Il giardino è il luogo della perfezione, è il bisogno di pace, di immutabile.
La cerimoia del Tè avveniva di sera, per questo motivo nei giardini giapponesi troviamo le lanterne di pietra. La Cerimonia del tè rappresentava il congiungimento tra mondo divino e mondo umano. I movimenti di chi prepara iltè, di chi lo versa e di chi lo beve sono archetipici degli dei.
Il giardino è quindi la perfezione in terra, immutabile nella sua armonia e si rinnova incessantemente.
Il giardino e la cerimonia del tè rappresentano un muoversi nell’immutabilità. Corrispondono al bisogno dell’uomo di rassicurarsi della sua caducità.
Il tempo viene scandito, lentissimamente, fino a tramutarsi in un non-tempo, tanto diaradato, quanto irraggiungibile. Nel giardino perfetto regna l’illusione della lontananza dalla decomposizione. Movimenti e fiori diventano archetipi di se stessi.
Costellazioni ideali su cui finalmente riposarsi.
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Un maestro zen chiese a un suo discepolo di pulire il giardino del monastero .
Il discepolo pulì il giardino e lo lasciò in uno stato impeccabile, ma il maestro non rimase soddisfatto … Lo rispedì a pulire una seconda volta, e poi una terza …
Scoraggiato, il povero discepolo si lamentò :
“ MAESTRO, NON C´E´ PIU´ NULLA DA METTERE IN ORDINE , PIU´ NULLA DA PULIRE IN QUESTO GIARDINO ! E´ GIA´ TUTTO A POSTO ! “ … . . … “ TRANNE UNA COSA “ rispose il maestro .. . … .. . Scosse un albero e si staccarono delle foglie , che andarono a cadere per terra . . .. . . “ ORA IL GIARDINO E´ PERFETTO … “
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🙂
Baci
Sin da bimbina, bevo tè. Se scrivo bevo tè e se consulto l’oracolo bevo tè e quando faccio le carte bevo tè e se viene un ospite preparo il tè , ma di solito mi chiedono il caffè. Se sono stressata bevo tè, se ho mangiato troppo bevo tè. Io ho la mia selezione di tè ed il servizio da tè e tante tazze e teiere ed anche la teiera araba per il tè alla menta, quello che si versa dall’alto…sono brava sa? Lo prendiamo insieme? Posso indossare il mio Kaftano (si scrive così?), il Kimono (si scrive così?) non ce l’ho!
Parlo alle mie piante, senza disturbarle. Ho notato che le piante non vogliono essere scocciate: hanno bisogno di spazio e tanquillità e di solito conviviamo per diversi anni, poi, ogni tanto, qualcuna decide di morire…Che strano mentre scrivevo “morire” ho sentito Chiara dire a mia nonna:
“Nonna, tu non muori!”
E mia nonna le ha risposto nell’unico modo possibile:
“No.”
Sono fatte l’una per l’altra ed io continuo ad avere conferma che avevo ragione!
Buonanotte Gabriele, siamo fatti del tessuto dei sogni ed il mio vuoto è colmabile con l’unica sostanza possibile…e chi sa che un giorno non possiamo ritrovarci a bere un tè nel giardino dei nostri sogni.
Chiara, d’altro canto, mi chiede spesso:
“Mamma, mi accompagni a vivere nel sogno?”
Ed io le rispondo nell’unico modo posssibile:
“Si.”
D’altronde, chi sono io per toglierle la speranza…
B,B,B,Bimba.
Pensando al giardino, perfetto o meno, non riesco a sostenere una lontananza dalla decomposizione. Senza svolta, senza humus, senza movimento, senza fiori, come posso intendere il varco, cercare il guado? …e non trovo senso nel riposare.
Ciao Gabriele: grazie dello spunto 🙂
Mi piace il tè. E questa può essere una buona ragione per lasciare un breve commento.
Il giardino, il Pardes o giardino delle delizie, l’Hortus Conclusus, è uno spazio ordinato nel quale l’uomo crea un ‘armonia di forme.
E’ là dove si passeggia, là dove, come ha scritto lei lei professore, il tempo si ferma. E là deve non c’è più bisogno di correre perchè si è raggiunta la pace interiore.
E poi c’è la cerimonia del tè, tutta ritualizzata, dalla bollitura dell’acqua, all’infusione delle foglioline. E’ un processo alchemico di trasformazione.
Buona serata! Pinuccia
Immagino di essere con tutti voi ed il nostro amato Gabriele riuniti a sorseggiare un tè…uniti e poi riuniti, ricongiunti per sempre.
marina, hai le chiavi della mia emozione. Come ti leggo – ribadisco – mi struggi.
Non c’è pefezione senza il caso (le foglie).
non c’è perfezione senza RATIO (il maestro scuote l’albero).
Non c’è perfezione senza l’umile (l’allievo)
Sì, in effetti è reciproco. Le voglio tanto bene: è così.
Marinariannachiara
Paolo, prego. Preghissimo. oppure preghiera?
Pinuccia, in reltà la cerimonia del tè è la cerimonia del KA. ma non cambia nulla. Mi piace il rituale. ma poi, in me, arriva sempre il Cappellaio Matto e allora…
Fantasia. Fantasia?
Caro Gabriele e cari voi tutti, questo è un post meraviglioso. Quante emozioni si possono respirare..
Se mia madre fosse ancora qui con me, le donerei queste due lacrime di affetto. Permettetemi di dedicarle a tutti voi.. :
Mi basterebbero i tuoi capelli
umidi
che hanno la ragione
del mondo.
Mi basterebbe la siepe
solitaria
per sapere l’esistenza.
E’ già il tempo delle rose
sui balconi?
Forse, dall’uomo che hai creato,
fuggirei con immenso perdono,
tenendo solamente
ciò che non capisco,
ciò che non sono.
Mi basterebbe la sera dolce,
le foglie calde, l’ora del tè,
per dire che ho creduto.
Ma il silenzio è l’abbandono
e grido con tanto fiato
che resto muto.
Grazie da parte del mio cuore, e anche da parte mia…
Moreno
Moreno, ci sei? Io finalmente ci sono, mantre ascolto, tristemente, le notizie frenetiche dall’Abruzzo.. Belli i tuoi versi, Moreno, bei versi.
Sì ci sono, caro Gabriele, praticamente in “diretta”.
Anch’io ascolto con dolore le stesse notizie…
Compassione, etimologicamente parlando, compassione
eppure, Meoreno, basterebbe una cultura agita e meditata bassata sulla non-sopraffazione.