E’ il demone Eros che appicca fuoco alla mente e attrae l’uno verso l’altro due corpi come un magnete. Corpi che sono a volte grottescamente male assortiti. Poi quand’è finita, quando si abbatte la catastrofe, quei due si danno la colpa a vicenda. “Seduzione”. Ma l’unico al quale dare la colpa è Eros, che prova grnde, grande piacere nel pensiero!
James Hillman
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Se ciò che chiamate Amore è solo lussuria, quello è soltanto uno stato, che può estinguersi.
L’Amore, invece, non muore.
Joseph Campbell
SONO FOLLE DI TE, AMORE
Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d’amore per te.
Alda Merini
Cara Map,
ma quando torni da questa vacanza intorno al globoooo????
Ma in che parte del mondo sei???
….se trovi una connessione, fatti vivaaaa!!!!!
Un caro abbraccio
😀 ehi Map…… Maaaaaapp…….. Dacci la Map.. ………. una cartina…. del tesoro…. 😀
Baci per Map
Forse ricorderai (P.Neruda)
Forse ricorderai quell’uomo magro
che uscì dall’oscurità come un coltello
e prima che sapessimo, sapeva:
vide il fumo e decise che veniva dal fuoco.
La pallida donna dalla chioma nera
sorse come un pesce dall’abisso
e tra i due levarono contro l’amore
una macchina armata di denti numerosi.
Uomo e donna divelsero monti e giardini,
scesero ai fiumi,
s’arrampicarono pei muri,
spinsero sui monti la loro atroce artiglieria.
L’amore seppe allora di chiamarsi amore.
E quando sollevai i miei occhi al tuo nome
il tuo cuore d’improvviso dispose la mia strada.
… E William Shakespeare…
Sonetto 133
Maledico quel cuore che ferisce
profondamente sia me che il mio amico!
Perché non le basta il mio, ma incattivisce
nel rendere schiavo anche il mio amico?
Ma a me stesso il tuo perfido occhio hai tolto
e l’altro me stesso hai presto catturato;
da lui, da te e me sono ormai distolto:
tre volte tre frustrato e tormentato.
Cattura il mio cuore nella tua cella,
perché possa riscattare il mio amico;
sarò del suo il custode, ma di quella
non avrai potere, è questo che ti dico.
Però ci riuscirai perché io chiuso in te
sono per forza tuo, ed è tuo ciò che è in me.
“ Sonetto XXXV “
Per paura che troppo facilmente
ti conosca, tu giochi con me.
Per nascondere le tue lacrime,
mi acciechi con scoppi di riso.
Conosco, conosco la tua arte.
Non dici mai le parole che vorresti.
Per paura che io non ti apprezzi
mi eludi in mille modi.
Per paura che ti confonda
con la folla, ti metti in disparte.
Conosco, conosco la tua arte.
Non cammini mai per la strada che vorresti.
Tu chiedi più di tutti gli altri,
per questo sei silenziosa.
Poi con scherzosa indifferenza
rifiuti tutti i miei doni.
Conosco, conosco la tua arte.
Tu non accetti mai ciò che vorresti,
(Tagore)
“…Mi hanno fatto innamorare gli occhi verdi di tua madre…” … 🙂
Cara Valeria, grazie per i tuoi numerosi e interessanti contributi. Tutti, in questo blog, si danno da fare. Lo apprezzo molto. Baci
Tea cara….
allora andiamo noi alla ricerca di Map?!??
Fatti trovare al porto che tra un pò salpiamo….
ma per dove? Mappppppppppppppp stiamo arrivandoooooooooooooo
Caro, il mio prof! Baci
Beatrice non va al porto, ma è il porto che va da Beatrice 🙂 ….. Forse Maap è a Lis….bona …..? tra porto e Ma…teus … ….. 🙂
…… seguiamo Maap ci condurrà, ci porterà al tesoro
dell’isola ; -) di Manhattan…….. ?
Tea…sto letteralmenete piangendo dal ridere!!!!!
Sei fortissima…..
vabbè, Mappppp se lasci qualche saassolino, se ci dai qualche indizio ti seguiamo……
….Maaaaaaaaappppppppppppppp,
detto alla romana, man dò stai???
Baci cara Tea e anche a te Map
…scusa Tea,
ma all’isola del tesoro, cè anche qualche bel principe??? o non so qualche bel marinaio..
insomma la cosa non guasterebbe…..hahahaha
Una visione “incestuosa” dal titolo “Inesorabile (Respiro)”…
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Inesorabile (Respiro)
(Inspirò.)
Il fumo d’oppio le strisciò nella laringe,
giù attraverso la trachea
e si raccolse in spire dentro ai polmoni
dove sarebbe rimasto,
il respiro tra le fauci,
non più di una manciata d’istanti,
quanto gli occorreva per divorarlo.
Doveva sbrigarsi.
La corsa.
La nebbia.
L’urto.
La testa che le si spaccò sulle sbarre.
La materia grigia che fuoriuscì copiosa,
che prese le sembianze di un vecchio.
Era la scena di sempre.
Di nuovo l’orrore.
Di nuovo la furia.
Di nuovo una morsa attorno al suo collo.
Un pugnale, stavolta.
Glielo piantò fitto nel collo.
Il vecchio lasciò di colpo la presa.
Arretrò di qualche passo.
S’arrestò.
Un fiume di sangue cominciò a sgorgare dalla aorta recisa.
Gli imbrattò il petto,
il ventre,
le vergogne.
Gli corse giù per le gambe,
giù fino ai piedi.
Strisciò sotto al cancello, fino a lei.
Le risalì i piedi,
le gambe,
fece un’ansa attorno alla vulva.
S’incanalò tra le natiche,
risalì la schiena,
biforcò voltando in direzione dei seni.
Ne seguì le curve,
vi passò nel mezzo,
quindi riempì la fossa del giugulo.
Straripò sul collo,
penetrò le orecchie,
le fu in testa inesorabile.
(Espirò.)
(di Luigi Roscigno)
William Shakespeare
“Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all’ostilità della fortuna,
piegami
non essere l’ultimo colpo
che arriva all’improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall’inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.”
>>Il Sovrano del Tempo<<
Dimorò tra di noi finché non realizzò che non poteva essere questo il luogo dove avrebbe abitato felice. La verità è che a furia di riflettersi nella mutevole realtà del Mondo aveva cominciato a intristirsi. Un posto in cui la vita assomigliasse un po' più all'Eternità, di questo aveva bisogno.
(di Luigi Roscigno)
>>Credo da orfani<<
Ficcato in testa aveva l’insolito credere che al Mondo esistesse una legge segretissima, sconosciuta a molti, e secondo la quale a ciascuno fosse concessa, anche se per una sola volta nella vita, l’oppurtunità di scampare alla propria fine.
(di Luigi Roscigno)
>>Forte, un abbraccio<<
Al punto che ciascuno sentì il cuore dell'altro bussare alla porta del proprio.
(di Luigi Roscigno)
… Proteus Mirabilis… ad Aristeo…
Dal IV Libro delle Georgiche di Virgilio:
” Seguitando, del miele aereo il dono celestiale descriverò.
Considera, o Mecenate, anche questa parte . Spettacoli per te
ammirevoli di piccole cose: i magnanimi condottieri, di tutta
una gente, per ordine, i costumi, le cure, le comunità e le lotte
mi accingo a cantare. Per lieve cosa grande fatica; ma non
lieve la gloria, se mai i nomi ostili lo permettono e ascolta la
mia invocazione Apollo.
All’inizio una sede per le api e un quartiere bisogna cercare,
dove i venti non abbiano accesso (perché i venti impediscono
il trasporto del cibo nella casa), e le pecore e i capretti ruzzanti
non calpestino i fiori, o vagando una giovenca per il campo
non scuota la rugiada dai rami e non calpesti l’erba nascente.
Siano lontane anche, con le loro macchie sui dorsi squamosi,
le lucertole dalle ben fornite stalle delle api, le meropi e altri
volatili e Procne, sul petto chiazzata da mani cruente . Essi
ogni cosa per largo tratto devastano e le stesse api in volo col
becco afferrano, dolce esca per i loro covi crudeli. Invece le
limpide fonti e stagni verdeggianti di muschio siano vicini, e
sottile in fuga tra l’erbe un rigagnolo; una palma l’ingresso o
un grande oleastro ombreggi. Così, quando per la prima volta
i nuovi re guideranno gli sciami nella primavera che è fatta
per loro, e godranno di aver lasciato i favi le giovani api, vicino
la ripa le inviterà a ritrarsi dal caldo, e pronta le accoglierà
con la fronda ospitale la pianta. In mezzo all’acqua,
stagnante o scorrente, getta di traverso salici e grosse pietre,
affinché su ponti frequenti possano sostare e le ali stendere al
sole estivo, se mai, mentre indugiavano, le spruzzò o improvviso
in Nettuno le immerse l’euro….” […]