Mi avevano lasciato solo
nella campagna, sotto
la pioggia fina, solo.
Mi guardavano muti
meravigliati
i nudi pioppi. soffrivano
della mia pena. pena
di non saper chiararnente…
E la terra bagnata
e i neri altissimi monti
tacevano vinti. Sembrava
che un dio cattivo
avesse con un sol gesto
tutto pietrificato.
E la pioggia lavava quelle pietre.
Sandro Penna
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Sentirsi soli: non riuscire a tradurre all’esterno il proprio dolore, non quello “anonimo”…
Non poter condividere e farsi carico del turbamento di tutto un mondo interiore, quello stesso che da bambino bastava per rendere chiara e fruibile la ragione di un respiro o di quell’irragionevole miriade di colori che di quel “mondo di sopra” era movimento intimo e corrispondenza di invisibili intese: di sguardi innamorati… di un sogno, echi di amori mai espressi e amati in silenzio. Mai vissuti:
[…] “Sì, si sarebbe riposato lassù. Perchè no? Sarebbe anche stato un pretesto per la memoria. Ma se questo era guadagnar la partita, come doveva esser duro vivere soltanto con quello che si sa e che si ricorda, e privi di quello che si spera.” (Da “Di fronte alla morte” , A. Camus)
…Correggo :
Da “La peste” – di fronte alla morte – di A. Camus
🙂 però… sembra che dalle parole del poeta traspaia una CERTA gioia, ugualmente, nella solitudine c’è quello spazio e quel tempo propri che esaltano di luce interiore ciò che vediamo……
BUONGIORNO AL NUOVO GIORNO E A TUTTI GLI I FANTASTICI ASTANTI DI QUESTA PREZIOSA CASA
Se poi consideriamo che tutto il creato è pura divina energia cristallizzata e diversificata nei suoi multi dimensionali compenetrati aspetti e piani di coscienza che da qui (anche se NON CONOSCIAMO) , identifichiamo e raggruppiamo nei suoi 5 divini elementi, ecco che per una coscienza risvegliata anche la nuda cruda pietra all’occhio veggente ed introspettivo dell’anima ci appare viva e piena di vita. In questo stato tutto muta e si identifica. In questo stato tutte le paure innate, indotte o necessario fardello da una vita precedente, sono solo barriere psicologiche e veri trasformativi catalizzatori che si mostrano come trampolini da superare e da trascendere oltre l’illusorio specchio affumicato della mente razionale. 😀
Raffaele
E’ proprio così Carissima Tea 😀
perché nell’intimo di ogni ispirativo poeta c’è un radioso salvifico faro, la luce dell’anima che vorrebbe dissolvere tutte le illusorie nebbie create da tutta questa nostra coscienza collettiva.
Dalla vera cronaca del nostro tempo (ricercatelo se volete), un giorno un piccolo ragazzo, a causa di un incidente, perse una mano…
Da piccolissimo giocava con le lucertole e spesso vedeva anche le loro code mozzate, allora un giorno, preoccupato e dispiaciuto chiese alla madre… la quale confortandolo gli disse che “hanno la possibilità di farsi crescere la coda”. Questa verità, questo conforto, successivamente fu avvalorato anche dalla sua constatazione.
Il dramma per la perdita della sua preziosa giovane mano fu indefinibile, ma, ma, ma, ma siccome nessuno gli aveva detto che questa facoltà della ricrescita, non è riservata agli umani…. ecco che pian piano, dopo un anno, senza nessun ortodosso lineare razionale intervento , letteralmente, con l’intento, con la focalizzazione e soprattutto con l’immaginazione, si fece ricrescere la mano. Miracolo!…. NOOOOOOOOOOO bisogna solo TRASCENDERE LA COSCIENZA COLLETTIVA che con tante parole/congetture ha definito/classificato il mondo fenomenico con tante superficiali apparenti illusioni.
Se consideriamo che siamo immersi in una MATRIX, in una vera realtà che è una PROIEZIONE OLOGRAFICA VIRTUALE (dai proiettori, dai mondi superiori da dove vengono foggiate/emanate le idee), ecco spiegata la MAGIA DI UNA COSCIENZA PIU’ ELEVATA….
Non nego che per qualcuno la soddisfazione più grande, che reca certamente gioia, è quella di mettere alla prova i monti e gli alberi e costringerli a dichiararsi vinti per non essere riusciti a cavare “il ragno dal buco”… Quindi non è una resa o un’ammissione di vittoria, bensì un lasciar …”cucinare il Tizio nel proprio brodo”.