Questa lirica di struggimenti e nostalgie di Alfonso Gatto, scritta nel 1949, la presenterò nella mia trasmissione “Inconscio e Magia – Psiche”, in onda questa notte intorno alle 2:15 circa su Rai 2. Sarei felice di condividere insieme a tutti voi le nostre/vostre emozioni perché sono convinto che la Poesia ci permetta di penetrare spazi interiori comuni in uno scambio continuo che rappresenta il “Fare Anima”.
Una sera di nuvole, di freddo
e di luce che spiega ad altro il senso
della mia vita, questo vago accordo
di memorie in sordina, sottovoce
di me, di te, poveramente assorti.Si resta a volte soli nella veglia
di un racconto sospeso, allora soli,
ignoti l’uno all’altro, ed ora uniti
dal ricordo che un nulla ci divise.Il rammarico punge, se mi dici:
«bastava che quel giorno…», ti sorrido
con la mesta sfiducia di sapere
che mai giunsi per tempo, che geloso
di te, del tuo passato, almeno vedo
il tuo sguardo d’amore al primo incontro.Ma forse è giusto credere che allora
tu m’avresti perduto:
come un ragazzo che si lascia indietro
nella paura d’essere felice.
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