La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità.
Mevlana Jalaluddin Rumi
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La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità.
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Professore cito un articolo del mio blog cha parla della nota storia dell’elefante e dei ciechi. Metafora utilizzata in molte TRADIZIONI
http://andrewdistefano.blogspot.com/2010/09/i-ciechi-e-lelefante.html
I ciechi e l’elefante
Al di là di Ghor si estendeva una città i cui abitanti erano tutti ciechi. Un giorno, un re arrivò da quelle parti, accompagnato dalla sua corte e da un intero esercito, e si accamparono nel deserto. Ora, questo monarca possedeva un possente elefante, che utilizzava sia in battaglia sia per accrescere la soggezione della gente.
Il popolo era ansioso di sapere come fosse l’elefante, e alcuni dei membri di quella comunità di ciechi si precipitarono all’impazzata alla sua scoperta.
Non conoscendo ne la forma ne i contorni dell’elefante, cominciarono a tastarlo alla cieca e a raccogliere informazioni toccando alcune sue parti.
Ognuno di loro credette di sapere qualcosa dell’elefante per averne toccato una parte.
Quando tornarono dai loro concittadini, furono presto circondati da avidi gruppi, tutti ansiosi, e a torto, di conoscere la verità per bocca di coloro che erano essi stessi in errore.
Posero domande sulla forma e l’apparenza dell’elefante, e ascoltarono tutto ciò che veniva detto loro al riguardo. Alla domanda sulla natura dell’elefante, colui che ne aveva toccato l’orecchio rispose: “Si tratta di una cosa grande, ruvida, larga e lunga, come un tappeto”.
Colui che aveva toccato la proboscide disse: “So io di che si tratta: somiglia a un tubo dritto e vuoto, orribile e distruttivo”.
Colui che ne aveva toccato una zampa disse: “È possente e stabile come un pilastro”.
Ognuno di loro aveva toccato una delle tante parti dell’elefante. La percezione di ognuno era errata. Nessuno lo conosceva nella sua totalità: la conoscenza non appartiene ai ciechi. Tutti immaginavano qualcosa, e l’immagine che ne avevano era sbagliata.
La creatura non sa nulla della divinità. Le vie dell’intelletto ordinario non sono la Via della scienza divina.
mi chiedo spesso cosa si intende per verità,quale significato abbia per noei che crechiamo la verità.
Il mondo non credo che abbia bisogno di verità perchè essa imporrebbe condizioni logiche per poterla conoscere ed ammesso che quwsta possibilità ci fosse concessa ,quale utilità ne trarremmo in un’ epoca in cui l’orientamento alla vita è dato dall’esperienza non sociale di potenza sia essa del danaro della guerra o si concretizzi nell’asservimento degli uomini tra di loro..
La verità quale conoscenza di noi stessi e delle limitazioni che ci circondano potrà fprse accadere quando invocheremo l’aiuto divino perchè sentiremo tutta la nostra fragilità
Ritengo geniale e assolutamente inontrovertibile l’immagine della verità… che ci dona il grande Rumi.
Messuno di noi può… non dico conoscere… ma nemmeno immaginare quale sia la Verità… almeno in questa vita.
Ciò premesso io cerco il pezzetto di specchio più grande che mi è possibile… prendere eh eh…
Più di questo non posso… ma per la mia natura mortale va benissimo… e mi accontento..
Grazie per questa gemma del pensiero Sufi…
t.k.
Come se la mia anima fosse un fachiro vorrei che quei frammenti fossero lungo il mio cammino senza prenderli ma attraversandoli in modo che mi pungano e mi “entrino” dentro indelebilmente.
Le sofferenze non sono forse piccole schegge propedeutiche alla verità? Non potremo mai ricomporre lo specchio ma il rispecchiarci e l’attivarci nei comportamenti che ci suggerisce Gesù lo possiamo fare e sarebbe una Verità di Vita.
(Il mio pensiero del cuore è sempre rivolto a Lui)