Hayao Kawai, “Il Buddhismo e l’arte della psicoterapia”

È difficile da spiegare, ma parlando in astratto: l’Io occidentale ha una forte capacità a “tagliare”, dividendo ogni cosa. Al contrario, l’Io giapponese conserva una sua forza “includendo” invece che “separando”.

Il lavoro di Kawai diviene il racconto di come un giapponese abbia scoperto le sue profonde radici buddiste divenendo un analista junghiano. Lo scopo del lavoro di Kawai non è l’integrazione fra Occidente ed Oriente, ma quello di realizzare un dialogo che permetta ad entrambe di conoscersi l’una attraverso l’altra. Rileggendo in modo originale l’opera di Jung tramite immagini e temi fondamentali del buddismo, l’autore, oltre a presentare i principi di questa religione, guida gradualmente il lettore verso quella domanda che tesse implicitamente la trama dell’intero testo, e la cui risposta implica e rivela da sola l’origine intima della divergenza fra la psicologia orientale e quella occidentale: Che cos’è l’Io?

Hayao Kawai, Il Buddhismo e l’arte della psicoterapia, Moretti & Vitali, 2004.

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Andrea Villani: Il cielo sotto

Si passa la vita a revocare, annullare e abrogare senza, paradossalmente, pensare di essere. Ogni mistero lo abbiamo fabbricato noi, pietra su pietra, tabù sopra tabù. Poi soluzioni, proposte, innovazioni. Tutto fasullo, persino l’aria che ti entra nei polmoni ne esce falsata. Abbiamo trasformato tutto. Spezzettando, sovrapponendo. È tutto un tirar confini, leggi e dogmi di cartapesta. Una bolla di sapone, una conchiglia tra la sabbia e il mare. E se Dio non è altro che il caleidoscopio di tutte le creature io, disobbedendo, come ho sempre artisticamente sognato, porto con me una grande preghiera. Ma io non sono né poeta né prete. Racconto solo piccole storie.

È un viaggio dalle voci nascoste quello di Andrea Villani, lungo un percorso visibile-invisibile dedicato a chi sa vedere, ascoltare, assaporare. È l’ampio respiro delle Terre Verdiane, radici feconde di un'”anima comune” che trasuda di storia, musica, lirismo, sapori, e che ci riporta a quello che eravamo e che possiamo ancora attraversare:

Voglio imparare ad esser di tutto, e di nuovo ad essere niente.

(Antonio Scaramuzza)

E tra memoria e appartenenza ai “luoghi d’anima”, tra leggenda e verità si snoda il passaggio fuori strada dei suoi protagonisti, a bordo di un vecchio Vespone blu ritrovato e accomodato. Andrea Villani guida, così, il lettore, attraverso uno scorcio nebuloso e lunare, nel non evidente e manifesto e nel reale ed esplicito, singole pieghe di una molteplice verità, autentica seppur apparente, poiché come persuade l’autore stesso:

Nulla è più vero di ciò che si è capaci d’inventare.

Andrea Villani, Il cielo sotto (Viaggio insolito, obliquo e sentimentale nelle Terre Verdiane), Edizioni Il Foglio, 2008.