Reciprocità

 Ci sono cataloghi di cataloghi.
Poesie su poesie.
Ci sono drammi su attori recitati da attori.
Lettere in risposta a lettere.
Parole che spiegano parole.
Cervelli impegnati a studiare il cervello.
Ci sono tristezze contagiose come il riso.
Carte nate da carte macerate.
Sguardi veduti.
Casi declinati da casi.
Fiumi grandi per il copioso contributo di piccoli.
Foreste infestate da foreste.
Macchine destinate a produrre macchine.
Sogni che all’improvviso ci destano da sogni.
Una salute di ferro necessaria a riacquistare la salute.
Scale che portano giù come portano su.
Occhiali per cercare occhiali.
L’inspirazione e l’espirazione del respiro.
E ci sia anche, almeno di tanto in tanto,
l’odio dell’odio.
Perché alla fin fine
c’è l’ignoranza dell’ignoranza
E mani ingaggiate per lavarsene le mani.

Wislowa Szymborska

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9 Risposte

  1. … Entrando in sintonia con la sofferenza, accettandolo come un elemento costitutivo della vita umana, è possibile diventare reciproci con l’Anima Mundi…

    ——————————————————– Ma L’odio… l’odio…
    L’odio… (di Wislawa Szymborska)

    Guardate com’è sempre efficiente,
    come si mantiene in forma
    nel nostro secolo l’odio.
    Con quanta facilità supera gli ostacoli.
    Come gli è facile avventarsi, agguantare.

    Non è come gli altri sentimenti.
    Insieme più vecchio e più giovane di loro.
    Da solo genera le cause
    che lo fanno nascere.
    Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
    L’insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.

    Religione o non religione –
    purchè ci si inginocchi per il via.
    Patria o no –
    purchè si scatti alla partenza.
    Anche la giustizia va bene all’inizio.
    Poi corre tutto solo.
    L’odio. L’odio.
    Una smorfia di estasi amorosa
    gli deforma il viso.

    Oh, quegli altri sentimenti –
    malaticci e fiacchi.
    Da quando la fratellanza può contare sulle folle?
    La compassione è mai
    giunta prima al traguardo?
    Il dubbio quanti volenterosi trascina?
    Lui solo trascina, che sa il fatto suo.

    Capace, sveglio, molto laborioso.
    Occorredire quante canzoni ha composto?
    Quante pagine ha scritto nei libri di storia?

    Quanti tappeti umani ha disteso
    su quante piazze, stadi?

    Diciamoci la verità:
    sa creare bellezza.
    Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
    Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
    Innegabile è il pathos delle rovine
    e l’umorismo grasso
    della colonna che vigorosa le sovrasta.

    E’ un maestro del contrasto
    tra fracasso e silenzio,
    tra sangue rosso e neve bianca.

    E soprattutto non lo annoia mai
    il motivo del lindo carnefice
    sopra la vittima insozzata.

    In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
    Se deve aspettare, aspetterà.
    Lo dicono cieco. Cieco?
    Ha la vista acuta del cecchino
    e guarda risoluto al futuro
    – lui solo.

  2. Abbà Nisteroo il Grande stava camminando nel deserto con un fratello quando videro un drago e fuggirono. In seguito il fratello gli chiese: «Padre, anche tu avevi paura?». Il maestro rispose: «Figlio mio, non avevo paura, ma è stato meglio per me fuggire dal drago, altrimenti non sarei riuscito a scappare dallo spirito di vanagloria». Aforismi dei padri del deserto

  3. l’inimaginabile dell’ovvio…
    saluti Gabriele.
    Paolo.

  4. Buongiorno, mio caro Gabriele, e… che il Sole illumini i tuoi passi. Con tanto tanto affetto 🙂

  5. Buongiorno, Luigi. Ho risposto alla mail. Baci.

  6. Un caro saluto a te, Paolo. Baci.

  7. Letta mio caro e risposto a mia volta. Ti abbraccio forte…

  8. …Anche andare nel deserto ad incontrare se stesso, però…!

  9. Perché alla fin fine c’è l’ignoranza dell’ignoranza E mani ingaggiate per lavarsene le mani.

    Questo è tutto ciò l’omissione di certe verità ha prodotto nel tempo.

    Questo è ciò che è stata la causa prima per essere in questo nostro tempo dell’apparire e non dell’essere

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