Salone del libro di Torino del 1990. Hugo Pratt, il celebre autore di Corto Maltese, presenta la sua prima opera narrativa, Il romanzo di Kris Kenton. Mi avvicino a lui per un’intervista (mi sia concessa l’autocitazione, per una volta). Non ci conosciamo personalmente, ma mi dichiaro suo ammiratore. Mi guarda per un istante e nasce immediata una forte corrente di simpatia reciproca. Decide allora di farmi una dedica e immediatamente prende la penna. Poi ci ripensa e crea un bellissimo disegno. È la testa di un indiano irochese che porta al lobo dell’orecchio sinistro un curioso pendaglio, una medaglia con inscritto il segno del doppio triangolo incrociato: la croce di Geova con, all’interno, l’effige di un agnello.
«È la simbologia di re Salomone,» mi dice Pratt. «Gli Irochesi l’avevano appresa da un esploratore esperto di filosofia ermetica.»
Finito il disegno, mi consegna il libro, mentre la mia faccia assume probabilmente le sembianze dello stoccafisso. La mia sorpresa infatti è grande. Da dieci anni porto al collo una medaglia con inciso lo stesso simbolo tratteggiato da Hugo. Non ci eravamo mai incontrati, prima. La mia camicia era chiusa e quindi non aveva alcuna possibilità di scorgere il mio portafortuna, dono di un vero e proprio sciamano napoletano che di mestiere fa il direttore di banca e nel tempo «perso» il sensitivo.
A questa «combinazione» hanno assistito l’operatore RAI, Paolo Mattei, redattore dell’«Avanti!» e Alessandro Rosati, programmista presso il DSE.
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VERGOGNA RAI!! Che brutta cosa elencare gli eccellenti dati di ascolto del TG1 sulle notizie del terremoto, dei morti e delle macerie: TG1 delle 13,30 del 7 aprile minuto 28,15!!!! l’avremmo potuto capire per una società quotata in borsa o per un’azineda privata che persegue il profitto prima di tutto ma non per un ente A CARICO dello stato che dovrebbe fare del servizio pubblico la propria missione!!! per me non solo è una grande caduta di stile ma è un atteggiamento IGNOBILE e VERGOGNOSO!!!!
La sincronicità, la quarta forza che muove l’Universo insieme a quelle più conosciute spazio, tempo e causa effetto.
Nel suo piccolo manuale, Sincronità, Jung avverte che ciò che muove questa forza è una dose molto massiccia di pathos, desiderio, altrimenti è molto difficile il suo moto energetico.
LA nostra condizione interiore quando è così forte cerca e alla fine trova una una materializzazione esteriore. questo potrebbe addirittura essere un messaggio proveniente da infiniti mondi paralleli, realtà simultanee.
Jung, sulla base della teoria della simultaneità del burbero Arthur Schopenouer, teorizzò la sincronicità ma per anni invocava una base scientifica che potesse convincere anche i più scettici. Ed ecco che anche in lui operò la sincronicità: ebbe come paziente, Pauli, premio Nobel per la fisica quantistica.
Ma ancora ad oggi una austera area scientifica non è incline ad accettare questi fenomeni. Sospetto che il loro rifiuto dipenda da troppa razionalità che ha chiuso le porte della percezione.
A volte ci sono testimonianze di astrofisici dei più scettici che dopo aver tastato la realtà delle piccole particelle subatomiche, come Massimo Teodorani, del Cicap, si ricredono, scrivendo libri molto interessanti sull’argomento.
Tornando al suo interessante racconto, sarebbe d’uopo a questo punto porle una domanda: perchè dal 1990 le è tornato in mente questo episodio?
Chissà forse, professore, la sua risposta potrebbe decodificare un messaggio criptato e telepatico del suo altro sè, di un altro mondo parallelo?
Se le può essere d’aiuto anche io ieri ho ritagliato foto di capi tribù indiani- Ho l’Hobby di attaccare immagini su un diario.
Mi scusi se ho detto cose che già saprà: ma nella mia vita di tutti giorni non ho tante persone intorno con cui confrontarmi. Sa l’ego a volte…
Buona serata.
Domenico. No comment.
Cara Angela, non porto più al collo quel simbolo, ma da allora molte cose sono cambiate, ed in meglio, nonostante abbia dovuto soffrire molto per arrivare a capire un po’ di me stesso. chissà che porta devono aprirti quei capi indiani, come è accaduto a me con Pratt.