Oggi vi dedico quanto mi ha scritto Angelo Conforti. È un piccolo brano del testo di filosofia su cui sta lavorando: parla di Hegel e dell’Amore…
C’è un testo filosofico quasi dimenticato che parla dell’amore nel modo più bello, intenso e completo che si possa immaginare.
L’amore, che tanti poeti hanno cantato con parole meravigliose, è stato trattato anche da filosofi come Platone, Plotino, Marsilio Ficino e molti altri ancora. Ma c’è un filosofo, forse il più insospettabile di tutti, che ha dato dell’amore la più perfetta spiegazione in termini concettuali e, nello stesso tempo, poetici.
Si tratta nientemeno che del panlogista Hegel, il filosofo che tutto ha voluto spiegare con la logica e la razionalità, il filosofo dell’identificazione tra razionale e reale! Proprio Hegel, in uno dei suoi scritti giovanili, ha saputo cogliere ed esprimere la più profonda natura dell’amore.
Hegel sostiene infatti che nell’amore i due innamorati formano una completa unità, dando vita ad una nuova realtà che è la coppia, il noi. I due amanti vivono l’uno per l’altro nel modo più totale e il loro amore toglie ogni contrasto, ogni opposizione, ogni differenza fino a formare una sola “cosa”, una sola persona, una sola volontà. Con ciò i due che si amano non rinunciano alla propria individualità, anzi la potenziano e la superano. Chi ama dona tutto se stesso per ritrovare più pienamente realizzato il proprio vero sé.
L’amore non è desiderio, non è possesso, è annullamento di sé nell’altro; ma questo annullarsi è piena attuazione della propria identità che si riconosce pienamente nell’identità/differenza/complementarietà con l’altro.
L’amore “è un prendere e dare reciproco […] Colui che prende non si trova con ciò più ricco dell’altro: si arricchisce, certo, ma altrettanto fa l’altro; parimenti quello che dà non diviene più povero: nel dare all’altro egli ha anzi altrettanto accresciuto i suoi propri tesori. Giulietta dice nel Romeo e Giulietta: “Più ti do, tanto più io ho” […]. L’amore acquista questa ricchezza di vita nello scambiare tutti i pensieri, tutte le molteplicità dell’anima, poiché cerca infinite differenze e trova infinite unificazioni, si indirizza all’intera molteplicità della natura per bere amore da ognuna delle sue vite. Quel che c’è di più proprio si unifica nel contatto e nelle carezze degli amanti, fino a perdere la coscienza, fino al toglimento di ogni differenza: quel che è mortale ha deposto il carattere della separabilità, ed è spuntato un germe dell’immortalità” (Hegel, Frammento sull’amore, in Scritti teologici giovanili, 1798).
Grazie alla sua concezione dialettica della realtà, Hegel ha saputo esprimere pienamente, nei modi più alti, questa apparente contraddizione tra il dare e l’arricchirsi, tra il perdersi e il ritrovarsi, tra il rinunciare a sé e l’attuare il proprio autentico sé, che solo l’esperienza del vero amore consente.
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Che bella persona questo Prof (?) Angelo Conforti…ma possibile che gente come questa non si incontra mai là fuori? Io ho un desiderio folle di conoscere persone dall’animo così gentile. Che bellezza Gabriele, ricevere uno scritto del genere. Lei è veramente una persona fortunata sa?
Grazie grazie grazie per questa condivisione…in giornate nelle quali si parla del NULLA. Sono molto insofferente, lo so.
Rabi’a al-Adawiyya, in “Ti amo di due amori”, ci spiega lo stesso concetto con la semplicità del pensiero “al femminile”: l’Amore è forza costante e unificatrice (che spersonalizza) e principio che accoglie mentre disvela (oltrepassa il velo delle apparenze). Mentre l’espressione “dare e avere” , equivale all’invocazione gioiosa “meritare lode” già adottata dalla madre del sufismo, che predica della forza costante che spinge Colui-che-ama verso la comunione dell’Amato e di quest’ultimo come il solo che “meriti lode per entrambi”.
Rabi’a parla all’Amore e dell’Amore verso Dio, Hegel si commuove nel mentre scorge il germe dell’immortalità in una… carezza. Comunque l’Esperienza del vero Amore ci porta… lontano…E’ inevitabile: partiamo verso quella luce, incontro al nostro destino senza opporci. Non possiamo. Non riusciamo ad opporre resistenza. Non avrebbe alcun senso fare questa manovra. E’ la nostra vocazione e il nostro talento.
Attenzione, attenzione, cara signora Morelli! Non si basi sulle apparenze, sulle parole: da persona sensibile e fiduciosa quale pare essere, potrebbe trarne disillusione, rivelazioni, sofferenza crudeli, infinite, al di là di ogni più fervida immaginazione. Il Male, le psicosi si camuffano bene, anche in un’apparente bella persona, per colpire, vendicarsi della loro pochezza, anaffettività, viltà; ingannano, fingono amore e sfruttano, colpiscono alle spalle, più volte, in modo letale, senza scrupoli, chi ama come dice il brano ed è sincero, corretto, generoso, capace di tanto amore, pronto ad assumersene le responsabilità. Forse lo fanno per invidia, inadeguatezza. Però, chi ce la fa, impara, rinasce, si rigenera, pur serbando, per la vita, una profonda cicatrice. Almeno, però, hanno il rispetto di loro stessi, diversamente da altri, capaci solo di vigliaccheria. Là fuori ci sono tante belle persone, che non hanno bisogno di parole, perché dimostrano con i fatti la loro grandezza d’animo, non predicano bene e razzolano pessimamente. Posso garantire, provare tutto ciò che ho detto. Mi scusi, cara signora. Non voglio insegnarle nulla, ma sentivo di dovermi esprimere così. Un caro saluto al prof. La Porta.
Chiedo venia per la forma, ma ho scritto di getto, senza correggere. C’é quel però ripetuto, ad esempio…
Avevo scritto un commento che non ritrovo. Non era accettabile? Eppure mi pareva molto inerente. Grazie per l’eventuale motivazione.
Cara Signora (?) Emma Bovary,
posso chiederle di non fare le carte alla nostra Marina? A chi la conosce da tempo – o chi ha serie intenzioni di conoscerla – non deve essere sfuggito il suo bisogno di Amore e di parole che lo possano accompagnare. Basta aver capito questo per riuscire a frenare ogni pretestuoso tentativo di imporle una direzione ALTRA e si fermi, soprattutto, davanti a tanta Nobiltà di intenti. Chi non la vede ha un grosso problema da risolvere con se stesso principalmente.
Cara Signora (???), allora non cerchi di condurre Marina verso un riflesso che non è il suo.
Ninfabalena!!!
EMMA,
ma che simpatico darsi della Emma Bovary! E chissà chi si nasconde dietro questo nome a noi noto… Comunque,
volevo dire semplicemente, che mi piacerebbe avere un “Angelo” Conforti per amico; uno che si alza la mattina e mi scrive sul blog o mi spedisce una lettera per condividere con me le sue riflessioni profonde.
Ah, e che bellezza!
A me, la mattina mi chiamano per parlarmi dei loro problemi. Capisci la differenza?
Se poi, dietro le apparenze si nasconde altro, e che ci posso fare io…che intanto mi sono presa il meglio.
Voglio vivere di sogni, di passioni e d’illusioni…un po’ come te Emma Bovary, o no?
Baci a te ed al tuo stuolo di amanti….
Ciao.
Valeria,
tu fai le carte?
Io adoro la magia.
Un bacio, sei cara.
Non faccio le carte ma le contemplo…
Le bollette soprattutto…
Fiuto…le carte taroccate…
Un bacio
Gentilissima Emma,
mi chiamo Rosario Naddeo ,seguo questo blog che l’oasi dell’anima, certe affermazioni ,o preconcetti qui dentro non li possiamo portare. Qui siamo in un’altra dimensione ,non escludo che tutti noi abbiamo delle psicosi ,lo scrivente ne ha più di tutti . Sono peggio di Angelo Conforti,e non vorrei perdere il farmaco quotidiano che trovo qui.
Non condanno e ne affermo la sua tesi ,io qui dentro trovo anzi cerco di trovare la luce per la mia ombra ,e MARINA MORELLI è un faro.
Cerchiamo ti trasformare il dolore in amore che è l’unica strada che può dare speranza alla vita.
Mi sembra che Lei conosce anima e mi meraviglio che non ha preso in considerazione che dentro di noi ci sono tanti Dei che si ripresentano e se sappiamo curali il male nel mondo potrebbe essere meno doloroso per tutti.
L’unica cosa che non sopporto ,la prego di perdonarmi, è il processo intenzionale. Vada a leggere il mio commento che ho fatto su ANNA FRANK.
Le lascio la mia email per qualsiasi chiarimento in merito
. naddeo@alice.it
Grazie per l’attenzione
Naddeo Rosario ( IL viandante)
Per Valeria
Sei telepatica?
Care Valeria e Marina, vi rispondo in contemporanea. Non mi conoscete; dunque, molta attenzione prima di formulare certe accuse, seppure amichevoli. Ho scritto di getto, proprio per mettere in guardia da un uomo (perché di simili non ve ne sono, anche se molti si comportano da schifo) che si è presentato meraviglioso e si è rivelato il peggiore sulla Terra. Lo avrei fatto con chiunque. Non leggo le carte a nessuno, come ho dichiarato, né tento strade di alcun genere, tantomeno pretestuose! Volevo solo aiutare, con la mia esperienza. Non lo avete rilevato, vedo, eppure trasparivano solo tanto dolore, ormai sulla via della guarigione, tanta disillusione. E’ l’altra faccia di Amore, da cui bisogna guardarsi. Sapeste quanto Amore e quante parole che lo accompagnavano e fatti ho donato a chi mi svegliava come dice Marina, magari con sms alle 6,30 del mattino, che mi ha scritto per quattro anni sms di ogni genere, mail, una poesia di una bellezza sconcertante, che, forse, allegherò, con cui ho vissuto 18 anni alterni, ma gli ultimi quattro pienissimi di condivisione intellettuale e passione unica, che non poteva vivere senza me, che non aveva mai conosciuto una come me. Gli ho creduto, ma, ora, “Perì l’inganno estremo”. Sapete quante volte è letteralmente scomparso, senza una parola, un motivo? Colpa mia, che non volevo vedere e non ho tagliato la prima volta. Tentavo, ma poi…. A Luglio, dopo che avevamo provato ciò che mai, disse, è scomparso, nonostante l’avessi avvisato che non mi avrebbe più trovata, quella volta. Così, senza motivo, anzi, senza una parola. Avete capito bene. Alcuni vigliacchi, almeno, scrivono un sms. L’ha scritto, due mesi dopo, breve, assurdo, volutamente ambiguo, come sempre da interpretare. Uno senza palle. Ho fatto dell’Amore il simbolo della mia vita e non solo per un uomo, ma per tutto, tutti: il lavoro, la natura, le cose, la memoria, i ricordi, la famiglia, la cultura, i bisognosi. Tutto. Ne ho ricavato colpi mortali, eppure avevo ed ho ancora, per fortuna, nobiltà di intenti. Con me stessa non ho mai avuto problemi, gli altri me li hanno dati, a caterve: ho tanti difetti, ma sono sincera e solare, immediata, impulsiva, onesta, il calcolo non so cosa sia e so amare, senza confini. Cara Marina, dietro questo nome si nasconde solo questo ed è per questo che ho patito, ma non cambio e non accetto di soffrire per uno così. Problemi suoi, non miei. Sembrava grandissimo, ed è così piccolo, invece! Che lectio magistralis, quella di Galimberti, a Modena, a Settembre! Quanto aiuto dai libri, dagli studi, dai viaggi, dal mio lavoro, dunque, dallo stare con me stessa, dal mio padre spirituale, che mi avvertiva, sempre, di smettere, che aveva visto giusto e che ascoltavo solo sino ad un certo punto. E quale catarsi, bruciante, ma tanto più utile. Credevo di non poter vivere senza lui, credevo fosse quella persona che Marina dice e la sembrava, In tutto. Ho preso il meglio? No, Marina. Ho capito che ne ero in grado anch’io, che valgo molto di più. Ho avuto solo due uomini, lui compreso. Altro che stuolo, ma va bene così. O no? Tanti mi vorrebbero, ma io non voglio nessuno di loro, più. Mi sono innamorata di me, care ragazze. Dalle ceneri, sono rinata, più bella di prima, come la Fenice. Il fango lo lascio a lui. Chissà, forse vi farò leggere quella poesia, magari tra un pò. Magari era sincero, ma totalmente incapace di amare, con tutto ciò che comporta. E’ un disertore, da un amore vile. La peggiore definizione, il peggior ossimoro, per ciò che “muove il Sole e le altre stelle”. Allegre, ragazze, amate voi stesse, prima che altro/i; non è egoismo, è un minimo di tutela, è giusto, starete meglio, sarete migliori. Marina cara, anch’io volevo vivere così, non posso più, ma sogni, passioni. illusioni, mi scappano fuori da ogni parte…Lo diceva anche Shakespeare, che la vita è fatta della stessa sostanza dei sogni, Mettiamoci un pò di sano realismo, però, anche! Basta parlare di quest’uomo, non lo merita, non ne vale la pena, è sterile, non è nemmeno in grado di aver rispetto di sé, in quanto non lo ha dato a me. Se leggerà, e leggerà, gli dico grazie e non è un paradosso: gli devo la mia ri-generazione, la mia liberazione dai lacci malati con cui mi aveva avvinto. Si vede che doveva accadere. Sentiamoci, mie care, per “cose arcane e stupende”. Sapeste qual è il mio vero nome! Una delle poche cose che adoro di me: inusuale, significativo, come piace a voi. Ed andava molto d’accordo con il suo, ma continua a piacermi lostesso, l’ho staccato, definitivamente ed ha tante altre, belle attinenze. Vedete, si rinasce un poco ogni giorno, anche nelle piccole cose. Ciao.
Scusa, Marina, dimenticavo: un conto è la delusione avuta da un amico, un conto da chi ti eri perdutamente innamorata. Galimberti dice che si è ciechi e folli, quando si è innamorati, ed è vero. Spesso ciò va a finire bene, spesso no. La mia storia, poi, è unica al mondo. Credi, mi ci è voluta una forza immensa, seppure fossi abituata alle ignominie. Ci son stati momenti in cui ho vacillato…Voglio dire, però, a tutti, che innamorarsi davvero resta la cosa più bella del mondo, l’unica per cui val la pena vivere (figli a parte). Guai a non provarla. A me è andata malissimo, non potrò più innamorarmi, ma non importa. Vi sono altre sfaccettature che val la pena vivere, tante bellezze di altro tipo da assaporare.
Caro professore,
in questi meravigliosi anni trascorsi a dare risposte alle domande che mi sono chiesto per affrontare le malattie degli Dei ,la strada è sempre la stessa cioè L’amore.
Lo strumento che serve a unire gli opposti si chiama Amore .Il principio dell’ amore è aprirsi e lasciar entrare qualcosa che fino a quel momento era FUORI. L’ AMORE tende all’unione ,esso non vuol separare .La chiave per unire gli opposti ,perché trasforma il TU in IO e l’IO in TE.
Senza limiti e condizionamenti fa diventare una cosa sola con tutto l’universo ,finchè tutto questo non accada ,non abbiamo realizzato l’amore.
Finchè l’amore sceglie ancora,non è vero amore,perché l’amore non divide ma unisce ,scegliere è separazione ,non conosce,l’amore, la gelosia perché non vuole possedere ,vuole solo manifestarsi
Simbolo di questo amore che tutto abbraccia è l’amore con cui DIO ama gli uomini .Non è concepibile che DIO suddivida il suo amore in modo differenziato. A nessuno verrebbe in mente di essere geloso perché DIO ama un’ altro
Dio unità non distingue il bene e male e per questo è l’amore
Il sole invia il suo calore a tutti gli uomini e non spartisce i suio raggi a seconda i meriti
Soltanto l’ uomo si sente chiamato a gettare pietre ,e non si rende conto che colpisce se stesso
L’amore non consce impedimenti
Naddeo Rosario
Bene, Valeria!
Cara Emma,
l’Amore e’ un dono e non accetta ripensamenti! A presto
Cara Emma,
l’Amore viene quando vuole. Guai ad abiurarlo.
Io invece le faccio le carte…e a forza di farle parlo un po’ il linguaggio dei simboli, che è metaforico ma anche diretto.
Baaaaasta!
Ma possibile che non si possa mai scherzare!
Io, per esempio, ho un problema serio: tutte le sere mi verso mezzo bicchiere di vino e puntualmente mia figlia Arianna mi ci mette mezzo bicchiere di cocacola dentro…orrore!
Ma il Dioniso, tutto amore, che è in me, mi calma e mi dice dolcemente di non controbattere perché la sua Arianna proprio non sopporta che io me la prenda e non riesce a capire perché io non voglia la cocacola che a lei, invece, piace tanto.
Così, io ed il povero Dioniso, entambi con il cuore spezzato, ci ubriachiamo di vino e cocacola e facciamo finta di niente…perché la verità è che siamo pieni d’AMORE per Nanna.
Cerchiamo di volerci bene che, chi per una ragione chi per un’altra, siamo tutti inguaiati.
Capito Rosario? A Dioniso stavolta gli ha detto male e pure a me e lo sappiamo entrambi! Il massimo è che non ci possiamo neanche ubriacare che ci allungano il vino!
Comunque, Emma, mi dispiace che tu non abbia amanti e che non ne voglia più, perché io, al contrario, più invecchio e più desidero averne uno stuolo.
Ciao a tutti ed anche se “il mondo è pieno di dèi” (Talete) lasciamoli stare, ogni tanto, a godersela nell’Olimpo e facciamo i conti con il diavolaccio che dimora in ognuno di noi.
Baci baci, soprattutto al Prof.
Gentilissima Emma
Mi perdoni dell’intromissione, purtroppo l’amore è un mistero, lo pratico e non so perché, da anni che cerco di capire la causa e non sono arrivato a una conclusione.
Gli effetti li conosciamo tutti, chi le scrive è diventato un carbone di tutte le bruciature che ho preso, ma ne sono fiero. Grazie a queste ustioni ho sempre cercato di rinascere dalle pene dell’amore ,che è l’unica motivazione della nostra vita. La capisco cosa si prova quando si è feriti ,veda quest’estate mio figlio è stato mollato ( cosi si dice adesso ,ai mie tempi c’era anche un po’ di poesia quando finiva un amore,con il tecnicismo si pronuncia una parola ,anzi due TI MOLLO……..passi da giganti)
Comunque non sto nei dettagli ma la prima cosa che ho detto a mio figlio ,cosa strana ma ho fatto fatica perché in quarantanove anni non ho mai imposto a nessuno il mio volere figuriamoci ai mie figli, di non odiare quella ragazza ,perché al di sopra di noi c’è il fato ,Il pianeta dell’amore per me rimane sempre un mistero,perché proiettiamo quella energia che ci fa sentire leggeri, di vedere il mondo colorato e pieno di calore dove tutto ti sorride ,emozioni indescrivibili abbandonarsi alla dolcezza dissetarsi di delizia.. Progetti di avvenenza di dolcezze e passioni
Cara Emma per queste emozioni vale la pena di vivere e viverle.
Vedere li sul divano mio figlio avvolto chiuso in quello strazio di dolore ,non ho avuto la forza di confortarlo ma io mi sono messo a leggere il finale di Pene d’amor perdute ,so che da quella melma di dolore si esce ,come quando e perché solo il fato lo sa.
Mi creda non chiude la porta al mondo abbia il coraggio di perdonare chi l’ha fatto soffrire ,mi creda il nostro strano compito difficile tortuoso e di confrontarci nell’oceano dell’amore è li che dobbiamo DIVENIRE .
Se un giorno una freccia toccherà il suo cuore accenda di nuovo il cuore non le scrivo per essere esperto della materia ,anzi sono un misero fallito di questa materia che si chiama amore, ma ho il coraggio di guardare l’amore negli occhi.
Coraggio coraggio non è questione di uomini o di donne ma di creature d’anima e di interiorità
Mi creda
Naddeo Rosario
Emma, hai detto bene: non ci conosciamo. Allora perchè sei tanto convinta che il tuo “disertore da un amore vile” non possa essere stato anche il mio? Mi permetto di sottolineare la tua convinzione che il tuo dolore sia la misura con cui gli altri, tutti, chiunque, debbano rapportarsi. Che il tuo amore sia stato grande quanto Nessun altro: è questo che maggiormente colpisce, ferisce e allontana chi tu vorresti aiutare. Cerco di spiegare meglio cosa “vedo”: una persona che “immensamente” straripa nell’altro, senza dargli il tempo di capire in che modo possa, se può, ricambiare, “fare parte” di te. Il bisogno di amarti da lontano, attraverso degli sms o poesie… Questo amore intellettuale che finisce con la sua fuga dopo aver provato quello che non avevate mai provato…
Posso sbagliarmi, dai tuoi post (sono quelle le vere Carte!) capisco che hai bisogno di “togliere di mezzo” il tuo ex amore, convincerti che sia l’unico sulla faccia della terra, così potrai continuare ad “aiutare” il prossimo… che, dal tuo ex in poi, è l’unico degno della tua incondizionata attenzione.
Perdona se uso parole “ruvide” con te, Emma, ma sono convinta che ognuno di noi possa diventare una persona migliore, con il giusto compagno/a. Avviene perchè le difese erano basse, avviene perchè il destino vuole travolgerci, avviene perchè quella era la persona che ci accende anche i sensi, avviene perchè prima abbiamo imparato a dire no a tutto quello che non fa per noi e poi…tanti sì! Non lo so, ma… ci credo!
Un abbraccio,Emma.
(Mi è capitato che mi chiamassi come il suo primo amore ed è stato…esilarante! Ma io sono io. Non cambierei il mio nome, non userei mai una maschera che non corrisponda a quello che ho dentro!)
Parecchi giorni fa scrissi un commento di commiato, che, non so perché, non è uscito. Desidero rifarmi viva (per l’ultima volta), poiché vedo che le cose hanno preso una piega sbagliata. Nell’intervento non uscito, dicevo che (ma non lo ricordo tutto), probabilmente, scrivere su un blog non è per me; era la prima volta, è stata l’ultima. Preferisco confrontarmi di persona, con la gente, evitando fraintendimenti non voluti ed accuse ingiuste, ma è ovvio, non ci si conosce, o, almeno, non tutti. Ciò non significa che questo blog non sia apprezzabilissimo, magari anche altri, solo che non ci si deve lasciar andare ad impulsi come quello che mi ha spinto a scrivere, sull’onda della mia fresca esperienza. Credo sia meglio non entrare così tanto dentro sé, ma, apportando i nostri contributi, rimanere più sul generico, Invece io, volendo analizzare l’altra faccia dell’amore, ho deviato troppo sul piano personale. Ciò ha comportato, tra l’altro (e lo dicevo già sul commento non uscito, prima che vi fossero esplicite citazioni, perché mi era stato fatto notare da un’amica) che sia stato coinvolto il sig. Conforti, il quale ha solamente, con il brano che aveva pubblicato, intercettato e, di conseguenza, fatto esplicitare un mio stato d’animo, non c’entrando con me, come pare abbian capito alcuni. Avrei dovuto specificarlo subito, ma non ci ho proprio pensato; totalmente in buona fede, ho scritto pensando ad un altra persona, ovviamente. Ringrazio il sig. Naddeo, ma la mia vicenda è stata diversa da come l’ha interpretata, comunqe, ugualmente, ha scritto cose degne di nota. Ringrazio tutti per l’attenzione che mi è stata accordata. Continuerò a leggere questo blog, così denso di citazioni ed indicazioni culturalmente alte (non potrebbe essere diverso, trattandosi del prof. La Porta), inerenti al mio lavoro ed alle mie passioni e, magari, un giorno, apporterò i miei contributi, ma senza pseudonimi. Buona vita.
Effettivamente, pur essendo un fervente Platonico, devo ammettere che Hegel ha trovato parole davvero “esatte” nel descrivere e definire l’amore.
Posso chiederLe se conosce il titolo che racchiude questi concetti di Hegel?
Grazie.
Avevo detto l’ultimo. Solo per rispondere anche a quel che temevo accadesse ed è espresso sopra e per ribadire che mi spiace molto esser stata fraintesa su alcune affermazioni. Valeria, le tue parole non sono ruvide, ma sbagliate, perché non sai. No, non è così, non sono così! E’ molto più del contrario. Ad esempio, sono fuggita prima io, nelle intenzioni, perché avevo capito che lo stava facendo per l’ennesima volta. L’ultima, per me. Caro prof! Quando mai ho avuto ripensamenti ed ho abiurato! Rosario, niente processi, nessun preconcetto. Solo la verità, nuda e cruda, ma ho già perdonato, l’ho fatto infinite volte, anzi, perdonavo anticipatamente. Come tutte le esagerazioni, è un errore. Rispondendo anche a Marina, certo che amerò ancora, ma in un senso più ampio. L’Amore fa parte di me, ero fatta tutta d’amore, molto mi è rimasto, non ci si può stravolgere completamente. Sono sfinita; tuttavia, con grande sforzo, sto rinascendo, spero migliore di prima. Ho capito che non posso smuovere le montagne, riguardo sentimenti e comportamenti, i quali coinvolgono l’Etica, la Morale, il Rispetto, il Bene, la Bellezza, la Verità, la Giustizia, l’Amore…che tanta parte hanno in questo blog. Oggi, ci rimettono coloro che li seguono, ne traggono profitto quelli che li disattendono e mistificano. Voglio, comunque, rimanere tra i primi. Rinnovo i saluti a tutti.
Mi ero accomiatata, ma credo sia educato rispondere. Come temevo, altri fraintendimenti. Non sono ruvide, le tue parole, Valeria (a me piacciono le critiche costruttive), ma sbagliate. L’ho avvertito e mi sono allontanata io (non fuggita, la fuga è viltà), quando ho presagito, come ho detto sopra, ma, soprattutto, no, non è così, non sono come scrivi. Caro prof, quando mai ho avuto ripensamenti, abiurato l’amore? Mai, tanto più quell’amore. Rosario, niente preconcetti, né processi, solo la nuda e cruda verità. Ho sempre perdonato, addirittura preventivamente (ogni eccesso è sbagliato) ed ugualmente ora, già da tempo, perché ho tanto amato. Rispondendo anche a Marina: sono fatta d’Amore, non posso stravolgermi totalmente, ma non sarà l’amore per un uomo, bensì molto più ampio, al mio solito. Con qualche argine e mettendo in conto anche me, questa volta. E poi hai ragione, Marina, su tutto. Sdrammatizziamo (l’avevo fatto un pò anch’io, nell’ultima parte dell’intervento lungo, no?). Beninteso che, in certi frangenti, riesce davvero ostico. Facciamolo ugualmente. Mi costa fatica ammetterlo, ma ho imparato ciò che non avrei voluto: chi disattende e mistifica Amore, Bellezza, Giustizia, Etica, Morale, Bene, Rispetto…, che tanta parte hanno in questo blog, pare essere vincente. Tuttavia, continuerò a star dalla parte di chi li mette in pratica, nonostante i colpi bassi che mi son stati inflitti. Ad maiora e, di nuovo, saluti a tutti. Postilla: spero non escano due interventi simili, in quanto ho riscritto questo poiché si sono verificati “imprevisti tecnici”: una scritta mi avvisava che avevo già fornito lo stesso contributo. Ho dedotto che la mia risposta non fosse stata accettata, così ho riprovato.
EMMAAAAAA,
ma come, adesso che si cominciava a crescere insieme te ne vai. Ma quali fraintendimenti, ma dai… Guarda che a questo mondo non è possibile fare qualcosa di veramente inequivocabile e lo sai perché? Perché quaggiù ci si difende continuamente. Sarebbe auspicabile che ciascuno facesse un lavoro su sé stesso volto anche a sviluppare un maggiore senso dell’altro, e non dico che tu non lo abbia. Non mi permetto, per carità, anzi, te lo assicuro, ora te lo dico alla buona: “il più pulito c’ha la rogna” che poi può essere anche detto meno alla rozza “chi è senza peccato scagli la prima pietra” o “non guardare la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello ma la trave nel tuo…”…certo, c’è anche “non gettare perle ai porci”, però, prima di girare le spalle bisogna rendersi conto di avere davanti un porco.
A pensarci bene la mia Circe degli uomini faceva di tutta un’erba un fascio mentre la tua Emma…va be, insomma, siamo ispirate diversamente, ma come ti ho detto, sto cercando di migliorare il mio Animus. Rosario dice che sono sulla via della riunione degli opposti, quindi, ho qualche speranza in questo senso, visto che come Circe a me piacciono solo quelli da tramutare in porci! Insomma “sto inguaiata” come Emma Bovary con il temperamento di Circe!
Bacioni.
Mi commuovi continuamente, Marina!
Ci sarebbe da immalinconirsi…e, allora, proviamo con le metafore. Il simbolo di oggi è LA FARFALLA (che vuol dire? Proviamo a fare uno sforzo di immaginazione, visto che una parola è poca e due sono troppe!)
Gabriele: DRIIIIN! (chi ha orecchi intenda!)
voooooolponnne
cosi mi piaci a tu per tu con la nostra essnza
brava la volpone CIrcione
con affetto
naddeo rosario
Emma, anzi ti chiamerò Valeria, te lo dico con una parola soltanto: RESTA !
RESTA perchè è tempo di restare.
RESTA perchè ho bisogno di sbagliarmi.
RESTA anche se mi hai inondata…
RESTA perchè quello che ti ho scritto è vero e quello che ti scrivo pure.
RESTA perchè non ci conosciamo… e non conosciamo mai abbastanza noi stessi.
RESTA non perchè lo vuoi, ma perchè lo voglio io.
RESTA perchè basta nascondersi.
RESTA perchè il tuo amore è straripante poichè lo hai “compresso” troppo a lungo… Forse!!!
RESTA perchè dovrai pur cominciare da qualche parte… O no?
Ha ragione il prof. e riesci a farmi rispondere ancora, Marina. Mi è costato troppo anche tutto ciò, nonostante, ora, mi sia un pò sbloccata. Credevo fermamente che non ci fosse bisogno di difendersi, soprattutto da chi ami, bensì di collaborare e di amare. Ingenua? Senz’altro. Ti garantisco che sono una persona rispettosa, discreta, anche se decisa, non vedo travi negli altri, ma, prima, in me, non scaglio pietre e sono pulita davvero, con tutti i miei innumerevoli difetti. Questi no. Inoltre, ho gettato tante perle, una caverna di Ali Babà di doni preziosi, a destra e a manca, a lui, che era un faro, per me. Si è rivelato un canto delle Sirene. Valeria, sia la bellezza che lo sbalordimento sono stati unici, era parte di me, io di lui, come ha, più volte, asserito. E non da lontano. Eravamo una sola persona, in due corpi diversi. Non voglio essere il parametro di nessuno, né toglierlo di mezzo, tanto è vero che aspetto ancora una sua, anche minima, riabilitazione. Non invado mai gli spazi altrui, non è da me, sono molto discreta, a rischio di star male e non sono come Circe, né come Emma, non mi piacciono i “porci”, né il bovarismo. Emma è reminescenza solo letteraria, data la deformazione professionale. Sono troppo semplice? Siamo la somma di tutto quanto, dalla nascita, o, forse, prima, ci ha formato, di ciò che abbiamo scelto, fatto (più o meno consapevolmente), imparato, elaborato e che ha influito, nel bene e nel male. Siamo la somma di chi abbiamo incontrato, dei sogni infranti, degli ideali bastonati, del bello e buono che abbiamo incrociato. Sono matura per età, anche se, mi dicono, sembro una ragazzina (chissà come), ma ho scoperto ora ciò di cui, magari, gli altri son consapevoli molto prima. Forse è anche questo: gli anni non corrispondono agli eventi, così, presumo, si soffre di più, si fa fatica ad accettare. Sai, Marina, ci assomigliamo, invece, più di quanto pensi: simpatia, verve, ottimismo, dolcezza, “sdrammatizzazione”, magari altro, ci uniscono, solo che io, ora, sono appannata e non mi basta passare la mano sulla specchio in bagno per ritrovare me stessa, ma confido di tornare, almeno in parte quella che ero. Mi piacevo molto di più, perché mi dicevano che, da me, traevano forza, che ero una forza della natura. Ciao
Giusto, Rosario!
Gentile “Una dedica per te”,
se ti riferisci all’articolo con lo scritto di A. Conforti si tratta di Hegel, Frammento sull’amore, in Scritti teologici giovanili, 1798.
A presto!
Grazie mille Professore, è stato gentilissimo.
A presto!
Cara Marina,
…dove vai Farfallone Amoroso?…….
(omaggi dal profondo, mia Bimbola)
A mio avviso, tra i più alti contributi all’Amore.
Saffo (Efeso, 640 ca), ode – Prossimo agli dei
φάινεταί μοι κῆνοσ ἴσοσ τηέοισιν
ἔμμεν ὤνερ ὄστισ ἐναντίοσ τοι
ἰζάνει καὶ πλασίον ἀδυ
φωνεύσασ ὐπακούει
καὶ γαλαίσασ ἰμμερόεν τὸ δὴ ᾽μάν
καρδίαν ἐν στήθεσιν ἐπτόασεν,
ὠσ γὰρ εὔιδον βροχέωσ σε, φώνασ
οὐδὲν ἔτ᾽ ἔικει,
ἀλλὰ κάμ μὲν γλῳσσα ϝέαγε, λέπτον
δ᾽ αὔτικα χρῷ πῦρ ὐπαδεδρόμακεν,
ὀππάτεσσι δ᾽ οὐδὲν ορημ᾽,
ἐπιρρόμβεισι δ᾽ ἄκουαι.
ἀ δέ μ᾽ ί᾽δρωσ κακχέεται, τρόμοσ δὲ
παῖσαν ἄγρει χλωροτέρα δὲ ποίασ
ἔμμι, τεθνάκην δ᾽ ὀλιγω ᾽πιδεύϝην
φαίνομαι [ἄλλα].
πᾶν τόλματον [……]
Prossimo agli dei mi sembra l’uomo
che ti siede di fronte, e ascolta
da vicino il suono della tua voce
dolce, e il tuo riso
Affascinante che mi fa balzare
repentino il cuore in petto; poiche’,
quando ti vedo, la mia voce viene
subito meno,
Prendo a balbettare, ed un incendio
mi percorre rapido sotto pelle,
gli occhi non vedono piu’ niente, le
orecchie ronzano,
Incomincio a sudare, e sono
tutta presa da un tremore; divento
piu’ emaciata della paglia, e sembro
quasi morente.
Ma tutto si deve sopportare…
Catullo (Sirmione, + 55 a. C. ca) – Ille mi par esse – Liber, LI
Ille mi par esse deo videtur,
ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit
dulce ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi: nam simul te,
Lesbia, aspexi, nihil est super mi
lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demanat, sonitu suopte
tintinant aures, gemina et teguntur
lumina nocte…
Egli simile mi sembra essere ad un dio, egli, se e lecito, sembra superare gli dei, lui che sedendo di fronte continuamente ammira ed ascolta sorridere dolcemente, cosa che toglie a me poveretto tutti i sensi: appena ti scorsi, Lesbia, nulla mi resta, ma la lingua si blocca, sotto le membra una sottile fiamma emana, del loro stesso suono tintinnano le orecchie, anche le gemelle luci si coprono di notte…
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono messo in croce.
Anacreonte (+ 485 a. C. ca)
Ὲρέω τε δηὖτε κοὐκ ἐρέω,
καὶ μαίνομαι κοὐ μαίνομαι.
Amo e non amo,
sono pazzo e non sono pazzo.
.
Ho dimenticato
“Odi et amo”, Catullo, carme 85 del Liber.
EMMA,
ma non è che sei del Cancro, no?
Cara Emma,
grazie delle citazioni, e soprattutto per la fonte in greco antico. Avessi tempo… ma tra non molto spero di essere più libero.
A presto!
Grazie ancora, Emma!
Grazie anche a Lei, Professore. Che bella la poesia di Keats. Come è vera. Marina, ci sei andata vicino. Un segno d’Acqua, ma sono dei Pesci.
Non vorrei esser invadente, ma c’è una figura, indissolubilmente legata all’Amore, che mi ha colpito dai tempi del Liceo, oltre. Ancor oggi…Didone, alla cui infelice passione Virgilio dedica il memorabile quarto libro di “Eneide”. Eccone alcuni tra i passaggi a me più cari: “At regina gravi iamdudum saucia cura/volnus alit et caeco carpitur igni/ Multa viri virtus animo multusque recursat,/…haerent infixi pectore voltus/verbaque nec placidam membris dat cura quietem…” Invece la regina, ormai colpita da profondo affanno d’amore, alimenta la ferita nel sangue ed è consumata da un fuoco nascosto nell’intimo. Ritorna spesso, nella sua mente, il grande eroismo dell’uomo, restano tenecemente infisse nel cuore l’espressione e le parole, né l’affanno dona alle membra la quiete che placa…” Rivolgendosi alla sorella Anna:”Anna, soror, quae me suspensa insomnia terrent!/quis novus hic nostris successit sedibus hospes!/quem sese ore ferens, quam forti pectore et armis!/ Credo…genus esse deorum..” Anna, sorella, quali sogni mi tengono agitata e mi atterriscono! Quale ospite straordinario è questo che è entrato! Quale egli si mostra nell’aspetto, quanto forte nel petto e negli omeri! Credo…egli sia discendenza degli dei. “…Est mollis flammas medullas/interea et tacitum vivit sub pectore vulnus./Urit infelix Dido totaque vagatur/urbe furens, qualis coniecta cerva sagitta…” Intanto la fiamma d’amore divora le tenere midolla e cresce quella piaga nascosta nel profondo. Brucia, l’infelice Didone, e, pazza, vaga per tutta la città, come una cerva dopo che le è stata scagliata una freccia…”Incipit effari mediaque in voce resistit…pendetque iterum narrantis ab ore…sola domo maeret vacua stratisque relictis/incubat: illum absens, absentem auditque videtque…infandum si fallere possit amorem…”Inizia a parlare e si blocca in mezzo alla frase, di nuovo pende dalla bocca del narratore, sola geme nella vuota reggia e si sdraia sui tappeti da lui abbandonati: lontana, lui lontano, lo ode e lo vede, ricerca un ingannevole sollievo al suo tremendo amore.
Bene, un’overdose d’amore, come, se non ricordo male, anni fa cantava Zucchero. Se vorrete, alla prossima puntata, il “colpevole conubium”, la loro unione, in una grotta…Superlativo.
Didone. La adoro, cara Emma!
Questo, allora, ci accomuna, gentile Prof. Dunque, per tutti, ma dedicato a Lei, quanto segue.
“…Interea magno misceri murmure caelum/ incipit, insequitur commixta grandine nimbus;/ …ruunt de montibus amnes./ Speluncam Dido dux et Troianus eandem/ deveniunt. Prima et Tellus et pronuba Iuno/ dant signum: fulsere ignes et conscius Aether/ conubiis summoque ulularunt vertice Nymphae…”
“Frattanto il cielo comincia a essere sconvolto da un grande rumore, segue immediatamente una nuvola tempestosa mista a grandine;…scendono dai monti, con violenza irresistibile, i fiumi ingrossati dalla tempesta. Didone ed il capo dei Troiani riparano nella stessa grotta. Per prima la Terra e Giunone, protettrice dei matrimoni, danno il segnale: risplendettero i lampi e l’Etere, testimone del connubio, ulularono in cima al monte le Ninfe…”
E’ una scena grandiosa, resa meglio dal Latino, anche un pò sinistra, ma grandiosa, in cui le forze della natura fanno da sfondo ad un evento d’amore, naturale, impetuoso. E non c’è bisogno di scendere nei particolari, il senso del limite e la dignità tragica lo impediscono, ma quanto pathos, quanto corre la nostra immaginazione.
Altissimi versi di amore e di dolore son quelle dei primi sospetti di Didone (ad Enea viene imposto dagli dei di partire, la sua missione è arrivare nel Lazio), della sua solitudine e del suicidio. Ogni volta sento brividi, mi commuovo. Virgilio dice, infatti: “Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis!” Spietato Amore, a che non costringi i cuori dei mortali! “…Tum vero infelix fatis exterrita Dido/ mortem orat… Allora più che mai l’infelice Didone, atterrita dal destino, invoca la morte…”…interiora domus inrumpit limina et altos/ conscendit furibunda rogos ensemque recludit/ Dardanium…Irrompe nella parte interna della reggia e, furibonda, sale gli alti roghi e sguaina la spada appartenuta ad Enea…/… hic, postquam Iliacas vestes notumque cubile/ conspexit…/incubuitqu toro dixitque novissima verba: Dulces exuviae,/ accipe hanc animam meque his exolvite curis/ Allora, dopo aver guardato le vesti di lui ed il ben noto letto, vi si gettò sopra e pronunciò le ultime parole: O dolci spoglie, accogliete quest’anima e liberatemi da questi affanni…Dixit et os impressa toro: Moriemur inultae,/ sed moriamur, sic, sic iuvat ire sub umbras/ Così disse e, impressa la bocca sul letto: Morrò invendicata, ma morrò, così, così mi è gradito scendere nella notte dell’oltretomba…atque illam media inter talia ferro/ conlapsam aspiciunt comites ensemque cruore/ spumantem sparsasque manus…/ E mentre non ha ancora finito queste parole, le compagne la vedono accasciata sull’arma, la spada spumeggiante e le mani cosparse di sangue…Mentre la sorella, invano, la soccorre ” …Illa gravis oculos conata attollere rursus/ deficit; infixum stridit sub pectore volnus…Ella, tentando di alzare i pesanti occhi, di nuovo sviene, stride la spada conficcata nel petto…(come i suoni rendono bene questo stridore!). Poi, riassumendo, Giunone, impietosita, manda Iride a sciogliere quell’anima e quelle membra; infatti, siccome Didone non moriva per fato o meritatamente, Proserpina non le aveva ancora staccato il biondo crine. Così Irid, carica di rugiada, spargendo mille colori nel cielo, le taglia il capello e “…omnis et una/ dilapsus calor atque in ventos vita recessit “. Ad un tempo dileguò il calore ed il soffio vitale svanì nei venti.
Cosa ne dite? Ora, però, esco. Non per un incontro che attendevo, che era stabilito e che non avverrà. Ho voglia di gioia, leggerezza, bontà, Amore. In qualche modo le troverò.
Valeria,
in ritardo ti ringrazio del tuo invito, bello anche graficamente. Hai visto, sono rimasta…ancora un pò.
Cara Emma, grazie! Didone e’ una delle “figure” che amo di piu’…