Il Tempo chiamò dalla torre
lontana. . . Che strepito! È un treno,
là, se non è il fiume che corre.
O notte! Nè prima io l’udiva,
lo strepito rapido, il pieno
fragore di treno che arriva;
sì, quando la voce straniera,
di bronzo, me chiese; sì, quando
mi venne a trovare ov’io era,
squillando squillando
nell’oscurità.
Il treno s’appressa. . . Già sento
la querula tromba che geme,
là, se non è l’urlo del vento.
E il treno rintrona rimbomba,
rimbomba rintrona, ed insieme
risuona una querula tromba.
E un’altra, ed un’altra— Non essa
m’annunzia che giunge?—io domando.
—Quest’altra! – Ed il treno s’appressa
tremando tremando
nell’oscurità.
Sei tu che ritorni. Tra poco
ritorni, tu, piccola dama,
sul mostro dagli occhi di fuoco.
Hai freddo? paura? C’è un tetto,
c’è un cuore, c’è il cuore che t’ama
qui! Riameremo. T’aspetto.
Già il treno rallenta, trabalza,
sta. . . Mia giovinezza, t’attendo!
Già l’ultimo squillo s’inalza
gemendo gemendo
nell’oscurità . . .
E il Tempo lassù dalla torre
mi grida ch’è giorno. Risento
la tromba e la romba che corre.
Il giorno è coperto di brume.
Quel flebile suono è del vento,
quel labile tuono è del fiume.
È il fiume ed è il vento, so bene,
che vengono vengono, intendo,
così come all’anima viene,
piangendo piangendo,
ciò che se ne va.
Giovanni Pascoli
Filed under: Poesia | Tagged: brume, fiume, freddo, Fuoco, giorno, Giovanni Pascoli, giovinezza, Notte d'inverno, paura, squillo, tempo, torre, tromba, vento |
Riprendo il commento postato a dicembre, l’ascolto di una poesia a volte “porta” echi che differiscono il tempo, lo plasmano… Il tempo e la torre, dunque… La distanza, nel tempo e nello spazio, modifica la percezione delle cose. Con il tempo, il ricordo di “essere stati a lungo sotto un treno” prende la forma di una escursione in canoa lungo un fiume… 🙂
Sciarada… per “re-cordare”: quello che manca all’Anima… per essere felice (la felicità: è la Dama sul mostro dagli occhi di fuoco?)
E proprio quello che “se ne và”, che manca ad anima, che è stato rubato, amputato, a prendere forma a contatto con la coscienza e a tormentarla.
Saluto tutti gli assenti del blog!!!
QUESTO E’ IL TEMPO
Gabriele La Porta
Questo è il tempo dei visionari e degli amanti.
Dei bambini smarriti e dei cani senza collare,
questo è il tempo dei lacerati e dei sofferenti.
Questo è il tempo delle lacrime fluttuanti.
E’ il tempo
delle intese segrete.
Dei sussurri e dei bisbigli
nel buio.
E’ il tempo dei baci volanti.
E io sottolineo che venga l’ inesauribile tempo
dei lunghi, interminabili ed estenuanti baci volanti.
Un grandissimo abbraccio per te, Gabriele caro! Di vero cuore… 😉
Ed io oggi comincio con il darti un bacio volante su quella testa bella che hai! Bacio, Mel! 😀
Veramente bellissima la poesia di Gabriele!
Dedico al prof. una canzone avec le souffle coupé..quando i baci volano poi si rimane senza fiato per la meraviglia..
ma..
sembra il racconto di un sogno:
inizia nella notte sovrastata dalla torre che incombe con il i Tempo, si svolge in un quadro “metafisico” visto che c’è pure il treno che “s’appressa” ….”rallenta,traballa, sta”
“Sei tu che ritorni. Tra poco
ritorni, tu, piccola dama”
forse è una piccola dama che porterà chiarezza, serenità,.
Però:
“E il Tempo lassù dalla torre
mi grida ch’è giorno”…(insomma è tempo di aprire gli occhi?)
“Quel flebile suono è del vento,
quel labile tuono è del fiume.
È il fiume ed è il vento, so bene,
che vengono vengono, intendo,così come all’anima viene,
piangendo piangendo,
ciò che se ne va.”
Questo Tempo così incombente che conduce al tenpo a “il giorno è coperto di brume”.
Si occorre incontrare la piccola dama.
ma…
ciao patrizia
MI SOVVENGONO IMMAGINI
SBIADITE DALLA LONTANANZA
PROFONDA DEL TEMPO.
IL MIO CONTINUO GIROVAGARE,
E CERCARE LA REALTA’,E IL MITIO-
RENDONO LEGGERA L’ANIMA MIA.
TRAMUTANO LE STAGIONI E NULLA
RESTA SUL MIO CORPO,SE NON L’IMPRONTA
DI LUCE ANTICA CHE MI SORPRESE UN GIORNO,
NELLA PLACENTA DEL MIO INCONSCIO.
————————————–GINA TOTA TITOLO LA REALTA’ E IL MITO.