Sopra: Vincent Van Gogh, “Notte stellata sul Rodano”, 1888
Gentili amici,
vi propongo questa lirica sorprendente di Lucian Blaga (1895-1961), filosofo e poeta romeno, nato a Lancram, in Transilvania, nel 1895, e morto a Cluj nel 1961. Tra le sue opere più note ricordiamo “Poemi di luce” (da cui è tratta “Noi e la terra”) e “Gradini insospettati”:
“Noi e la terra”
Quante stelle che cadono stanotte.
Tien fra le mani il dèmone della notte il pianeta,
soffia scintille come contro un’esca
furiosamente, ché divampi il fuoco.
Stanotte, che precipitano
tante stelle, il tuo corpo
di strega adolescente fra le braccia
m’arde come in un rogo.
Folle,
come lingue di fuoco alzo le braccia
per sciogliere la neve dalle tue spalle nude,
per succhiarti, famelico, e rubarti
potenza, sangue, vanto, primavera, tutto.
Lucian Blaga, in “LA POESIA DEL MONDO. Lirica d’Occidente e d’Oriente”, a cura di Giuseppe Conte, Parma, Ugo Guanda Editore, 2003.
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Guardo il quadro e mi si ferma il fiato, sento un brivido scorrermi dentro per tanta bellezza, per i colori, per l’immensità che riesce a rappresentare questo, per me, splendido pittore…e non ho parole per altro.
Grazie.
La lirica di Blaga mi fa considerare che sono tra tutti voi, cari amici. Tra questi ultimi includo anche te, caro Gabriele. Le stelle illuminano la nostra mente,il cuore,il senso, il non-senso in un rimestio di luci e di colori……Amo la vita e tutto il tempo che può rimanermi. Credimi Gabriele, non ho rimpianti. Ne avevo uno: quello di non riuscire a contattarti. Al contrario,ho avuto il privilegio e va benissimo cosi. Grazie. Un abbraccio e una ottima giornata.
Possesso dell’oggetto del desiderio fino al suo annientamento appropriandosene totalmente… Un abbraccio a Rosa
Cara CHE,
sono felice che tu abbia condiviso con noi le tue emozioni e i tui empiti. Grazie
Cara Rosa,
le tue parole mi commuovono… veramente!
Un abbraccio anche a te, cara Anna!
…Ho raccolto conchiglie, oggi, e ne faccio una collana:
…” Un uomo che dorme tiene in cerchio attorno a sé il filo delle ore, l’ordine degli anni e dei mondi. Svegliandosi li consulta d’istinto e vi legge in un attimo il punto che occupa sulla terra, il tempo che è trascorso fino al suo risveglio; ma i loro ranghi possono spezzarsi, confondersi… […] Era sufficiente che, nel mio stesso letto, il mio sonno fosse profondo e tale da distendere completamente il mio spirito, ed ecco che questo abbandonava la mappa del luogo dove mi ero addormentato e, svegliandomi nel pieno della notte, io non sapevo più dove mi trovassi e, in un primissimo momento, nemmeno chi fossi; avevo nella sua semplicità primaria soltanto il sentimento dell’esistenza così come può fremere nella profondità di un animale; ero più privo di tutto dell’uomo delle caverne; ma a quel punto – non ancora del luogo dove mi trovavo, ma di alcuni dei luoghi dove avevo abitato e avrei potuto essere – veniva a me come un soccorso dall’alto per strapparmi dal nulla al quale da solo non sarei riuscito a sfuggire; in un secondo scavalcavo secoli di civiltà e le immagini, confusamente intraviste, di qualche lampada a petrolio, poi di alcune camicie col collo piegato, ricomponevano a poco a poco i tratti originali del mio io […]
(Marcel Proust)
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“Sei il segreto
che racchiude brezze inesplose
in maree notturne
abbagliate da fiordi
stranite in cieli vaganti
Esisti dove s’incatenano abissi
con chiasmi di mare
senza approdi
Dai forma a silenzi impalpabili
concerti d’emozioni
colori di fuoco
ombre senza tempo
ferite ammutolite
Non puoi fermarti
di fronte ai tempi d’afasie
chiudono il cerchio d’eternità
che solo tu possiedi
invertono la rotta
che solo tu conosci
Hai scelto la tragedia
per non morire d’inedia”
(M.Allo)
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VOCI
Voci aritmiche lontane
rinascono
Radici
firmamenti
come scrosciare di cascata
confuso
con itinerari già tracciati
trapunti
dal suono del silenzio
in un presente
che ci possiede in catene
nei lazzaretti del Sud
Antiche tristezze
trafiggono
le parole di sempre
tremanti al vento
chissà perché velato d’argento
il mare confonde
i linguaggi dell’uomo
intessuto
di primavere fallaci
e gli anni dispersi
in frammenti d’utopie
Memorie
di voci scordate
(Maria Allo)
Ma che Mosaico d’Incanto, Valeria!
Grazie infinite, dolce Valeria ! Baci, Maria
Una Buona serata a tutti voi… 😉