Foglie bianche,
ornano il sentiero,
pallide come questi miei passi stanchi,
ricamano il mio passaggio,
quasi ad indicarmi la via.
Queste foglie di platani
che non hanno più la forza di svolazzare
sembrano esistenze vinte,
somigliano alla mia anima stanca,
avvilita,
sconfitta.
Tutta l’energia della primavera
è ormai lontana;
come la mia vita
rappresentano un passato energico,
vigoroso,
resistente.
Chi siamo adesso,
compagne occasionali di questa mia solitaria passeggiata?
Chi siamo più noi?
Neppure più la folata del vento ci accompagna,
il calore del sole sa di gelida carezza,
il frullo tra i rami è ormai voce morta,
il fischio dei merli melodia lontana,
il canto dei rosignoli
concerto ormai finito.
Ed io penso a te, voce mia spenta,
che non carezzi più neppure il mio cuore
con la tua voce lontana.
Salvatore Armando Santoro
Filed under: Poesia | Tagged: carezza, Foglie bianche, frullo, melodia, merli, passaggio, passato, passeggiata, passi, Primavera, Salvatore Armando Santoro, sentiero, solitaria, vita |
Clara Martinelli 
Egidio Senatore
Massimo Lanzaro
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Salvatore, è davvero bella…
Sai, credo di essere entrata nell’autunno della mia vita… Sai, neanche io sento più quella voce dentro di me perchè, da quando mi sono aperta all’esterno, è diventata la voce con cui mi parla il mondo attraverso le mie figlie, i miei amici e i miei nemici, i miei ricordi. Non ho rimpianti.
Ho modificato l’ultimo verso. Mi sembra suoni meglio:
Ed io penso a te, voce mia spenta,
che non carezzi più neppure il mio cuore
con le tue parole lontane.
A VALERIA
Ci sono momenti della nostra esistenza in cui le delusioni giocano un ruolo importante per prendere coscienza della nostra precarietà. E’ in questi momenti che ogni persona raziocinante fa autocritica e prova a parlare serenamente a se stessa.
Ed è l’unica strada, a mio avviso, per poi riuscire (forse alla prossima primavera) a diventare foglia verde e vigorosa che riconquista la sua forza e la sua voglia di vivere.
Ma il tutto passa sempre per la capacità di ogni essere umano di riconoscere le proprie sconfitte (i propri limiti umani, quindi) e di fare tesoro delle esperienze negative per non ripeterle stupidamente.
QUANDO QUELLA VOCE
ANCORA CANTAVA ….. PIENA DI SOGNI E SPERANZA
–
Please, please, please
let me get what I want
(Per favore, per favore, ti prego
lasciami ottenere quello che voglio ”
. .
Canzone molto delicata e melodiosa!
… ERA BEEEELLO IL MIO RAGAAZZOOO,
TUTTO PIEENOO DI SPERANZEEEE:
MI DICEEEVAAA, MAMMA MIAAA
PRESTO SAI TI PORTOOO VIAAA…
… Figliuolo, volevo comprarmi tutto l’orfanotrofio e con gioia morire in un conflitto di interessi, in un paese straniero dove ti tagliano la testa o ti impalano se hai disonorato una famiglia; dove “non sei obbligato” , soltanto, a chiedere scusa … e a mettere una pietosa pezza a colori sopra un delitto. Ma questo lo sapevo e son voluto restare.
La prossima volta, figliuolo, mi compro la capanna, con l’optionals del bue e l’asinello; includo quella stella come tom-tom, che illumina una bellezza e non è proprio niente male come guida. E poi ti porto in tournè.
Ma intanto ti insegno ad essere autonomo e cosa dire quando andrai a fare la spesa… perchè il frigo è vuoto e sembra lo sia anche il cuore…Ripeti con me, su dai: Koscki z govedino popolna hrana za macke!
Prova a prenderti sul serio, ogni tanto, se ce la fai. Poi aggiusteremo quel brutto affare della morte in croce, stai tranquillo: basta camuffare le carte ma, se a te non interessa risorgere, ti spedisco alle Maldive poco prima che intervenga un’onda anomala, tanto sai surfare sulle acque.
Ti saluto, figliuolo.
La tua mamma.
…per desiderare qualcosa bisogna sapere ciò che si vuole che non è spesso quello che vorrebbero gli altri o che ci si aspetta da te…
L’autunno serve a rigenerarsi e a fare pulizia, tuttosommato le foglie sono come i nosri pensieri inutili, una volta caduti..sono bellissimi…
Ben tornata Map!!!