In questa notte d’autunno

In questa notte d’autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole,amore
le tue parole,amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.

Nazim Hikmet

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La paura dell’amore e del profondo

Il nostro io…

Nella tradizione conscia del nostro io, non troviamo nessun rinnovamento; ma solo rinforzo per le aride abitudini della mente monocentrica, che cerca di tenere assieme il suo universo con sermoni colpevolizzanti.

James Hillman

Pane e gioielli

In un impeto di disinteressata generosità, un re decise un giorno di regalare parte delle sue ricchezze. Al tempo stesso, tuttavia, voleva sapere che ne sarebbe stato dei suoi doni. Pertanto, fece chiamare un fornaio nel quale aveva totale fiducia, e gli disse di cuocere due pagnotte: nella prima doveva mettervi dei gioielli, mentre la seconda avrebbe contenuto solo acqua e farina.
Poi gli chiese di dare le pagnotte all’uomo più devoto e a quello meno devoto che potesse trovare. Il giorno dopo, due uomini entrarono nel negozio. Uno era vestito da derviscio e sembrava molto devoto, pur essendo in realtà solo un simulatore. L’altro rimase in silenzio e somigliava in tutto e per tutto a un uomo per il quale il fornaio provava una grande avversione.
Allora il fornaio diede la pagnotta con i gioielli all’uomo che indossava il mantello derviscio e la pagnotta ordinaria all’altro. Non appena l’ebbe in mano, il falso derviscio la tastò e la soppesò: la forma dei gioielli che le sue dita sfioravano gli fece pensare che fossero grumi. Soppesò di nuovo il pane; lo trovò veramente troppo pesante. Allora lanciò un’occhiata furtiva al fornaio, ma vedendo che non era tipo col quale poter scherzare, si voltò verso l’altro:
“Non ti andrebbe di scambiare il tuo pane con il mio? Sembri piuttosto affamato; questo è molto più pesante”.
Il secondo uomo, disposto ad accettare qualsiasi cosa, acconsentì volentieri allo scambio. Il re che osservava la scena da una fessura della porta, fu sorpreso, ma non percepì le rispettive qualità dei due uomini.
Il falso derviscio ebbe quindi il pane ordinario e il re ne concluse che il destino era intervenuto per preservare il derviscio dall’opulenza. L’uomo buono trovò i gioielli e seppe farne buon uso, ma il re non fu in grado di interpretare l’accaduto.
“Ho fatto ciò che mi era stato detto di fare”, disse il fornaio.
“Non si può cambiare il corso del destino”, disse il re. “Sono stato furbo!”, disse il falso derviscio.

Parabola sufi

Tengo le sue mani…

Tengo le sue mani e le stringo al mio petto.
Tento di riempire le mie braccia della sua bellezza,
di rubare con i baci il suo dolce sorriso, di bere
i suoi neri sguardi con i miei occhi.

Rabindranath Tagore

Attraverso l’altro

Tutto ciò che degli altri ci irrita può portarci alla comprensione di noi stessi.

Carl Gustav Jung