Cinque anni dopo la morte
di mio figlio suo padre
è partito
per incontrarlo.
Io
non sono andata con lui.
Non sono andata. Non sono
andata al punto tale che sono crollata. Ho
piegato
le gambe sotto di me, mi sono allontanata. Ho ascoltato
la voce che arrivava
da lontano: lui
cammina, cammina. Io non
sono andata.
Laggiù.
Io no.
Laggiù
io
no.
Il mio cuore batte, lui
cammina. Il sangue pulsa,
lui cammina, cucchiai
e forchette tintinnano, specchi
scintillano, trasmettono segnali, guardalo,
guardalo,
di giorno, di notte lui
cammina. Sarei
andata con lui
in capo
al mondo. Non laggiù,
non
laggiù.
David Grossman, tratto da “Caduto fuori dal tempo”
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… Come potrebbe, invece, una madre arrendersi al tempo che passa e muta tutto ciò che sfiora? Non è nella sua natura. Ella conserva, custodisce… Non è il suo compito. Impazzirebbe.
Questa madre, inginocchiandosi, rifiuta di avanzare per impedire che la morte passi… Mi si perdoni il paragone metaforico con Gandalf il grigio, che contrappone al demone il potere di fermarlo…
Custode del passato, preserva il futuro.
E chi ci vorrebbe andare laggiù…!?
Solo un padre può avere la forza
di andare in visita alla tomba del figlio
e solo una madre può
può avere la forza di aspettare
in casa il ritorno del marito
che è andato in visita al figlio…
…l mio cuore batte, lui cammina. Il sangue pulsa, lui cammina, cucchiai e forchette tintinnano, specchi scintillano, trasmettono segnali, guardalo, guardalo, di giorno, di notte lui cammina. Sarei andata con lui in capo al mondo. Non laggiù, non
laggiù.
Una madre (che oserei dire timorosa, non coraggiosa neanche nel pensiero) che malgrado il doppio dolore , malgrado i segni tangibili, ancora non conosce, perché nessuno gli ha ancora spiegato che il “laggiù” non è la tenebra, non è l’oblio dell’essere, non è in non essere, ma la VERA CASA DEGLI SPIRITI IMMORTALI di cui tutti prima o poi faremo ritorno…
Qui, mi sei tanto piaciuto… . Dopo quello che hai scritto, ti regalo un frammento di anima e un frammento di pensiero di G. Bruno.