazioni che colmino quel vuoto e poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità sociale di fare qualcosa, anche se questo qualcosa serve appena ad anestetizzare la vaga apprensione che quel vuoto si ripresenti in noi.

– Eugenio Montale

Un uomo e una donna

E poi e poi e poi
e poi e poi
non ho più voglia di parlare,
son confuso
non so neanche decifraquesto gran rifiuto che io sento
non so se è un odio esagerato,
o un grande vuoto,
o addirittura un senso di sgomento,
di disgusto che cresce,
che aumenta ogni giorno

mi fa male tutto quello che ho intorno.

E poi e poi e poi …..
questo gran parlare
che mi viene addosso
bocche indaffarate,
volti da rubriche di successo
eterne discussioni
sono innocue esibizioni, ma fa effetto
questo gusto, questo sfoggio
di giocare all’uncinetto con le opinioni
sono stanco vorrei andarmene lontano
ma purtroppo mi ci invischio
ogni volta mi accanisco
è una droga, non ne posso fare a meno.
E poi e poi e poi
e poi e poi…

Ci siamo noi, un uomo e una donna ,
con tutte le nostre speranze, le nostre paure
che a fatica ogni giorno cerchiamo di capire
cos’è questa cosa che noi chiamiamo amore.

E poi e poi e poi
è un gran bombardamento di notizie
la vita è piena di ingiustizie
di soprusi veri
devi dare una mano
non puoi tirarti fuori
devi andare a votare, poco convinto
devi fare il tuo intervento
devi partecipare
a questo gioco di potere
sempre più meschino e scaltro
e tutto quello che io sento
è qualcos’altro è qualcos’altro.
E poi e poi e poi
e poi e poi…

Io e lei, un uomo e una donna,
in cerca di una storia del tutto inventata
ma priva di ogni euforia e così concreta
che intorno a sé fa nascere la vita.

E poi e poi e poi
non saremmo più soli io e lei
finalmente coinvolti davvero
potremmo di nuovo guardare il futuro
e riparlare del mondo
non più come condanna
ma cominciando da noi
un uomo e una donna.

E riparlare del mondo
non più come condanna
ma cominciando da noi
un uomo e una donna….

 
Gaber

Entrò nel buio

Entrò nel buio delle coperte e mi coprì tutto il corpo col suo. Stavo sotto di lei a tremare di felicità e di freddo. Le nostre parti combinavano una coincidenza, mano su mano, piede su piede, capelli su capelli, ombelico su ombelico, naso
a fianco di naso a respirare solo con quello a bocche unite. Non erano baci, ma combaciamento di due pezzi. Se esiste una tecnica di resurrezione lei la stava applicando. Assorbiva il mio freddo e la mia febbre, materie grezze che impastate nel suo corpo tornavano a me sotto peso di amore. Il suo teneva sotto il mio e il mio reggeva il suo, come fa una terra con la neve.

Erri De Luca

Appunti a margine

Ci sono giornate che sono filosofie, che ci suggeriscono interpretazioni della vita, che sono appunti a margine, pieni di altra critica, nel libro del nostro destino universale.
Fernando Pessoa

Se ci fosse….

Se ci fosse
un cacciavite
per togliere le idee sbagliate
e un martello
per fissare le buone intenzioni,
una chiave inglese
per stringere per sempre l’amore
e una sega
per tagliare col passato!
(S. Benni)

A volte la malinconia…

” A volte la malinconia è solo un modo per godere appieno di ogni goccia di felicità che è dentro di noi”

Charles Bukowski

Come di un bacio

Questa sera berrò e
non perché avrò freddo o
per qualcosa che
mi fa paura ma
berrò piano
da rimanerci ore e
senza parlare,
in silenzio
berrò per sentire
la bocca umida e
la gola,
infine
sarà
per avere
qualcosa da raccontare
tra me e
le mie labbra,
come di un bacio.

Louis Ferdinand Celine

La consapevolezza assorbe e trasforma le conoscenze…

La consapevolezza assorbe e trasforma le conoscenze, inizialmente, in sofferenza..
ma successivamente evolve e, dopo aver eliminatoscorie dolorose,
ci prepara a sapere, senza soffrire.
Accettando, perchè è l’unica cosache gli uominipossono fare.
Accettare gli altri.
Anche mentre combatti per loro,…
e mentre lo fai,
sono i primi a farti sanguinare.
Comprendere di poter aspirare
ad essere tutt’uno
nell’aggrapparsi ad un’unica madre comune,
è l’essenza
della madre stessa.
La vita.
Uguale per tutti
anche se prende vie
apparentemente diverse
assumendo modalità differenti.
Dipanandosi in miliardi di dedali
che riconducono sempre
alla stessa,
imperitura,
legittima speranza: la felicità.
Perchè chi non vive
per cercare di essere felice,
è già morto.

LUCIO SESSA

Ancora un’estate o un’estate ancora

Carissimi, oggi voglio segnalarvi la seconda ristampa del romanzo di un amico. Un ragazzo con cui ho avuto il piacere di lavorare, approfondendo la sua amicizia, fra un bicchiere di vino bianco, una risata, e una riflessione più articolata e intensa. E’ un regista teatrale e televisivo, uno scrittore e un autore completo.

Per chi volesse, in questi giorni è alla manifestazione “Più libri più liberi”, al palazzo dei Congressi di Roma, allo stand di Historica (H17)

In bocca al lupo, caro Luca Guardabascio
Con amicizia
Gabriele

ANCORA UN’ESTATE O UN’ESTATE ANCORA

Siamo nel 1983.
E’ l’estate del rapimento Orlandi e del pentapartito di Craxi, della diffusione dell’Aids mentre in spiaggia risuonano spensierate le note di “Vamos A la Playa” dei Righeira.
Come ogni anno Luca trascorre l’estate al mare con genitori, cugini e parenti presso un casello ferroviario di proprietà della famiglia. Luca ha nove anni e pochi miti, pochi punti di riferimento in una famiglia medioborghese e di radice meridionale.
Ci sono i parenti che vivono in Abruzzo da anni, hanno fatto i soldi e pretendono disciplina; c’è il ragazzino che si crede un vigile, il playboy che cerca di far capitolare una suora per scommessa, chi è andato in India per amore o chi ha troppi anni per raccontare di essere omosessuale. Soprattutto c’è un paese: “Sulciano” con la sua gente stramba che ogni anno apre le porte a turisti e curiosi.
L’estate scorre rapida tra biciclette, palloni e il tempo trascorso in sala giochi mentre i ragazzi scoprono il sesso, la buona musica e la morte. Si’, perché la tragedia è dietro l’angolo e aiuterà i ragazzi a capire che ormai è tempo di diventare adulti, un terreno in cui la spensieratezza lascia il passo a menzogne, ipocrisie, sensi di colpa con quel folle desiderio di ritornare ad essere ancora fanciulli: Ancora un’estate o un’estate ancora.

LUCA

Trionfo della morte

(Pieter Bruegel il Vecchio, Trionfo della morte, 1562)800px-Thetriumphofdeath

Avidità

La terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di tutti”.

Ghandi

Vorrei sapessi

Mi piacerebbe esserci mentre ti asciughi le guance,
mentre abbassi la testa
ed io sono lì,
in piedi,
ma non serve più.

Per una volta nella vita assistere
a qualcosa di inutile,
qualcosa che dovrebbe essere crudele
per il piacere di esserlo.

Vorrei costringerti di me
e vorrei sapessi che sono vivo e malgrado tutto,
che sarebbe bastato esserre più umani
oppure nascondersi meglio.

Louis Ferdinand Celine

Cupido e Psiche

Cupido e Psiche