Hestia

“Certe famiglie concepiscono una Hestia che non è più la dea dritta e dignitosa, ma una sguattera volgare e chiassosa, che pur essendo il centro di qualcosa di molto intenso non è oggetto del rispetto famigliare: il centro della sala è sporco, disordinato. Lì Hestia è la negazione di se stessa, è la casalinga nevrotica piuttosto che la calma e previdente Padrona”.

Ginette Paris, “La grazia pagana”, Moretti & Vitali

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3 Risposte

  1. Hestia e… il Genius loci

    Corrispondenze (C. Baudelaire)
    “La Natura è un tempio ove pilastri viventi
    lasciano fuggire a tratti confuse parole;
    l’uomo vi attraversa foreste di simboli,
    che l’osservano con sguardi familiari.

    Come lunghi echi che da lungi si confondono
    in una tenebrosa e profonda unità,
    vasta come la notte e il chiarore del giorno,
    i profumi, i colori e i suoni si rispondono.

    Vi sono profumi freschi come carni di bimbo,
    dolci come oboi, verdi come prati –
    altri, corrotti, ricchi e trionfanti,

    che posseggono il respiro delle cose infinite,
    come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso;
    e cantano i moti dell’anima e dei sensi.”

    —————————————————————————————–
    Hestia senza il Genius loci…

    La Bellezza (C. Baudelaire)
    “Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno,
    cui volta a volta ciascuno s’è scontrato,
    è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

    Troneggio nell’azzurro quale Sfinge incompresa,
    unisco un cuore di neve alla bianchezza dei cigni,
    odio il movimento che scompone le linee e mai piango, mai rido.

    I poeti, di fronte alle mie grandi pose,
    che ho l’aria di imitare dai più fieri monumenti,
    consumeranno i giorni in studi severi, perché,

    onde affascinare quei docili amanti,
    ho degli specchi puri che fanno più bella ogni cosa:
    I miei occhi, questi larghi occhi dalle luci eterne.

  2. Estia è la dea dell’Olimpo che non è mai stata coinvolta in conflitti e l’unica non adorata con sembianze umane ma come fuoco e luce.
    Il suo “focolare” è simbolo del “fuoco interiore” che ognuno dovrebbe consacrare nel proprio “corpo”; tutti sediamo attorno a questo lume sacro che ci riunisce come in un’unica famiglia perchè tutti proveniamo da quell’unica sorgente alla quale ritorneremo.
    E’ un archetipo molto profondo ed è quello che più di tutti rende possibile una libertà interiore. Nel linguaggio di C.G.Jung si direbbe che ha conosciuto se stessa superando il suo ego.

  3. Le tre vergini della mitologia greca sono. Artemide, Atena ed Estia, rappresentano quella parte della donna che non viene toccata dal bisogno di un uomo, dalla sua approvazione, che esiste di per sè.Artemide ed Atena rivolgono le proprie capacità misurandosi all’esterno con gli altri. Estia è rivolta al mondo interno.Se la donna è una con sé stessa seguirà i propri valori inteni a prescindere da ciò che pensano gli altri

    Le dee dentro la donna
    ED ASTROLABIO-

    saluti a tutti quanti

    patrizia

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