Tra ombre e spazio, tra guarnigioni e donzelle,
dotato di cuor singolare e di sogni funesti,
precipitosamente pallido, appassito in fronte,
e con lutto di vedovo furioso per ogni giorno della mia vita,
ahi, per ogni acqua invisibile che bevo sonnolento
e per ogni suono che accolgo tremando,
ho la stessa sete assente, la stessa febbre fredda,
un udito che nasce, un’angustia indiretta,
come se arrivassero ladri o fantasmi,
e in un guscio di estensione fissa e profonda,
come un cameriere umiliato, come una campana un po’ roca,
come uno specchio vecchio, come un odor di casa sola
in cui gli ospiti entrano di notte perdutamente ebbri,
e c’è un odore di biancheria gettata al suolo, e un’assenza di fiori
– forse un altro modo ancor meno malinconico -,
ma, la verità d’improvviso, il vento che sferza il mio petto,
le notti di sostanza infinita cadute nella mia camera,
il rumore di un giorno che arde con sacrificio
sollecitano ciò che di profetico è in me, con malinconia,
e c’è un colpo di oggetti che chiamano senza risposta
e un movimento senza tregua, e un nome confuso.
Pablo Neruda
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…Lasciar passare… Non controllare…
IMITAZIONE di E.A. Poe
Un cupo insondabile mare
di sconfinato orgoglio –
mistero e sogno
m’appare quella mia prima età;
un sogno, dico, che un estroso pensiero
popolò di strani esseri mai vissuti,
che il mio spirito non ha mai veduto.
Oh, li avessi lasciati passare,
col mio occhio sognante!
Nessuno al mondo erediti
quella mia visione di allora;
quei pensieri io controllerei,
come per magia, nella mia mente:
giacchè quella fulgente speranza
e quel lieto tempo sono svaniti,
e per me ogni umano conforto
con essi andò via, con un sospiro:
ma non m’importa che siano periti,
benchè così cari li avessi allora.
L’Arte della Fabula… della sera in una, due, tre, quattro stanze…
I
In giovinezza, conobbi uno col quale la Terra
era in occulta comunione – ed egli con Lei,
nella piena luce del giorno e nel suo incanto:
la cui fervente, balenante torcia di vita s’accese
al sole ed alle stelle, da cui aveva egli tratto
un passionato ardore – al suo spirito confacente: –
benchè ignorasse poi – nel momento stesso
del più alto fervore – la natura di quel potere.
II
Forse è spinta la mia mente a tal punto
di febbre dalla luna che incombe da lassù,
ma io credo piuttosto ch’abbia in sè, quella luce,
un più sovrano potere di quello che non sostenessero
gli antichi saggi – o forse è solo d’un pensiero
l’incorporea essenza, e non altro che questo,
che come un incantesimo balena su di noi,
rugiada notturna sull’erba dell’estate?
III
Balena su di noi allorchè, come l’occhio s’apre
all’oggetto amato, così la lacrima s’accosta
alla palpebra che giaceva in apatico sopore?
Eeanche occorre che quell’oggetto per noi
resti celato – ben può essere un comune oggetto,
disteso innanzi a noi – che proprio allora
a noi anzi s’annuncia, con strano suono di corda
che si rompa, e ci ridesta: – un simbolo, un segno.
IV
Di quel che è forse in altri mondi e dal Dio
concesso, con la Beltà, a coloro soltanto
che, altrimenti, dalla vita cadrebbero e dal Cielo,
sospinti dal passionale ardore e da forte tempra,
dalla tempra d?uno spirito che non con la Fede
ha lottato, ma col divino – il cui trono
con disperata energia ha scrollato e scosso:
d’un tale alto sentire compiacendosi come d’una corona.
[Stanze] … (di E.A. Poe)
Sereno weekend, Gabriele caro. Da parte mia, un grossissimo abbraccio… 🙂
Poesia meravigliosa, che parte da una vena malinconica, per poi abbracciare il Tutto
Buon pomeriggio, Gabriele caro! Ti abbraccio forte… 🙂
Buon pomeriggio, Luigi. Baci