Sul progresso


“Non è affatto vero che io non credo nel progresso, io credo nel progresso. Non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo che da alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica.”

Pier Paolo Pasolini

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Orribile notte d’insonnia

Orribile notte d’insonnia!
– senza la presenza benedetta
del tuo caro corpo accanto a me,
senza la tua bocca tanto baciata
anche se troppo scaltra
e sempre in malafede,

senza la tua bocca tutta menzogne,
ma così franca quando ci penso
e che sa consolarmi
sotto l’aspetto e la specie
di una fragola – e, buona commedia! –
di un plausibilissimo parlare,

e soprattutto il pentacolo
dei tuoi sensi e il miracolo
multiplo e uno, fiore e frutto,
dei tuoi duri occhi di strega,
duri e dolci a modo tuo…
Buon Dio! che terribile notte!

Paul Verlaine

Polvere, troppi ricordi

Piano americano
e sfioro il tavolo con una mano.
Pomeriggio strano,
e un desiderio che è fuggito lontano.

Polvere, gran confusione,
un grigio salone,
in quale direzione io caccerò
la polvere dai miei pensieri?
E quanti misteri coi pochi poteri
che la mia condizione mi dà.

Aria un po’ viziata,
quella finestra andrebbe spalancata.
Tela rovinata,
e la cornice tutta consumata.

Polvere, troppi ricordi,
è meglio esser sordi
e forse è già tardi
per togliere la polvere
dagli ingranaggi,
dai volti dei saggi
coi pochi vantaggi
che la mia condizione mi dà.

Enrico Ruggeri

Tu mi sorridesti

“Tu mi sorridesti
e mi parlasti di niente
e io mi accorsi
che era questo
che aspettavo da tempo.”

Tagore

Scrivere è cercare la calma


“Scrivere è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. Chi non scrive o non legge mai, o solo su comando – per ragioni pratiche – è sempre fuori casa, anche se ne ha molte. È un povero, e rende la vita più povera.”

Anna Maria Ortese

Porto con me

Porto con me la dolce pena. Erro
entro terre più belle dell’amore.
E mi affaccio sul mare che si batte
contro scogli per ridere con sé.
Solitario un fanciullo scorgo assorto
in qualcosa di oscuro ch’io non oso
indovinare … Poi, scoperto, un guizzo
e un salto lo riportan gaiamente
a nasconder nel mare il suo peccato.

Sandro Penna

In ricordo di Nora Ephron

Ti sento

La mia malinconia

La mia malinconia è tanta e tale,
ch’i’ non discredo che, s’egli ‘l sapesse
un che mi fosse nemico mortale,
che di me di pietade non piangesse.

Quella, per cu’ m’aven, poco ne cale;
che mi potrebbe, sed ella volesse,
guarir ‘n un punto di tutto ‘l mie male,
sed ella pur: -i’ t’odio- mi dicesse.

Ma quest’è la risposta c’ho da lei;
ched ella non mi vol né male né bene,
e ched i’ vad’a far li fatti miei;

ch’ella non cura s’i’ ho gioi’ o pene,
men ch’una paglia che le va tra’ piei:
mal grado n’abbi Amor, ch’a le’ mi diene.

Cecco Angiolieri

Se telefonando…

Sole senz’ombra

Sole senz’ombra su virili corpi
abbandonati. Tace ogni virtù.
Lenta l’anima affonda – con il mare –
entro un lucente sonno. D’improvviso
balzano – giovani isolotti – i sensi.

Ma il peccato non esiste più.

Sandro Penna

Terremoto in Emilia: opere salvate della Collegiata di Santa Maria Maggiore a Pieve di Cento


(Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino , Annunciazione)

(Guido Reni, Assunzione della Madonna)

Bambini

La madre

Vedova, lavorò senza riposo
per la bambina sua, per quel suo bene
unico, da lo sguardo luminoso;

per essa sopportò tutte le pene,
per darle il pan si logorò la vita,
per darle il sangue si vuotò le vene. –

La bimba crebbe, come una fiorita
di rose a maggio, come una sultana,
da la materna idolatria blandita;

e così piacque a un uom quella sovrana
beltà, che al suo desio la volle avvinta,
e sposa e amante la portò lontana!…

… Batte or la pioggia dal rovaio spinta
ai vetri de la stanza solitaria
ove la madre sta, tacita, vinta:

schiude essa i labbri, quasi in cerca d’aria;
ma pensa: “La diletta ora è felice… “.
E, bianca al par di statua funeraria,

quella sparita forma benedice.

Ada Negri

Invito a riflettere (3)

Secondo voi:

1)L’Ombra: è possibile integrarla totalmente?

2)Cosa si può fare davvero per quei bambini che avrebbero la possibilità di essere adottati e invece non vengono dati alle famiglie che ne fanno richiesta, adducendo ai motivi più assurdi? Uno di questi, ad esempio, è relativo al limite di età dei genitori adottivi, la cui soglia è ferma ai parametri decisi negli anni ’50, quando la vita era oggettivamente più breve.

3) Pregherei tutti voi di attenervi ad una certa concisione nell’esporre le vostre idee, per rendere più agevole il lavoro redazionale.

Vi abbraccio.

Gabriele

Invito a riflettere (2)

“Carissimi,
il cavaliere che vuole conoscere Anima deve mutare la propria aggressività in comprensione. Difficilissimo. Qualcuno di voi, ci è riuscito anche in piccola parte?
(Nota a margine: Come mai ci sono più genitori disposti ad adottare, di quanti siano i bambini soli? E come mai la stragrande maggioranza di bimbi continua a rimanere in orfanotrofio? C’è qualcosa che non mi torna.)

Gabriele

Invito a riflettere

“Carissimi,
dobbiamo dedicare attenzione all’infanzia abbandonata. Si stanno compiendo atrocità in ogni parte del mondo. Vi racconterò, nei prossimi giorni, una storia vera. Dovrà divenire il nostro manifesto insurrezionale a favore delle fanciulle e dei fanciulli indifesi. Noi siamo quei cavalieri che aspirano ad Anima.”

Gabriele

In margine al sentiero un giorno ci sediamo

In margine al sentiero un giorno ci sediamo.
Tempo è la nostra vita, e nostro unico affanno
le pose disperate in cui per aspettare
ci atteggiamo… Ma Lei non mancherà al convegno.

Antonio Machado

La gioia del cuore

“Ogni gioia è destinata a chi è in cuore contento: per chi porta sempre il copricapo, il cielo è fatto d’ombra.”

Proverbio cinese

Arte poetica

Tra ombre e spazio, tra guarnigioni e donzelle,
dotato di cuor singolare e di sogni funesti,
precipitosamente pallido, appassito in fronte,
e con lutto di vedovo furioso per ogni giorno della mia vita,
ahi, per ogni acqua invisibile che bevo sonnolento
e per ogni suono che accolgo tremando,
ho la stessa sete assente, la stessa febbre fredda,
un udito che nasce, un’angustia indiretta,
come se arrivassero ladri o fantasmi,
e in un guscio di estensione fissa e profonda,
come un cameriere umiliato, come una campana un po’ roca,
come uno specchio vecchio, come un odor di casa sola
in cui gli ospiti entrano di notte perdutamente ebbri,
e c’è un odore di biancheria gettata al suolo, e un’assenza di fiori
– forse un altro modo ancor meno malinconico -,
ma, la verità d’improvviso, il vento che sferza il mio petto,
le notti di sostanza infinita cadute nella mia camera,
il rumore di un giorno che arde con sacrificio
sollecitano ciò che di profetico è in me, con malinconia,
e c’è un colpo di oggetti che chiamano senza risposta
e un movimento senza tregua, e un nome confuso.

Pablo Neruda

I migliori anni


“Forse i miei migliori anni sono andati…
Ma non voglio tornare indietro.
Non con il fuoco che mi brucia dentro adesso.”

Samuel Beckett

Cuori spezzati

Carissimi,
mi permetto di consigliare a tutti voi un libro appena uscito. L’autrice è Ginette Paris, una psicoterapeuta di cui abbiamo parlato molto. Il testo è “Cuori spezzati (Guarire dalla perdita di un amore)”, edito dalla Moretti & Vitali.

Gabriele

Da padre a figlio

Sinfonia azzurra

Venne in cerca di te
nella calda notte, lungo le strade dai fanali azzurri.
Tutte le strade, allora, la notte erano azzurre
come le vie dei cieli,
e il volto amato
non si vedeva: si sentiva in cuore
E ti trovò, o dolcezza, nell’ombra
casta, velata d’un vapor di stelle.
Fra quel tremolìo d’astri
discesi in terra,
in quell’azzurro di due firmamenti
l’uno a specchio dell’altro, ella
ella pure rispecchiò in te l’anima sua notturna.
E ti seguì con passo di bambina
senza sapere, senza vedere, tacita e fluida.
E allor che il giorno apparve
con fresco riso roseo su l’immenso turchino,
non trovò più se stessa
per ritornare.

Ada Negri

Il tempo


“Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s’annichila”.

Giordano Bruno

Città

Livida alba, io sono senza dio.
Visi assonnati vanno per le vie
sepolti sotto fasci d’erbe diacce.
Gridano al freddo vuoto i venditori.

Albe più dense di colori vidi
su mari su campagne inutilmente.

Mi abbandono all’amore di quei visi.

Sandro Penna

Proverbio Cree


(Edward S. Curtis, Ragazza Cree, 1928)
“Quando l’ultimo albero sarà morto, quando l’ultimo fiume sarà inquinato e l’ultimo pesce sarà catturato, solo allora vi renderete conto che non si può mangiare il denaro”.

Proverbio Cree

Il dono

Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: “È oggi”:
ad ogni giorno che tramonta io dico:
“Sarà domani”. Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.

Ada Negri

Il mio amore è

E mio amore è furtivo
come quello di un povero.
Ognuno può rubarlo.
Ed io dovrò lasciarlo.
Per ciò, fiume silente,
per ciò, mio dolce colle,
io non posso chiamarlo
amor semplicemente.

Ma tu, colle dorato,
e tu, mio fiume molle,
sapete che il mio amore
davvero è un grande amore.

Il pericolo odiato
per adesso non c’è?
Ma voi sapete, amici,
che nel mio cuore è.

Piangere mi vedrete,
o voi sempre felici,
non come piango già,
non di felicità.

Sandro Penna

In Amore


(Paris Bordone, Venere e Marte con Cupido, 1559)

“In materia d’amore tutti sappiamo scrivere, ma nessuno sa leggere”.

Dino Segre Pitigrilli

Una immensa, universale presa in giro

“Sopra le nostre teste, a due millimetri, a un millimetro forse dalle tempie, venivano a vibrare uno dietro l’altro quei lunghi fili d’acciaio intriganti che tracciano i proiettili che cercano di ucciderti, nell’aria calda d’estate. Mai mi ero sentito così inutile come in mezzo a tutte quelle pallottole e le luci di quel sole. Una immensa, universale presa in giro.”

Louis Ferdinand Celine

Amare se stessi


“Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita”

Oscar Wilde

La dura prova

La dura prova è ormai alla fine:
mio cuore, sorridi al domani.

Son passati i giorni angosciosi,
quando ero triste fino al pianto.

Anima mia, ancora un poco,
non stare a contare gli istanti.

Ho letto le parole amare,
e ho bandito le oscure chimere.

Gli occhi non possono vederla
a causa di un dovere doloroso,

l’occhio è ansioso di ascoltare
le note d’oro della sua voce tenera,

tutto il mio essere e il mio amore
acclamano il giorno felice

in cui,unico sogno, unico pensiero,
ritornerà da me la fidanzata.

Paul Verlaine

Pura energia!

Te lo leggo negli occhi

Elegia del silenzio

Silenzio, dove porti
il tuo vetro appannato
di sorrisi, di parole
e di pianti dell’albero?
Come pulisci, silenzio,
la rugiada del canto
e le macchie sonore
che i mari lontani
lasciano sul bianco
sereno del tuo velo?
Chi chiude le tue ferite
quando sopra i campi
qualche vecchia noria
pianta il suo lento dardo
sul tuo vetro immenso?

Dove vai se al tramonto
ti feriscono le campane
e spezzano il tuo riposo
gli sciami delle strofe
e il gran rumore dorato
che cade sopra i monti
azzurri singhiozzando?

L’aria dell’inverno
spezza il tuo azzurro
e taglia le tue foreste
il lamento muto
di qualche fonte fredda.

Dove posi le mani,
la spina del riso
o il bruciante fendente
della passione trovi.

Se vai agli astri
il solenne concerto
degli uccelli azzurri
rompe il grande equilibrio
del tuo segreto pensiero.

Fuggendo il suono
sei anche tu suono,
spettro d’armonia,
fumo di grido e di canto.
Vieni a dirci
la parola infinita
nelle notti oscure
senza alito, senza labbra.

Trafitto da stelle
e maturo di musica,
dove porti, silenzio,
il tuo dolore extraumano,
dolor di esser prigioniero
nella ragnatela melodica,
cieco per sempre
il tuo sacro fonte?
Oggi le tue onde trascinano
con torbidi pensieri
la cenere sonora
e il dolore del passato.
Gli echi dei gridi
che svanirono per sempre.
Il tuono remoto
del mare, mummificato.

Se Geova dorme
sali al trono splendente,
spezzagli in fronte
una stella spenta
e lascia davvero
la musica eterna,
l’armonia sonora
di luce, e intanto
torna alla tua fonte,
dove nella notte eterna,
prima di Dio e del tempo
sgorgavi in pace.

Federico Garcia Lorca

Il mio fanciullo

Il mio fanciullo ha le piume leggere.
Ha la voce sì viva e gentile.
Ha negli occhi le mie primavere perdute.
In lui ricerco amor non vile.
Così ritorna il cuore alle sue piene.
Così l’amore insegna cose vere.
Perdonino gli dèi se non conviene
il sentenziare su piume leggere.

Sandro Penna

Serata in blu


(Edward Hopper, Sera blu, 1914)

Colloquio sentimentale

Nel vecchio parco gelido e deserto
sono appena passate due forme.

Hanno occhi morti, e labbra molli,
e le loro parole si odono a stento.

Nel vecchio parco gelido e deserto
due spettri hanno evocato il passato.

– Ricordi la nostra estasi d’allora?
– E perché vuoi che la ricordi?

– Batte ancora il tuo cuore solo a udire il mio nome?
Ancora vedi in sogno la mia anima? – No.

– Ah, i bei giorni d’indicibile felicità
quando univamo le nostre bocche! – Può darsi.

– Com’era azzurro il cielo, e grande la speranza!
– Vinta, fuggì la speranza, nel cielo nero.

Andavano così tra l’avena selvatica,
e le loro parole le udì solo la notte.

Paul Verlaine

Picasso e l’emicrania

“Secondo il neuroscienziato olandese Michel Ferrari, all’origine dei quadri cubisti di Picasso ci sarebbe stata l’emicrania: volti tagliati in verticale e particolari del volto sproporzionati sono infatti il frutto delle visioni “spezzate” dei malati di aura visiva, una patologia di cui Picasso probabilmente soffriva, come anche De Chirico. Picasso era inoltre dislessico.”

Tratto da Wikipedia