Abbiamo tutti crisi di identità, perché un’identità singola è un’illusione della mente monoteistica che, ad ogni costo, vorrebbe sconfiggere Dioniso; abbiamo tutti una coscienza dispersa in tutte le parti del nostro corpo, uteri vagabondi; siamo tutti isterici. L’autenticità è nell’illusione, nel recintarla, nell’osservare in trasparenza dal suo interno mentre la recintiamo, come un attore che vede attraverso la sua maschera e solo in questo modo può vedere.
James Hillman
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Caro m Gabriele il mondo è pieno di persone in crisi di identità ,uso il termine “ME NE FREGO” perchè penso di togliermi da dosso i falsi miti e i falsi preconetti ,mi piace il dentro delle persone …l’anima
quelli che sentenziano condanne o lodi …siceramente prendo le distanze
sono anime perse nel mare di Borgia.
pità per loro e speranza per noi
il viandante
“Per orientarti nell’Infinito/distinguer devi e poscia unire.”
(Dio e mondo, Atmosfera, Goethe)
EFFETTIVO e INEFFETTIVO
PIENEZZA e VUOTEZZA
VIVENTE e MORTO
DIFFERENZA e IDENTITA’
LUCE e OSCURITA’
CALDO e FREDDO
FORZA e MATERIA
TEMPO e SPAZIO
BENE e MALE
BELLEZZA e BRUTTEZZA
UNO e MOLTEPLICE
ecc.
Gaaabrieeele,
ti voglio bene. Mi stai spiegando…le ali!
Baci.
giusto giusto giusto
non credo alla sincerità..dubito di me non appena dico “sono sincera”..ma se non so chi sono e anzi NON lo voglio sapere MAI…che vita noiosa a tu per tu con una perfetta –conosciuta—…
io appartengo alla categoria degli scorbutici quelli che borbottano ma sono sempre in aiuto di tutti mentre i “sinceri” sono dall’estetista..
Io credo non che noi siamo “nudi” nell’anima
ma che siamo nudi di fronte all’anima che non potrà mai essere nuda perchè è molto vestita, vestitissima nel senso che lei è.
mentre noi cerchiamo foglie per coprirci la vergogna essendo noi sì nudi di fronte a lei
per fortuna ci sono foglie di tutti i tipi grandi o delicate festose o singolari insomma siamo dei creativi nella nostra personale e senza vergogna “sincerità”
è fantastico addirittura esilarante credersi sinceri..mentendo a sè stessi….
e lasciati andare e “vola”…. Un bacio a te. Gabriele
E’ quello che mi domando spesso, negli ultimi anni, aumentano gli isterici e nevrotici, anche se apparentemente sembrano normali.
In questi ultimi anni potrei cambiare la definizione di monoteista, poiché queste tipologie di persone nelle loro nevrosi e isterismi, “credono” di essere loro un dio, al centro del mondo, rinchiudendosi nella loro mente chiusa. Non parlo di politici, chiesa, gente al potere, ma gente comune.
Anch’io ho sempre creduto di avere crisi di identità, sono monoteista anche se non mi piace il termine, ma ho la mente aperta per accogliere tutto quello che abbia qualcosa di autentico e vero.
Un giorno di dieci anni fa,decisi che avrei messo a posto le cose dentro di me..stanca di sentirmi dare della strana dagli altri,un pomeriggio mi dissi: Ok affrontiamo la faccenda..in dieci minuti io ne verrò a capo” Oggi rido della mia stupenda ignoranza di allora.Dieci minuti? Sì..sono dieci anni che navigo..e meno male che mi sono imbarcata..e mai,mai fui più vicino alla follia di quando mi imposi di essere una sola cosa e per sempre…Praticamente,una lapide non una donna!!
Amalia, anch’io , anch’io, lasciamo che gli altri contemplino vanamente le nostre “lapidi” noi ce ne andremo per fragole, fregandocene altamente…
Amalia carissima,
anche io ho intrapreso il tuo stesso viaggio e anche io non ero allora consapevole che di quello che mi attendeva, cioè che non sarebbe stato nè facile nè breve. E anche io come te ho vicino persone che mi definiscono più o meno apertamente “folle” o “fuori dalle righe” o anche “un pò strana”. Una volta me la prendevo e le sofferenze interiori che questi appellativi mi causavano erano enormi. Poi però ho capito che se il prezzo per essere me stessa e sentirmi bene con me stessa e con il mondo è questo, allora i loro appellativi ora mi fanno sorridere. Anche perchè vengono da persone che non hanno il minimo senso dell’altro, della vita e dell’amore, insomma da persone aride, banali, ancorate più all’apparenza che all’essere. Poi non dimentichiamoci che un una dose di buona “follia” non ha mai fatto male: pensa a cosa diceva Erasmo da Rotterdam nella suo “Elogio della follia” oppure ai “fool”…insomma mia dolce amica, la nostra piccola dose di follia è quella che ci rende invece molto più normali di quelli che in maniera acritica si definiscono normali.
Ha ragione Map: non diamo importanza a queste persone insulse e gustiamoci insieme spensierate e felici pasticcini e torte….
F. Nietzche diceva:
“Nell’amore c’è sempre un po’ di follia,
ma nella follia c’è sempre un po’ di saggezza”.
Baci baciii, Bea.
Dolce Bea,io ho imparato a non parlare di me a chi so che non potrebbe capire: una banalità ma ho impiegato anni a realizzare che non dovevo per forza dire a chiunque la verità su quel che sentivo dentro di me.Mi sentivo sincera,ma ero solo masochista..E comunque,quando ci sentiremo strane..ora sappiamo che io ,e te insieme con Map pina possiamo andarcene a raccogliere fragole nei boschi..Sarà questa l’immagine scudo,per difenderci.. “quelle strane raccoglitrici di fragole.”.pare un titolo di un film!!Un bacio fragoloso!