Cari amici, oggi scendiamo verso la notte accompagnati dalla poesia “orfica”, iniziatica e densa di visioni ed immagini, del grande e tormentato poeta di Marradi, Dino Campana. Questa lirica aprirà la mia trasmissione “Inconscio e Magia – Psiche” in onda questa notte su Rai 2 verso le 2:00 circa. Attendo come sempre le vostre emozioni…
Il canto della tenebra
La luce del crepuscolo si attenua:
Inquieti spiriti sia dolce la tenebra
Al cuore che non ama più!
Sorgenti sorgenti abbiam da ascoltare,
Sorgenti, sorgenti che sanno
Sorgenti che sanno che spiriti stanno
Che spiriti stanno a ascoltare…
Ascolta: la luce del crepuscolo attenua
Ed agli inquieti spiriti è dolce la tenebra:
Ascolta: ti ha vinto la Sorte:
Ma per i cuori leggeri un’altra vita è alle porte:
Non c’è di dolcezza che possa uguagliare la Morte
Più Più Più
Intendi chi ancora ti culla:
Intendi la dolce fanciulla
Che dice all’orecchio: Più Più
Ed ecco si leva e scompare
Il vento: ecco torna dal mare
Ed ecco sentiamo ansimare
Il cuore che ci amò di più!
Guardiamo: di già il paesaggio
Degli alberi e l’acque è notturno
Il fiume va via taciturno…
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Quanta serenità
e che bella visione
del reale.
Pietro
Caro Gabriele, stanotte ho visto la tua trasmissione e avrei voluto tanto essere lì con voi….su questa lirica non avete disquisito granchè a parte sulla sorgente che, per me, rappresenta l’acqua nella quale nasciamo e alla quale torneremo….mi è piaciuta molto, invece, la lirica di Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi…:-)
Prof,
leggendo e rileggendo questi versi ( e tanti altri da Lei pubblicati ultimamente, nonché nel mio piccolo, le cose che scrivo “io”), mi viene da pensare che lo scrittore o poeta che in silenzio e solitudine tenti di esprimere veramente quel SEN-TE DENTRO, approdi in qualche modo a questo genere di mondo occulto. Mi spiego meglio, la sen-sazione è di intraVedere e sen-tire “presenze”, che sussurrano di un mondo in-visibile diverso da quello che ci hanno insegnato. Non riesco a spiegarmi bene ma mi viene in mente uno scritto di Platone che adesso copio ed incollo qui. Torno subito.
Eccomi, l’ho trovato!
“…i poeti di valore, non è assolutamente per effetto della loro arte, ma perché sono ispirati e posseduti da un dio che danno vita a tutti i loro bei poemi…” (Platone, Ione)
…ed anche quest’altro:
“E’ dell’uomo assennato il ricordare e considerare le cose dette in sogno o nella veglia dalla natura divinatrice o ispirata, e il discernere col ragionamento tutte le immagini vedute…” (PLATONE, Timeo)
…e questo qua pure:
“Si può scoprire il proprio mistero solo al prezzo della propria innocenza.” (Robert Davies, IL QUINTO INCOMODO)
…e questo qui:
“Dov’è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza? / Dov’è la conoscenza che abbiamo perso in informazione?” (T.S. Eliot)
…ne ho una marea che calzano a pennelo…sono stanchissima, così, meglio far parlare gli altri!
Sbaciucchiamento pazzesco, tanto per combattere la mancanza d’affetto ed il terribile bisogno d’amore che ci affligge…perché ricorda?:
“In fondo la paura più grande che ognuno di noi ha è quella di non esser amato, di essere dimenticato, abbandonato…” (Marina).
E forse è per questo, per dare un sen-so a tutto questo “macello quotidiano”, che guardiamo con ansia la voraggine tenebrosa dentro di noi…e che spesso, troppo spesso, rimandiamo di porci le giuste domande… ma “Ad una pseudodomanda corrisponde sempre una pseudorisposta” (A. Carotenuto) ed “Il mio vuoto è colambile con l’unica sostanza possibile, per me” (A. Carotenuto)
(Oggi vado a citazioni, chissà quale passaggio astrale mi stia influenzando…ci vorrebbe Ficino…)
Salve,
ho seguito con molto interesse la trasmissione. Per inciso, sarebbe molto bello se fosse messa in onda in orari più umani, come ad esempio alle 21-22 max 23.
E’ un peccato che, invece, la si possa gustare alle 2 di notte..!
Comunque, mi e’ cosi’ piaciuta che ho perfino preso alcuni appunti.
L’indomani, sono andato a rileggermi la poesia e la biografia di Dino Campana.
L’argomento Canti Orfici mi interessa molto perchè riguarda il viaggio alla scoperta dell’inconscio dell’uomo, di quella parte profonda e nascosta di noi stessi, della nostra mente, che così poco conosciamo.
Le implicazioni che se possono trarre vanno ben al di là della letteratura e della psicologia. La mente è il grande mistero che dovremmo esplorare, che fin da bambini ci dovrebbero insegnare a capire e ad indagare. Per conoscere noi stessi, per sapere quali sono i mecanismi che ci guidano nelle nostre scelte, per conoscere il perchè di certi nostri istinti, pensieri, emozioni, paure.
Molto bella, quindi, la trasmissione. Grazie e auguri per il Suo lavoro !
Agostino
Lo stigma della pazzia, la tenebra, l’ombra che si attenua nella luce del crepuscolo e non si vede più; l’Ombra dell’essere umano di chi la subisce, la accoglie al suo fianco come unica compagna di viaggio, insostituibile alla quale non si può opporre perchè appiccicata a lui; visibile a lui, da lui proviene da dentro, scura come l’ombra, che… oscura tutto ciò che lambisce e che è intorno a Lui che la trascina con sè, dentro di sè. Ovunque, in quel procedere “zigzagante”, senza una meta, lontano da chi credeva lo amasse…di più, di più, di più… Quanto più non si può e oltre si perdono i contorni di…se stessi.
E infatti Lui conosce bene quell’Ombra-Tenebra informe e immensa: la sua anima ha le sembianze e la voce sussurrante di chi “lo ha amato di più, di più, di più …” portate dal vento che torna dal mare, che si leva e scompare da dentro, come un ciclico nascere e morire.
Incontro a quella voce ammaliante, ora dal vento, ora sua, di colui che vive nell’Ombra di un mondo che lo ha rifiutato; incontro a quella voce è destino e cura per il cuore – che ha paura di amare – ritornare…
Ritornare alla sorgente ad immergere i propri ricordi e a mescolarli con quelli delle altre anime-in ascolto, accoglienti; come le anime che aspirano a ritornare sulle rive dello Stige, prima di rinascere…(libera interpretazione!)
Dino Campana fugge mille volte da Marradi, il suo paese che non lo ha mai amato; ma è lì che fatalmente ritorna a morire, “tra le braccia della dolce fanciulla che dice all’orecchio: Più,Più…”
Caro Pietro,
lieto che ti piaccia.
Cara Antonella,
a volte le liriche suscitano emozioni forti. Cosi’ intense che nessuno riesce a commentare.
Accade.
Baci
Ho riletto il mio commento e riguardo all’amore, volevo aggiungere che, se ci sentiamo amati, stranamente, sparisce anche la paura dell’Invisibile, quindi, degli “Spiriti Strani”, come direbbe Chiara… che fra l’altro li sogna magri magri… forse perchè lei si è ingrassatella/ona ed io, che sono una che “ci tiene”, sono sempre lì a rincorrerla e a levarle le cose dalle mani, a volte anche dalla bocca (una iena! ovvero una madre….): una cosa terribile, lo so, ma finché sarò viva io, in questa casa nessuno morirà di fame né per l’obesità!
Certo che la mia testa galoppa proprio in libertà!Torno al punto, con l’amore, uno dei veri misteri della vita (oltre alla morte, alla magia e alla stessa vita) entriamo nel mondo dell’invisibile, ci compenetriamo ad esso e la paura degli spiriti strani svanisce: l’ho detto anche a Chiara…ma lei mi ha risposto:
“Mamma, mi sa che per vivere una vita come piace a me, devo andare in un’altra vita.”
“Spiegami meglio Chiara.”
“Devo morire e scegliere un’altra vita! Tutto qui.”
Capito Prof? Quanto può esser dolce l’idea della morte? Che poi, per me, è il vero paradigma della vita…e, evidentemente, anche per Chiara… che, mentre io scrivo, cercando una profondità che possa dare un senso a tutto questo dolore morale, sento che sta in cucina a smangiucchiare: insomma, dolce idea della morte o meno, Chiara la sua vita se la gode come può! E che le dev dire Prof: Chiara docet!
Ciao Ciao…
Cara Marina,
per la verita’, e’ gia’ Ficino. Poi mi piace quando citi. Poi mi piace quando leggo il tuo nome. Poi mi piace la tua Trinipersona.
Baci baci
Caro Agostino Rolando,
all’inconscio gli “antiqui” hanno dedicato gran parte della loro attenzione. Noi invece soltanto all’esteriorita’. Per questo anneghiamo nella inconsapevolezza.
A presto!
Cara Valeria,
un commento-riflessione-confessione. Quello che qui e’ gradito!
Baci baci
Cara Marina,
ecco la Metempsicosi. Un archetipico in noi. Non ci credo ma qualcosa mi suggerisce che… Chiara docet.
(E’ quello che posso dare e lo do, sapendo di essere gradita. Anche se non è più così immediato; preferisco ascoltarmi attraverso le esperienze di qualcun’altro, invece di parlarmi addosso, perchè quello che proviene da me non sempre è stato accettato, magari perchè da me esternato in momenti “poco” opportuni. La sincronicità avviene anche per i guai, sicchè ognuno deve necessariamente pensare ai propri per tornare a sperare di ritrovarsi sull’onda…puntuali, domani. Un domani! Capire qualcosa di probabilità matematiche significa pure saper perdonare e perdonarsi? Possibile! Sta di fatto che rido molto mentre faccio i conti con i miei sbalzi di umore; non ride invece chi li vive come “indecisione” da parte mia. Per non parlare di me, mi inventerei di stare benissimo ad andare e tornare come la marea. Intanto torno, respiro un po’ di Anima, e ri-torno nella vita reale.
Con Gioia, sì, ma gentilmente… sulla grattugia: epopea di una essere ruvido!)
Cara Valeria,
è sempre Anima. Dovunque e comunque tu vada è sempre Anima.
Caro professore,
è la prima volta che scrivo sul suo blog
ma sono anni che la seguo di notte sulla RAI
e volevo ringraziarla per avermi aiutato a capire
il Deserto donandomi una Bussola che tutt’ora
mi indica la via anche quando non ci sono stelle per orientarsi.
Le volevo fare anche i complimenti per tutte le persone piene di bellezza che ospita nei suoi programmi
uno tra tutti il prof. Cheli.
Io sono anche un compositore e avrei piacere di inviarle
qualche mia composizione come omaggio
alla sua grande importanza.
(e ovviamente non a scopo pubblicitario)
Sarebbe bello se si potessero pubblicare contenuti multimediali qui sul suo blog per dare spazio anche a immagini e suoni arricchendo emozioni
e contenuti che qui come in pochi altri non-luoghi della rete
potrebbero vivere.
In attesa di eventuali aggiornamenti tecnici 🙂 la saluto con
alcune parole nate dalla lettura del canto della tenebra
L’amor(t)e
maggio:
accarezzati da verdi lance
bagnate di rugiada
un profumo sanguigno
accompagna la nostra sinfonia.
Un manto.
Cupo.
Riverberante.
dalla tua candida schiena
si leva: ora il sole è nero
Caro Giovanni,
sono nello stato dell’analfabeta informatico. Quindi… Grazie per la lirica!