Conosco vite della cui mancanza
non soffrirei affatto –
di altre invece ogni attimo di assenza
mi sembrerebbe eterno.
Sono scarse di numero – queste ultime –
appena due in tutto –
le prime molto di più di un orizzonte
di moscerini.
Emily Dickinson
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Se dovessimo apprendere a contare, contando che le persone care, sapremmo contare forse fino a cinque…
Anna
Meravigliosi versi…
come al solito alcuni post sono nutrimento per l’anima!
Carissima Valeria..
.ti mando un grosso grosso bacio….
che dici la prendiamo la barca e ci lasciamo trasportare dalle onde???
Cara Bea,
facciamo un tronco d’albero, la barca non me la posso permettere e poi litigheremmo su chi deve remare… 😀 E sì che non se ne parla di barche a motore in Anima, inquineremmo l’elemento liquido… Sì, Bea, ci lasciamo trasportare dalle onde su un tronco d’albero che potrebbe trasformarsi nel nostro drago volante per salvarci dai mulinelli…
Insomma io ho cominciato!
Bacioacioacioacio 😀 😀 😀
PENSIERI IMPROVVISI
Le nubi nel cielo affollano e corrono via portando l’azzurro che attira dentro la stessa voglia di essere altrove, trascinando rapito il tuo stesso movimento di tanti pensieri.
Eppure tutto sembrava fermo, sospeso come il tuo desiderio sopito che non trova l’ardore di un sentire profondo.
Vorrei per un momento riposare il cuore, farlo tacere nel silenzio ovattato di un mondo sommerso e non affiorare senza certezza di quel bisogno consunto di noi abbracciati al mondo!
Fiorella
Baci!
🙂
food for thought, as usual!
…you are soo right Albina…still maybe it is food for souls..am I right or am I foolish as usual???
Food for fools food for souls
The fool “il matto” và cantando per le vie..nessun s’aspetta che dirà..trallalàààà
Ehilà vedo una strana imbarcazione in arrivo…di quà di quà..che salgo anch’io..ma le provviste le avete?
…Ecco, Beatrice… dunque dicevo…
“Conosco dolci della cui mancanza
non soffrirei affatto,
di altri invece il solo pensiero
mi fa venire l’acquolina in bocca
o la carie ai denti! ”
Maaap, stabiliamo quale strano alimento, e quale no, debba salire a bordo… del tronco!
Intanto buttati tu, vieni a bordo che ne parliamo…
Carissime Gabrielliane
Scusatemi, se su questo tema sono assai contraddittorio. Con tanta superficiale sincerità, nel mio strano sentire, questo specifico pensiero espresso da Emily Dickinson è assai riduttivo, superfiale, relativistico e poco conoscitore dell’intimo e della natura umano. Un dire che arriva solo ai sentimenti e le apparenze che si mostrano fuori. Un percepire che attraverso quelle affermazioni non oltrepassa la sfera del subconscio che s’interpone tra il conscio e l’inconscio, è come dire, che è assai lontana di quella vera natura animo/spirituale che ci lega tutti in quella Rete di Indra. Sapete attraverso la voce del silenzio per quella connessione NON LOCALE è anche possibile percepire intuitivamente quello che si cela dentro una persona, anche attraverso UNA SOLA PAROLA, quasi nella stessa misura in cui le apparenze ci portano con raziocinio a certe deduzioni logiche.
Bene, porto l’insulina.
Allora innanzitutto Cupidigia, la porterei senz’altro è un tipo di ciliegia sottosciroppo, poi Lentezza un dolce di difficile digestione ma buonissimo in lunghe traversate, poi…l’Amichevole sono crackers..Ma sopratutto porterei Il Coraggio e con questo spostati un pò che tento il gran salto dalla roccia..vabbè forse non è il caso pianto un chiodo e scendo col solito filo.
Ecco porto il filo, una cosa utilissima.
Così non lo perdiamo…
…Il filo, sì, … Il filo,
“Che mondo sarebbe senza il filo…”, no…, era… “Un mondo senza il filo sarebbe un caos”… Più o meno… 😀 ! Che caos!
si partorirebbero infinite stelline..non nascono dal caos?E ora Raf non mi dire che c’è caos e caos…
Un libro a caso (dal mondo di Gom?).
“Bertha ed io abbiamo appena discusso di un logoro argomento, quello del matrimonio; ma nella sua voce c’è ancora una nota di tristezza. So che cosa significa: so benissimo quanto ha sofferto da quando B. è morto in quelle orrende baracche.E’ stato quattro anni fa.Si rassegnerà mai? Ma io rispetto il suo dolore, e di questo mi è grata, grata e serena, un temperamento d’altri tempi che vede la Vita e la Morte diversamente dalla maggioranza dei suoi coetanei.Le ho spiegato il significato di quel passaggio del Simposio . Ha detto che l’aveva sempre pensato, che era sicura che potesse essere quello.Poi ha detto:
“Mi accorgo che ti sei messo a leggere.Lo sai che ti fa male e che in questo momento anche solo un pò di lettura ti può recare dannio incalcolabili”.
Le ho promesso, ed ero sincero, di non farlo mai più.Man mano, crescendo, imparo ad amare la sua natura gentile.
Ho il presentimento che succederà qualcosa.E’ un presentimento tanto pervasivo da procurarmi quasi disagio fisico.
Pompei 16 Aprile. Oggi abbiamo fatto una visita più dettagliata, ma la mia testa è ancora troppo piena per avere delle impressionio nella giusta prospettiva.
Il mio cervello è annebbiato…
C’è una cosa in questa città che non può non colpire tutti i visitatori: la grandiosità dei romani nel costruire edifici pubblici, e la piccolezza delle loro abitazioni.Sapevano cosa serviva per l’espansione della vita familiare, per i rapporti sociali adeguati al clima, per favorire garbate e geniali conversazioni: splendidi cortili e piccole stanze.Sì, lo sapevano gli antichi romani: soltanto loro e gli orientali avevano capito il segreto.Le enormi e tetre stanze dell’Italia d’oggi, ognuna con tre o quattro finestre, disturbano lo spirito; i sentimenti più delicati prendono il volo e si disperdono in uno spazio triste e vuoto. ”
Norman Douglas, “Nerinda”.
Carissima Map,
è proprio così, perché solo intercalandoci nel tempo passato possiamo capire come diverso forse il percepire nella natura umana. Natura che ancora si rapportava con il mondo degli dei, della natura con tanta sentita percepita veggenza. Era su questa ispirata maggiore conoscenza, di questa amorevole natura che spesso si edificavano piccoli case con grandi giardini, per permettere che l’energia solare e le energie cosmiche potessero infondere la loro benefica essenza. Così come anche nei templi dedicati agli dei, templi costruiti in luoghi particolari dove centri di forza della terra e della struttura cristallina della griglia magnetica davano maggiore potere guaritrice e soprattutto contemplativo/ispirativo agli uomini di quel tempo. Anche nell’antico Cristianesimo e successivamente, questa benevola natura energetica era e fu conosciuta, tanto che dove cerano antichi templi sorsero le nuove chiese non solo per quel sincretismo, ma soprattutto per la fonte di energie. Dopo si perse quella conoscenza che oggi grazie ad una maggiore visione viene riesumata dalla memoria storica.