Adesso so che gli esseri umani sono creature di consapevolezza, coinvolte in un viaggio evolutivo di consapevolezza, esseri sconosciuti a sé stessi, pieni fino all’orlo di risorse incredibili che non vengono mai usate.
Tratto da “Tensegrità” di Carlos Castaneda
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L’essenza del testo di Castaneda mi sembra di coglierla -in positivo – nel percorso lungo la spirale dell’evoluzione, e questo si presenta come appartenente alla sfera della consapevolezza, nella compostezza etica di chi è sereno (“compos sui”). Il contraltare (negativo) è che l’uomo – essere meraviglioso – è tuttavia travolto dal paradosso di avere risorse che lo renderebbero divino “tout-court”… ma di non sapere usarle o di non aver la dovuta avvedutezza per farlo. Mi sembra comunque contraddittoria la convinzione che che si possa essere “consapevoli” a intermittenza… sì nel percorrere un sentiero evolutivo e non nel tentare di usare con maggiore intensità le proprie risorse.
Caro Salvatore,
la consapevolezza, o coscienza di sé, è qualcosa di impermanente per gli uomini comuni. Non c’è nulla di contradditorio nella consapevolezza ad intermittenza. E noi ne facciamo continua esperienza nella nostra quotidianità. Non viviamo sempre nello stesso stato di coscienza, o incoscienza… Quante volte capita di accorgerci di aver compiuto una serie di azioni logiche ma inconsapevoli? Quante volte capita di risvegliarci all’improvviso e di chiederci: ma cosa stavo facendo? E che ci faccio qui?
Rifletti attentamente su queste parole e su queste situazioni ed avrai un chiaro quadro riguardo all’intermittenza degli stati di coscienza!
O sarebbe meglio dire dei tuoi momenti di coscienza e dei tuoi momenti di incoscienza
Prof. questo post mi sembra il luogo adatto per comunicarle che il commentario che ho scritto sul Sutra del Cuore, è integralmente disponibile al seguente link:
http://andrewdistefano.blogspot.com/
Spero che il mio lavoro sia utile e gradito alla, mi lasci passare questo termine, nostra comunità virtuale!
penso che le risorse a cui castaneda allude siano quelle che per così dire come un mare immenso ci circondano, giustamente noi non possiamo usare quel mare perchè è immenso e per sua stessa natura non può essere “usato”.
Per fortuna.
La consapevolezza è sempre “essere” non avere disponibilità ad usare.Ed essere può anche “essere il vuoto” ad esempio, essere svuotati non vuol dire essere “privi di” ma forse pieni…
è un ragionamento assai affascinante di cui i libri di castaneda sono pieni…essendo vuoti..ma leggendoli ecco la nostra stessa mente costruire, intuire, capire…riempire quei vuoti e questo ci affascina
Cose incredibili che non vengono mai usate…
ma potrebbe anche “capitare” di scoprirle ed imparare pian piano ad usarle. Mai essere categorici, soprattutto se si parla dell’incredibile.
baci
Buon Giorno Carissimi,
Un giorno ho detto, che per quell’eterno nuovo progetto di genesi cosmica siamo stati noi stessi a creare gli universi, ma penso che per tanti, siano solo parole al vento….
La consapevolezza è solo un frammento, un attributo di quel divino frammentato raggio, di quella divina indefinibile essenza che celata aspetta di essere risvegliata in ogni cuore.
Piuttosto, sapete o avete idea di chi siano “LOS VOLADORES “ citati dallo stesso Castaneda?