L’arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall’intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell’ora sprecata.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.Ho perduto l’orologio di mia madre.
E guarda! L’ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. È evidente,
l’arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro.Elizabeth Bishop
Filed under: Poesia | Tagged: Arte, Città, continente, disastro, Elizabeth Bishop, fiumi, giorno, intenzione, L'arte di perdere, madre, orologio, turbamento |
Buona Domenica caro Prof. 🙂
Claudio
Buona domenica. Un abbraccio
Si dice, di chi ha tanto da perdere, che abbia avuto un dono speciale: quello di poter costruire tanto e a niente sentirsi legato se non a quel dono; che niente possa turbare la sua pace, poichè dalle sue ceneri egli trae la forza per rinascere e tutto ricostruire; che il suo destino sia incerto poichè sa seguire la corrente.
Si dice, di chi non ha alcun dono in particolare, che viva di ciò che ha conquistato da colui che ha tutto…
Dell’amore, che transuma con tasche bucate per strade deserte, non si racconta niente. Ma io conosco un manipolo di gente che, padrona soltanto degli abiti che ha addosso e di un nome, ha raccolto quella briciola di amore e con quella briciola lotta per migliorarsi e per esserne degna.
Dio, come stanca costruire un Amore. Ma tu abbatti le torri, perchè il tuo amore si rotoli per terra, nella terra, lungo un orizzonte che io non riesco a vedere. Come è difficile amarti! Mi è parso di vederti, sai? Ma vorrei che tu me lo confermassi: eri tu, in quello sguardo che si spegneva? E perchè un povero diavolo dovrebbe imparare ad essere se stesso dalla morte di un dio? Mi ribello: se è così difficile amarmi, allora mi arrendo.
Ispirata da W. S.
…Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l’uno e l’altro sono infiniti. – William Shakespeare dal libro “ Romeo e Giulietta
“Tu sei per la mia mente,
come cibo per la vita.
Come le piogge di primavera, sono per la terra.
E per goderti in pace,
combatto la stessa guerra
che conduce un avaro
per accumulare
ricchezza.
Prima, orgoglioso di possedere e,
subito dopo,
roso dal dubbio,
che il tempo gli scippi il tesoro.
Prima,
voglioso di restare solo con te,
poi, orgoglioso che il mondo
veda il mio piacere.
Talvolta,
sazio di banchettare del tuo sguardo,
subito dopo,
affamato di una tua occhiata.
Non possiedo,
né perseguo alcun piacere,
se non ciò che ho da te,
o da te io posso avere.
Così ogni giorno,
soffro di fame e sazietà,
di tutto ghiotto,
e d’ogni cosa privo
Buon Giorno Carissimo Prof. Gabriele 😀
io ho perso il mio intero cosmo per venire in questo piccolo necessario mondo 😀
A nessuno è dato più si quanto potrebbe inconsapevolmente perdere così come a nessuno gli viene dato più di quanto consapevolmente puo’ sopportare…. C’è che si perde anche in un bicchiere d’acqua come c’è chi sa affrontare anche l’intero universo 😀
Quanto si riscropre la propria vera divina energetica originaria natura nessuna illusoria/psicologica perdita, così come nessuna gioia/dolore potrà mai più offuscare/eledure/costringere la propria immortale divina natura…. 😀
Caro Raffaele, che tu sia sempre benvenuto! Baci e abbracci da parte mia e da tutta la redazione.
Bisogna vedere cosa si perde. Ma comunque, qualuinque perdita costa sofferenza. Nel caso della perdita del potere leggete un po’ questa mia poesia scritta qualche anno indietro!
LA PERDITA DEL POTERE
Che il balzo del tempo
mi sconvolga
impulsi e idee;
mi inondi
un’iperbole lontana
che con le dune del deserto
poi mi confonda
e plani
come avvoltoio
che saltellando attende
che il corpo immobile
lentamente frolli
sì che il rostro facilmente affondi
e cavi occhi e cervello
e squarci il ventre
sicché l’anima
(o il pensiero)
al ciel tosto s’involi.
Nell’ancestrale silenzio
del vuoto della ragione
ogni ben ci sfugge
e l’illusione del potere,
del perenne conflitto
che ogni animo piega
e invigorisce,
lo spirito distende
e poi t’umilia
nella ricerca vana
d’un misticismo antico
che ridoni
forza e ragione
al limbo che ti attende.
Santoro Salvatore Armando
(Boccheggiano 06/03/2005 23.55)
In fiondo gli ultimi versi si intonano anche con la perdita della libertà. Ve li ricordate i mafiosi in galera che implorano la Madonna? O il mostro di Firenze, quando incastrato, mostrava Gesù in TV quasi alla ricerca di un misticismo che l’assolvesse agli occhi del pubblico dei suoi orrendi delitti?
Ebbene il misticismo è il feticcio che tutti tirano fuori quando perdono il poterte o altro bene al quale sono o erano particolarmente legati.
E questa poesia la dice luinga nel finale su questo discorso.
E se non vi piace allora “perdidi oleum et operam”!
Buona vita
Chiaramente volevo dire “in fondo”. In fiondo non c’entra nulla e non significa nulla. Lo so Map-pina! Devo cambiare PC perchè i tasti su questo 10′ sono troppo piccoli!