La Grande Madre — Dove si ipotizza che Giordano Bruno avesse il compito di fermare le guerre di religione per suggerimento di un misterioso gruppo di “illuminati”, che forse sono “neo gnostici”

«Insegnami, mio Dio e mio re
a scorgerti in tutte le cose;
e qualsiasi azione io compia
lo faccia per te.
Un uomo che guarda un vetro
può fissarvi sopra il suo sguardo
o, se vuole, può guardarvi attraverso
e scorgere allora il cielo.»

GEORGE HERBERT, riportato da FRANCES A. YATES, L’Illuminismo dei Rosacroce

 

 

Immaginiamoci una festa che non ha precedenti nella storia, con un’atmosfera da mille e una notte trasportata a Parigi.

Ci sono proprio tutti. Protestanti, ugonotti, cattolici e riformati di ogni tipo. Nobili di tutte le casate, da quelle terriere a quelle legate al commercio e ai traffici valutari. Militari di carriera provenienti da piccoli castelli di provincia e guerrieri avvezzi ai tornei. Letterati delle università di Parigi, Londra, Ginevra e Bologna. Messi del duca di Borgogna, della regina di Inghilterra e perfino del re di Spagna. Inoltre duecentomila persone si sono radunate intorno a casa Valois. È l’antico piacere dei poveri di veder godere i ricchi. Tripudiano osservando sfilare le carrozze e lanciano lunghe acclamazioni alle dame regalmente vestite, di cui avvertono il profumo degli abiti e della biancheria. Aspetteranno fino a tarda notte, quando dovrebbe giungere il loro momento. Infatti al termine del sontuoso banchetto, i servi porteranno loro gli avanzi. Sono in verità resti di cibo per modo di dire, perché gli invitati spilluzzicano e, anche calcolando la “cresta” dei maggiordomi, rimarrà pur sempre un ben di Dio, o meglio, di re. Un anno prima, in un’occasione meno importante di questa, è stato gettato dai balconi dei Navarra un bue intero seguito da cento cinghiali. Non erano stati neppure sfiorati dal coltello e quella cornucopia sarà forse superata da quella che si annuncia stanotte. Purtroppo, rimarranno delusi. E al momento sarebbero addirittura esterrefatti se potessero vedere quanto sta accadendo dentro il palazzo. Né carni, né pesci, né verdure, né pane. Solo note musicali.

Oltre mille musici sono nascosti ovunque, tra gli alberi dei giardini, dietro gli arazzi, tra i mobili e le colonne. Sono disposti sapientemente nei punti-chiave di risonanza degli archi e delle volte per centuplicare gli effetti delle armonie. In altrettante corrispondenze architettoniche si trovano attori pronti a declamare all’unisono dei versi.

È una notte dedicata esclusivamente alla poesia e alla musica. Una cosa mai successa prima a Parigi e men che meno alla corte del re.
Nessuno sa che cosa aspettarsi. Tranne ovviamente Enrico di Navarra, signore di Francia, e un italiano che insegna nella capitale francese filosofia e arte della memoria.
È un incantatore, dalla cultura smisurata, dall’intuizione fulminante e dallo sguardo magnetico. È entrato nelle grazie del re e del Delfino in modo tanto repentino quanto misterioso.
Questo italiano piccolo di statura e dai modi imperiosi osservava la fila degli invitati che sembra non esaurirsi mai.
A mezzanotte in punto il palazzo è pieno come un uovo. Lo straniero fa allora un cenno con il capo a Enrico di Navarra che a sua volta china leggermente il capo.
È il segnale.
Da ogni angolo dei numerosi ambienti fluiscono come per incanto note melodiose. Una cascata di armonie che si fonde mirabilmente con le voci di alcuni uomini che recitano versi con dolcezza inaudita. È un fiume di soavità che riempie uomini e cose. Quindi migliaia di fiori si staccano dai soffitti e scendono come una pioggia gentile. Profumi e suoni vincono lo stupore e penetrano anche nei cuori più riottosi. Sembra proprio un incanto.
L’italiano sorride. Sa perfettamente che questa armonia è soltanto fittizia. Ma gli rimane la soddisfazione di essere riuscito per una sola sera a far convivere in pace bigotti e fanatici di ogni specie.
È compiaciuto anche Enrico, padrone della Francia, ma succube delle rivalità religiose. Si rallegrano con lui anche tutte quelle persone – un’esigua minoranza – che vedono il pericolo che incombe sull’Europa. Temono spaventose guerre religiose che potrebbero spazzare via interi popoli. Potrebbe essere un’ecatombe senza precedenti. Gli oltranzisti delle varie religioni stanno radicalizzando le proprie posizioni e interi paesi rischiano di essere coinvolti in un conflitto immane.

Unico baluardo contro la catastrofe sono i pochi spiriti illuminati quali Enrico di Navarra, Elisabetta d’Inghilterra, alcuni filosofi e scienziati. Poi ci sono gli studiosi di ermetismo nascosti in giro per il mondo, attentissimi a non farsi riconoscere per paura delle persecuzioni. Hanno scelto una strada terribile, quella di ricercare l’armonia tra gli uomini gonfi d’odio. Non hanno interessi personali da difendere in questa battaglia impari. Anzi. Hanno tutto da perdere. Ma sembrano spinti da un’energia potente, quella della tolleranza, dell’accettazione del diverso, della ricerca dell’armonia interiore. Insomma, sono mossi dalla vampa del Femminile. Di tanto in tanto, tra le genti si trovano di questi “sapienti”.
In loro spira la forza della civiltà, che li spinge sopra ogni cosa a compiere il bene.
Con essi è il trionfo del sentimento e non del sentimentalismo, della fantasia e non della fantasticheria, della giustizia e non dell’egualitarismo ipocrita.
La storia non ha tramandato con precisione i nomi loro e delle associazioni di cui, di volta in volta, di anno in anno, di secolo in secolo, facevano parte. Si suppone che in Inghilterra fossero gli adepti della “Famiglia d’amore” e dei “Fedeli d’amore” in Francia e in Italia. Conosciamo i loro ideali. Possono essere accostati a quelli degli gnostici seppure con una più forte connotazione magica, alchemica ed ermetica. Credo siano all’opera ancora oggi: sono gli studiosi più illustri e capaci di chiarezza, facilmente riconoscibili in tutto il mondo come seguaci di questa linea di bene. Anche in Italia. E credo che bastino il loro comportamento e i loro scritti per identificarli e per suscitare la nostra gratitudine.

Tornando alla festa, l’italiano che si rallegra sinceramente dell’armonia momentanea è ovviamente Giordano Bruno, il nostro missionario della magia intesa come recupero della tolleranza perduta tra le religioni, tra uomo e natura, tra testi sacri e necessità di ricerca.

L’anno della festa è il 1581 e la città, come si è visto, è Parigi.
L’occasione del matrimonio del duca di Joyeuse è stata una delle poche opportunità che il filosofo italiano ha avuto per riunire i nobili di varie tendenze religiose. È riuscito a far udire loro versi pieni di riferimenti simbolici e musiche “tranquillizzanti”.
Oggi può sembrare davvero patetica la speranza di Bruno ed Enrico di mitigare gli odi con simili mezzi “aerei”. Ma non è così.
Intanto quei simboli vocali e musicali sono antichissimi. Provengono da tradizioni remote e servono da sempre a un unico scopo: permettere all’intelligenza delle persone di aprirsi allo spirito di pace e di conciliazione. Inoltre tutto questo corrisponde a una precisa ritualità misteriosofica. Basta riflettere un attimo sui tempi contemporanei per cogliere molte analogie con quel 1581.
L’inquinamento delle menti, l’egoismo del mercato, i fondamentalismi politici e religiosi, l’esclusione proterva dei più da un minimo di benessere e da un tenore di vita degno di un essere umano: queste tendenze sono caratteristiche sia di quella fine del Cinquecento come di questi nostri anni. In più noi abbiamo la devastazione della natura e degli antichi saperi, l’annullamento della donna in chiave anoressica e la conseguente derisione del Femminile. È vero che di tanto in tanto sembrano annunciarsi nuovi fermenti, ma occorre rimanere vigili affinché il maschilismo patriarcale non assuma sembianze proteiformi e assimili e deturpi commercialmente movimenti e pensieri neonati. La giustizia sociale sarà uno dei terreni di lotta in cui ci misureremo tutti. Il Femminile non esclude nessuno e soccorre ogni figlio, sia povero, sia debole, sia infelice.
No, certamente l’aria che spira per noi non è migliore di quella del 1581.
Comprendere il tentativo di persone come Bruno può essere straordinariamente utile. Né lui, né altri spiriti “gentili” sono riusciti e forse riusciranno mai a fermare il “temno”, come dicono in Boemia, l’onda dell’oscurità, ma comprendere le loro ragioni potrà contribuire a creare una luminosa corrente contraria che contrasti i futuri “cieli di morte”, per adoperare una delle parole di Alce Nero.
Alla fine del Cinquecento non si poté arrestare la tenebra e arrivò la spaventosa guerra dei trent’anni, che fu peggio di un conflitto nucleare. In Europa la popolazione si ridusse a un terzo. Alla fine dell’immane conflitto, i superstiti erano poco più di venti milioni. Un dato sconvolgente.
Questa è la segreta storia dell’Europa, negli anni compresi tra il 1580 e il 1620: un manipolo di donne e uomini, con lo spirito rivolto alla pace, fecero di tutto per arrestare le stragi che si annunciavano. Fu la sfida della cultura dell’accettazione e del rispetto delle diversità contro i fanatismi acritici che finirono per trionfare nella morte.
Ma torniamo ancora una volta a Bruno. Può trattenersi a Parigi soltanto due anni. Quindi lo ritroviamo a Londra con il consueto rituale di eccezionali accoglienze. Parallelamente però ci sono le ostilità dichiarate degli oltranzisti religiosi e dei “pedanti cercopitechi”, per usare una sua espressione. Costoro lo perseguiteranno fino alla morte.
A Londra il nolano diventa amico di Philip Sidney, il favorito della regina. È un nobile colto e disponibile, probabilmente membro dell’ordine “della Giarrettiera”, un’altra congregazione votata alla diffusione dei princìpi della filosofia ermetica. A un primo sguardo può sembrare uno dei tanti gruppi nobiliari con un rigido codice cavalleresco, mentre in realtà al suo interno si studiano e si diffondono idee che sono proprie della magia rinascimentale. Ricordiamole ancora una volta: libertà di culto religioso, libera circolazione delle idee, divinizzazione della natura, massimo rispetto per il corpo umano, possibilità di ricerca in ogni campo del sapere. Accanto a tali princìpi “essoterici”, ovvero manifesti, c’è la componente “esoterica”, quella segreta, ermeticamente “chiusa”. Qui occorre dire con chiarezza che la magia rinascimentale, fiancheggiatrice della cultura parallela del Femminile, credeva in una segretissima ritualità millenaria in grado di trasformare l’officiante in un essere di superiore intelligenza. Qualità che doveva essere messa sempre al servizio degli altri e mai per il proprio tornaconto. Sono princìpi dell’ermetismo di tutti i tempi. Ecco perché questa disciplina tutela la propria ritualità con alcuni “segreti” a cui si può accedere soltanto dopo aver praticato “un lavacro di se stessi”. Insomma nessuno avrà mai la chiave dei “misteri” se non percorrendo un lungo e difficile cammino per cancellare il proprio egoismo. Gli arcani, i segreti, si tutelano da soli, un cuore impuro non arriverà mai a dire, simbolicamente, “apriti sesamo”.

Il maestro di saggezza, anche volendo, non potrà mai trasmettere la propria conoscenza all’allievo impuro, semplicemente perché questi comunque non la capirebbe e non potrebbe “sfruttarla” a proprio vantaggio. Tutto quello che può fare il sapiente è lasciare qualche segno sulla tela, qualche spunto e suggerimento. Frasi, parole, disegni e musiche sono gli elementi che per analogia possono consentire l’accesso alla comprensione del grande mistero dell’uno e dell’armonia. E anche quando un maestro lascia “verità nascoste in evidenza”, per parafrasare Zolla, queste risulteranno incomprensibili alle persone “di tenebra”. Occorre sempre tenere bene a mente che la magia e la ritualità connessa sono comunque discipline pratiche, il cui terreno di applicazione è il “sé interiore”.
Bruno scrive numerose opere a Londra. Lascia dei “segni”.
Compone tutti i dialoghi italiani e stabilisce continui, utili contatti per far germogliare il seme della tolleranza.
È molto probabile, come abbiamo già visto, che abbia incontrato Shakespeare. E sono ormai in molti a credere che il mutamento dei contenuti delle opere del drammaturgo, a partire dal 1583, sia dovuto proprio ai contatti con il filosofo.
L’italiano è in continuo rapporto con il cenacolo culturale vicino alla regina Elisabetta e a Sidney. Bruno imprime in questo mondo il suo estremismo magico. Londra diventa la capitale più aperta d’Europa, la città dove convergono gli intellettuali più illuminati.
Siamo ormai al 1585 e Bruno non può prevedere cosa accadrà nel 1618, inizio della guerra trentennale, ma teme il peggio. Agisce e scrive di continuo e riprende i viaggi lasciando la sicura Inghilterra, da dove nessuno l’ha cacciato. È una specie di apostolo, deve far germogliare i buoni fiori dell’ermetismo magico. A Londra ha fatto un ottimo lavoro. I suoi libri circolano dappertutto. Grazie alla sua opera, Federico V, di cui abbiamo già parlato, potrà trasformare per sette anni il Palatinato nel regno della ricerca e della tolleranza.
Il filosofo ritorna per breve tempo a Parigi, poi giunse a Praga e qui gli arriva l’invito del Mocenigo. Cade nella trappola e si reca a Venezia. Sarà consegnato all’Inquisizione.
In molti hanno descritto il processo e gli atti, almeno quelli conosciuti, ed è inutile soffermarcisi. Per noi è importante che Bruno non abbia ceduto. Non rinnegherà mai le proprie idee. Eppure è sempre stato cosciente delle conseguenze di quell’ostinazione e sa che l’aspetta il rogo. Ma evidentemente ha voluto fare della sua vita un esempio.

E quel rogo del 17 febbraio arde ancora in molte coscienze.

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8 Risposte

  1. Bellissimi i versi di Herbert…scegliere cosa osservare, fermarsi all’orizzonte (del nostro io) o scorgere l’Infinito, cercandolo, oltrepassando una barriera trasparente ma bloccante.

    Professò sono io che vedo stretta correlazione con questo post ed il successivo..quello dell’energia??
    Non so però come spiegarglielo a parole 😦
    Nel testo c’è energia descrittiva di un personaggio energeticamente puro come giordano bruno e di pochi sapienti che…………. “”Non hanno interessi personali da difendere in questa battaglia impari. Anzi. Hanno tutto da perdere. Ma sembrano spinti da un’energia potente, quella della tolleranza, dell’accettazione del diverso, della ricerca dell’armonia interiore. Insomma, sono mossi dalla vampa del Femminile”””…….
    Mi sa che il mio cervellino galoppa troppo 🙂 tra inconscio e magia.

  2. Post che echeggia familiarità…i versi sono le mie invocazioni libere al Divino…il modo di concepire il senso della vita di Bruno è normalità per me…qui è casa. Lei, io La conosco…siamo parte di una Grande Famiglia.
    Ho trovato una parola chiave: RINASCITA.
    Infusione di ribes.
    Marina

  3. Ciao Calliope, anch’io ho avuto la stessa impressione.

    Vorrei scrivere così tante cose su Giordano Bruno e su quello che provo ogni volta che mi trovo nel luogo in cui è stato ucciso. Lo sento vicino sotto forma di forza, la forza della coerenza, torno col cuore colmo di energia, credendo in me stessa e convinta di ciò in cui credo, spronata a fare del mio meglio. Lui aveva capito che alla nostra volontà non ci sono limiti, perché in essa arde ben altro, qualcosa che è dentro e fuori, che ci sovrasta e che ci vivifica.
    Ma in fondo era anche lui umano, oltre che divino.

    Nel mio misero caso, la volontà, nonostante gli sforzi, subentra sempre, ma leggermente in ritardo, perché prima sono vittima degli istinti. Come avrà fatto Giordano Bruno? Aveva anche lui degli istinti ( come quello di sopravvivenza) ma non li ascoltava o erano annientati dalla volontà e dall’amore?

  4. Calliope, lascialo galoppare, soprattutto sull’ambito magico. baci

  5. Assai Carissimi amici del cuore,
    vorrei se mi è concesso parlare anche del mio umile sentito contemplare che mi ha fatto riscoprire tantissimi immensi maestri di saggezza.

    In una mia precedente ho citato il grandioso Giordano Bruno con un mio personale sentito pensiero, per elogiare e rimarcare quello che il carissimo Gabriele ha detto sul Nolano.

    A Giordano Bruno.
    Colui che fu e sempre sarà.

    Soleva il suo cuore innalzato sopra le fiamme mentre guardava il volgo sciamare dalla montagna. Quel cuore di Dio sapeva già che quella semenza non era sola ma sparsa su tutta la terra, sapeva che non fu un muto addio ma un arrivederci, un arrivederci alla prossima con la stessa essenza ma con varie forme e come la fenice sarebbe ritornato da un lontano passato quel Dio dimenticato.

    E’ solo un personale pensiero che vuole solo sommarsi a quello che il buon Gabriele ci riporta alla memoria per contemplare il vero pensiero ermetico/liberale del Nolano.

    L’amore prima o poi ritorna come il soave e dolce cantico di un fiore al sole. E’ il principio di sintesi / economia, d’attrazione / repulsione, delle analogie della risonanza, della corrispondenza delle affinità, della simmetria dell’entropia sintropia che pervade ogni cosa come sopra sotto il micro e macro universo. Quel corpo di Dio citato da tanti illuminati è la causa di quel principio d’amore che compenetra e pervade ogni cosa. L’amore, quel collante universale è la forza più grande. L’ode al quel principio di libertà che quel Dio sconosciuto e assai dimenticato ha trasmesso in ogni particella della sua infinita manifestazione perché è la sua immagine è se stessa è la sua essenza è dio in ogni cosa.

    Oggi ci è possibile concepire questa natura, questa immagine, questa rassomiglianza attraverso concetti come Clonazione, Cibernetica Molecolare, Ologrammi, Superstringhe, ecc. Oggi e da tanto tempo, si sente sempre di più parlare di CLONAZIONE. Io come tanti, penso ed ho certezza che tante cose su questa ricerca non sono dette, ma possiamo anche immaginare che in un futuro non lontano l’uomo possa arrivare anche a duplicarsi, a creare un essere simile a lui. Mi chiedo e Vi chiedo nella vostra riflessione interiore; in che rapporto sociale / spirituale saranno il creatore e il clonato? Potrà il clonato chiamare il suo creatore DIO? E’ impensabile che quel dio dei nostri padri, quel dio dimenticato, sia un essere più evoluto di noi, in possesso di una conoscenza, di una saggezza, di una scienza inimmaginabile alla nostra? Gesù spesso parlava del PADRE CELESTE e delle tante dimore del suo regno.

    Riflettere su queste nuove congetture è importante, perché attraverso le simmetrie, le analogie in parte si può arrivare a capire tante altre cose più grandi.

    Siamo frattali di una realtà più grande, dove tutto è interconnesso, che tutti ci contiene e che conteniamo. Uno per tutti e tutti per uno, ha un senso molto profondo, molto grandioso ed inimmaginabile. Nei mondi spirituali il micro ed il macro universo si fonde nello spirito immortale per divenire tutto nel tutto.
    Se solo ipotizzassimo e capissimo che quell’enorme infinito universo che chiamiamo Dio non poteva essere né circoscritto né contenuto, né limitato, né tanto meno capito con la sola mente razionale, ma solo compreso attraverso l’intimo sentire, l’intimo intuitivo percepire, l’intimo dolce capire, attraverso quell’umile cuore perché quell’amorevole divina espressione come per una benevola eredità genetica di un buon padre/padre si è frammentato in tante piccole infinitesime parti con gli stessi divini umili/infiniti attributi. In una similitudine è come un mare che per quell’amore universale si è spontaneamente riversato in tante piccole distinte bottiglie. Bottiglie che seppur assai diversificare assai differenti sia nella forma, sia nella natura, sia in tanti apparenti sfumati attributi esteriori; nell’essenza è la stessa grande divina acqua universale. Quel principio, quella forza, quell’energia, quell’indefinibile essenza primordiale che è presente in ogni cosa della manifestazione.
    Sarò con voi fino alla fine dei tempi disse prima Krishna e poi Gesù 2000 anni fa un maestro figlio della luce, perché quel dio dimenticato si è frammentato in tanti, in ogni tempo, anche se non riconosciuto, anche se sempre è stato deriso, calpestato, maltrattato, mai si è sottratto di stare vicino al sentiero umano, al sentiero dei figli degli uomini e di nuovo ritornerà (parusia) con la sua GLORIA, le stelle del mattino, i figli degli uomini, i Deva gli DEI dai mondi superiori, gli Angeli e Maestri dei mondi spirituali, affinché sia conclusa la grandiosa opera che iniziò 17.744.000 anni fa, per questo nostro ciclo, per questa nostra ronda, per questa nostra razza, per la nuova divina razza.

    (Matt. 28:20). “Ed ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo”

    Il ritorno dell’antico dei giorni si basa su dati storici indiscutibili. In ogni epoca e presso ogni popolo sono comparsi Esseri d’altezza spirituale eccezionale messaggeri fondatori di religioni, saggi, istruttori, profeti. Basti ricordare Confucio e Lao-Tse in Cina – Krishna Ram e Buddha in India – Zoroastro in Persia – Solone Platone e Pitagora in Grecia – Thoth, Ermete Mitra, Osiride Mosè, Isaia, Gesù Maometto in Oriente – San Francesco in occidente e fra i moderni, Baha, Sai Baba, Ullah-Ramakrisna, Vivekananda Gandhi, Aurobindo Padre Pio, Madre Teresa di Calcuta, Papa Karol Woytila E TANTI ALTRI/E esseri d’immenso amore.

    Il Cristo appartiene a tutto il genere umano; egli può essere conosciuto e compreso come “la medesima grande Identità” in tutte le religioni mondiali Egli non verrà per salvare l’umanità dalle conseguenze delle proprie colpe come erroneamente e volutamente ci hanno fatto credere, ma ancora una volta, verrà per mostrare la spada delle verità ed il cuore a quest’umanità per le nuove condizioni e opportunità che il mondo si troverà ad affrontare nella nuova era, nella nuova consapevolezza, nella battaglia finale, per la nuova energia, per la nuova terra, per la nuova Santa Gerusalemme e per la DIVINA UMANITA che tanti inconsapevoli esseri senza un cuore vorrebbero in ogni tempo ridurre in schiavitù per scopi egoistici e di potere.

    Ma per una legge naturale, per una legge universale in ogni universo, in ogni dimensione, in ogni spazio, in ogni tempo, in ogni mondo, in ogni luogo dove c’è vita e ancora risiede il male c’è anche il bene necessario ad equilibrare quelle oscuranti forze opposte.

    L’albero si riconosce dai suoi frutti, e penso che questa nostra apparente cristianità non né ha prodotti di buoni, anzi forse è la causa prima di tantissimi mali nel mondo. Vorrei che fossimo in tanti a riflettete su quello che erroneamente ci viene insegnato in molte dottrine dicendo che quel Dio Unico, Venne/Discese e si Immolò su questa terra per assorbire tutti i nostri peccati, tutti i mali del mondo? E dopo? Quanti altri insensati, impensabili e inaccettabili mali, orrori e guerre fratricide sono avvenuti e si attuano ancora? Dove è stato questo Dio in tutto questo tempo? Possibile che si sia manifestato solo allora e non si è destato per quello che è successo e succede ancora?

    E se invece questo Dio dei nostri padri, mai imponendosi oltre quel principio di libertà e di libero arbitrio dei suoi figli, si sia frammentato apposta in tanti umili e grandiosi esseri, in ogni tempo, in ogni luogo con tanti aspetti, manifestando il suo grandioso amore attraverso il fare e il dire con tanti attributi esteriori ed interiori, che possono focalizzarsi in tanti aspetti dello scibile umano, in tante forme che trovano unione nella religione, nella filosofica, nella scienza nell’arte e soprattutto nell’aspetto intuitivo che nasce dal cuore d’ogni essere?

    Come può una goccia d’acqua contenere tutto il mare? Come può un essere contenere tutto quel incommensurabile infinito universo? Universo che è parte infinitesima di qualcosa di ancora più grande? Nel raffronto il nostro mondo scompare diventa assai infinitesimo, quasi come se non esistesse.

    Può quel Dio così gigante immenso, infinito intercalarsi in questo infinitesimo pianeta che chiamiamo terra? Riflettete su questa domanda, osservate il cielo, il firmamento, le stelle, l’universo riflettete profondamente con il cuore e capirete.

    Come poteva nascere, esistere questa nostra Cristianità se non fosse esistito quel meraviglioso maestro Gesù che incanalò, accolse nel suo cuore quella grandiosa entità solare conosciuta come il Cristo? Che per mezzo di Giuda ha fatto il suo e il nostro destino? Chi era quel Giuda che tutta questa nostra umanità ha allontanato, ha spergiurato, se non un frammento di quel piano divino in cui il Cristo ha interpretato tanti ruoli? Da Gesù / Giuda / Caifa / ..…. a Pilato?

    E’ impensabile questa ipotesi? Perché nelle mie riflessioni interiori mi è apparsa come il sole che sorge al nuovo giorno? Perché mi ha fatto percepire il Cristo FRAMMENTATO in tanti Illuminati e saggi Istruttori? Che hanno sempre parlato al cuore di questa nostra umanità, cercando di portare quella luce interiore risvegliando il cuore, l’anima e soprattutto lo spirito immortale. Si è ben guardata questa nostra cristianità che con i suoi concili ha cancellato lo spirito dai suoi vangeli per allontanare e sviare dalla mente quel principio universale che ci lega alla divinità. Forse era giustificato nel tempo passato motivato dall’ignoranza, ma di sicuro oggi la consapevolezza di massa ben lontana dai tempi passati, si proietta verso la nuova consapevolezza della sua vera natura.

    Nel mio assai tortuoso cammino ho perso quella cieca fede, ma sto riscoprendo la mia vera fede, quella più giusta, più vicina al mio essere. Non ho più fede per una sola religione, ma per tutte, li condivido tutte, ma con un’altra visione, con un’altra prospettiva con un altro percepire, con un altro sentimento, con compassione che mi rapporta a quel concetto dimenticato che un giorno, abbiamo chiamato UMANESIMO che ci identifica e s’intercala in questa nostra UMANITA’.

    Se solo capissimo quell’assai intimo bimbo che assai incompreso vive dentro di noi. Se solo ritornassimo solo per un momento nei ricordi del nostro fantastico, immaginativo burrascoso, gioioso, inconsapevole, pianguloso, brioso, scherzoso, noioso, seccante, grazioso, ingenuo, bellissimo passato. Se solo capissimo perché quel bimbo ormai così adulto è così cambiato, e così diverso da quella prima innata purezza incontaminata.

    Se solo rievocassimo, riportassimo alla luce quel bimbo non solo dai ricordi di quella bella memoria passata, ma dal nostro maturo cuore per essere manifesto anche fuori attraverso il dire, attraverso il fare, attraverso quel saggio pensiero creativo che è innato in ogni cuore umano, come innato è anche quel male da trasmutare.

    Necessarie Giovani Emozioni conservate nel cuore, mature meditate contemplazioni da riesumare dal cuore.

    Se solo capissimo che basta una sola piccola scintilla ad accendere quel fuoco interiore che se messo fuori con tanto amore porta come un faro quella luce interiore che conduce all’illuminazione di tutte le cose.

    Se solo ci fermassimo per un solo momento e osservassimo e contemplassimo l’universo con gli occhi limpidi e cristallini dell’anima, se solo capissimo che questa terra è un infinitesimo atomo di un atomo, se solo ci rapportassimo al creato, non vedremmo altro che un’unita umanità che si proietta verso l’infinito cuore di quel DIO DIMENTICATO, il Creatore, il Padre Celeste di tutte le cose manifeste o non manifeste, che come un buon padre non differenzia i suoi figli, li ama tutti con IMMENSO AMORE.

    E’ come Il sole che sorge ogni mattina per tutte le cose e per tutti gli esseri della natura. Non guarda in faccia, non fa distinzione se sono buoni o cattivi, se sono neri, bianchi o gialli, se appartengono ad una religione o ideologia, se sono ricchi o poveri, se sono belli o brutti. Infonde luce indifferenziata incondizionata, spontanea vivificando ogni cosa con il calore dei suoi dorati raggi.

    COME TANTI ILLUMINATI GIORDANO BRUNO E’ FRAMMENTO DIVINO DELL’ANTICO DEI GIORNI

  6. lo penso anche io.

  7. la saggezza orientale indù più volte ha fatto osservare che l’Umanità, nella sua interezza, è bloccata tra il primo e secondo chakra: la materialità e il piacere.
    Lo sforzo dell’Umanità è quello di portarsi interamente verso il terzo charkra, quello del plesso solare, delle emozioni, abbattendo le spesse mura dell’ego.
    Non è semplice ma è possibile. Intanto ognuno potrebbe cominciare a osservare attraverso il vetro senza girarsi a sbirciare cosa fa l’altro e quando scorge qualcosa di interessante invita il vicino a vederla insieme a lui. Come fanno i bambini.
    Buona giornata

  8. Angela, limitare l’EGO è una delle chiavi per la rinascita degli umani.

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