Nel tentativo disperato di non essere un estraneo all’altro, chi ama cerca di essere come presume l’amato lo voglia. E così si allontana da sé fino a rinunciare a se stesso, per diventare, rispetto all’amato, il suo doppio, il suo specchio, la sua conferma. Quel che si crea in questa distorsione dell’amore è da un lato la solitudine narcisistica della persona amata, che trova nell’amante null’altro che la conferma di sé, e dall’altro la dipendenza totale dell’amante dall’amato che, in questo modo, si allontana da sé, per prodursi solo come riflesso dell’amato.
Umberto Galimberti
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Si impara da bambini a compiacere dei genitori… compiacenti.
Ma cosa succede quando si incontrano due persone simili tra loro? E’ necessario allontanarle, oppure è possibile egoisticamente bearsi della silenziosa sintonia che riescono a creare soltanto quando stanno insieme? Forse sto parlando dell’incontro con il vero Sè, mentre il post ci richiamava all’attenzione di due solitudini.
Ebbene sì! Sono d’accordo, ma anche questo è amore… almeno fino a quando, come minimo periodicamente e/o con alternata intensità, non si instauri una corrispondenza che riequilibri le necessità delle due anime. Forse il riflesso dell’amato potrebbe essere potrebbe essere questa corrispondenza o forse è solo il modo, la via di una reciprocità…
se l’abisso si ghiaccia al calore dell’estate amorosa il ghiaccio si fonderà e il pattinatore che aveva danzato per l’amato finirà per rompere lo specchio
dopotutto aveva danzato solo per sè
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dalla descrizione del video..”Placido e la Barzini vestono i panni dei genitori di due gemelli che festeggiano il giorno del loro compleanno. Mentre la band si esibisce sulle note del brano e l’immagine di Giuliano Sangiorgi si sdoppia, i due fratelli, identici nell’aspetto così come nelle movenze, come i loro i due conigli bianchi che corrono per casa, scoprono di essere frutto di un esperimento di clonazione ad opera del padre, medico di fama internazionale specializzato in eugenetica. Il soggetto del videoclip sposa la tematica di fondo del brano “Voglio molto di più”, atto di accusa nei confronti di chi persegue il potere assoluto. Un potere che, rappresentato dal personaggio del padre-medico che realizza il suo sogno generando figli-cloni, si trasforma in un’azione sciolta da ogni legame con la realtà e lesiva nei confronti degli altri.”
Quante minchiate tutte assieme!!!!
Mi riferisco solo a ciò che dice Galimberti!
…A volte succede anche ad un genitore di dover fare goffe manovre di avvicinamento verso il figlio… Una storia vecchia come il mondo è accorgersi di essere in tutto e per tutto “combacianti” e dover assistere da spettatori impotenti alla replica della “propria” rovina. La storia che termina con il riscatto di se stessi attraverso quel figlio è stata censurata come lesiva della libertà di entrambi di interferire nella vita dell’altro.
Prof, io prego sempre che, alla fine di tutto, il varco che porta verso la terra dei non ritorni si richiuda alle mie spalle. Una volta per tutte. Forse è anche per questo che il “meditatore” in me non riesce a staccarsi dal bambino…
…Ma tornando alla dipendenza amante-amato, dove i protagonisti non hanno un legame di parentela ( 😀 ) , c’è da notare, sullo sfondo, la ricerca della conferma del proprio valore attraverso la prevaricazione dell’altro, e della propria esistenza attraverso la certosina sottolineatura nell’altro di quella diversità che proprio non si vuole comprendere, meno che mai accettare in un essere umano. Per questo, spesso, ci si sente coinvolti e gratificati dalla vita soltanto in compagnia di persone con le quali non si è d’accordo su niente. L’altro può soltanto provare a scappare o restare fino a quando non ha capito il perchè di tanto interesse, rischiando di dare ad intendere un certo interesse per l’autolesionismo. 🙂
Cara Valeria, ottima riflessione. Sincera, quanto intensa. Baci
Io ringrazio lei, professore, per darmi la possibilità di riflettere, sentirmi e di trovare insieme delle risposte. (Un giorno capirò perchè impiego tanto tempo per argomentare un grazie per iscritto, mentre mi è più facile arrampicarmi sui rami di questo albero per toccare la cima, farle una carezza e poi ridiscendere serena.)
leggevo in questi giorni, in “Eros e patos” di Aldo Carotenuto, come nella coppia, l’altro rappresenti la nostra patologia—
un passaggio dal “narcisismo a due” (la fase di innamoramento) alla incarnazione della propria Ombra—-
quanto dice Galimberti mi pare di senso, perchè riflette la volontà / illusione che un Amore pur avendo un inzio non abbia una fine—
“l’amore è eterno finchè dura” ho imparato negli ultimi anni—
Carissima, mandi sempre delle parole su di te, per me e per gli altri molto carine. Baci