Alberto Magno è un santo, filosofo e maestro nientemeno che di Tommaso d’Aquino, pietra miliare della conoscenza e della teologia religiosa cattolica. Ebbene ha scritto il De Alchimia, un altro di quei centomila testi smarriti nei meandri della conoscenza del mondo razionalista. In questo scritto ricorda a tutti i giovani ricercatori di qualsiasi campo che non esiste sventura peggiore che il dover vivere presso re, imperatori o principi e lavorare per loro, perché «non finiranno mai di domandarti come va l’Opera. E nella loro furia ti chiameranno imbroglione o furfante e causeranno sempre delle pene. E se non arriverai a buon risultato, proverai la loro collera. Se invece riuscirai, ti terranno in prigionia eterna per farti lavorare per loro esclusivo tornaconto».
Ecco uno dei motivi per cui in tutti i testi di alchimia si predica il silenzio. E un cinese, dieci secoli prima di Alberto Magno, che pure è nato alla fine del 1100 d.C., ammoniva: «Farai una mostruosità se svelerai ai soldati o ai potenti il segreto della tua arte. Assicurati che non ci sia neppure un insetto nella stanza dove tu lavori!».
Il problema è sempre lo stesso, evitare che gli egoisti, i potenti e i politici, che sono tra i peggiori, mettano le mani sulle scoperte sia scientifiche che umanistiche. Nel primo caso, le usano per distruggere; nel secondo per deridere e scempiare. L’Alchimia, questa sconosciuta, insegna due strade: la ricerca del sé profondo e della conoscenza e quella della sperimentazione. «Tanto scopri all’interno, tanto scopri all’esterno,» ecco il suo motto, incomprensibile alle orecchie dei mercanti e dei ricercatori d’oggi, succubi di una ricerca del guadagno a ogni costo dei mercanti dalle orecchie crudeli. Vedi l’ingegneria genetica. Ma occorre ricordare come gli alchimisti del passato, oltre allo studio dell’interiorità, abbiano anche raggiunto, senza curarsene troppo, risultati pratici.
Come Raimondo Lullo, che nel Trecento arriva alla composizione del bicarbonato di potassio. E Teofrasto Paracelso, che nel Cinquecento descrive lo zinco e introduce l’uso dei composti chimici in medicina. E nel Seicento Giambattista Della Porta prepara l’ossido di stagno. Sempre nei primi anni del Seicento Johannes Baptista van Helmont riconosce per primo l’esistenza dei gas, Nella stessa data, l’alchimista Basile Valentin, di cui nessuno conosce la vera identità, scopre l’acido solforico e l’acido cloridrico. Nel 1650 Rudolf Glaber, invece, trova il solfato di sodio e dieci anni dopo è la volta di un altro sapiente nascosto sotto il nome di Brandt, che trova la composizione del fosforo. Ai primi del Settecento è Giovanni Federico Böttger a fabbricare per primo la porcellana.
Sono soltanto alcuni esempi, perché se ne potrebbero aggiungere tanti altri. Come lo stesso Alberto Magno, che descriveva compiutamente la composizione chimica del cinabro, della biacca e del minio. Quindi gli alchimisti sanno come ricercare «sul campo» in modo empirico. Ma di queste scoperte a loro importa ben poco. Nel loro cuore c’é un altro desiderio, scoprire l’oro e la trasmutazione del piombo. Una pubblicità razionalista ha deriso da sempre «questa pretesa». Non sapendo che quell’oro è da intendere ovviamente in senso simbolico: oro = saggezza. Invece tutti continuano a deridere gli antichi alchimisti, la trasformazione del piombo in oro. Figurarsi! Cose da imbroglioni!
Si è già visto che i testi di alchimia sono circa centomila, se non di più. Ebbene, secondo i razionalisti, si suppone che centomila testi siano stati scritti per gabbare il prossimo. In questa supposizione c’è davvero puzza di raggiro.
Bisogna sapere perché si vuole tenere lontano l’uomo di oggi da quella antica sapienza.
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… difficile sapere i disegni del destino degli uomini. Forse la maggior parte degli uomini non sono pronti ad ascoltare e ad accettare … dopotutto neppure Gesù è stato capito dagli uomini, se non da pochi e solo da quelli che hanno semplicemente detto “IO CREDO” e questo incondizionatamente …
Piccolo passaggio veloce veloce. L’immediato sempre mi travolge ed ho sempre qualcuno da accudire nella mia piccoa grande famiglia adorata, adorabile, adorante, desiderata, desiderabile, esigente e …avvolgente… (così mi piace!)
… ma visto che il log l’ho davvero da poco scoperto e che è l’unico al quale io abbia mai “partecipato” (!!! …sarà un segno pure questo… !!!) me lo leggo a sprazzi e pure a ritroso (un poco come faccio con i Suoi dizionari … leggo, rileggo, ri-rileggo e ritorno!) Un abbraccio a Lei e anche a tutte le Anime che qui leggo e con le quali condivido molti pensieri … è bello sentire che il mio cuore non è solo.
Ciao Gabriele,
La figura di Alberto magno io la conoscevo per altre cose che ha fatto o per la storia generale.
Io credo che quasi tutti gli uomini e donne potenti del passato sono passati per lo studio dell’alchimia o per altre tematiche segrete e occulte, sia nel bene che nel male. Vari personaggi sono stati presi per pazzi o per eretici. Nei millenni passati chi aveva il potere come l’aristocrazia, la monarchia, la religione, ecc. in verità non volevano che la gente progredisse intellettualmente perché avrebbero capito le cose come stavano e le verità, di conseguenza queste nature sociali sarebbero scomparse, perché il popolo non avrebbe avuto più bisogno di loro e essere sottomessi.
Per esempio anch’io molti anni fa vedevo l’alchimia come qualcosa che aveva a che fare con le sfere occulte e negative, ma perché era così nella nostra cultura, ho letto pochissimo sull’alchimia perché non trovavo libri, visto che prima bisognava andare nelle librerie per comprare libri e di certo non vendevano libri del genere.
Nel corso degli anni ho pensato che l’alchimia è una di quelle fonti di conoscenza come altre, sia occulte che di altra forma che viene percepita da chi è inconsciamente e non, alla ricerca del sapere per se stesso o per altri motivi, che serve per una crescita naturale dell’uomo.
Credo, Susi, che la con-DIO-visione sia la cosa più struggente che possa capitare.
E’ un sistematico studio dell’Inconscio. Quindi è esoterico. Vede nel buio. E ritorna. Non concepisce l’oscurità come Male, ma come risorsa. E’ un discorso polidirezionale sull’interirità. Appunto psicologia. PArola di Anima.