La Crudeltà ha Cuore Umano

Questa poesia l’ha inviata Valeria D. A.:

La Crudeltà ha Cuore Umano
E Volto Umano la Gelosia
Il Terrore, l’Umana Forma Divina
E Veste Umana la Segretezza
La Veste Umana,
è Ferro forgiato
La Forma Umana,
un’incandescente Forgia
Il Volto Umano,
una Fornace sigillata
Il Cuore Umano,
la sua Gola famelica.

 William Blake

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9 Risposte

  1. Anatomia di una Divina Immagine che sorge dall’inconscio e si avvicina alla coscienza…
    Anatomia del colosso vestito del ferro più nero… che è la personificazione dell’Egoismo (?)…
    La Crudeltà è il cuore, fornace sigillata che tutto divora e niente concede, che muove il colosso, intento e fine di se stesso.
    Valeria-Stefania

  2. Eterna presenza

    Non importa che non ti abbia,
    non importa che non ti veda.
    Prima ti abbracciavo,
    prima ti guardavo,
    ti cercavo tutta,
    ti desideravo intera.
    Oggi non chiedo più
    né alle mani, né agli occhi,
    le ultime prove.
    Di starmi accanto
    ti chiedevo prima,
    sì, vicino a me, sì,
    sì, però lì fuori.
    E mi accontentavo
    di sentire che le tue mani
    mi davano le tue mani,
    che ai miei occhi
    assicuravano presenza.
    Quello che ti chiedo adesso
    è di più, molto di più,
    che bacio o sguardo:
    è che tu stia più vicina
    a me, dentro.
    Come il vento è invisibile, pur dando
    la sua vita alla candela.
    Come la luce è
    quieta, fissa, immobile,
    fungendo da centro
    che non vacilla mai
    al tremulo corpo
    di fiamma che trema.
    Come è la stella,
    presente e sicura,
    senza voce e senza tatto,
    nel cuore aperto,
    sereno, del lago.
    Quello che ti chiedo
    è solo che tu sia
    anima della mia anima,
    sangue del mio sangue
    dentro le vene.
    Che tu stia in me
    come il cuore
    mio che mai
    vedrò, toccherò
    e i cui battiti
    non si stancano mai
    di darmi la mia vita
    fino a quando morirò.
    Come lo scheletro,
    il segreto profondo
    del mio essere, che solo
    mi vedrà la terra,
    però che in vita
    è quello che si incarica
    di sostenere il mio peso,
    di carne e di sogno,
    di gioia e di dolore
    misteriosamente
    senza che ci siano occhi
    che mai lo vedano.
    Quello che ti chiedo
    è che la corporea
    passeggera assenza,
    non sia per noi dimenticanza,
    né fuga, né mancanza:
    ma che sia per me
    possessione totale
    dell’anima lontana,
    eterna presenza.

    Pedro Salinas

  3. orribile e sublime
    la descrizione delle debolezze umane che all’ego sembrano forze…..

    adorabile William Blake

    grazie, Valeria-Stefania

  4. Ciao Carissima Valeria/Stefania
    assai bella e significativa è la tua simbologia sul vestito del ferro più nero……. è proprio di questo che bisogna spogliarsi per connettersi con la propria radiosa offuscata luce dell’anima….

  5. Bellissima poesia di Pedro Salinas.
    Grazie Beatrice.

  6. Cara Olga,
    un abbraccio!

  7. Grazie cara Valeria per questi versi!!!!
    Ti abbraccio

  8. Caro Raffaele,
    ti dico che, affinchè quella luce risplenda, non c’è bisogno di spogliarsi ma di lasciarsi andare.

  9. Fuori c´è un occaso, gioiello oscuro
    incastonato nel tempo,
    e una profonda città cieca
    di uomini che non ti videro.
    La sera tace o canta.
    Qualcuno decrocifigge gli aneliti
    inchiodati nel pianoforte.
    Sempre, la moltitudine della tua bellezza.

    A dispetto del tuo disamore
    la tua bellezza
    prodiga il suo miracolo nel tempo.
    È in te l’ avvenire
    come la primavera nella foglia nuova.
    Già quasi non sono nessuno,
    sono soltanto quell’ anelito
    che si perde nella sera.
    In te sta la delizia
    come sta la crudeltà nelle spade.
    Opprimendo l’inferriata sta la notte.
    Nella sala severa
    si cercano come ciechi le nostre due solitudini.
    Sopravvive alla sera
    il biancore glorioso della tua carne.
    Nel nostro amore c’è una pena
    che somiglia all’anima.

    Tu
    che ieri soltanto eri tutta la bellezza
    sei anche tutto l’ amore, adesso.

    Jorge Luis Borges

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