Rosa

Nella iconografia cristiana la rosa è sia la coppa che raccoglie il sangue di Cristo, sia la trasfigurazione delle gocce di questo simbolo, sia il simbolo delle piaghe di Cristo. Un simbolo rosacrociano raffigura cinque rose, una al centro ed una ad ogni braccio della Croce. Queste immagini evocano sia il Graal, sia la rugiada celeste della Redenzione. Come è rappresentato in una allegoria della Rosa-Croce, la rosa è situata al centro della Croce, cioè al posto del cuore di Cristo, del sacro Cuore.
E’ lo stesso simbolo della “Rosa candida” della Divina Commedia, che evoca la “Rosa mistica” cristiana, simbolo della Vergine. La rosa, per il suo rapporto con il sangue versato, appare spesso come il simbolo della rinascita mistica.
Scrive Mircea Eliade: “E’ necessario che la vita umana si consumi completamente per esaudire tutte le possibilità di creazione o di manifestazione; se essa è interrotta bruscamente da una morte violenta, tenta di prolungarsi sotto un’altra forma: pianta, fiore, frutto”.

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15 Risposte

  1. E’ vero che…
    So che…il dolore che si prova a seguito della perdita di una persona cara è grande. Così grande da farci fuggire dalla nostra vita e spingerci in un’altra, una qualsiasi, purchè sia lontano da quel dolore…
    So anche che… quel dolore comunque si prolunga e trova pace soltanto nel Perdono: “ritornare” in Sè per affrontarlo ed in qualunque altra vita, sotto qualsiasi altra forma, ritrovare il senso di quell’esistenza.

  2. stamattina ho “parlato” con una persona “che non c’è più”, mi ha portato in un giardino, poi mi ha portato dove lavora , ed ora fa ciò per il quale era portato, era un grande nello scrivere dei sentimenti, lo scoperto solo dopo, invece si è dovuto occupare di tante persone, allora osservando una sua opera, ho capito di lui tanto, un opera molto bella, che attiene alla preziosità delle parole, potrei anche descriverla, ma è il suo significato ad essere importante,verso la fine del nostro dialogo/esperienza gli ho detto , ma sai che mi consigli su questa cosa…allora lui se ne è scappato via..non prima di farmi vedere le sue mani che assomigliano alle mie, le sue erano un pò nodose ma morbide, aveva un carattere nodoso ma era dolce, comprensivo, forse ora si è liberato di tutti coloro che facevano conto su di lui, e che ora in fondo se la cavano benissimo, ora, che cosa curiosa questa a pensarci bene e che insegnamento .Intanto mi veniva pure da ridere, perchè se ne è scappato, ora ha tutto il tempo di dedicarsi a sè e quello che ha di profondo nell’anima e non ha più tempo per i problemi degli altri!

  3. Professore,mi è venuto in mente un passo dell’inferno di Dante..quando stacca un ramo e la pianta sanguina e parla..Eliade scrive “tenta di prolungarsi”..è terribile! Io non riesco a vedere la consolazione in questo,ma rimpianto..

  4. Valeria D.A. piantala di leggermi nell’anima,soprattutto di farlo non intenzionalmente..Confermo,si scappa.E quello ti insegue e non ti molla sino a quando non trovi il coraggio di affrontarlo.E lo sai che c’è dentro? Un amore così grande,che hai paura di essere annientata..e penso all’Amore ,quello di cui scrivevano le mistiche,quello del Sacro Cuore di Cristo..Non c’è più la distinzione tra amor sacro e amore profano..

  5. Lo so, Amalia.

  6. Cara Amalia, il rimpianto, con il tempo, diventa consolazione e rinnovamento totale

  7. Margherita Porete fu arsa viva per aver scritto un libro “Specchio delle anime semplici”,un libro che rifiutò di abiurare.Sacrificio d’Amore. Da questo libro:”“ Oh! Dolcissimo puro divino Amore,dice quest’ Anima,che dolce trasformazione è questa,per cui sono trasformata nella cosa che amo più di me stessa! E sono tanto mutata che ho perso il mio nome,amando chi così poco posso amare:l’ho perso in amore,perché non amo se non Amore”

  8. Professore,dovrei accettarlo,vero? Smettere di contrastarlo e lasciarlo agire..avere il coraggio di amare..quella spina..e piantarla di cercare qualcuno che me ne liberi..

  9. Amalia… l’Amore porta sofferenza e, le spine, vanno accettate. Ma senza amore, credo, (non sono mai stato senza amore) sia molto peggio

  10. Professore,le dedico questa poesia che ho trovato in una antologia sui poeti greci:
    Eros un giorno
    non vide un’ape
    fra le rose, e fu punto
    al dito. Strillò,
    sbatté le mani,
    volò di corsa
    dalla bella Citerea
    e disse:”Ahi ,mamma!
    Io sto per morire !
    Un piccolo drago con le ali
    mi ha ferito: lo chiamano ape,
    i contadini!”.
    E lei rispose: “Se il pungiglione
    di un’ape ti fa tanto male,
    quanto pensi che soffrano,
    Eros, quelli che tu ferisci

  11. … non c’è altro da aggiungere, cara Amalia… E, ovviamente, grazie per la dedica. Baci, Gabriele

  12. Amalia,
    mooolto carina!

  13. Cao Gabriele,
    a proposito di rosa mistica vorrei inviarti una mia poesia scritta nel periodo in cui seguivo le meditazioni dettate da R.Steiner. La rosa rossa è il sangue delle nostre passioni, emozioni più basse trasformato. Vi sono sette rose rosse che abbracciano la croce di cristo.
    Nella vita quotidiana tale trasformazione avviene attraverso il dolore che, vissuto sino all’ultima goccia, genera la catarsi.
    A me è capitato più volte fino ad interiorizzare la consapevolezza che anche davanti al dolore più grande la nostra anima se trasformata riesce a rimanere ben salda e non si lascia travolgere, piuttosto riesce a vedere la luce anche quando intorno ad essa c’è solo buio.

    Il dolore perfetto

    Come lama lucente
    preziosa ai guerrieri di un tempo
    il dolore è entrato nel cuore
    è un dolore perfetto
    che non brucia e non mi divora
    esso è lì a raccontarmi
    l’amore che provo per te
    al mattino quando mi sveglio
    e in ogni mia azione fino a giungere a sera.
    No quella lama è consacrata al dolore
    e non c’è medicina per me
    nella ferita che versa il suo sangue
    nell’ombra
    c’è tutta una vita ricolma d’amore
    per l’unico uomo che ho amato
    e perduto.
    Tutto appare normale al giorno che scorre
    parlo con gli altri
    e partecipo dei loro pensieri
    ascolto
    e alla sera ritorno
    alle mie cose
    e nulla è più caro di quella lama
    conficcata nel petto
    che accompagna le notti
    e gli anni futuri
    rinnovando ogni momento
    la ferita di un amore
    più grande del bene profondo
    più grande persino del gesto
    più grande d’amore
    c’è in quella lesione del corpo la linfa di te
    e pur dopo la morte
    vorrei conservare
    questo Dolore sublime che m’innalza
    sino al Ben Supremo.

    ^^^^^^^^^^

    Rosa

    Vestita di manto purpureo
    accogli nel tuo seno
    il sangue versato nel sacro
    offrirsi dell’Uno
    alla terra
    trasformando la pianta più verde
    della natura dell’uomo
    nella rosa del Cristo
    che avvolge la croce.
    Rosa
    dalla coppa divina
    beviamo i tuoi doni
    offerti a noi
    con semplice regalità.

    Grazie.
    Anna Rita Armati.

  14. Carissima Anna Rita, ti ringrazio per gli insegnamenti. I tuoi discorsi sul dolore sono “giusti” e la tua prima lirica l’ho “sentita” moltissimo

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