Il Bene

“Alle persone basta apparire belle, anche se non lo siano; il Bene, però, esse vogliono possederlo non solo nell’apparenza”.

Plotino

Buona domenica a tutti!

89 Risposte

  1. Caro Prof. La Porta, da tempo non lascio alcun messaggio in questo blog. Il tempo, con la t minuscola, il trascorrere della quotidianità che ci possiede anzichè permetterci di possederlo, è spesso il padrone delle mie giornate. Ma che gioia trovare qui tanto fermento, tanto interesse, tanta comunicazione!
    Il Bene è una ricerca, non un belletto. Chi mai potrebbe possederlo?
    E chissà quanti errori e quanto errare in questa ricerca….
    è bello sapere di non essere soli nel viaggio.

  2. Ond’io consiglio voi, che siete in via,
    volgete i passi: e voi ch’amore avvampa,
    non indugiate sull’estremo ardore.

    Petrarca- Le Rime- Sonetto LXVII

    Buona Domenica, Gabriele. Grazie per questo spazio e per il tempo che ci dedichi.

  3. Purtroppo tutti vogliono apparire meglio di come sono, e questa è una piaga che nella società odierna raggiunge picchi mai conosciuti fino ad ora!
    Riguardo al Bene invece, trovo sempre un certo pudore nel parlarne, perché mi imbatto spesso nell’impressione che l’uomo consideri il Bene solo attraverso la sua prospettiva e le sue necessità.
    Buona domenica anche a Lei Professore

  4. ..Sarà che mi sono svegliato male ma questa fatico a “digerirla” : è proprio così?

    Buona Domenica

  5. Manu, ben tornato, sono l’ ex Zanna. Facendo appello, a ciò che dice il Maestro Plotino, tu sei una forza del bene. Uno come te ci vuole…. .

    La mente, genitrice, che ha creato questo angolo sacro, come dice, madamì Bea, è stato di portare, nei limiti del possibile, la pace, la volontà, il pensiero libero dal male, il rispetto, il confronto sano attraverso il sentimento interiore di ognuno di noi. Questo è bene ! Però attenzione !

    Possono circolare anche forze ostacolatrici, avverse al bene… . Il pubblico Ministero di questo castello supremo.. , scusate signori, non c’ è da ridere…, ognuno scrive a suo modo…. , cerca di bloccare le persone che non rispettano la disciplina occulta, pubblicata severamente, a suo tempo.

    Devo essere sincero : il regolamento, che poi bisogna essere seri, insomma, senza dire parole inutili, è stato ampliato e portato ad un’ esperienza più cosmica, da Rafeluzzzzzzu.

    Finisco : il Pubblico Ministero, da solo non può fare nulla, ha bisogno di forze del bene, sempre riferito a questo spazio sacro,per fermare la discesa delle streghe… . Manù, non mancare altrimentri siamo senza guida. Grazie !

  6. Rafeluzzzzu, aggiustami ” … che non rispettino la disciplina occulta “

  7. Queste persone ignorano tanto il Bene quanto la Bellezza-
    Queste persone appaiono-L’inganno-
    Egill

  8. (grazie…

    _

    A CHI MI E’ STATO VICINO
    (CLOSER)

    .

  9. Caro Sebastiano, contento di riaverti nel blog. E’ vero, nel viaggio che si compie verso il Bene non si è mai soli. Perché spesso sono le persone che si incontrano anche per caso, anche per pochi soli istanti ad insegnarci che il Bene esiste. Baci

  10. Grazie a te, Elena, di esserci. Buona domenica e baci.

  11. Cosa fatichi a digerire Winah il pensare senza lezioncina a memoria-
    Egill

  12. ops… non era per Egill, mi sono dimenticato di toglierlo dall’ultima volta che ho postato … :)…vabbè

    Saluti

  13. mi entusiasmate ..
    baci a tutti questi angeli che ri-trovo nel blog 🙂 chi vuole ”apparire” non può esserci, qui !
    e chi manca di bene , chi soltanto ”appare” , sì, lo cerca e lo pretende negli altri .
    a beautyfulsunday

  14. Grazie Luigi caro,
    per questa canzone: mi mette smepre il buon umore e mi porta nel mondo dei sogni ad occhi aperti!!
    Un caro abbraccio, Madamì Beatrice.

  15. Dai il meglio di te…
    Madre Teresa di Calcutta:

    L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
    NON IMPORTA, AMALO
    Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
    NON IMPORTA, FA’ IL BENE
    Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
    NON IMPORTA, REALIZZALI
    Il bene che fai verrà domani dimenticato
    NON IMPORTA, FA’ IL BENE
    L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
    NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
    Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
    NON IMPORTA, COSTRUISCI
    Se aiuti la gente, se ne risentirà
    NON IMPORTA, AIUTALA
    Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
    NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE

  16. Luigi… le tue parole mi hanno fatto molto male

    come ora …mi stanno facendo molto bene

    Ma è stata una lezione.
    Ho capito che non basta sentire il Bene,
    o farlo.

    Ho capito che è bastato troppo poco
    per perdere la speranza
    e sentirmi solo.

    Per il Bene bisogna anche reagire,
    e lottare…

    Altrimenti, uno contro uno
    il Male è troppo più forte.

    ma la Forza del bene …è l’Amore
    e, quando c’è l’Amore
    non si è mai soli

    In questo Blog c’è molto Amore

    …non sono solo…

    GRAZIE DI CUORE
    A TUTTI

    🙂 !

    .

  17. I predestinati i salvati é della “Citta di Dio”?
    E questo ? xInnominato-
    Egill

  18. Emanuele BENTORNATO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  19. non mi fare non ci fare più uno scherzo simile (anche se è stato bello averti tutto tutto per me, schiattate donne schiattate… 🙂 )

    altrimenti …inizio con Nip and Tuck

  20. naturalmente mi riservo il ruolo di Christian ….beh’ ….

  21. …Socrate, infatti, si sottrae a una relazione che imprigionerebbe senza scampo l’anima nell’esteriorità: “Quale irresistibile bellezza – dice ad Alcibiade – non hai potuto scorgere in me, diversa da quella giovanile avvenenza che costituisce il fiore della tua vita! Sta un po’ attento: hai veduto la mia bellezza e cerchi d’averne parte con me scambiando con la mia bellezza la tua… Cerchi d’acquistare, in cambio di questa tua apparente, una vera e propria bellezza” (218-e). Platone accenna… alla distinzione possibile quando… non è vissuta radicalmente la differenza fra la fonte interiore della bellezza e il suo tramite esteriore.

    (Francesco Donfrancesco, Nello specchio di Psiche, Moretti e Vitali, 1996, pag. 138)

  22. Bentornato, Emanuele!

  23. Potresti essere più chiara ? Grazie !

  24. Si certo-Mi riferivo tu parli del Uno che ha bisogno di altre forze del
    per il Bene-Avevo pensato ad una connessione con le anime già
    salve i predestinati Agostino (la città di Dio)-
    Egill

  25. l’anima slava disincantata ……. è un pò indigesta per i nostri parametri “lezioncina a imparata a memoria” beh’ è offensivo se non si pone nella tua prospettiva, che sicuramente non voleva esserlo.
    però visto che anch’io viaggio mentalmente su un binario doppio o triplo a seconda, posso capire, è come quando racconti una barzelletta tua a degli italiani e nessuno ride…capisci?? ecco.
    se ora ti offendi tu, sbagli. E’ una mia opinione, non un giudizio.

    мир – pace- (mir)

  26. Turk! 😀
    (map)

  27. Per Map-
    Ti prego,rileggi attentamente tutto ciò che mi hai scritto rifletti su cosa potranno pensare altri che leggeranno-
    Egill

  28. Map……. 🙂

    . 😯 AVETE SPOSTATO IL DIVANO ?? 🙄 ?

    . 😛 😛 😛

    (è bello essere a casa
    . 😉 !!

    .

  29. Argomento stimolante ” IL BENE”, come quello sull’”Amicizia” di qualche giorno fa (al quale ho scelto di non partecipare)…interessante del resto, come molti degli argomenti proposti sul blog…

    Mi sento di dire che a parole siamo tutti bravi, belli e facciamo un gran bene (o un gran male).
    Sta di fatto che siamo umani, prima di tutto, con i nostri limiti e le nostre sofferenze, la nostra superficialità o la nostra profondità.
    Il bene, quello fatto con entusiasmo, col cuore e, perché no, anche per ricevere in cambio, PERCHE’ TUTTI NE ABBIAMO BISOGNO, credo NON POSSA essere giudicato perché comunque raggiunge la sua meta, cioè dare qualcosa a qualcuno che ne ha bisogno.
    A parole possiamo fare del bene a chi sia pronto ad ascoltare; ma anche ascoltando possiamo fare un gran bene a chi abbia bisogno di raccontarsi (ne ho avuto prova in questi mesi).
    A volte sono i semplici gesti che fanno del bene, così come un abbraccio ben dato può salvare la vita ( e anche questo l’ho sperimentato sulla mia pelle, qualche anno fa).
    Spesso concentriamo le nostre azioni o parole benefiche su qualcuno e ciò che abbiam dato ci torna inequivocabilmente da tante correnti differenti…se siamo disposti ad accogliere.
    Concordo con l’osservazione del Prof: “NEL VIAGGIO NON SI E’ MAI SOLI E LE PERSONE CHE INCONTRIAMO, ANCHE SOLO PER POCHI ISTANTI, CI INSEGNANO CHE IL BENE ESISTE”; aggiungo: spetta a noi recepire il messaggio senza trattenere nella nostra avidità o col nostro ego la luce momentanea di un meteorite.
    Qualche notte fa in sogno ho “battagliato” duramente col mio ego (non me ne vergogno ad ammetterlo) perché, dopo aver tanto dato, pretendeva/o di meritare maggiore attenzione: ascoltandomi ho accettato questo mio limite restando comunque accogliente di ciò che ancora mi attende.
    Tutti abbiamo qualcosa da dare, fosse anche solo ascolto o tempo, e tutti abbiamo bisogno di ricevere…

    Le cose da fare sono ancora tante e il tempo è sempre più esiguo, l’energia anche meno. Sono entrata nel blog su suggerimento di un’amica comune e ora scelgo di fermarmi, di tirarmi fuori.
    Ringrazio tutti per la pazienza nel leggermi e vi mando un saluto augurando a tutti voi un buon proseguimento.
    Un abbaccio.
    Cecilia.

  30. Ciao EMANUELE… BEN TORNATO DAL FINE SETTIMANA… :D!! UN SALUTO DI CUORE AL NOSTRO STIMATISSIMI PROFESSORE, IL CORE IL SUO PENSIERO L’ANIMA DEL MONDO, “AGGIUNGEREI” E NON SOLO!!! UNA BUONA SERATA PROFESSORE CON AFFETTO GIUSEPPE! 😉

  31. Esteriorità che ti trasformi
    con il tempo ti confondi
    Nol lasciar, Immortale
    Essenza, imprigionar
    dal Mortale! Egli è
    Potente, non Onnipotente
    Solo tu Potrai renderlo tale
    Sé, dal suo Falso Bagliore
    Ti Lascerai Abbagliare..
    il suo Fascio di luce
    La sua Arma Migliore
    E’ la Paura!

  32. gli impegni non offrono una scusa ….il tempo e solo il tempo ci fa conoscere al meglio se stessi ….il tempo non ha limiti .. e offre limiti.

    certe volte la qualità del bene supera la quantità dedicata , se si sa cogliere ciò, e non soltanto accogliere.
    ognuno ascolta solo ciò che riesce a restituire in bene
    🙂
    se non son sicuro , non mi esprimo, non decido, non ostacolo, non consento ………….
    ( dice un proverbio: ”hai visto un bue ?” ”nè bianco nè nero” ……cioè ”forse non so neanche se il bue come lo intendi tu lo intendo pure io… e nell’indecisione, non voglio dar sicurezze ”….

    le parole arrivano solo DOPO gli stati d’animo ….. inutili , le parole, se non per abbellire i momenti belli.

    p-s. speriamo arrivi presto il Natale , l’unico momento in cui si ha tempo senza ferie : nell’intimo del Natale, ogni parola gesto e riflessione hanno il valore unico e personale

    p.s. 2 il bene si riceve solo quando si riesce ad apprezzare ciò che si riceve ……. ciò che mi fa soffrire è capire solo con la mente e non arrivarci prima con il cuore ….questo mi fa soffrire (e non è questo il caso) 🙂

  33. 🙂

    ma di una cosa son sicura!

    non ho mai usato cavie da esperimento!

  34. perchè non sono Dio

  35. no aiuto!!!tutto tranne che Nip and coso…NIp and coso nooooooo!!!!
    pietàààààààà!!!!!!!
    😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯

  36. no la gentile e graziosa ballerina con le simpatiche scarpette rosa :D, non c’ entra era un commento per Map… 🙂

  37. Maronn’…………./lingua napoletana/esclamazione..

    Dragi Egill /caro Egill

    Il doppio senso esiste e fa parte dell’umano. E meno male!!

    Si tratta semplicemente di mettersi nei panni dell’altra persona e se questo è ESSERE DOPPI beh’ io lo sono.Pure tripla. Quadrupla. Non mi piace essere fraintesa. Non piace neanche a te..no?
    Poi si può anche ridere con Winah però deve ridere anche lui.
    E se gli scrivi così non ride mica, si può offendere.

  38. cara Cecilia, mi fai pensare, la forza della parola, che fa male o fa bene, o crea indifferenza, forse la cosa peggiore.
    Si l’indifferenza, contraria alla PASSIONE.

    La cosa peggiore, anche se a volte è necessario anche essere indifferenti per salvarsi dal dolore???

    Non lo so. A me riesce male ad essere indifferente e spesso soffro per eccesso di passione intesa come interesse per l’altro da me, che sempre insegna qualcosa a me, essendo differente da me.

  39. alla fine volente o nolente
    ste scarpette rosa me le ritrovo sempre fra i piedi..
    che sia per caso…o per altro chissà perchè, cmq sia visto che me le ritrovo davanti, non posso ignorarle ecco quindi una foto per le scarpette rosa

    a parte tutte le simpa risate che ci facciamo…
    tvb…penso proprio tu sia bella parsona e l immagine
    che postato per ridere non centra niente con te…
    (a parte le bellissime scarpette rosa che indossa)
    ciao VVVVVVAAAAAAAAALLLLLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!

  40. non so perchè ma non visualizzo il primo post che avev scritto,ùquello che diceva:
    nooooo Nip and coso….no tutto tranne Nip and coso!pietà
    ma non lo vedo più
    ed era anche quello con la scritta sbagliat su melusin…
    ora ripet.. se no i comment che ho poi scritt non si capiscon….
    anche se questo in realtà era par Map…
    che garbuglio!!!!

  41. ora sono spariti gli altri due commenti ed è riapparso il primo…
    booohhhhhh, mi sa che alla fine verran pubblicat tutti…
    ….. 🙄
    :mrgreen:

  42. Il secondo post, non era Rivolto ad Emanuele, come al solito ci si scorda di levare il nome… Buongiorno a tutti!!!

  43. Carissima Cecilia,
    ho letto con attenzione il tuo post, e sottoscrivo ogni tua parola.
    Leggrti è smepre stato un vero piacere e mi hai offerto smepre molti spunti per riflettere, per fare anima….
    se non ho capito male dici che te ne vai……
    se fosse mi dispiacrebbbe tanto, .
    …ma comprendo anche che a volte si ha bisogno di cambiare aria, di stare un pò in solitiudine o di fare altre esperienze….
    il blog è smepre qui cmq!!!
    Ti mando un grande bacio….

  44. Cara Cecilia,
    sei entrata su suggerimento di un’amica, alla quale cambia il colore degli occhi, quando sta con te. E dal colore posso dire che la influenzi in positivo.
    Ora invece sono io che ti chiedo di rimanere: e questo è il suggerimento di qualcuno che pretende di conoscerti solo per avere con te fatto scambio di qualche pezzo di Anima… Qualche figurina, una macchinina, due caramelle in cambio di tanti sorrisi. 😀
    Sono in grado di capire qual’è la cosa migliore per me e per chi mi vive a fianco, poichè se ho dentro di me gioia è gioia quello che trasmetto intorno.
    Non andartene, Che! … E sarò pure egoista: perchè, se rimani tu, avrò con me anche quello a cui ho felicemente rinunciato. Un pezzetto di me, appunto.

  45. …Secondo me, se cambiassi colore di scarpe, saresti meno imbranata ed io soffrirei di meno a vedertele ai piedi. 😀

  46. Per Map
    Penso che Winah abbia iniziato le danze postando un commento indirizzato a Egill, che ha reagito. Io non ho riso per la rettifica di Winah, nè per la reazione di Egill, nè sto ridendo ora. Il senso dell’umorismo non è il mio forte, scusate, ma è quello che ho visto.

  47. Ho letto il post di Tea a Cecilia…e vorrei generalizzare alcune affermazioni, portarle cioè fuori dal contesto speicifico.
    Quello che scrivi è vero.
    Gli impegni quotidiani o le sofferenze personali, per quanto possono impegnarci o logoraci, non devono e non possono limitare le nostre azioni, i nostri pensieri e le nsotre parole a favore di noi stessi o di chi ci sta vicino.
    Anche se a fatica bisogna riuscire a trovare il tempo per tutto e per tutti. Di recente una persona mi ha detto una cosa che mi ha fato molto riflettere:
    capita spesso, ha detto, che presi dalle nostre atroci sofferenze, del fisico o del cuore o della psiche, diciamo di non poterci prenderci adeguatamente cura del prossimo, delle persone care…perchè appunto presi dalle nsotre cose e alla ricerca di una loro necessaria quanto snervante soluzione.
    Quatsa persona mi ha fatto notare che questa è solo una scusa, una scusa verso se stessi perchè “l’ego” ha la meglio sul cuore….invece deve accadere il contrario, che pur se presi da una tempesta gigantestca che ci sta facendo perdere la rotta non dobbiamo dimenticaci degli altri e dobbiamo aiutarli nelel loro tribolazioni, perchè è un dovere di un essere umano verso altri esseri umani, perchè se qualcuno ci chiede aiuto non possiamo rispondergli “bhèè, io non ti posso aiutare, perchè guarda come sto messo…e vai a rompere ad altri” e perchè aiutando gli altri aiutiamo noi stessi, amando il prossimo amiamo, o torniamo ad amare, noi stessi…e quell’amore che offriamo all’latro alal fine è amore che va nel mondo,
    e amore genera amore!
    Grazie a chi mi ha detto tutto ciò..

  48. Ohibò MEL sai non ho capito??
    Si vede che ho bisogno di biscottini RINCO i ..biscotti per gli ultimi …mesi… 😉 😉 😀
    t’aggia scrivere n’coppa a mail???
    Qua non basta più la pagina 777 di televideo…..

  49. Val come al solito mi sconvolgi.
    Rimango sempre ebetizzata quando leggo i tuoi comms.

    Si vabbuò Winah ha iniziato le danze ma io parlo delle parole di come le si usa e di cosa a volte si capisce o non si capisce e noio ne sappiamo quackosa.

    Fraintediments…ieri mi sono vista un pezzo di Voyager e suisserio mapecchè la tivù è un tale schifio??Cioè Conte Dracula..machisenefrega..cioè ma dovevano mandare via tutti i ganzi ppe pijarci tutti gli stroxs???

    Cioè, voglio dire una trasmissione a quell’ora che parla di gente impalata blah 😦 sti turchi ottomani all’assalto della Transilvania ma davvero davvero siamo uscendo fuori di cervello.

    Come cavolo scelgono ste trasmissioni?

    Poi quando ti hanno fatto la solfa su Dracula ti dicono
    “ah no puoi pensare ciò che ti pare tanto è tutta una bischerata”.
    Ah già e meno male che intanto lavavo i piatti.Voyager ma vedi de voyagiarti da n’artra parte…

  50. Per Tea:

    “Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No.
    Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare”.

    Alessandro Baricco

  51. BREAK THE ROUTINE

    Vai a casa e sorprendilo
    Viene a casa e sorprendila
    cucina per lei
    Fai trovare a lui la casa piena di fiori..
    Che tenerezza..
    Non dire Salam Alekum e basta fai qualcosa per spezzare la routine..

  52. LOVED
    IT 😎


  53. Map, ti davo ragione: non fa ridere quello che è successo. Sin dall’inizio non mi ha fatto ridere. Io non ho il senso dell’umorismo, lo sai…
    Non so nemmeno se la moglie di Dracula avesse senso dell’umorismo… ( 😀 ) Penso che lui non la mettesse al corrente di quanta gente impalasse. Non avrebbe potuto fare più il suo lavoro per bene… Mah!…

  54. Mel …e i suoi commenti “magici” (…spariscono …riappaiono …ci sono …non ci sono 🙄

  55. PRIMA….


  56. ….E DOPO

    (riappaiono tutti 😛 !!


  57. Giuseppe, ho comunque letto con attenzione 😉

  58. x CHE (Cecilia)

    Fa’ quello che ti senti

    e solo se lo senti


    HASTA SIEMPRE…. 😉

    .

  59. Per Valeria D.A.-
    Hai classe e ti devo Una-
    Ho commentato il post L’Odio quando ti ho “conosciuta”-
    Non pensavo di avere proprio da te un difesa una considerazione
    imparziale Io avevo scritto su te e l’uso di ybris – La mia stima-
    Egill

  60. Non è che mi mandano i mujaeddin a casa mò??

    Ehi? era solo ppe ddire che in tutte le religioni hanno la fissa di dare consigli per i matrimoniati. Cioè i condannati alla noia perpetua.

  61. A voglia a spezzare la Routine..metti una sera a cena col Corano o Con La Bibbia la Pizza resta uguale.
    Nà PIZZA.

  62. Maaaaaaaap ….solo tu riesci ,,, mi chiedo : in tutt’Italia o in tutto il mondo? sagacissima sei!! mi piace, la tua tenerezza.. che spunta come fiori da tutte le parti dei ”discorsi” .. 🙂 ciao

  63. Egilll, ricordo soltanto che, dopo il post sull’Odio, abbiamo avuto una discussione chiarificatrice su cosa può essere cambiato: come rapportarsi agli altri, per esempio. E poi ad una certa età ( 😀 ) si comincia a guardare all’insieme e non al singolo episodio. Non mi devi niente, Egilll. Ti stimo anche io e stimarsi aiuta il dialogo.

  64. Ciao Map…
    è una serie che non ho mai potuto vedere…
    e pensare che iniziasse un ciclo di Nip and T anche qui…mi ha fatto rizzare i capelli 😀

  65. Insomma una forma di perbenismo bigotto e borghese! Apparire ma non essere!

  66. Care Bea e Tea, è vero, gli impegni non offrono una scusa per limitare le nostre azioni, soprattutto quando si tratta di impegni sociali o quando si parla di BENE, o di amore: del resto come avrei potuto attraversare un oceano e stravolgere la mia comoda vita per allevare mia figlia, senza offrirle questi principi ? Che esempio posso essere per lei se non riconosco i miei limiti e non li accetto? Quale amore posso darle se non quello che arriva da me stessa, dalla mia umanità con pregi e difetti annessi?
    Il tempo esiste e fa parte della nostra esistenza, anche se relativo; viviamo in una società e a questa cediamo compromessi: il tempo che offre limiti, come giustamente ci fa notare Tea; nonostante ciò è possibile mantenere affetto, BENE senza apparenze e attenzione per familiari e amici.
    Non ho mai parlato di dei o demoni , né di cavie da esperimento: come potrei ? Forse siamo un po’ tutti cavie di un esperimento…
    Fermarsi o tirarsi fuori non significa abbandonare; significa, appunto, fermarsi, prendere tempo per dedicarlo a cose imminenti.
    Per me il Natale è un giorno come tanti e NON un’occasione per sfoggiare ciò che ci si dimentica il resto dell’anno: IL BENE, quello senza apparenze o ipocrisie, non conosce tempi, nè spazi, nè ferie.
    …Per il resto, le parole di Tea le trovo profonde come al solito e di persona che ha acquisito maturità dall’esperienza vissuta, e ciò le dà ancora più valore da parte mia. Condivido appieno il tuo pensiero Tea, “IL BENE SI RICEVE SOLO QUANDO SI RIESCE AD APPREZZARE CIO’ CHE SI RICEVE”: nel dare non ci devono essere elemosine o sacrifici altrimenti si crea disparità. “Le parole arrivano solo DOPO gli stati d’animo”; a me piace sempre dire: LE PAROLE SONO FINESTRE OPPURE MURI.

    Carissima Tea…ti ho già risposto tramite mail…

    Cara Map condivido in pieno la tua osservazione sull’indifferenza che ci protegge o salva dal dolore, ma non fa bene né a chi la pratica, né a chi la riceve: l’indifferenza, come ben tu affermi, è un non voler ascoltare quello che sta dentro noi stessi…e l’indifferenza non va confusa con il distacco (inteso in senso buddhista): il distacco ci permette di ascoltare il dolore e non difenderci da esso, di coglierlo e accoglierlo in quanto facente parte di noi (il contrario di respingerlo o far finta che non esista) e permetterci di proseguire sulla strada del BENE incondizionato perché, non dimentichiamolo, il tema di questo scambio è IL BENE.
    Sì, le diversità, tutte, arricchiscono…
    (Per restare nel tema religioso che hai introdotto)
    “Senza frode imparai e senza invidia io dono” (Sapienza 7,13);
    “La sapienza procura tutti i beni” (Sapienza 8);
    “Se la ricchezza è un dono desiderabile in vita,
    quale ricchezza è più grande della sapienza,
    la quale tutto produce?” (8,5);
    …E la sapienza non è solo quella dei libri ma è soprattutto incontrare, conoscere l’altro (non necessariamente in senso biblico !) ed ascoltarlo, contemporaneamente a noi stessi.

    Punti di vista…

  67. Valeria cara, perché rinunciare a qualcosa: fa comunque sempre parte di te e di me. Ti lascio la mia mail (cecilia.bonazzi@virgilio.it) che posso ancora visionare quotidianamente, perché i pezzi di anima li scambio sempre volentieri…

    Caro Emanuele, hai capito benissimo…sento, metabolizzo, procedo…

    Ciao.

  68. La verità equivale alla produzione del Bene, quello sommo, quello che nessuno in terra è intitolato a promettere. Profetizza, Ferenczi, la cessazione della menzogna e elegge tale evento a criterio che permette di stabilire la fine dell’analisi. Quando termina veramente l’analisi? Quando è assoluta la cessazione delle menzogne.

    ((((((e l’espressione dell’amore diventa assoluta… 🙂 n.d.r. 🙂 🙂 ))))))

    La verità è un fine assoluto della scienza, scrive a Freud.

  69. Creare nemici, creare mondi

    Estratto

    Due sono quindi i movimenti di cui si tratta nella creazione del nemico: la costruzione di un confine e il bisogno che l’altro, posto in quel confine, mi riconosca. La guerra che si genera nella costruzione dei confini cela l’aspirazione a cancellarli. Il bisogno che l’altro mi riconosca viene agito, per così dire, dal di fuori. L’altro può solo riconoscermi se io lo vinco. Paradosso indistruttibile, ineludibile, letale: perché nel momento in cui io vinco l’altro, che è il solo a potermi riconoscere, l’altro viene meno e dunque soltanto la sua morte può farsi veicolo del riconoscimento. Là dove era il nemico, avviene la morte. Se di questo avvenire veramente si tratta, allora l’ultimo riconoscimento ha come oggetto la mia immortalità. Hobbes e Rank, dunque, il filosofo politico e lo psicoanalista, anzi il postpsicoanalista, stanno dicendo, in modi diversi, il medesimo.

    Il medesimo è la paura, la paura originaria. Il medesimo è l’origine che per ogni uomo prende il nome di paura. Il medesimo, nel linguaggio di Heidegger, è l’apertura. Ma l’apertura non ha confini e il “senza confini” semina paura. Dunque Hobbes, Rank e Heidegger stanno ancora dicendo il medesimo: paura, paura cosmica, paura della morte, trauma della nascita, apertura. La paura cosmica è il corrispettivo dell’apertura, l’apertura l’altra faccia della paura cosmica.

    In cosa consiste, di cosa è fatta la paura originaria, quella stessa che gli uomini, creando, s’illudono di distruggere? La paura originaria possiamo provvisoriamente definirla come quella di essere confusi, di non avere Io. Se la paura originaria ha a che vedere con il non esserci, il disesistere, il desêtre dei confini, allora un modo di renderla vivibile, abitabile, di farla traslare, per così dire, a geografia delle dimore, consiste nell’erezione di confini, nel mettere al di là di un confine e, ancora, di un altro confine, un altro da me.

    All’inizio è la paura cosmica, il terrore dell’indistinzione, l’angoscia primordiale di non esserci, di non consistere. Questo intende in ultima analisi Rank quando parla di trauma della nascita. La filosofia, l’arte, la psicoanalisi appaiono a Rank altrettanti modi di superare l’originario, ineludibile trauma della nascita, altrettanti modi di venire a capo della paura della morte. In ciò artista e fruitore dell’arte, psicoanalista e psicoanalizzato sono compagni di percorso, partecipi dello stesso rito ripetuto nel tempo. La creazione di confini costituisce il risultato, anche nascosto, anche sotterraneo, ma non per questo meno reale, di un tentativo che gli uomini producono da sempre di sedare la paura originaria. La guerra, per quanto paradossale ciò possa suonare, appare suscettibile di essere inserita in tale contesto di creatività. A ben vedere, poi, il trauma della nascita è già di per sé una creazione di confini, una creazione che ha a che vedere con una lotta, quella ingaggiata dal nascituro e dalla nascitura per emergere dal corpo della madre.

    Come viene dunque creato un nemico? Il nemico si costituisce a partire dall’erezione di una barra, di un limite, di una scissione, fessura o, come direbbe Lowen sulla scia di Reich, di un blocco.

    Il nemico si costituisce in base a un mancato riconoscimento. Un mancato riconoscimento è quanto attiene a una mancata simbolizzazione. Per accedere al mondo del simbolo devo necessariamente procedere a un riconoscimento. Perché però questo accesso si costituisca come necessario, deve esserci stata una separazione. Il simbolo ha sempre a che vedere con una separazione. Dal canto suo la separazione ha a che vedere con una generazione e, meglio, un’autogenerazione.Il nemico viene creato a partire dall’erezione di un confine oltre il quale un Io proietta. A partire da questo assunto si potrebbe anche ragionevolmente affermare che il primo nemico creato dall’Io sia il corpo.

    Che il corpo sia oggetto di proiezione e che tale proiezione sia seguita da una radicale opposizione è tesi sostenuta da Ken Wilber . Se si proietta il corpo come oggetto là fuori, l’Io si identifica come Io opposto al corpo. Ora, appartiene alla logica, al destino di tutte le proiezioni, che anche questa, del corpo, si risolva in una persecuzione. L’alienazione del corpo assume i connotati di un corpo proiettato che inizia a tormentare l’individuo colpendolo nel modo più esiziale, rivolgendogli contro la sua stessa energia. Una volta posto al di là del confine e relegato dalla regione Sé alla regione non Sé (e dico questo perché di luoghi si tratta e di creazione di luoghi), il corpo diventa naturalmente un nemico. A questo infatti serve il confine, a individuare la geografia Freund/Feind. A partire dall’erezione di questo confine inizia la guerra, sottile, invisibile (ma anche visibile), sotterranea (ma anche superficiale, evidente, fatta di sintomi) tra Io (Freund) e corpo (Feind), una guerra di opposti. E di guerra di opposti si tratta nella misura in cui ogni erezione di confine crea, per ciò stesso, opposti in conflitto tra loro.

    Tale conflitto di opposti è qualcosa che gli uomini portano dentro da sempre. E portandola dentro, portano dentro anche le ragioni seminali della guerra. La semina del conflitto Io /corpo diventa il raccolto della guerra. Le origini della guerra partono insomma da molto lontano e nello stesso tempo sono dentro, calate in una geografia che abitiamo ogni giorno, la geografia che vede un corpo proiettato oltre un confine. Ora appare chiaro come la concezione che vuole l’Io nelle vesti di Freund e il corpo in quelle di Feind vada rivista. L’asse Reich-Lowen e la sua prosecuzione negli psicologi transpersonali, in particolare Stanislav Grof, molto ha fatto, e in modi che vanno attentamente riconsiderati, in questa direzione. Il corpo va riportato al di qua del confine. Se il corpo viene riportato al di qua del confine ciò che ne deriva assomiglia a qualcosa come a un’uccisione dell’Io che quel corpo ha proiettato. È appunto in prossimità di quell’uccisione che entra in gioco la paura. Ed è in virtù della paura, e dico “virtù” con l’occhio rivolto alla dote etimologica di questa parola, che non ci si arrende al corpo. Nella virtus risuona il vir, l’uomo. La questione della resa al corpo sembra riguardare in prima istanza gli uomini, quelli stessi che tradizionalmente fanno la guerra e, nella guerra, danno o subiscono morte, violando quel comandamento del volto che, nel pensiero di Lévinas, suona: non uccidermi. Quale Io potrebbe infatti percepire il volto dell’altro come fosse il proprio? Non è il volto dell’altro appunto il confine che alimenta la geografia della guerra che portiamo dentro da sempre?

    Giorgio Antonelli

  70. Carissima Cecilia,
    non ho avuto l’opportunità di conoscerti a fondo, se non per quello scambio, per usare le parole di Valeria, di pezzetti d’anima che qui è stato posisbile, ma la tua rispsota mi ha fatto comprendere tante cose…..e soprattutto il fatto che dietro ad alcune nostre decisoini spesso vi possono essere motivi che, per questioni di riservatezza o di altra natura, ci spingonoa fare scelte che per ci sta vicino magari rislutano incomprensibili…..e non comprrendendo magari ci lanciamo nel dire banalità assolutamente fuori luogo.
    Non avevo capito fino in fondo le tue ragioni….e non solo le condiviso, ma forse è una strada che dovrei battere anche io!
    E’ sto un grande onore averti conosciuto e aver potuto fare Anima con una persona profonda come te!
    In bocca al lupo per tutto…
    Un grande bacio, Bea

  71. Grande Tea!!!!
    L’hai trovato poi il grande Giorgiooo!!! allora che te ne pare di Antonelli?
    hai trovato anche qualcosa su quell’argomento che mi cheidevi??
    mi hai fatto un gran bel regalo!!!!
    ora me lo leggo!!!
    un bacione

  72. Giorgio Antonelli

    Al di là della psicoanalisi. Otto Rank
    Lithos, Roma, 2008
    Recensione di Antonio Dorella

    ‘Il nevrotico è, lo sappiamo, un artista mancato. Questa è una tesi antica e ricorrente di Rank. Ma in che senso sarebbe artista e perché mancato? Ebbene il nevrotico è artista in quanto predisposto ad un’esperienza totale, ma è mancato perché impedito dalla paura di mettere in atto la propria predisposizione’ (p. 248). Così scrive Giorgio Antonelli in conclusione del suo ultimo libro ‘Al di là della psicoanalisi. Otto Rank.’

    Una frase che potrebbe essere la trascrizione di un pensiero di Carotenuto relativo al rapporto fra nevrosi, terapia e creatività. E che ben si inserisce nel numero di questa Rivista, nella quale –come noto- sono raccolti gli Atti del 10° Convegno del Centro Studi di Psicologia e Letteratura fondato da Aldo Carotenuto, di cui Giorgio è Presidente. Il convegno è dedicato questo anno proprio alla relazione fra ‘Arte e Psicoterapia’.

    Del rapporto stretto e avvincente fra arte e psicologia Otto Rank (1884, Vienna – 1939, California) è stato uno degli antesignani e dei più colti divulgatori. Apprezzatissimo dallo stesso Freud, il quale –pur allergico a qualsiasi collaborazione con gli allievi- ha tuttavia per alcuni anni realizzato una edizione dell’Interpretazione dei Sogni molto particolare. In cui egli continuava a curare la sezione clinica e teorica, mentre l’allievo Rank svolgeva la parte di collegamento del sogno con l’arte, la mitologia e il folklore.

    Insomma anche quando Rank opera all’ombra del suo mentore viennese lo fa a suo modo. A partire dal significato individuale e collettivo delle opere d’arte. Attraverso un metodo che davvero non mi appare diverso dal concetto di inconscio individuale e collettivo teorizzato Jung. Come ad esempio ne Il tema dell’Incesto nella letteratura e nella leggenda (1912), in cui l’autore pone il progredire di alcune figure letterarie come una misura della relazione fra la coscienza e l’universalità del complesso genitoriale. In particolare da Sofocle (Edipo Re) a Shakespeare (Amleto), fino a Schiller (Don Carlos) e Alfieri (Mirra), la letteratura secondo Rank riflette quello che avviene nella psiche degli uomini. Una specie di Neumann dell’Edipo. L’evoluzione del rapporto dei personaggi di quelle tragedie con le figure di accudimento manifesta il grado di evoluzione psichico della società, nella quale l’opera è stata prodotta.

    Rank non è mai stato solo un replicante. Sfogliando il Doppio, ad esempio, mi ha stupito scoprire che egli si è interessato già nel 1914 del rapporto fra cinema e psicologia.

    Sempre a proposito del rapporto fra psicologia, arte e creatività, uno dei più godibili capitoli di Antonelli è l’11°, intitolato ‘Perché Rank non ha scritto una storia della psicoanalisi?’. L’autore immagina i temi che si sarebbero potuti trattare. Uno spazio speciale Rank lo avrebbe dedicato probabilmente alla storia del Comitato Segreto. Del quale era stato segretario per circa 15 anni, su invito di Freud che ne aveva anche finanziato con discrezione gli studi fino alla Laurea in Filosofia.

    Nel capitolo mai scritto sul Comitato Segreto, Rank –secondo il gioco di immaginazione dell’autore- avrebbe rivolto una attenzione speciale alla sua breve alleanza con Ferenczi contro l’asse Abraham-Jones. Gli innovatori contro l’ortodossia, i fautori della terapia attiva contro i ‘patologizzatori’ di qualsiasi novità. Per la mancanza di coraggio di Ferenczi, che fu richiamato all’ordine dallo stesso Freud, la coppia Abraham-Jones vinse il duello. La psicoanalisi si irrigidì sulla certezza dei suoi dogmi. E Rank emigrò prima a Parigi e poi in America.

    Ebbene in quello spazio dedicato al Comitato Segreto -fantastica Antonelli- Rank avrebbe difeso la sua posizione post-psicoanalitica, indissolubilmente legata alla dimensione artistica. ‘L’arte della terapia contro l’ortodossia freudiana (ortodossia alla quale Freud, a dire il vero, è stato in buona parte estraneo), l’arte contro la presunta scienza, la creatività contro la normalità e contro la burocratizzazione della psicoanalisi, il culto della differenza contro la tendenza a mettere in risalto le somiglianze, il controtransfert contro la neutralità, cioè nei termini di Freud, la Indifferenz’. Poichè ‘quando l’uomo nevrotico guarisce, sosteneva Rank, diventa un artista, non un uomo normale’. (p. 232).

    Proprio per il suo interesse e la sua fiducia nelle risorse creative dell’individuo, oltre che per lo sforzo di ancorare la vita psichica al presente, il Rank post-psicoanalista ha in seguito riconquistato parzialmente il posto di prestigio che meritava. In particolare è stato eletto come uno dei punti di riferimento più rappresentativi della psicologia umanistica e –insieme alla triade Jung-Assagioli-Maslow- della psicologia transpersonale. Il tema dell’eredità ‘artistica’ di Rank è trattato nel capitolo 8°.

    L’arte della psicoterapia è il dunque il centro dell’intenso, innovativo, in alcuni casi avvincente libro di Antonelli. Ma perlomeno altri tre grandi argomenti possono essere messi in evidenza.

    Il primo è il costrutto del Trauma della nascita, esposto in un testo pubblicato da Rank nel 1924. Tesi accolta con attenzione e discernimento da Freud, poi con sempre maggiore diffidenza e infine con rabbia e malumore. Personalmente non ho mai capito la posizione sul trauma della nascita da parte di Rank. Anche se Antonelli fa notare che autori come Grof la considerano una proposta teorica d’avanguardia. Rileggendo oggi il libro dell’autore viennese, esso mi appare superato. Indifendibile. L’insistenza con cui Rank arriva sistematicamente alla conclusione che ’l’analisi si dimostra quindi, a conti fatti, come il complemento suppletivo del trauma della nascita, non completamente superato’ (Rank, SugarCo Edizioni, 1988, p. 26) non riesco davvero a comprenderla.

    Che valore dare allora alla tesi di Rank che ogni sforzo dell’analisi è teso a pareggiare l’angoscia di un trauma della nascita finora non debitamente considerato?

    Lo stesso Antonelli giudica l’opaco testo di Rank non come il più rappresentativo. Il valore di quello scritto che valse al suo autore l’ostracismo dal Comitato Segreto è nella possibilità di interpretarlo alla luce della psicobiografia di Rank. Il figlio che non è riuscito neanche a portare il cognome del padre, ha sentito forte l’esigenza del distacco dal padre Freud. Ha voluto rinascere. E ha teorizzato questa sua esigenza come momento principale dell’attività terapeutica. Al pari di ogni profonda esigenza personale, quando diventa teoria, essa colpisce in parte nel segno ma continua a portare il sigillo di chi l’ha confezionata. La lettura del testo come metafora –Antonelli dice: sub specie mythologica- è ancora attuale. Il letteralismo di quel pensiero, no.

    Il secondo argomento è direttamente collegato al primo e rappresenta una innovazione di metodo. Riguarda la valutazione del lavoro di Rank come un’opera composta sotto l’egida di Artemide. Rank -secondo questa analisi- è attuale perché illustra i presupposti di un terapeuta artemideo.

    Che cosa vuol dire essere un terapeuta artemideo? Che senso ha l’introduzione di un vocabolario politeistico per rileggere la storia della psicologia e dei suoi eroi? E in quale altro modo, inoltre, si può essere terapeuta? Secondo le parole di Antonelli: ‘freudiani e junghiani hanno rivisitato sub specie mythologica la psicopatologia. A me sembra che sub specie mythologica possano essere individuati gli stili analitici. Il segno di Artemide connota l’analisi che guarda alla rinascita, quello di Dioniso alla scoperta…Se artemideo può essere considerato Rank, dionisiaco è stato certamente Ferenczi’ (p. 75). Freud, apollineo.

    Dunque ogni grande autore si muoverebbe segnato dall’influenza di una divinità, nel senso che anche Hillman ha fornito a questa connotazione psichica. Ma in che modo, allora, Artemide è il deus absconditus di Rank? E soprattutto che utilità apporta questa operazione ermeneutica? Chi è Artemide, oggi?

    Artemide è colei che riunisce in sé il forte senso dei confini e la capacità di procurare nascite. Come l’odierno terapeuta. Antonelli spiega il significato di Artemide con diffusione nei primi tre capitoli. In apertura di testo l’autore riporta la sua traduzione di un inno alla dea da parte del poeta Anacreonte; a chiusura del libro pone la traduzione di un inno omerico ad Artemide. In quei primi tre capitoli Antonelli rilegge le principali qualità di genitrice della dea in riferimento a Rank e si dedica inoltre ad un gioco di etimi, ricco e talora vertiginoso. Che forse avremmo preferito più sobrio. In particolare l’autore parte dalla radice indoeuropea ‘ar’ presente nella parola Artemide per giungere -attraverso un associazionismo solo apparentemente casuale- ai più inaspettati approdi. Alcuni dei quali in verità di alto valore clinico e fortemente evocativi. Direi quasi poeticamente ispirati. Mi riferisco ad esempio alla descrizione della dimensione selvatica di Artemide Linnaia, la dea della palude, e la confidenza con la fangosità, che caratterizza la permanenza nel temenos clinico. ‘E’ nel fango’ –scrive Antonelli- ‘che terapeuta e paziente possono procedere nel loro percorso e declinare le loro destinazioni. Fare analisi è fare attraverso il fango, attraversare il fango con il fango, trovarsi e trovare nello sterco (p.49)’. In consonanza -specifica- con quanto recita la massima alchemica: in stercore invenitur.

    Per riepilogare, il segno distintivo di Artemide è l’arte della separazione a distanza. ’Ho imparato’ -dice Rank- ’che la capacità di separarsi è una delle maggiori funzioni della vita’. ‘Capacità artemidea’ –specifica Antonelli- ‘quante altre mai, capacità di lasciar essere l’altro, capacità di favorire la generazione, la creazione dell’altro e propria, capacità d’odio che s’invera in quella pratica, tutta rankiana, di stabilire anzitempo il termine dell’analisi, capacità di leggerezza. Capacità che spetta di diritto a chi, come Rank, si è saputo separare dai suoi due padri, quello biologico e quello analitico, quello che lo aveva generato e quello che lo aveva eletto come figlio’ (p. 156)

    Il terzo tema è una diretta conseguenza dei due precedenti. Riguarda il Rank definito da Antonelli ‘post-psicoanalitico’ e in particolare il rapporto verità/realtà. Un tema sul quale Antonelli vede confrontarsi le personalità e le teorie di Ferenczi –di cui Giorgio è da anni profondo studioso- e di Rank, prima amici e poi avversari. Alla fine estranei fino al punto che Antonelli si chiede –e ne fa il titolo di un intero capitolo– ‘Perché Ferenczi, incontrando per caso Rank a New York, rifiutò di parlargli?’.

    Rank difende la psicoterapia come costruzione di realtà, Ferenczi come il disvelamento di verità. ‘Il demone di Ferenczi sulla scia del padre Freud, è la verità. Il demone di Rank è sempre di più l’invivibilità della verità e il farsi strada, il leggero imporsi della leggerezza’ (p. 120)

    E’ nella contrapposizione fra verità e realtà –a nostro giudizio- uno degli elementi di maggiore interesse clinico e teorico di questo lavoro.

    La tesi fondamentale è che il Rank post-psicoanalista sia uno dei precursori del costruttivismo. Rank con talento –dice in estrema sintesi Antonelli- inaugura una sensibilità e un modus operandi della psicoterapia che permea fin nelle radici la nostra attuale cultura clinica. Che è di natura polifonica, fatta di continue rinascite, artemidea appunto. La psicoterapia come rinascita, presuppone l’apertura ad una vita rinarrata non disvelata. Rimodellata secondo i principi di utilità, benessere e verosimiglianza. Donald Spence negli anni ’80 ha espresso il medesimo concetto contrapponendo la verità storica alla verità narrativa. Oggi il cosiddetto approccio narratologico e quello cognitivo-costruttivista ne sono gli eredi.

    L’evoluzione dei testi di un autore rivela la storia dell’autore. La regola è valida per Rank, ma anche per Antonelli. Il quale –a nostro giudizio- con ‘Al di là della psicoanalisi’ raggiunge il vertice della sua capacità di storico e di studioso della materia. E anche il vertice della sua abilità di scrittore, non sempre divulgativo. In questo saggio Antonelli riesce a smussare –e qui entro nella parte critica- alcune difficoltà di approccio che probabilmente i suoi precedenti scritti hanno manifestato per la straordinaria abbondanza di materiale, di riflessioni e di rimandi. Oltre che a motivo di uno stile personalissimo, colto, elaborato, talora astratto, al quale ci si abitua con lentezza. La passione espositiva del testo su Otto Rank è la conferma della piena maturità di pensiero di Antonelli e soprattutto -questa è la novità- di un desiderio di riconquista della leggerezza che accomuna perfettamente i due autori.

  73. Sai che libro sto cercando di Antonelli:

    “Sapere il deserto
    Sulla concezione psicoanalitica del mondo”

    la presentazione dice:

    “Il sapere preteso dalla psicoanalisi è un sapere che salva, che redime, che libera. Ma la verita cui esso aspira corrisponde a ciò che gli uomini veramente vogliono?
    Non si tratta, forse, nella psicoanalisi, d’un sapere e di una verità che portano al deserto?”

    Che te ne pare?

  74. Cara Cecilia, comprendo molto bene i problemi legati al tempo che non basta mai, tra lavoro, casa, figli, imprevisti e varie ed eventuali, mi fa piacere sapere che però non hai deciso di abbandonare il blog ma solo di prenderti una pausa per affrontare un periodo più intenso. Anch’io non riesco a connettermi ogni volta che vorrei e per questo che sono un po’ discontinua e non sempre riesco a leggere tutti i commenti. Ho apprezzato i tuoi contributi varie volte e ti ringrazio,
    augurandoti di affrontare e risolvere al meglio i tuoi impegni ti saluto.
    A presto, Anna

  75. Grazie, Tea, per questo estratto di Giorgio Antonelli, contributo veramente interessante.

  76. La scoperta del genoma umano non rincuora l’uomo poichè ha tra le mani la conferma della sua incapacità di ragionare in assenza di sinapsi, che a quanto pare funzionano nell’individuo Formicaio.
    Il Corpo Astrale, l’archetipo universale e necessario, sul quale si fondano i miti, cioè quelle strutture simboliche entrando in contatto con le quali l’anima può esprimere la propria emnergia e la propria vocazione, non perdersi nella realtà.

  77. Cara Beatrice, grazie ovviamente anche a te per questo importante contributo, penso che deciderò di approfondire l’argomento che mi interessa molto.
    Un bacio ed un abbraccio,
    Anna

  78. cara Cecilia ho scritto un cosa nel Giardino Spezzato
    forse capirai che anche io mi faccio le stesse domande.

    Umanità, Bene, Comunicazione.

    Sai sono una persona molto tattile, ci sono tanti tipi di “memoria” , c’è ne è una fisica, spesso per esempio gli affetti da dislessia devono ricorrere alla “memoria fisica” per ricordarsi delle cose perchè nè ascoltare nè leggere li aiuta.

    Il by pass dei luoghi fisici non è tanto biblico quanto essenziale per me.

    E’ un mio difetto essere incapace di interagire con un’altra persona senza provare passione, non riesco a capire ad assorbire nulla se non c’è passione.

    Le persone mi possono parlare per ore ed io non capire assolutamente niente se non mi interessa è una cosa terribile non capisco niente.

    Quando riprenderò a dipingere mi sentirò sicuramente meglio.

    La passione della pittura è fisica, e la fisica della mia anima è fisica.

    Non temo niente oltre alla paura di essere responsabile di qualche danno in un altra persona, ho persino orrore di pestare un fiore.

    Mi dispiace schiacciare una chiocciola per strada.Sentire quel rumore CRACK mi dà le vertigini.

    Penso di avere interrotto qualcosa, un suo percorso, penso e se fossi arrivata prima o dopo invece che in quel momento?Certo dura un’attimo ma quell’attimo c’è.

    Forse anche per questo che non mangio carne di mammiferi, cioè degli animali più vicini a noi, mi sembra di mangiare delle persone.

    Sento i dolori degli altri e mi sento spesso priva di forze dopo aver parlato a lungo con quialcuno per aiutare per capire per essere d’aiuto.

    Non sono perfetta, il mio nemico peggiore sono io senz’altro. Ma sto imparando, in questo blog ci sono molte persone da cui imparare.

    L’indifferenza non mi compete molto, è l’ennesima notizia quella che un’altra vicina di casa abbia il cancro. Tre tipi. E siamo a otto.
    Certo ci scherzo, ma non certo perchè non mi colpisca.
    Tutto mi colpisce ed assai pesantemente.
    Tanto che mi devo sforzare spesso a dirmi “MA CHE ME NE FREGA”.

    Altrimenti non sarei d’aiuto a nessuno.

    Esiste una regione del cervello preposta all’agire “freddo” , mi è caitato di salvare cani gatti e una persona dalla morte sempre ho agito in queei frangenti con decisione e freddezza.Un antiveleno dato con rapidità salva la vita.Una freddezza inesplicabile a chi urla, si agita , e batte la testa nel muro..non riuscendo ad essere utile a chi è in pericolo.

    Ora non so se da un web da internet si possano capire veramente le persone, dubito, a volte ho preferito la sintesi ai “rotoloni regina” che nessuno legge. Faccio un eccezione per te.Niente sintesi e nessuna battuta facile. Spero tu lo apprezzerai.Tra l’altro Cecilia è un bellissimo nome.Un Bacio

  79. Bea…… grazie . i tuoi suggerimenti sono stati veramente preziosi… una boccata di ossigeno, una bolla enorme di ossigeno che mi è scoppiata accanto…
    Cecilia ……esci, vai, fai i tuoi giri, ….e poi …torna, però…. 🙂
    Mapp….. scusa, ma mi piace tanto quello Che hai scritto per Cecilia Celeste….. tanto tanto…
    e… Mapp …. è la prima volta in assoluto che ti vedo Celeste pure te
    ……. baci siete belle

  80. VEDERE I VERI COLORI

  81. …Conoscendoti così come ti ho conosciuto su questo blog, Map, credo che tutte le chiocciole chiedano a gran voce di farsi schiacciare da te…. Ahahahahahaha…. Per darti quel brivido freddo e quella memoria dei luoghi che in nessun altro modo riesci a capire… Ahahahahahahaha… E magari, prima di ficcarsi sotto la tua scarpa, ti ringraziano pure… Ahahahahah…

  82. Cara Cecilia, non ti scriverò via mail. Ma avrò piacere di incontrarti su questo blog, nel quale mi immedesimo e riesco a fidarmi soltanto di me stessa. Considero un grande passo, quello di poter confidare su qualcuno. Adoro passeggiare lentamente nel presente. Un abbraccio 🙂

  83. Lo sentivo che era il suggerimento giusto, cara Tea!
    Pensa che io conosco (nel senso generico del termine ovviamente) Antonelli da qualche anno, eppure ho letto poco di lui, ma è pur vero che in quelle poche conferenze a cui ho assisto mi ha come rapita, in particolare quella dell’associzione Craotenuto di quest’anno sul libro rosso di Jung. Solo che, come tutti i libri e tutte le persone, per “frequentarli/leggerli” deve arrivare “la chiamata”….
    e per me è arrivata propri in quetsi giorni, forte, chiara inquivocabile!!!
    Sempre una piccola serie di coincidenze, poi oggi in ultimo il parlarne con te e il ricordare che certi argomemnti trattatti da lui sono quelli che ho in mente di approfondire ed ecco che ora, terminato Hillmann, mi butterò su Antonellli, sul libro sui sogni….in specie…500 pagine!!!
    Ti mando un bacione

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