Una Risposta

  1. A proposito del grande Platone, trascrivo un brano tratto dal libro del filosofo Giorgio Colli: “Platone politico – filosofi sovrumani”: In questi tentativi, cui Platone dedico’ le sue ultime forze, di trovare uno Stato in cui tutti gli individui realizzassero per quanto e’ possibile la loro felicita’ e divenissero in pari tempo migliori, egli aveva rinunciato al suo massimo ideale, per il quale l uomo che conosce la verita’ dovrebbe per questo stesso motivo essere a capo degli altri uomini e condurli alla sua stessa via, che e’ la via del massimo bene e della vera felicita’. Ma questo pensiero, che era radicato sin nel piu’ profondo dell’ anima sua, non poteva esser spento da nessuna nuova convinzione ed ancora una volta, nel XII libro delle Leggi, che per la sua incompiutezza dev’essere stato scritto negli ultimi mesi della sua vita, esso risorge dominatore e chiude l opera come una visione profetica. Quando il lettore meno se l aspetta, si introduce una magistratura nuova, un consiglio che si riunisce quotidianamente quando le tenebre della notte stanno per cedere al chiarore dell aurora, e che e” composto di uomini che possiedono non solo la retta opinione, ma la scienza, e conoscono Dio. Sulle soglie della morte Platone ha proclamato per l ultima volta il suo principio immortale che scopo dell uomo e’ la conoscenza, e la conoscenza si raggiunge nella comunita’ e per la comunita’.

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