“Ogni gioia è destinata a chi è in cuore contento: per chi porta sempre il copricapo, il cielo è fatto d’ombra.”
Proverbio cinese
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Approposito di “gioia”, Gabriele carissimo, lascia che ne condivida con te una “mia” recente…
Un abbraccio grande come il Mondo! 🙂
(…Il cielo è fatto d’ombra e non vedrò le virate maestose dei piccioni in volo…: embhè? Le stelle, se cadono, non macchiano! Chiuderò il mio terzo occhio, al limite,…)
“- Che ora è? – Sì, sono felice,
e mi manca solo una campanella al collo
che su di te tintinni mentre dormi.
– Non hai sentito il temporale? Il vento ha scosso il muro,
la torre ha sbadigliato come un leone, con il portale
cigolante sui cardini. – Come ti sei scordato?
Avevo un semplice vestito grigio
fermato sulla spalla. – E un attimo dopo
il cielo si è rotto in cento lampi. – Entrare, io?
Ma non eri da solo. – D’un tratto ho visto
colori preesistenti alla vista. – Peccato
che tu non possa promettermi. – Hai ragione,
doveva essere un sogno. – Perchè menti,
perchè mi chiami con il suo nome,
la ami ancora? – Oh sì, vorrei
che restassi con me. – Non provo rancore,
avrei dovuto immaginarlo.
– Pensi ancora a lui? – Non sto piangendo.
– E questo è tutto? – Nessuno come te.
– Almeno sei sincera. – Sta’ tranquillo,
lascerò la città. – Sta’ tranquilla,
me ne andrò via. – Hai mani così belle.
– E’ una vecchia storia, la lama è penetrata
senza toccare l’osso. – Non c’è di che,
mio caro, non c’è di che. – Non so
che ora sia e non lo voglio sapere.”
(Sulla torre di Babele, di Wislava Szimborska)
E’ con immensa gioia che dedico questa lirica a Gerry, il topo “costruttore di pace”… E’ il virus con il nome più simpatico che io abbia mai dovuto eliminare con gioia.
Di Robert Burns
A UN TOPO, AVENDO RIVOLTATO LUI E LA SUA TANA CON L’ARATRO (Trad. di M. D’Amico)
Animaletto liscio, rannicchiato, spaurito,
che panico nel tuo piccolo petto!
Non c’è bisogno che scappi così di furia
con ansimante affanno!
Io non penserei mai d’inseguirti
con vanga omicida!
Veramente mi addolora che il dominio dell’uomo
abbia rotto l’unione sociale della natura,
giustificando questa diffidenza
che ti fa trasalire
davanti a me, tuo povero collega nato dalla terra
e tuo compagno nella morte!
Lo so che rubi, qualche volta;
e con ciò? Devi pur vivere, povera bestiolina!
Una spiga di grano in un covone
non è chiedere molto;
io ringrazio il cielo di quel che rimane
e non rimpiangerò nulla.
E poi, la tua casetta rovinata!
Le sue fragili mura sparse ai venti!
Non c’è più il tempo di costruirne un’altra, ora,
col verde foraggio autunnale!
E verranno i venti del pallido dicembre,
aguzzi e amari!
Vedevi i campi spogli e devastati
e l’approssimarsi del tedioso inverno,
e qui al calduccio, riparato dal soffio del vento
credevi di restartene,
finche, CRAC! il vomere crudele non è passato
attraverso la tua stanzetta.
Quel mucchiettino di foglie e stoppie
ti era costato tanti stanchi morsi!
Ora sei scacciato, dopo tanta fatica,
sei senza casa nè dimora,
a sopportare il nevischio fitto dell’inverno
e la gelida brina!
Ma, Topolino, non sei solo
a mostrare che la previdenza può essere vana:
i meglio studiati disegni di topi e uomini
vanno spesso per storto,
non ci lasciano che dolore e pena,
invece della gioia promessa!
Tu sei ancora fortunato, in confronto a me.
Tu sei toccato solo dal presente;
Ma ahimé! io volgo indietro lo sguardo
su di un panorama tremendo!
E benchè quel che ho innanzi io possa vederlo,
pavento e tremo!
Bravo, Luigi! Sono molto felice che tu mi abbia reso partecipe di questo evento. Un abbraccio di vero affatto.