Inconscio (1)
Solo dopo che l’alchimia mi fu divenuta familiare capii che l’inconscio è un processo, e che la psiche si trasforma o si sviluppa a seconda della relazione dell’Io con i contenuti dell’inconscio.
Carl Gustav Jung, Ricordi, Sogni, Riflessioni, Rizzoli, 1998, pag. 254
Inconscio (2)
… Occuparsi dei contenuti dell’inconscio forma l’uomo e determina la sua trasformazione.
Carl Gustav Jung, Ricordi, Sogni, Riflessioni, Rizzoli, 1998, pag. 268
Inconscio (3)
Anche le figure dell’inconscio sono “prive di informazione” e hanno bisogno dell’uomo o del contatto con la coscienza per raggiungere la “conoscenza”.
Carl Gustav Jung, Ricordi, Sogni, Riflessioni, Rizzoli, 1998, pag. 362
Inconscio (4)
Mai e in nessun luogo l’uomo ha dominato la materia, se non ha osservato esattamente il suo comportamento e spiato con la massima attenzione le sue leggi. E solo in quanto lo abbia fatto, può dominarla in ugual misura. Così stanno anche le cose con quello spirito che oggi chiamiamo inconscio: esso è restio come la materia ed altrettanto misterioso ed evasivo: e obbedisce a “leggi”, che, per la loro inumanità e sovranità e sovraumanità, per lo più ci appaiono come un crimen lesae maiestatis hunamae. Quando l’uomo pone mano all’opus, egli ripete, come dicono gli alchimisti, l’opera creatrice di Dio. Andare incontro all’informe, al caos del mondo di Tiamat è infatti un’esperienza primordiale.
Carl Gustav Jung, Spirito Mercurio, in Studi sull’alchimia, Bollati Boringhieri, 1988, pagg. 265-266
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Vorrei porre una domanda al nostro padrone di casa, premettendo che io non so niente di psicanalisi ma bensì studio ingegneria.
Da quando esiste il web e le comunità in cui si partecipa dandosi un nickname ho notato una cosa che mi ha fatto riflettere, che è l’imbarazzo di molti di darsi già solo un nome. Soprattutto in quanto ciò avviene in un contesto in cui ancora non si è ancora scambiato alcun rapporto (nel momento in cui si iscrive in qualche comunità viene chiesto di darsi un nome).
Doversi descrivere agli altri in totale autonomia evidentemente non è così facile, è come se noi avessimo bisogno dello “specchio” costituito dallo scambio emotivo con gli altri per guardare bene noi stessi.
Adesso si diffonde sempre più l’uso dei social network (facebook in testa), il cui uso gravita attorno alla costruzione di pagine che raccontano la persona. Ecco, nel voler descrivere se stessi (nei nostri tratti caratteriali, nelle nostre passioni), e presentare agli altri la descrizione di noi stessi, non c’è secondo lei un rischio di alienazione? Ossia: io descrivo un io che non sono e che poi inevitabilmente mi sforzerò di impersonare.
Condivido la preoccupazione di Fabio sulla maschera dei social network, d’altro canto mi chiedo se dimenticandoci per un attimo degli usi deleteri di queste forme di comunicazione, non sia possibile al contrario utilizzarle almeno in parte per ricongiungerci con una rappresentazione più fedele di ciò che vorremmo evidente in noi stessi, e che spesso vittime di occasioni sbagliate, timidezza o scarso “eroismo” nel superare certi stereotipi, non riusciamo a far venire fuori. Voglio dire: fiction a parte, che forse è impegnativa e fuorviante, c’è forse anche la possibilità di dare una traccia di aspetti del nostro vissuto e delle nostre passioni che potrebbero stupire (mi auguro positivamente) colleghi di lavoro o amici trentennali? io spero di si. Sono troppo ottimista? 🙂
Ecco, Professore. Così ho romanzato l’esordio del mio rapporto con l’incoscio…
Credo che Lei legga i post prima di pubblicarli, quindi, se lo ritiene opportuno, può cancellare questo post, visto che, in realtà, trattasi di una confidenza che io Le faccio. Non vorrei essere eccessiva nell’aprirmi agli altri. Sa, a volte pecco di presuntuosa ingenuità nei confronti del prossimo. Lascio decidere a Lei.
“…Prima di fermarci sul sito, ci spingemmo poco più in là, fin sulla vetta. Cielo! E’ il caso di dire. Da lì si vedeva veramente tutto, proprio come descritto sul libro e noi emulammo il racconto: in cima alla Penisola Incantata giravamo al tondo, su noi stessi, estasiati. Sotto di noi, così vicini, eppure così lontani, da quella diversa prospettiva, stavano i luoghi del nostro viver quotidiano…e quanto è differente il mondo visto dall’alto…Pensai a Dio: se è vero che Lui risiede nell’alto dei Cieli, allora Egli è un Dio distante. Mentre io, da sempre, lo avevo sentito intorno e dentro di me: vicino. Ma questi sono quel tipo di pensieri che passano veloci nella mente di una ventenne ed io fui presto distolta dai miei stessi sensi. Il vento era cambiato, l’aria s’era fatta nitida, l’asciutta brezza d’altura aveva assorbito il nostro sudore, un silenzio solenne era sceso su di noi. Ruotando lentamente in senso antiorario………….. Osservavo quel litorale, molto più antico della grande storia che lo ha percorso……………e là dove la vista non mi sosteneva più, potevo immaginare la valle del biondo Tevere, dove sorge la mia città: ROMA.
Un brivido mi attraversò la schiena mentre la commozione salì dal diaframma direttamente ai miei occhi, come un’eruzione, incontenibile.
Allora, però, io non riuscivo a restare a lungo sulle alture. Ma se come alcuni dicono la vita non è una sola, allora, nell’ultima delle mie esistenze, io sarò l’ultima aquila reale: magnifica, forte e libera…e chiuderò, così, in bellezza…ma la ricerca della bellezza è lo scopo autentico da perseguire?
Tuttavia, in quella circostanza, io non ressi a tanta bellezza e sentii il bisogno di allontanarmi da lì. Non ero ancora pronta a spiccare il volo.
Tra la me che conoscevo e l’essenza del mio spirito, c’era di mezzo il mare insidioso e sconosciuto del mio inconscio e, forse, prima di volare avrei dovuto sondare i miei abissi, ma il conflitto era durissimo… come quello tra Cielo e Terra. Venni colta all’improvviso dalla solita soffocante sensazione di vuoto. Respirai profondamente. Da quella posizione, mi pareva che né la Terra così intrisa dal male, né il Cielo che la sovrasta distante, potessero in alcun modo contenermi. L’unico itinerario possibile restava quello all’inverso, verso me stessa…ma quel mare da superare mi parve un insidioso ed immenso oceano ed io, pur cercando quel qualcosa che il mondo non dà, se ero certa di non poter ancora volare non avevo, tanto meno, il coraggio di tuffarmi dentro me stessa.
Lui avvertì il mio timore e mi strinse teneramente…”
“…e volsi il pensiero al debutto di quei fatti. Dieci mesi prima, Geppi ed io c’eravamo incamminati su per il sentiero, proprio da quel punto, e giungendo in cima alla Penisola Incantata c’era sembrato che quel sito fosse sospeso a mezz’aria. Così, con il fiato e l’animo sospesi, e la visione a 360 gradi dello scibile ai nostri sensi, avevamo contemplato, tutto intorno, l’Immensità e persino la Terra, vista da quell’altezza, ci era parsa bellissima… Eppure io, sempre insoddisfatta, avevo fatto un ulteriore sforzo di sensibilità e fui colta dalla paura, perché ebbi la vivida sensazione che l’ineffabile spazio subaereo che si frappone tra il Cielo e la Terra fosse il paradigma del subconscio, inteso come l’infinito mistero che si frappone tra la faticosa condizione terrena e lo struggente senso d’Infinito contenuto nelle segrete del nostro essere…”
Sgranocchiando un biscotto al cioccolato. Buonanotte. M.M.
posso dirti, caro Fabio, che facebook mi lascia un pochino perplesso, ma potrebbe essere dovuto alla mia età, mentre il blog mi appare uno strumento buono per scambiarsi le proprie profondità, proprio quello che mi sembri manchi ai social network. baci
seralf, non credo proprio che tu sia troppo ottimista, semplicemente coltivi pensieri gentili. il mondo e la sua competizione creano paure così allargate che le persone riescono a comunicare davvero solo atttraverso mezzi di comunicazione meccanici, ma non è un male, tutt’altro. è come si stesse creando un nuovo spazio nella nostra interiorità a cavallo tra l’inconscio propriamente detto e quella parte di anima che entra nella coscienza. non è coscienza, non è anima. mi sembra per ora di poterla indentificare come Acqua Sognata. baci
vedi MArina, tu hai dimostrato una qualità: la capacità di togliersi la corazza dal cuore, non ci riesce quasi nessuno. la Condivisione potrà essere il nostro farmaco rigeneratore. gustando biscotti al riso con del tè verde buona giornata, mia diletta.
A proposito della ricerca del sé, è da un po’ di tempo che vorrei farti una domanda. Circa quattro anni fa in una tua trasmissione ne parlasti riportando un aneddoto o una leggenda orientale della quale non ricordo il nome in lingua originale. Si trattava della “ricerca del toro”, ma non vorrei fare figuracce, è passato del tempo ed ero a letto, quindi non feci in tempo a prendere appunti. So di essere stata molto vaga, ma se hai capito a cosa alludo vorrei sapere, se possibile, con che tipo di letture approfondire l’argomento.
Sappi che per me quella puntata è stata davvero importantissima. Ricordo che c’erano anche delle belle illustrazioni.
Ti ringrazio in anticipo e ti abbraccio.
cara Cristina, il testo è: Hayao Kawai “Il buddismo e l’arte della psicoterapia”, ed Moretti & Vitali.
Grazie di cuore.
Non mi deludi mai!
Ti mando un cuoricino in HTML e spero che si veda!
&hearts
Cristina, sui maschi violenti e violentatori, ormai, ho preso una posizione decisa; andrebbero rieducati al rispetto ma per fare questa operazione occorrerebbe inserirli nei luoghi adatti a tale compito. E quando lo chiedessero, con tutto il cuore, solo allora potrebbero essere perdonati.
per quel che riguarda, invece, le tue riflessioni notturne, consiglio anche a te il testo di Raphael Lopez Petraza “La favola di Amore e Psiche” ed. Moretti & Vitali.
cuoricione a te
Ciao Gabriele, volevo sapere cosa pensi della psicanalisi moderna e quella per dire della sanità pubblica.
Secondo me è ben diversa da quella di Freud, Jung, ecc. Almeno per quella pubblica, perché non si interessano alla persona e alle sue emozioni, ecc. Perché secondo me fanno morire le emozioni e gli istinti.
Anni fa mi ero interessato alla psicologia psicoanalisi e in un certo senso mi avevano aiutato a capire molte cose ed avere un buon rapporto con il mio inconscio. Quasi volevo diventare psicoanalista.
Ma dopo molti anni avendo avuto secondo la mia esperienza una pessima impressione sui psichiatri e psicologi pubblici, che mi tentava a non volermi interessare alla psicologia e psicoanalisi e non sertir parlare di queste cose.
Ma erano già molti gli anni che non mi interessavo più a queste cose. Eppure mi trovavo meglio prima che ora.
Volevo scrivere qualcosa su ciò che ha scritto Fabio sui social network (facebook in testa), questi modi nuovi di comunicazione hanno la prerogativa di rendere più o meno anonimi, così non costringe ad essere quello che non si è, quell’immagine che non si è costretti ad avere, o al contrario visto l’apparire anonimi può portare le persone a far prevalere la parte più superficiale di se. Poi tutto dipende dalle persone. Nella maggior parte dei casi le persone litigano . Io mi ero iscritta a facebook dietro la richiesta di conoscenti, ma l’ho trovato il più stupido mezzo di comunicazione per cui le persone si dimostrano superficiali e vuoti, dove non si può parlare di se stessi o di cosa si fa nella realtà. Inizialmente era un mezzo per far incontrare amici studenti nelle università o scuole o colleghi di lavoro.
Molti anni fa, tra i 20 e i 25 anni, anch’io come Marina, ho vissuto un esperienza importantissima, attraverso un sogno, che si realizzò filo per segno, che trattava di alture, bellezze della natura, la comunciazione tra spiriti natura e uomo, Dio, ecc.
Tutto il sogno si manifestò fuori, da allora ho sempre avuto la tendenza di non voler credere alle manifestazioni esteriori di qualsiasi genere, ma allo stesso tempo avevo capito che certe cose avvengono o si manifestano quando l’io è in contatto profondo con l’inconscio, e quest’ultimo ha la possibilità di comunicare. Per questo in certi stadi e casi si manifestano determinate cose, che poi aiutano l’uomo ad evolversi e a capirsi.
Quanto più l’io è abituato o è propenso a pensare a se stesso e al suo mondo esteriore, la parte interiore regredisce.
Invece quando più si cerca di comunicare con l’inconscio più egli si allontana, perché decide lui come e quando.
Magari oggi, per quanti sforzi possa fare, niente accade, desidererei vivvere tante volte le esperienze del passato.
Maria, la penso come te. almeno cos’ credo di aver capito.
Ciascuno cerca il suo gatto. (E’ il titolo di un bel film francese di qualche tempo fa). da vedere.
conosco pochi psicanalisti per gli altri. Molti lo sono per se’. Molti pessimi. Il profondo non appartiene ai professionisti della psiche. torna a PSICHE.
Oh professore carissimo , come è stata bella la trasmissione di stamani… Sono ancora incantata. Riesci a tenere l’attenzione ai massimi livelli solo con una lirica, delle parole amorevoli, con la leggerezza che denota una grandisima profondità, con le parole moderate , dai suoni caldi. Se una trasmissione così ci fosse tutte le mattine andremmo al lavoro più sereni e ben disposti verso gli altri e, forse, cominceremmo a migliorare il mondo.
Grazie a Moreno Innocenti per la sua bella poesia. Mi immagino la contentezza di questo giovane ragazzo e sono felice per lui.
Serenità e appagamento. Profondi. Gradevoli.
Un bacio (se mi posso permettere..ma viene dal cuore!)
Per Maria teresa, la nonna delle due nipotine.
Cara Maria teresa , l’altro giorno, di mattina presto, ho visto la tua risposta e il tuo racconto sullo scialle. L’ho letto molto in fretta , ripromettendomi di rileggerlo per bene appena tornata a casa dal lavoro. E poi..non l’ho più trovato sul blog. Ho cercato dappertutto e non c’è! Mi potresti riscrivere? o almeno dirmi dov’è quel post? Mi piacerebbe tanto approfondire la conoscenza con te
Ti ringrazio Paola
non capisco come mai si sia perso, dato che sono un semianalfabeta informatico devo aver sbagliato qualche tasto. cercherò di provvedere. baci
in effetti, Paola, i versi di Moreno sono piaciuti proprio a tutti.
Buona sera prof. Gabriele. Mi è capitato di leggere un’aforisma di Giacomo Leopardi, di cui non riesco a liberarmene, perchè mi sembra che metta in discussione i principi etici che ci sono stati insegnati. Vengo al punto e il Leopardi scriveva: L’altruismo è un controsenso, quando faccio del bene ad un’altro è perchè provo piacere quindi lo faccio sempre a me stesso. L’altruismo non è il contrario dell’egoismo, ma è una sublimazione dell’amor propio, in quanto esistere significa amare se stesso, cercare la propia felicità. Tutto ciò stride con l’insegnamento religioso, oppure sono io che non riesco ad interpretare la dialettica della religione. La finalità di tale insegnamenti da parte del clero o laici è la stessa di ciò che diceva Leopardi però non dire fino in fondo il perchè di tutto ciò che diceva l’emerito intelletuale, ha un alta finalità? La ringrazio anticipatamente se mi vorrà rispondere.
Caro Mario,
Leopardi, purtroppo per lui, era un pessimista TOTALE. Questo gli impediva di “vedere” quanto ci fosse di BENE nell’altruismo, oltre ad un ovvio ritorno di soddisfazione. Il suo integralismo lo oscurava psichicamente. Suo malgrado, era un fondamentalista della negativita’: tutto e’ male. (E’ la logica dei kamikaze religiosi)
Mi scusi professore Gabriele, se insisto con l’aforisma del Leopardi, che lui fosse un pessimista è indiscutibile, la preparazione letteraria dell’intellettuale è stata preponderante nel formarlo, ma credo che ciò non basti, quindi questa sua predisposizione pessimistica, con tutti i coni d’ombra che ciò gli comportato e pagato in prima persona lo ha fatto crescere a dismisura nella sensazione e percezione della sua vita personale e intellettiva,. Per tornare al nocciolo del suo aforisma credo che le prospettive di interpretazione siano due, come è naturale che è nella vita, vige il dualismo, nella unicità, forse non riesco a spiegarmi, è come dire che questa unicità avviene tramite la partecipazione di più cose o elementi. , quindi non è possibile che ciò che diceva lui non faccia parte di uno degli istinti atavici legati all’istinto di sopravvivenza come sua ultima analisi? La ringrazio.
Caro Mario, e’ certamente possibile. Mi permetto pero’ di esplicitare il mio pensiero. Leopardi, suo malgrado, e’ legato ad una sua religiosita’ contra naturam. Nel modo piu’assoluto. Le sue problematiche psichiche non giustificano questo suo atteggiamento. (Per me)
Baci
al DIRETTORE,PROF.GABRIELE LA PORTA
SALVE DIRETTORE,SONO FELICE,DI LEGGERLA,nel seguire sue letture,e le sue riflessioni fillosofiche. sono felice anche nel veder coinvolte le persone che da casa la seguono,e dei poeti che le inviano i testi.io appena possibile le inviero’ qualcosa di mio, a giugno uscira’ una raccolta di mie poesie,spero che tutto vada bene.intanto la saluto cordialmente. gina tota molfetta
28-maggio-2010.
la vogliamo smettere col pessimismo di GIACOMO LEOPARDI,e’ come poteva cantare o essere gioioso,quest’uomo,questo grande poeta,che ebbe la sfortuna di avere una madre tirchia,e il suo aspetto fisico,
che di certo non lo agevolava nelle sue iniziative sentimentali.E’ dal suo dolore,dal suo raccontare liricamente i suoi approcci con il mondo esterno,a descrivere le emozioni, i gesti, le nostalgie.vedi la donzelletta,questa contadina ormai non piu’ giovane,che si rivede attraverso il ricordo,non poteva,senza la sua stessa nostalgia.la sua RECANATI, che le stava stretta,come poteva il nostro poeta,cantare l’inno ale godurie,lui,che ,nella sua grandezza,di uomo pieno di genialita’,costretto a vedersi limitato nel fisico,e nel rapporto assai difficile con i suoi genitori.E poi aver per amico,il bellissimo RANIERI,napoletano,mbe’,diciamo grazie a queto grande uomo,che ci ha lasciato l’impronta lirica dela sua anima. ciao Giacomo. gina tota 28-maggio,2010
prof.chiedo venia se d’impulso ho scritto un commento,su quanti accusano il nostro leopardi di essere stato pessimista nelle sue espressioni poetiche.
io non ho notato i miei errori,dovuti alla fretta,e alla mia impulsivita”.grazie.ecco un mio aforisma,Le cose in cui si crede hanno l’eta’ di chi le crede.a lei cordialmente.g.t.
Cara Gina, non hai nulla di cui doverti scusare…
Attendiamo i tuoi versi… ed in bocca al lupo per la tua pubblicazione… Un abbraccio. Gabriele
Notte fonda,la luna
piena allunga la sua mano
per disfare la tela di ombre,
che all’angolo di ogni cuore
disperato il ragno del silenzio
sbava,Come nero catrame
la notte,e’ un abisso
per i peccatori della strada,
una casa di piacere,dove rare
volte orina il sole,
e spesse volte,la morte passa
scricchiolando con le sue ossa
e lasciando livide angosce
Ma al di la’ di ogni retorica,la vita
scalpita come puledro nel ventre
di una donna.
Ecco!! che il sole,dalle mani di DIO,
scende balzando come palla nei quartieri
del mondo.
Ecco!! in questa metamorfosi,il senso
pieno della vita!!
——————————GINA TOTA 24 GIUGNO 2010,CGHIEDO VENIA DOTTORE,CHE INVECE DEL COMMENTO HO SCRITTO LA MIA POESIA.CIAO GINA
Cara Gina, sei liberissima di mettere tutte le poesie che vorrai. Sarà un piacere leggerle
Ogni social network, può essere valido! Io ne faccio, nel mio piccolo una pag…d’inserzione, d’ogni tipo, culturali, dalla poesia al sociale quotidiano,che va dall’interesse del 3 mondo, mettendo di continuo v’idei,… sulla condizione di bambini scheletriti,..etc.ecc! Nel mio piccolo credo che il tentare anche, in questi network, tipo “facebook”, di creare una pag…proponendo non solo stupidità, che servono, ma anche qualcosina di diverso! Specie, perchè questi network vengono usati dai più giovani!!! non lo so, ma credo che tentare di costruire una pag, personale…in ogni socil network, dove pero anche altri possano entrarvi, se lo vogliono, ritrovando cose diverse dalle solite, serva anche su Facebook, il mondo giovanile…magari irriderà,…ma sento che bisogna tentare!!! Bello il racconto di (Marina Morelli) L’ho letto solo oggi!!! 😉 😀 🙂
AD ALDA MERINI
ERI IL CHICCO DI GRANO
LASCIATO CADERE NEL SOLCO
DEL TEMPO,E MENTRE GERMOGLIAVI
NEL TUO SOGNO CAOTICO,NELLA TUA
MENTE, LUNE, E SOLI SBOCCIAVANO
BRUCIANDO I DURI SILENZI DI CONDANNA
OMBRE,AGITAVANO I TUOI GIORNI.
AVEVI NELLE MANI FAZZOLETTI DI STELLE,
MA TEMEVI,I LUPI DELLE FAVOLE AMARE.
IL SOLE TI CERCAVA,MESSAGGERO DI VITA-
VOLEVA CANTARE CON TE,MA TI ERA NEGATO
IL VOLO.MA ORA CHE IL CIELO TI POSSIEDE,
ANCH’ IO,CHIUSA NELLA MIA PRIGIONE
DI SILLABE E SILENZI,INCONTRO IL TUO
CANTO.MISTERO SAPIENTE DI NOI PICCOLI
DEI,PRIVI DI MATERIALE POSSESSO.
———————-GINA TOTA GENNAIO 2010.POESIA DA ME SCRITTA,E PUBBLICATA DA SARA FARAONI ALLE 14,40 IN POETRY CORNER.CAMALEONTE BLOGOSFERE.A LEI DOTTORE ,GRAZIE PER LA POSSIBILITA’ CHE MI DA’ NELL’OSPITARMI NEL SUO SITO.CIAO GINA TOTA MOLFETTA.
AD ALDA MERINI
ERI IL CHICCO DI GRANO
LASCIATO CADERE NEL SOLCO
DEL TEMPO,E MENTRE GERMOGLIAVI
NEL TUO SOGNO CAOTICO,NELLA TUA
MENTE, LUNE, E SOLI SBOCCIAVANO
BRUCIANDO I DURI SILENZI DI CONDANNA
OMBRE,AGITAVANO I TUOI GIORNI.
AVEVI NELLE MANI FAZZOLETTI DI STELLE,
MA TEMEVI,I LUPI DELLE FAVOLE AMARE.
IL SOLE TI CERCAVA,MESSAGGERO DI VITA-
VOLEVA CANTARE CON TE,MA TI ERA NEGATO
IL VOLO.MA ORA CHE IL CIELO TI POSSIEDE,
ANCH’ IO,CHIUSA NELLA MIA PRIGIONE
DI SILLABE E SILENZI,INCONTRO IL TUO
CANTO.MISTERO SAPIENTE DI NOI PICCOLI
DEI,PRIVI DI MATERIALE POSSESSO.
———————-GINA TOTA GENNAIO 2010.POESIA DA ME SCRITTA,E PUBBLICATA DA SARA FARAONI ALLE 14,40 IN POETRY CORNER.CAMALEONTE BLOGOSFERE.A LEI DOTTORE ,GRAZIE PER LA POSSIBILITA’ CHE MI DA’ NELL’OSPITARMI NEL SUO SITO.CIAO GINA TOTA MOLFETTA. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
GENTILISSIMO PROFESSORE,QUESTA MIA POESIA FU SCRITTA DI GETTO SU BLOG CURATO DA SARA SIMEONI. E SUBITO LEI L’APPREZZO’ MOLTO,E LA RISCRISSE,SENZA NULLA TOCCARE, GRAZIE A VOI CHE MI DATE L’OPPORTUNITA’ DI FAR CONOSCERE I MIEI VERSI A TANTI,ORA TRA NON MOLTO,UNA RACCOLTA DI MIEI POESIE USCIRA’ GRAZIE ALLA FIDAPA DI MOLFETTA,E’ L’UNICA OPPORTUNITA’ CHE HO, DEVO DIRE PROFESSORE, CHE SONO FELICE DINUOVO GRAZIE.CIAO.GINA TOTA.
Carissima Gina, complimentandomi per i tuoi versi, ti esorto a pubblicarne ancora perché sento che questo ti restituisce armonia
E DIO,SCELSE IL SUD.
Terra del sud,
di lune e di soli,
di canti,e spalle curve,
sino al tramonto
negli occhi.
Unghie, e capelli
sparsi tra le zolle,
terra masticata
dai secoli,
terra del mio pensiero,
ombelicale simbiosi
tra me, e te.
Ventre ove io ebbi
inizio, formandomi
nel tuo calore,
parabola della mia v ita.
Milioni e milioni
di volte,fosti madre nelle
mani di DIO.
Materia prima per la sua
creativita’.
Egli ti scelse per la tua pazienza,
e fondo’ il suo mistico silenzio.
Terra del sud ,abbraccio ultimo,
quando la morte a te,ci unira’
per diventare un tutt’uno.
Terra dei miei avi,io ti porto
a forma di cuore nel mio petto,
come un secondo cuore,e ascolto
i tuoi canti sotterranei,di radici, e foglie,
con cori di formiche,e orchestre aerei
di uccelli.
Terra del sud, profilo totale della volonta’
Divina.
Bocca per infiniti baci,
naka del mio ruvido linguaggio,
in te mi sento,e da te,sacra terra del Sud,
vita riprendo.
————-gina tota 3-novembre.1983. pubblicata.omaggio al prof. GABRIELE LA PORTA.CIAO.G.T.
‘
L’AMERICA E’ SEMPRE LI’
L’AMERICA,E’ SEMPRE LI’
SCOPERTA, ED APERTA
PIU’ CHE MAI,AI SOGNI
OCCIDENTALI.
IL PROGRESSO CAMMINA
SULLA SUA VULVA OCEANICA,
MASTICANDO GOMMA,
E, RUTTANDO LE SUE 50 STELLE
DI GLORIA.
MA OBLIQUO – L’OCCHIO
INDIOS,DALL’USA E GETTA,-LANCIA
STRALI,URLA!! CHIEDE VENDETTA!!
FORSE COLOMBO,PER QUEST”URLO
D’ANIMA SECOLARE,SI SVEGLIERA’
DAL SONNO DI GLORIA IMMORTALE,
PER STRAPPARE DAL PETTO – IL
SUO CUORE NAUTICO.
MALEDICENDO IN SPAGNOLO,
LA SUA ALCHEMICA CURIOSITA’,
CAUSA DI TANTO DOLO.
——————————-GINA TOTA 26 FEBBRAIO.1992.
NELL’ANIMA.
HO NELL’ANIMA
UN MINUSCOLO VILLAGGIO
ABITATO DA REMOTI SOGNI.
E HA PER CIELO-LA MIA
LA MIA REALTA’
—————————–1980. GINA TOTA.
CIAO PROFESSORE.
OGGI,HO L’ANIMA SIMILE
AL CIELO,IN UNA NOTTE CHIARA
D’ESTATE,
E IN ME,,LA LUNA,E’ UN CALICE COLMO
DI LUCE DIVINA.
QUANDO VORREI CHE,IL PIU’
BIECO DEGLI UOMINI,COME
UN BAMBINO,TORNASSE A GIOCARE
CON UN AQUILONE.
————————————GINA TOTA
QUESTA POESIA,L’HO SCRITTA STAMATTINA,SUL MURETTO,MA NON SONO RIUSCITA A TROVARLA,HO DOVUTO,, PREMERE LE MENINGI,PER RISCRIVERLA DINUOVO..@@@@@@
IL DOLORE,LIMA GLI ANGOLI SPIGOLOSI DELL’ANIMA.
——————-
———————–
SIAMO TUTTI DEI FIORI, NEL GIARDINO
DEL SIGNORE.
MA IL FIORE GRADITO DAL SIGNORE,E’ QUELLO CHE SBOCCIA SULL’ORLO DI UN DIRUPO
—————————AFORISMI DI GINA TOTA.17-9-2010.CIAO