Il linguaggio dell’anima non si riconosce dall’ossequio a corpus teorici ma dalle risonanze profonde che sa provocare.
La parola poetica – che è parola d’anima – si riconosce dal fatto che sa provocare una scossa estetica, una vibrazione che risveglia il corpo emozionale profondo
Carla Stroppa
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Riflessione geniale che condivido in pieno…
Grazie…
Applichiamo tale regola all’attuale produzione poetica e sarei stupito se si salvassero più di due o tre versi, per altro mai stampati, tanto meno letti.
Se la poesia viene dal suo mondo, allora è, sarà, sempre Profondità! la mano la scrive, ma tu non la detti, fluisci da te, ma non da quell’immagine bionda, bruna, che si guarda allo specchio…! il suo volto lo trovi in te, che leggi, che rifletti, ancor di più, che sogni…!!! Allora, guarderai la mano d’ognuno, capendo, che tutti l’abbiam scritta,Vissuta, Viaggiata…!!!
18/1/2010 II ora…
La mia alba
Mi svegliai e ammirai
il mistero che conobbi
nell’ultima notte
della mia passata esistenza…
RF
e quella “vibrazione che risveglia il corpo emozionale profondo”… porta a me uno sfasamento del tempo ordinario dell’orologio…e cos’è l’orologio? Forse è il contrario di tutto ciò…E quello sfasamento cos’è? Forse è ciò che non riusciamo a definire da tempi immemori…che stà lì pronto per essere esplorato infinitamente…senza peso corporeo, senza tempo, non dietro, non avanti…proprio lì in quell’attimo dilatato all’infinito!
la scossa è psico/coprorale.Non solo vi è nuovo comportamentismo generato dalle pulsioni di eros,ma vi è anche un miglioramento estetico che può anche configurarsi come una danza perchè i corpi ,guidati da una simbiosi vista/coscienza/neuroni ,hanno il desiderio di volteggiare.E’ la poetica dell’amore.La coscienza ,a seconda dei tempi ,svolge un ruolo primario ed anche secondario
Sono quel fascio di luce solare,
quel calore che i fiori fa sbocciare
nel loro splendore! sono pur,
quello che non li vivrà,
preparandoli x chi, dopo di me,
giungerà!
Caro Gabriele,
Le risonanze della poesia sono forse “VOCI” ?
BACI
Voci aritmiche lontane
rinascono
Radici
firmamenti
come scrosciare di cascata
confuso
con itineri già tracciati
trapunti
dal suono del silenzio
in un presente
che ci possiede in catene
nei lazzaretti del Sud
Antiche tristezze
trafiggono
le parole di sempre
tremanti al vento
chissà perchè velato d’argento
il mare confonde
i linguaggi dell’uomo
intessuto
di primavere fallaci
e gli anni dispersi
in frammenti d’utopie
Memorie
di voci scordate
M.Allo
Cara Maria, ci devo pensare perché potrebbe anche essere. Un abbraccio a te