Carissime e carissimi, ascoltate questa esperienza di Sveva. Gentile e leggiadra.
Sai cos’é? che io ogni tanto ci penso. Si, dico che ci penso alla morte. Ma non a quella che appartiene a tutti, alla mia; e penso a come morire per raggiungere la morte. Quella volta, la prima volta, mi capitò mentre canticchiavo sotto la doccia. Le gocce soffici picchiettiavano le spalle e le natiche; il vapore con tutta la sua umidità entrava nelle narici e mi massaggiava…e così, come le luci d’entrata di una prima teatrale, apparve l’idea, Quell’idea, che abbracciò teneramente i miei pensieri. E il cuore si strinse sentendo la vita…e “quell’idea” e “quella vita” si conobbero, si guardarono e cominciarono a sostenersi in “quello sguardo”, l’una il ponte dell’altra.
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