Mentre l’occhio del sole governa la mia vista,
L’amore siede come un sultano nella mia anima.
Il suo esercito si è accampato nel mio cuore-
Passione e struggimento, afflizione e pena.
Quando il suo accampamento prese possesso di me
Gridai come se la fiamma del desiderio
Ardesse nelle mie viscere.
L’amore mi ha rubato il sonno, l’amore mi ha confuso,
L’amore mi uccide ingiustamente, e io sono inerme.
L’amore mi ha gravato di un peso superiore alle mie forze
Tanto che gli consegno un’anima senza corpo.
Ibn al-‘Arabi, citato in “Ti amo di due amori. Le più belle poesie della tradizione araba, persiana, turca ed ebraica”, scelte e introdotte da Bernard Lewis, Donzelli Editore, 2003.
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Voglio fare un percorso “Attivo”, in compagnia di altre donne… Quello che succede prima… di questo Tassello di Anima e quello che potrebbe succedere dopo… questo attraversamento di Amore
PRIMA… Il presagio di Anima!
Indizi… (Marina Cvetaeva)
Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.
Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.
Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungi tutto il corpo.
Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.
Riconosco l’amore dal boato
– dal trillo beato –
lungo tutto il corpo
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DURANTE: La coscienza parla all’anima ormai prigioniera di Amore
La cosa più superba è la notte… (Alda Merini)
La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l’anima si getta all’avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come un rigoglio fisso
fin dentro le pareti.
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Dopo… E’ la catarsi! 🙂 Parla il Sultano Amore
Hospes comesque
Corpo, facchino dell’anima, in cui sperare forse
sarebbe vano, amato corpo, più che non amarti;
cuore in un vivente ciborio trasmutato;
bocca senza fine tesa alle più nuove esche.
Mari dove si può vogare, sorgenti dove si può bere;
frumento e vino misti al banchetto rituale;
alibi del sonno, dolce cavità nera;
inseparabile terra offerta a tutti i nostri passi.
Aria che mi colmi di spazio e di equilibrio;
brividi lungo i nervi; spasmi di fibra in fibra;
occhi sull’immenso vuoto per poco tempo aperti.
Corpo, vecchio mio compagno, noi moriremo insieme.
Come non amarti, forma a cui io somiglio,
se è nelle tue braccia che stringo l’universo?
Marguerite Yourcenar
Grazie, Valeria, per il tuo importante contributo. Il filo rosso del femminile potrebbe essere uno spunto di discussione. Che ne dite?
Bellissimo e da me condiviso, cara Valeria, questo percorso di Amore tutto al femminile dal prima, al durante, al dopo…
Sì, é proprio un sultano Amore e il pensiero vola a Sherazade
Perse la parola,
Sherazade,
per raccontare
al Sultano
il suo amore
Ma
anche senza
la voce,
alla fine
lui l’amò
Perse la fantasia,
Sherazade,
per offrire
al Sultano
il colore dei sogni
Ma
anche senza
una fiaba,
alla fine
lui l’amò
Perse la vista,
Sherazade,
per guardare
il Sultano
come lamore
guarda il suo sole
Ma
anche senza
gli occhi,
alla fine
lui l’amò
Ho donato
le parole
del mio cuore
le fiabe
del mio ieri
e
del mio domani
la luce
dell’alba più tersa
al Sultano
che
alla fine
mi ucciderà
Cara Sherazade…
Anna, è come chiudere un cerchio. Penso al sacrificio di Amore come un oltrepassare l’Ego per donarsi all’altro, nel quale ci si identifica.
Ciao
e allora scrivo una poesia ad un uomo perchè insomma tante poesie alle donne e a mio modo di vedere si potrebbe tentare …
Ti svegli
sei il mio paesaggio d’ombre
il tuo corpo da esplorare in punta di dita
ingrugnito e sfatto
giaci come castello di carte del giorno prima
Sei miracolo di vita
eppure tutto accartocciato
ti stiracchi
occupi da sempre troppo spazio
nel mio cuore
e nel mio letto
Le tue invasioni le conosco
sono piccoli soldati a gruppi
che tentano di volta in volta
l’assalto
così come se in realtà
non gliene importasse poi niente
Goffi salgono e tradiscono
le loro origini
non sono mai stati soldati
ma campagnoli in gita.
Poi invece non è più così.
Ma la marea lascia spazio
alla spiaggia libera
e ad un tempo che ferma
la sabbia nella sua clessidra.
Map,
per me le altre poesie sono un inno all’Amore, cantato dalle parti che compongono una donna, che alla fine, grazie al Dio, si ricongiungono in UNA donna soltanto … L’isteria è femminile e la difficoltà della scienza di ragionarCi unite pure.
(Map, mi piacciono assaie i tuoi versi! Salutami quei compagnoli di merenda in gita: sei davvero speciale, map)