Se non capiamo le immagini dell’inconscio, o rifiutiamo la responsabilità morale che abbiamo nei loro confronti, vivremo una vita dolorosa.
Carl Gustav Jung
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SU QUESTO ARGOMENTO, MI PIACEREBBE DISCUTERNE,DI PERSONA,…! TROPPA GRANDE È LA VERITÀ DI QUESTO CHE JUNG, CI RIVELA!!! PURTROPPO TROVARNE, DI jUNGHIANI??? PIÙ FACILE TROVARE L’INFERNO VERO È PROPRIO, CHE JUNGHIANI, AGGIUNGO VERI A CUI RIVOLGERSI!!???
Sa prof, mi deve scusare ma stavolta non concordo al 100% con Jung … (se naturalmente ho capito il senso della frase).
Penso che anche quando capiamo le immagini dell’inconscio e ne accettiamo la responsabilità morale a volte possiamo vivere una vita dolorosa e trascorrerla nella consapevolezza di essa. Ma un rimedio forse c’è ed è quello di trovare l’equilibrio tra la responsabilità e l’accettazione, senza fare prevaricare ora l’uno o l’altro.
Si può sempre e comunque vivere al pieno del proprio inconscio reale.
ciao prof.
dovresti innanzi tutto rivolgerti a te stesso.
quando il tuo mondo sarà compiuto,
esso sarà un luogo abitabile,
così come nella genesi,
il processo avrà termine infinito
non v’è peggior inferno
che il proprio
da noi creato
………………….
esso ti quadra dal suo abisso
lontano da quegli occhi
caro amico , che non guardano
………………….
non esecrare
il detto
che fu mai detto
………………….
non osservare l’acqua al suo termine
ma sempre al suo inizio
la dove zampilla
il tuo cuore
(“quadra” non è un errore)
Cara Calliope, perdonami ma propendo per Jung… Un sorriso a te, Gabriele
Prof,è da ieri che rimugino su questa frase..e se non fossimo in grado di capire le immagini dell’inconscio?
Cara Amalia, infatti, in grandissima parte, non ne siamo capaci ed i simboli hanno molte stratificazioni di significato.
Prof,e se ,più che capirle le immagini,fosse importante avere per loro quel rispetto che si ha verso ciò che è sacro?L’inconscio è vasto,immenso ed insondabile,ci trascende..La mia parte razionale non può “giocarsela alla pari”ma potrebbe comportarsi come un antico sacerdote..cercando di decifrare qualcuno dei suoi oracoli.Il mio “Io allora si troverebbe collocato in un contesto immaginale,che gli riconoscerebbe un ruolo,un senso..che ne pensa?
Cara Amalia, con le immagini ci vuole anche rispetto. Credo, però, che tentare una acquisizione conoscitiva sia sempre corretto