Questa poesia l’ha inviata Valeria D. A.:
La Crudeltà ha Cuore Umano
E Volto Umano la Gelosia
Il Terrore, l’Umana Forma Divina
E Veste Umana la Segretezza
La Veste Umana,
è Ferro forgiato
La Forma Umana,
un’incandescente Forgia
Il Volto Umano,
una Fornace sigillata
Il Cuore Umano,
la sua Gola famelica.
William Blake
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Anatomia di una Divina Immagine che sorge dall’inconscio e si avvicina alla coscienza…
Anatomia del colosso vestito del ferro più nero… che è la personificazione dell’Egoismo (?)…
La Crudeltà è il cuore, fornace sigillata che tutto divora e niente concede, che muove il colosso, intento e fine di se stesso.
Valeria-Stefania
Eterna presenza
Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell’anima lontana,
eterna presenza.
Pedro Salinas
orribile e sublime
la descrizione delle debolezze umane che all’ego sembrano forze…..
adorabile William Blake
grazie, Valeria-Stefania
Ciao Carissima Valeria/Stefania
assai bella e significativa è la tua simbologia sul vestito del ferro più nero……. è proprio di questo che bisogna spogliarsi per connettersi con la propria radiosa offuscata luce dell’anima….
Bellissima poesia di Pedro Salinas.
Grazie Beatrice.
Cara Olga,
un abbraccio!
Grazie cara Valeria per questi versi!!!!
Ti abbraccio
Caro Raffaele,
ti dico che, affinchè quella luce risplenda, non c’è bisogno di spogliarsi ma di lasciarsi andare.
Fuori c´è un occaso, gioiello oscuro
incastonato nel tempo,
e una profonda città cieca
di uomini che non ti videro.
La sera tace o canta.
Qualcuno decrocifigge gli aneliti
inchiodati nel pianoforte.
Sempre, la moltitudine della tua bellezza.
A dispetto del tuo disamore
la tua bellezza
prodiga il suo miracolo nel tempo.
È in te l’ avvenire
come la primavera nella foglia nuova.
Già quasi non sono nessuno,
sono soltanto quell’ anelito
che si perde nella sera.
In te sta la delizia
come sta la crudeltà nelle spade.
Opprimendo l’inferriata sta la notte.
Nella sala severa
si cercano come ciechi le nostre due solitudini.
Sopravvive alla sera
il biancore glorioso della tua carne.
Nel nostro amore c’è una pena
che somiglia all’anima.
Tu
che ieri soltanto eri tutta la bellezza
sei anche tutto l’ amore, adesso.
Jorge Luis Borges