Per Ginevra, per Lancillotto e per Artù, per Mordred e per un altro santo, Galgano – Parte IV

I due amanti sono trovati addormentati di notte da Artù, che mette tra loro la sua spada. Da quel momento l’arma si chiamerà Excalibur, ovvero «mezzo per raggiungere il divino». Lancillotto e Ginevra sono dunque aiutati da Artù per giungere, nella loro fusione di maschile e femminile, alla dimensione eterna. E poiché la spada rappresenta l’anima, ecco che il re dona loro l’anima per arrivare a Dio.

Questo è il vero significato dell’episodio, il mistero celato dietro un’apparente storia di tradimento.

Lasciati i due amanti, il re torna a Camelot, ma poiché non può vivere senza l’amico e senza Ginevra, cade gravemente ammalato. Solo il Santo Graal, la coppa da cui sgorga una bevanda magica che dona «ogni sapienza», potrà salvarlo. I Cavalieri della Tavola Rotonda partono quindi alla ricerca.

Approfittando dello stato di confusione di Artù, la sua sorellastra Morgana, la strega, assume le sembianze di Ginevra e riesce a fare l’amore con il re, il quale nel delirio è convinto di abbracciare la moglie perduta.

Morgana concepisce da lui un figlio, Mordred, erede del regno. Ormai Artù sembra avere i giorni contati. Infatti i cavalieri non riescono a trovare il Graal e, nella ricerca, cadono tutti vittime di orchi, streghe, negromanti.

Solo un cavaliere puro e padrone di sé, capace di guidare i suoi istinti, può reperire il sacro vaso contenente la bevanda miracolosa. Perfino Parsifal, «è colui che ha mondato il cuore», è caduto vittima degli intrighi di Morgana e Mordred, il figlio dell’incesto. I due l’hanno catturato e appeso a un albero, con la testa in giù.

Ma in questa posizione Parsifal comprende il segreto per raggiungere il Graal.

Qui è nascosto un altro insegnamento velato: il guerriero giunge all’intuizione dal momento in cui «è appeso», quando ha assunto la posizione dell’omonima carta dei Tarocchi. La saggezza arriva capovolgendo i termini del ragionare ordinario, modificando completamente la cultura, la mo­rale, i luoghi comuni.

Parsifal riesce a slegarsi dall’albero, si getta in un torrente, raggiunge un castello sotto le acque, apre le porte con la chiave nascosta «nel suo cuore» e prende il Graal. Immediatamente corre a Camelot e arriva giusto in tempo: Artù sta per morire. Ma appena beve un solo goccio della preziosa bevanda, il re «conosce il bene, il male e tutto come è sempre stato» e guarisce.

Finalmente il signore della Britannia può marciare contro i Sassoni, guidati da Morgana e Mordred. In una battaglia epica Artù li sconfigge. Mordred è il ricettacolo di ogni male: lussuria, invidia, odio, arroganza, ira bestiale si annidano dentro di lui.

Il re sguaina Excalibur e si avventa contro Mordred, che a sua volta ha sfoderato Rubilacxe, la sua lama.

I due si colpiscono contemporaneamente e si uccidono in un abbraccio selvaggio, affondando fino all’elsa le rispettive armi l’uno nel corpo dell’altro. A terra, le loro teste si appoggiano l’una accanto all’altra.

In realtà, osservando i significati della storia al di sopra del senso letterale, Artù e Mordred sono complementari: tutta bontà l’uno e tutta malvagità l’altro, tant’è vero che persino la spada Rubilacxe è il nome di Excalibur rovesciato. Insomma, Mordred è Artù allo specchio. Per questo «devono» fondersi: non esiste vera saggezza se la parte spirituale dell’uomo non si armonizza con quella brutale e selvaggia.

Questa simbologia è davvero rivoluzionaria: anche il peccato, vedi Lancillotto e Ginevra, anche Mordred con le sue mostruosità, sono utili al mantenimento dell’armonia primitiva, quella racchiusa nei disegni arcani.

Nella filosofia ermetica non è possibile perciò dare un significato univoco a un personaggio, a un simbolo o a un avvenimento. Tutto rientra in un disegno complessivo. Occorre rifarsi a sensi più alti, a conoscenze più vaste, circolari, complete. Uomini, leggende, gesta, spade, santi, simboli rientrano tutti in questo immane mosaico della Conoscenza Femminile nascosta.

Appunto un’altra storia, parallela a quella ufficiale dei libri di testo. Occhi nuovi per vedere le cose vecchie e anche queste diventano improvvisamente nuove.

Ricordate? È stata questa una delle esortazioni con cui è iniziato il viaggio. Ora però occorre fare un altro sforzo sulla rotta del «disvelamento» e capire uno del momenti fondamentali della scienza di cui abbiamo parlato sovente, di quella magia di cui in fondo nessuno parla volentieri, a meno che non si tratti di un iniziato. Una scienza spesso travisata nelle sue valenze originarie.

Per entrare nel suo cuore, è necessario comprendere la ritualità dei gesti, dei movimenti, dei canti, delle formule. Bisogna insomma procedere sulla rotta che conduce al rito.

In effetti, tutta la magia comporta una ritualità. Ecco allora delle storie che servono come mezzo esplicativo. Sono esempi, racconti emblematici necessari per quella via di scioglimento delle tenebre che ha ricoperto l’altra storia della civiltà, quella segreta, quella dell’antica sapienza del Femminile.

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3 Risposte

  1. Provo e riprovo…Quell’abbraccio di morte tra Artù il virtuoso e il figlio Mordred, il suo opposto, catalizza la mia attenzione e allora mi fermo. E’ come se fosse, per me, la scena apre un atto…
    Ma tra le tante chiavi di lettura l’unica che mi apre una “porta” è proprio quella con su scritto: PERDERSI PER RITROVARSI.
    Entro e…comincia un viaggio per immagini che fanno da maschera ad altre immagini. Suppongo che nel viaggio nell’inconscio sapersi abbandonare alle emozioni che rimandano quelle immagini , riceverle, accetterle, desiderarle, sia l’unico modo per procedere verso… “l’altro da noi”(Artù “dimezzato” alla ricerca del suo paradiso perduto, che ritrova dopo aver conosciuto il Bene e il Male).
    Il senso del movimento, del viaggio, in un corpo immobile come un’immagine: risolvere, riconoscere quello che si cela dietro una “maschera” generata dal dolore per una perdita, un dimezzamento che scatena forze oscure e opposte al Bene che si è perso.
    Assenza e Bisogno si riflettono all’esterno, l’incontro faccia a faccia con la Rabbia, la Vendetta….
    Mordred e sua madre Morgana! L’Illusione e la Falsità
    Procedo per flash…Un’altra chiave (oppure è la stessa?): il “Sotto-Sopra”…Il “dentro-fuori”
    Parsifal, il sotto. Artù, il sopra. Il castello nel profondo delle acque, il sotto. Camelot, il sopra. La chiave nel cuore di Parsifal, l’anima, il sotto. La spada nella roccia, Excalibur, quello che appare in superficie.
    Non rileggo: voglio soltanto capire quelle immagini attraverso di me. Perdoni gli errori, prof.

  2. Fingendo che per me sia facile staccarmi dall’ immagine di quell’ “abbraccio di morte” (dentro di me è questa la definizione) che conclude la storia di Artù, contrappongo l’immagine dell’abbraccio d’Amore che apre questa IV parte del racconto. Le due immagini, in me, si armonizzano nel senso che, accogliendo, riconoscendo l’ ultima da cui io sono partita, non posso non accogliere l’altra nel suo significato opposto.
    Bello è l’Amore nell’abbraccio dei due amanti addormentati nel bosco, che danno alla notte un senso di pace. Oppure attendono la luce….?
    Noto e appunto come l’Amore, la somma sapienza, possa partecipare del divino soltanto per mezzo del dono dell’Anima, come Artù partecipa di quell’Amore dissolvendo la sua. I grandi Maestri, infondo, fanno proprio questo: travasano la loro anima che si scioglie, si spersonalizza, e nutre le menti degli allievi.

  3. Valeria cara, tu comprendi. Letterale. Prendi dentro.

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