Né mistero né dolore
né volontà sapiente del destino:
sempre quell’incontrarci ci lasciava
l’impressione di una lotta.
Ed io, indovinato dal mattino
l’attimo del tuo arrivo,
percepivo nei palmi socchiusi
il morso leggero di un tremito.
Con dita arse sgualcivo
la variopinta tovaglia del tavolo…
Capivo fin da allora
quanto è angusta questa terra.
Anna Achmatova
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Ogni cosa ha il suo tempo, Sting
IL PRIGIONIERO, da “Nuovi Poemetti”, Giovanni Pascoli (Il Pinocchio nel legno…)
Prendi, infelice, il tuo dolore in pace!
“Perchè?” Tu, perchè gridi, urti la porta?
“Perchè dolore è più dolore, se tace.”
Se lo nascondi, frutterà. Sopporta,
attendi, spera… “O vanità! Non spero.
Non credo” Eppure… “Dio non è!” Che importa?
C’è del mistero intorno a te… “Mistero?”
Io non lo vedo” Ciò che tu non vedi,
o prigioniero, è un altro prigioniero;
e un altro e un altro. Hanno nei ceppi i piedi…
“Anch’io” Presto la morte, ora catene!
“Anch’io” Dunque tu sai, dunque tu credi.
Non li destare! “Io dormo forse?” Ebbene?
Se vuoi parlare, parla sì, ma piano;
canta, se vuoi, ciò che dal cuor ti viene:
canta, ma un dolce canto, esile, vano,
che su la piuma delle sue parole
li porti in collo al loro amor lontano:
cantalo quello che nel cuor ti duole!
piangano anch’essi, ma dormendo ancora!
Chi piange in sogno, è giunto a ciò che vuole,
è giunto alfine a tutto ciò che implora
invano. Canta: e l’anima pugnace
tua placherai. Ritroverà l’aurora
anche te forse addormentato in pace.
Un caro buongiorno per te, Gabriele caro!
Un caro buongiorno per te, Gabriele! Ti abbraccio forte… 😀
Buongiorno, Luigi. Baci
…………………………….1989
Ammassati come
tante solitudini,
Cercar d’ogni costo
d’apparire, se pur
tanti a voci-fare
non riescono a
tenersi a galla
in quel bicchiere
disinibito-re…
come quell’uomo
a cui s’indica la
bellezza della luna
ne guarda il dito!
Non basta il corpo nei
corpi, mescolarsi…
tra le genti! ciò che unisce
è solo quel bicchiere di paura!
……………………………………………(1987)
Bisogna che l’anima
ristori se stessa…
cosa cerchiamo
in assiduo collasso…
su quei libri?
due righe lette…
lasciandosi vivere…
L’immaginale….
apre spiragli…
coglie le stelle…
oltre le stesse!
mi sono punto
con le spine d’un riccio
l’ho benedetto…
guardavo quelle goccioline
del mio sangue parlante
le bevvi come da fanciullo…
ne assaporai tutto il suo
fuoco, bevvi la vita della
vita! ne feci cadere alcune
gocce su d’una pianta sterile
rendendola fertile d’amore
la sua terra secca…
riportò la vita.
In me più brio resero
quei fiori, giocando
assieme, e le api Innamorate!