Chi ha mai visto il vento?
Né io né te.
Ma quando gli alberi chinano le loro teste,
Il vento li ha attraversati.Christina Rossetti
Filed under: Poesia | Tagged: alberi, Christina Rossetti, Il vento, Io, tè, teste |
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Sarebbe uguale dire: Anima può essere percepita attraverso i Simboli che caratterizzano una costellazione psichica individuale o collettiva. La poetessa, usando la metafora degli alberi con la testa china, fa riferimento ad una “problematica collettiva”.
P.S. Leggevo che, il geroglifico che rappresenta il termine “vento”, designa anche il respiro, il nutrimento energetico ancestrale legato a Mercurio. Ripetuto due volte, questo termine compone uno dei nomi della dea Hathor (Afrodite). Afrodite è sempre Anima!
Non l’ho mai visto, ma a volte lo sento fischiare, mentre s’infila tra i miei
capelli.
Buon mattino Prof
Mistral
IL LAMENTO DEL VENTO
S’agita il vento,
sopra i veroni fruscia,
l’ante sbattacchia con monotonia,
stanca la notte rende
e il sonno rompe.
Forte ruggisce
tra le querce stanche,
rauchi suoni ondeggiano tra i rami,
sfuggono al piano,
svegliano gli ulivi
che la pallida luna appena sfiora
e fa brillar d’argento
il suo fogliame.
Bussa imperioso alle sconnesse porte
dei cascinali sopra i poggi spersi,
sbriciola i muri e le mezzane scopre
tra l’ondeggiare dei travetti lisi.
Tetro s’aggira, per le vie del borgo
dove scorrazza, tra il fumo dei camini,
un lamento strozzato di civetta.
E quel richiamo dentro il cuor si specchia
come un presentimento di sventura,
come un richiamo lugubre di morte.
Santoro Salvatore Armando
(Boccheggiano 17/02/2005 14.04)
IL VENTO
Mi parla nel silenzio della notte,
frasi sussurra,
bisbiglia, rumoreggia,
tace.
L’ascolto e interagisco
dolcemente,
mentre m’accarezza sul volto
e m’abbraccia possente
serrandomi nella sua morsa
attraverso la persiana socchiusa
e m’asciuga il sudore
che m’imperla la fronte.
Santoro Salvatore Armando
(Boccheggiano 23/07/2004 02.22)
VENTO
Nel torpore della sera,
quando l’occaso scema
e l’onda infuria,
i capelli confonde e sbatte,
ingarbuglia,
intreccia, acceca.
Uno sventolio di bandiere,
sulla fronte oppressa
semina e disperde,
e l’ante smosse
battiti alle tempie
irraggia.
Ombre riflette
di piaceri cessati
e di sorrisi scomposti,
che sfarfallano
com’acqua di mare
che si stempera sulle rocce
e lascia al sole orme lucenti
e in bocca
il secco
e la voglia d’acqua pura.
Santoro Salvatore Armando
(Boccheggiano 03/08/2006 21.16)
Grazie, Mistral. Che il tuo, sia un mattino luminoso. Baci baci
1215
A sfidare ogni vento che s’alzava
provai, finchè la natura adirata
mi mandò in visita un fatto
che sgonfiò il mio pallone
E Dckinson
ciao a tutti
patrizia
Ogni giorno combatto contro superbia la quale può accecare di presunzione, rinchiudendomi in essa che è Cecità arroganza soffocatrice della ricerca del saper ascoltare del silenzio….