Vi lascio la lettera del Reverendo Rosso. È molto bella. E sentitamente ringrazio. Il Divino è dovunque e in tutti.
Caro Professor La Porta,
Desidero ringraziarLa a nome di un piccolo gruppo di cristiani unitariani per cui svolgo la funzione di ministro di culto italiano.Noi, insistendo sull’assoluta umanità di Gesù e sul valore simbolico dei miracoli, anteponiamo il messaggio evangelico ad ogni questione dogmatica di eccezionalità della figura di Gesù
Considerato di per sè il messaggio risulta una testimonianza di una Tradizione antica che ha avuto numerosi altri testimoni e interpreti
Per noi questo è il solo modo in cui il cristianesimo possa farsi veicolo di un messaggio significativo e universale, aggettivi con cui intendo difendermi dall’imperante relativismo nichilista per cui l’universale non sarebbe che la giustapposizione contigua di piccoli particolari contraddittori, un guazzabuglio privo di senso
Da cristiani nostra aspirazione all’universale è invece piena e più alta e auspica per se la consapevolezza spinoziana sub specie aeternitate, o se vuole la danza di uno Zarathustra che senta su di sè il compito di scendere dal monte e rispondere al grido di dolore dell’uomo
Nella penuria di testi nostri su questo, spesso rinvio gli amici alle sue trasmissioni e alle sue opere come unica voce italiana interprete della Tradizione nel panorama televisivo
Di questo la ringraziamo tutti sinceramente
Ps: La Rai non potrebbe creare un podcast delle sue puntate come fa per tutti gli altri programmi?
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“Questo è il solo modo in cui il cristianesimo possa farsi veicolo di un messaggio significativo e universale”. Teologicamente dite un qualcosa di improponibile, poiché la Rivelazione di Dio in Gesù Cristo (generato e non creato dalla stessa sostanza del Padre) pieno dello Spirito Santo che riceve la stessa vita dal Padre e dal Figlio è il pilastro del messaggio cristiano. Questo perché negando la consustanzialità di Gesù con il Padre negate la Resurrezione e svuotate le stesse prassi ed esistenza del nazareno del senso ultimo che queste hanno, ossia la speranza di salvezza che viene da fede, opere e grazia. Parlando chiaramente voi siete il risultato riveduto e corretto di alcune eresie trinitarie sorte nei primi secoli cristiani e che ritornarono nel XVI secolo con Serveto ed altri, ergo quello che veicolate è un messaggio totalmente distorto. Sono d’accordo sul fatto che la tradizione cattolica sia frutto di rimaneggiamenti e stratificazioni che hanno dato luogo ad altrettante verità di comodo, ma essa resta pur sempre la via maestra, con buona pace delle altre confessioni che rappresentano devianze posteriori. Vero è che in ogni confessione possiamo riscontrare elementi che sembrano più vicini alla purezza originaria (questo è idealmente lo scopo di tutti i fattori scismatici e delle eresie), ma credo che attualmente questa sia stata talmente insabissata da non poter più emergere a questo punto. Vero è che nell’attuale età moderna post-cristiana viviamo in un pluralismo religioso in cui ogni fede crede di professare la Verità rispetto agli altri. La soluzione non sta né nel sincretismo né nell’integralismo, ma forse mel mezzo. In questa realtà interreligiosa dobbiamo poi chiederci perché essere proprio cristiani. Non voglio ora inoltrarmi nell’argomento che non è esauribile in un post su internet dato che si contunuano a versare fiumi di inchiostro in proposito. Se la domanda è allora “perché essere cristiani?”, dobbiamo allora aggiungere “in quale forma esserlo?”. Credo però, in tutta onestà, che negare la Trinità e la divinità di Gesù sia una bestemmia in piena regola che non conduce davvero da nessuna parte. Tanto vale affermare, a questo punto, di essere atei o di seguire una qualsiasi altro credo. Un’altra cosa su cui è necessario far chiarezza è l’utilizzo del termine “divino”, “numinoso” o derivati in riferimento ad una forza impersonale e trascendente presente “dovunque e in tutti”, come Lei afferma, Direttore. So bene che Lei non è cattolico e forse neppure cristiano credente, ma, se noi parliamo in questi termini in ambito cristiano, anche qui diciamo un qualcosa di difficilmente giustificabile, proprio perché il divino come lo intende Lei e così come era inteso da Jung non è facilmente accostabile con il senso che questo ha nel cristianesimo. Nel vangelo di Tommaso, ovviamente non riconosciuto nel Canone, pena il crollo del cattolicesimo come è a noi noto, recita in un passo: “Il Regno di Dio è dentro di te e tutto intorno a te. Non è negli edifici di pietra e cemento. Spezza un legno e io ci sarò, alza una pietra e lì mi troverai” (questa è in verità una versione rielaborata della frase originalmente un po’ differente) . Qui è ravvisabile un concetto forse vicino a quello che Lei considera valido, per quanto crollerebbe la necessità di una struttura ecclesiale di tipo umano. Quello che voglio far notare è che, anche cercando punti di contatto tra queste posizioni in quella che sembra essere una fonte meno contaminata del credo cristiano (per quanto non riconosciuta), il Dio cristiano è comunque un Dio che fra le Sue perfezioni annovera il carattere personale, ossia Egli ha un’individualità e una propria volontà, tant’è che il Figlio si rivolge a Lui con il “tu”. Ora, affermare che il divino è ovunque sarebbe giustificabile nel senso che Dio, oltre che padre speciale di un Figlio speciale è padre del creato e di tutto l’universo (se vogliamo crederci). La Trinità lascia un’impronta nella crazione, proprio perché lo Spirito, Il Paraclito, è presente nell’azione del Padre e del Figlio. Il creato dunque è esso stesso impregnato del soffio d’amore del Dio trinitario che crea per libera volontà ed incondizionatamente. Egli è prima di tutto “Qualcuno”, non è una forza panteistica priva di identità, altrimenti non avrebbe presentato molta differenza con le varie religioni tradizionali africane, dei pellerossa e così via (rispettabilissime e dotate di una dimensione interiore impensabili per il nostro Occidente, ma sono altro). O forse la domanda che dobbiamo farci è: “Chi vorremmo trovare in cima alla scala del Paradiso: JHWH, Il Dio uno e Trino, Allah, Il grande Manitù col capo adorno di piune che ci osserva severo, Siddharta l’illuminato o nessuno di questi?” Chiedo venia per la prolissità, ma non ho saputo trattenermi dato che ci sono argomenti in cui non è semplice far chiarezza e in cui le proprie convinzioni personali piegano la verità (ammesso che questa esista) alle proprie esigenze e questo non è accettabile. Saluti come sempre.
Tra parentesi sarebbe davvero bello poter avere le puntate in podcast. Dalla Svezia è dura seguire le puntate…
Un abbraccio ai pellegrini.
Fearomen
Carissimo Reverendo
condivido in pieno quello che ha espresso. Gli attuali palinsesti televisivi, di qualsivoglia emittente, scadono fin troppo spesso nella banalità, nella superficilità e, purtoppo, nel volgare, in quello che spesso viene definito “trash”. Addirittura in alcuni programmi pur di raggiungere un audience elevato si incita alla violenza o si aizzano alterchi dai toni alti, polemici e assolutamente diseducativi. Spesso riflettendo su tutto ciò mi chiedo come possa quella parte razionale ed intelligente che è in ogni uomo permettere un tale imbarrimento della psiche e dei modelli che si offrono ai telespettatoiri, soprattutto ai bambini. Ma come non arrivare a comprendere che i “media” sono forse il più potente mezzo per influenzare la psiche e le scelte di chi sta dall’altra parte dello schermo? Come non capire che con tale barbaria culturale e con tali deleteri messaggi si stanno traviando i bambini ed i ragazzi di oggi, che altro non saranno che gli uomini di domani?
Il nostro caro Gabriele è una rarissima perla di serietà, cultura ma soprattutto sa sapientemente servirsi dei “media” per arricchire chi lo ascolta, per farlo crescere nella sua intreriorità e sa aprire nel suo cuore profonde riflessioni.
Gabriele per noi sei una guida ed un maestro eccezionale: grazie per tutto quello ogni giorno ci regali e per la dedizione, professionalità e serietà con cui da sempre ti sei distinto nei tuoi programmi.
Ti voglio bene, Bea.
Grazie di Cuore, carissima Bea! Per ogni tua parola…
Gentile Fearomen,
purtroppo non avendo un sito internet ed essendo proprietaria delle mie tramissioni la Rai, non è per ora, almeno, possibile. Però so che sul web ci sono molte delle mie trasmissioni. Grazie. Un saluto! (molti anni fa ho passato molto tempo anch’io in Svezia…)
Caro Stefano,
scusami, sarò limitato ma non condivido. Soprattutto quando dici che chi non crede nella Trinità è “di fatto” ateo. No. Non ci sono proprio su questa posizione. Per me è un fondamentalismo mascherato.
Vede, questo è il problema di internet e del comunicare in differita. Io non ho mai detto queste cose in realtà e non mi sento in nessuna maniera una sorta di apologeta integralista del XXI secolo sotto mentite spoglie. Tanto più che né l’essere credente né gli studi teologici di fatto hanno fornito una risposta al mio interrogativo su come mai in teoria un occidentale debba essere così fortunato da avere la presunzione di ritenere di essere nato ove ha attecchito proprio la religione che professa la “verità” in una selva di campane le quali non sono tutte armoniche. Forse non mi sono spiegato bene nel primo post in cui scrivevo: “Credo però, in tutta onestà, che negare la Trinità e la divinità di Gesù sia una bestemmia in piena regola che non conduce davvero da nessuna parte. Tanto vale affermare, a questo punto, di essere atei o di seguire una qualsiasi altro credo”. Intendo “da nessuna parte” se ci muoviamo nell’ambito del Cristianesimo, perché comunque non siamo obbligati a farlo. Non dico, inoltre, che negare la Trinità significhi essere atei. Affermo come ciò non abbia senso, perché non staremmo parlando di Cristianesimo. Ciò non toglie che io possa essere buddhista o seguire religioni sciamaniche, cosmiche… Non è ateismo questo, ci mancherebbe. Posso essere un laico e cercare filosoficamente di sviscerare la realtà alla luce della ragione o dei principi in cui credo. Posso farlo sulla scorta del mio credo o della mia fede, non sono obbligato a chiamare in causa il Cristianesimo. Se decido di farlo, però, non trovo giusto reinterpretare concetti manipolati da rami derivanti da fattori eretici e scismatici , come nel qual caso la Chiesa unitariana, per far combaciare i tasselli del ragionamento nel nostro puzzle che dobbiamo comporre forzandolo anche se abbiamo in mano pezzi che andrebbero altrove. In questo senso preferisco l’ateo o qualsiasi altra cosa. Se dico che il Dio divino è uno solo che senso ha parlare di Gesù se perde di significato la resurrezione? Ci sono già gli Ebrei che credono in JHWH, hanno solo l’A.T. e non riconoscono il Messia, li trovo più rispettabili. Farei meglio a limitarmi ad affermare, come Lei fa spesso, che pur credendo alla figura storica di Gesù, io sono laico, piuttosto che “crearmi” la mia religione di comodo. Perché, Direttore, questo fanno questi signori. Tutti gli scismi sono nati dalla pretesa di tornare alla purezza delle origini, peccato che nel farlo abbiano continuato a distorcere il messaggio. Personalmente, ribadisco, non credo nella struttura cattolica, ma non credo neppure che il vero cristianesimo sia sopravvissuto in qualcuna di queste forme traverse. La Chiesa conosce la verità sui fatti avvenuti in Galilea, a mio avviso, ma non la rivelerà mai, a meno di non distruggere il credito su cui da duemila anni fonda fonda il proprio potere. E poi, cosa sarà mai questa “Verità”? Per molti l’infinito che entra nella storia, un uomo, il nazareno. Sul fatto che egli abbia detto tante di quelle cose che oggi il papa non desiste dal ripetere suscitando più di qualche interrogativo in credenti e non, ce ne corre. Spero di aver reso più chiaro il mio punto di vista, Direttore. Mi interessa come sempre sapere se si avvicina, almeno un po’, al Suo. Con affetto, ammirazione, rispetto e stima.
mi scuso per la prolissità, non lo farò più, promesso.
Ho anche riletto il messaggio del Reverendo Rosso. Credono nella sola umanità di Gesù e pensano di poter così trasmettere insegnamenti più accettabili per tutte le culture e i popoli. Il Cristianesimo da rivelazione diventa filosofia e il nazareno da Messia diventa un maestro di vita. Ma c’è davvero bisogno di una “religione” del genere? Non sarebbe meglio a questo punto far riferimento a Siddharta, Ghandi, Martin Luther King…? Che poi, dal punto di vista della filosofia dell’interiorità ci possa essere qualcosa di interessante in quello che dicono è un altro paio di maniche. Ma non è certamente Cristianesimo questo.
Caro Stefano,
Cristo è un ambito di dolcezza e perdono che non si sposa con la secolarizzazione.
A presto!
Caro Stefano, scegli la strada che vuoi. La Mia è quella dell’Ombra nella Luce e della Luce nell’Ombra.
che non sia coniugabile con la secolarizzazione è un fatto del tutto pacifico. Questo Francesco lo aveva capito bene, tant’è che non aveva alcuna intenzione di fondare un ordine. Questo, per lui, lo ha fatto la Chiesa per evitare scismi e inglobarlo nelle maglie delle proprie strutture.
mi, scusi, per “secolarizzazione” Lei sta intendendo le strutture della Chiesa secolare? Lo chiedo perché normalmente si intende un qualcosa di diverso. E’ un termine che viene, da quanto ne so, utilizzato dall’epoca moderna per indicare il passaggio di beni o territori dall’amministrazione ecclesiastica a quella di strutture laiche, fatto che si verificò molto nelle regioni germaniche nel periodo della riforma protestante. Non vorrei sembrarLe troppo scolastico ma è importante intendersi.
Caro Stefano, penso che tu sia nel giusto, ma l’Anima di Francesco continua a spandere Bene.
Caro Stefano, la secolarizzazione delle religioni indica il passaggio da interessi spirituali a interessi materiali. E tutte le religioni del Mediterraneo in vario modo ne sono coinvolte.
Stefano,
io credo che Cristo non sia una Persona da spiegare come quando in filosofia o in letteratura si studiano degli autori e poi ex cattedra li spiego alla scolaresca, CRISTO E’ ESPERIENZA. Incontrarlo fare esperienza di LUI è un privilegio e non a tutti essa è accordata, ma non perchè Cristo faccia delle particolarità creando figli e figliastri ma perchè EGLI è immensa libertà. Egli non piega nessuno e non ti salva senza di te. Lui è colui che è andato sulla Croce senza forzare Suo Padre a salvarlo. Ha rispettato persino la libertà di Dio.
Siamo umani, limitati, concreti, materialisti siamo peggio di Tommaso, ed allora Lui questo lo sa ed invita ciascuno di noi a mettere la mano nel suo Costato e come Tommaso ha risposto
“Dio mio” qualche altro può rispondere “non ti riconosco vai via”
e Lui non per questo cessa di amarlo perchè Lui è Amore e non potrebbe fare diversamente, Lui può solo amare, ma essendo Amore è Trinità in quanto l’Amore non può nascere da scelta solipsistica ha bisogno dell’altro “amerai il Signore Dio tuo” ossia il Padre ed il prossimo tuo come te stesso, ossia tutti gli uomini della terra. E questo il Figlio fa .Si mette in relazione con il Padre ed invita gli uomini a partecipare alla dolcezza ineffabile dello Spirito Santo.
Esperienza ed esperienza è Gesù che si incarna e si rivela e quando questo succede non puoi dire di no. Non ti conviene per usare un termine comprensibile.
Ciao Gabriele ammiro la tua intelligenza tant’è che ti ho mandato una mia produzione letteraria e siccome non ho ricevuto risposta
,o forse non l’ho saputa cercarla nel computer, mi sono fatta il concetto che forse non sia degna di attenzione. Con profonda stima e rispetto cordiali saluti a te e stefano.
Il dono dell’unione con Dio è ben presente nel cristianesimo,ed è conosciuto anche come la perpetua presenza dello Spirito Santo,è la sua presenza che fa dei nostri corpi dei templi.La presenza in noi,in ciascuno di noi,dello Spirito Santo fu la fonte principale dello straordinario entusiasmo della chiesa primitiva.Purtroppo per tantissimi secoli ‘insegnamento della Chiesa si è soffermato poco o nulla sul dono dell’unione con Dio con ogni anima e corpo individuali,al punto che la religione cristiana è diventata un affare terribilmente timido ed annacquato.