I sogni nelle favole

Carissimi, secondo voi, i sogni son desideri? Aspetto le vostre riflessioni.

Gabriele

21 Risposte

  1. Secondo Freud si…

  2. Questa è bella Winah!!!
    Io spero sempre Freud e i freudiani dormano quando scrivo delle robe qui nel blog ..perchè ..però sai Mah’ penso che Freud abbia rovinato i sogni.
    Obbligherei le persone a non leggere Freud, secondo me c’è venuto il complesso di Freud più che il complesso d’Edipo. (?)
    E con tutti sti complessi mai un sogno in santa pace. Libido di qua e libido di là. E se fosse tutto spiegabile con la libido allora staremmo a posto. Non è tutto questo molto “castrante”??
    Ecco un’altro termine brutto. Che pizza sto Freud.
    Ma esiste la pizza alla Freud? Sarà una pizza col buco? Sarà una pizza libidinosa ? Sarà una pizza che puzza?? Sarà una pizza a due come una mamma..sarà una pizza d’Edipo con il retrogusto amaro..
    Datemi una sfinge invece del pizzaiolo così finalmente avrò un oracolo decente e una pizza normale secondo il mito della vera pizza napoletana che non è un mito come dio o dea comanda….?
    Mah’ analisi è giusta? I termini dell’analisi stessa hanno portato a certe conclusioni o con gli stessi strumanti di analisi si sarebbe giunti a conclusioni differenti?
    Allora se Freud ha usato degli strumenti che hanno in sè stessi la poca obiettività, di chi li usa? Si ha mai ragione sulle cose in realtà???
    C’è qualcuno che può dire qualcosa di vero sull’inconscio se l’inconscio è inconscio??

  3. Map amo il tuo commento,premesso questo voglio dire cosa penso di
    psichiatri- a) Ho capito che vogliono appartenere ad una casta di
    intoccabili- b)fare lo psichiatra presuppone anche una forza ed un
    equilibrio che molti quasi tutti non possiedono- c) A volte per i danni causati a pazienti o perizie richieste da Tribunale dei minori sono stati
    condannati dai giudici attenti. Ma la comunità medica li ha riabilitati-
    d)meglio parlare ad un filosofo che conosce la vita perchè la vive,un
    filosofo come un fisico ascolta senza i pregiudizi campati per aria-
    Vivere comporta possedere fantasia intuito che per questi geni sono
    l’anticamera della follia-In definitiva per la povertà delle loro idee conoscenze e l’assenza di forza si limitano a dare un titolo e imbottire
    di pillole-Sono autentici falliti con un potere,pertanto pericolosi-
    Solo pochissimi tra loro sono in grado di addossarsi il carico di una
    vita ed aiutare ad uscire o entrare in un contesto-
    Egill

  4. ripeto la mia ultima affermazione anche se sa di pizza (in tutti i sensi)

    “C’è qualcuno che può dire qualcosa di vero sull’inconscio se l’inconscio è inconscio??” by map

    un’analista del gusto, che di pizze ne assggiate tante ma la migliore è quella di Michele a Napoli. Quindi magari su qualcosa andremmo d’accordo una buona pizza in buona compagnia toglie l’analista di torno.E costa meno.

  5. Cara Egil,
    debbo constatare che hai ragione!!!
    Sono davvero pochi quelli che meritano di “gicoare” con la psiche altrui”!!

    Cara Map e caro Winah,
    anche per quanto mi riguarda, da ultrà junghiana, penso che Freud a cui si deve molto, abbia “un pò stranito le coscienze”, per dirla con i versi di una canzone….
    Insomma a lui dobbiamo molto, ma il suo allievo, il caro Jung, è andato ben oltre…..mi dispiace ma Freud era troppo razionale, e secondo me anche un represso…..se non erro lo dice lo stesso Jung nella sua autobiografia!
    Map…la pizza alla Freud è la pizza “alla libido”….o “al complesso d’epido” e poi c’è il gelato “al lapsus freudiano”!!!
    Bcai a tutti e treeeee!

  6. Io condivido questo pensiero, seguendo Hillman…..

    “Non conosco altro che la santità degli Affetti del Cuore
    e la Verità dell’Immaginazione. (….)
    Oh, avere una Vita di Sensazioni invece che di Pensieri”

    Jonh Keats

  7. da un’intervista ad Aldo Carotenuto

    Jung si è molto occupato dei sogni, come del resto anche Freud. Potrebbe parlarci sulle differenza sostanziali tra i due approcci e soffermarsi sul punto di vista specifico di Jung?

    Io sono del parere che anche per il mondo dei sogni ci sia stata una grande osmosi tra Freud e Jung. Penso che se dovessi sentire l’interpretazione di un sogno di un bravo analista con decenni di esperienza, non riuscirei a capire se è di scuola junghiana o freudiana. L’evidenza stessa delle cose permette, attraverso l’esperienza, di dire e di utilizzare dei comportamenti che sono necessariamente analoghi.

    Sia gli analisti junghiani che quelli freudiani fanno uso delle “libere associazioni” del paziente, ma lo specifico junghiano è quello di capire che le immagini del sogno sono rivelatrici di qualche cosa, non nascondono nulla. Nel sogno certi tipi di immagini hanno un qualche significato perché le ho scelte io: noi dobbiamo pensare che il sogno è, come si suol dire, “egoico”, nel senso che io ne sono il regista e dunque esso in un modo o nell’altro, si riferisce a me. Se io ad esempio sogno delle immagini molto belle, è chiaro che questa bellezza si rivolge a me; se io sogno di essere un persecutore nazista che mette su un campo di concentramento, ciò è rivelatore di una dimensione interna, con la quale io devo dialogare per cercare di capire, anche se certamente io non sono nazista e non ho nulla a che fare con i campi di concentramento.

    Il sogno è sempre interessante perché è lo strumento attraverso il quale il paziente dialoga con se stesso. È ovvio che l’analista, che per molti anni ha sentito raccontare dei sogni, con opportune domande e con una discussione di carattere dialettico fra lui e il paziente, è capace di disvelare un mondo che altrimenti non sarebbe emerso. Il sogno ha questa capacità, di far emergere dei contenuti che forse noi abbiamo “dimenticato” – come è noto il termine esatto è “rimosso”. Che cosa significa, ad esempio, che io ho dimenticato dei rapporti molto duri che ho vissuti quando ero bambino? Può significare che quelle esperienze erano così dolorose che io ho sentito il bisogno di allontanarle dalla mia vita. In realtà, le ho allontanate, ma non le ho cancellate del tutto, perché esse continuano ad operare nascostamente dentro di me. Così molte volte l’origine del mio malessere, l’origine del mio comportamento che non si spiega in nessun modo, può avere la sua ragion d’essere nel fatto che certe esperienze della mia vita, non maturate, non portate alla coscienza – noi diremmo non “elaborate” a sufficienza – continuano a far sentire il loro fastidio, la loro importanza.

    Nello specifico junghiano il paziente scrive il suo sogno. È molto probabile, almeno per quanto mi riguarda, che un analista junghiano abbia raccolto centinaia e centinaia di sogni che sono interessanti. Io ho sempre pensato questo: ammettiamo che ci sia una persona, che non vada mai in analisi, che però cominci a prendere nota dei suoi sogni e vada avanti per anni. Anche se una persona non è del tutto pratica di analisi, guardando con attenzione e continuità i propri sogni, vedrebbe che c’è un percorso, che c’è una specie di evoluzione: questo è uno specifico di Jung.

    Io non penso che un altro analista, magari appartenente alla scuola freudiana, non possa fare lo stesso. Anzi, probabilmente farà lo stesso, anche se magari non lo dice. In questo senso, ribadisco l’idea che alla fine la cura che l’analista svolge, è una cura che lo riguarda direttamente, perché in fondo noi analisti curiamo sempre in rapporto a noi stessi. E’ chiaro che abbiamo bisogno di punti di riferimento, è chiaro che io conosco tutto quello che ha scritto Jung, o tutto quello che ha scritto Freud – per citare i nomi più noti. Ma alla fine, io mi trovo solo di fronte al paziente, non ho possibilità di ricorrere a quello che loro hanno detto, non posso andare a consultare la mia biblioteca e prendere un libro per vedere che cosa dice Jung in un certo momento. È solo la mia esperienza, la mia capacità, io direi la mia abilità terapeutica, che, in un rapporto molto profondo col paziente, lo può portare verso la guarigione.

    Jung nel 1946 ha scritto un libro intitolato La psicologia del transfert. Qui Jung dice qualcosa di estremamente importante, e cioè che la dimensione del rapporto umano diventa la dimensione fondamentale della nostra vita psichica. Questa è scandita dai primi rapporti con i propri genitori, e non sempre questi rapporti sono felici. Ciò accade non perché ci sia una cattiva volontà da parte delle persone più grandi di noi di offrirci esperienze negative. Quello che conta è il vissuto. Così, ad esempio, anche un aspetto che ci viene presentato come positivo, in realtà noi lo possiamo vivere male.

    In un rapporto, nel quale io mi procuro delle ferite che mi fanno male, sarà necessario, affinché quelle ferite guariscano, avere una altro rapporto. In altre parole, è come se si trattasse di una medicina omeopatica: se i rapporti mi hanno fatto star male, sarà un rapporto che mi farà star bene. Ma che tipo di rapporto? E’ questo il punto. Non parlo di un generico rapporto di amicizia, ma di qualcosa che va molto in profondità; per questo posso dire che è difficile fare il lavoro dell’analista se non si è coinvolti dalla situazione, perché se non si è coinvolti non si crea quel rapporto, che è alla base poi della guarigione psichica. :

    http://www.emsf.rai.it/scripts/interviste.asp?d=175

  8. Un GIOIOSO inizio di settimana, Gabriele caro. Un abbraccio grande come il Mondo… 😉

  9. I sogni sono desideri ma sono anche paure (la paura, prima e fortissima emozione); i sogni sono messaggi, in un linguaggio simbolico, che pervengono alla nostra coscienza sia dall’inconscio individuale che da quello collettivo (archetipi).
    Ho sempre preso nota dei miei sogni più intensi e significativi come Lei stesso ha più volte suggerito di fare commentando il bellissimo “La luce oltre la porta” (che rileggerò).
    Ricordo in modo particolare quelli che si ricollegano ai grandi miti, quelli archetipici come ad esempio quello dei miei 17anni che non era altro che un’immagine, una forte immagine tra il Buddha indiano ed il Rebis (ma allora non sapevo neanche che si chiamasse così).
    Anzi, a tal proposito, se ha un po’ di tempo per rispondermi, Lei che ne pensa?
    Un saluto affettuoso ed ancora grazie,
    Anna

  10. Caro Luigi, spero che la settimana sia gioiosa per te e per tutti gli amici del blog! Baci

  11. Grazie, carissima Anna, per questo stupendo contributo.
    baci

  12. Cara map, sulla migliore, la pizza di Michele a Napoli, doppia mozzarella, pienamente d’accordo! immortalata anche in “Mangia, prega, ama”. Saluti agli amanti della vera pizza!

  13. Solo una cosa non capisco adesso-Perchè dopo un commento serio
    debba tutto essere alleggerito dalla Pizza? Sembra un obbligo una
    liturgia seri ma non troppo -Perchè-Non ho risposte chiedo soltanto-
    Egill

  14. Per Map- Scusa il ritardo non che ti manchi proprio un mio commento-
    Non credo si tratti di Pizza ma un bel piattino da gran gourmet lo chef
    il padre della psicoanalisi S.Freud-
    Egill

  15. […]“ferma resta una cosa sola, che sia mezzogiorno o mezzanotte sempre una misura sussiste a tutti comune, ma ad ognuno ne è data anche una propria, “[…] da una poesia di Holderin

    non ti sia d’impiccio
    il mio capriccio
    il mio scherzar ci manca!
    dolce rosa bianca
    la mia poca misura
    la mia picciol statura
    lontan da me ogni torva
    spregievole larva
    presunzione presunta
    presente o passata e unta
    è goliardia
    in pizzeria!!!

    in parole povere napoletanamente parlando “la mia testa sotto i piedi di Freud” naturalmente è un modo di dire perchè non sono fetisch.
    Volevo solo dire che la terapia migliore è l’amicizia , tutto qua.

    …sai mangiare è una cosa sensualissima che non và analizzata……
    bacetti di pane!!!

  16. Grazie Map -bacetti di pane non l’avevo mai sentito-
    Egill

  17. si vabbuò ma dove vivi non ci sono i bacetti di pane? Sei del nord vero?
    nisciuno è perfetto..SMACK..

  18. lo sai che nn l’avevo mai visto questo film!!!
    Mannaggia la miseria .. è nù spass’
    Grazie uagliona!
    Uè uèèèèèèè…viva Nannarella!!!!

  19. I SOGNI SON DESIDERI ?

    Sì 😛
    . . .

    PEACE 8-P

    _

  20. Cara Anna, quello che hai fatto è sicuramente archetipico, quantomeno fortemente simbolico. Inoltre, la tua disamina è condivisibile. Baci baci

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