Rispondo alla richiesta di rendere disponibile dei riassunti, brevi introduzioni delle mie lezioni universitarie.
La lezione verteva essenzialmente sul concetto di Enigma di C.G. Jung:
…gli eventi inesprimibili provocati dalla regressione nell’epoca preinfantile, non vogliono sostitutivi; vogliono assumere forma individuale nella vita e nell’epoca del singolo. Quelle immagini sono nate dalla vita, dalle sofferenze e dalla gioia dei nostri predecessori e vogliono tornare in vita sia come esperienze vissute che come fatti. Il loro contrasto con la coscienza però impedisce loro di reinserirsi nel nostro mondo. Bisogna trovare il modo di gettare un ponte tra realtà conscia e realtà inconscia.
Alla luce di questo si è progressivamente entrati nella sapienza di Eraclito, antesignano della psicologia del profondo – basti citare uno dei suoi più celebri e profondi pensieri: “Mi capita di incontrare me stesso” – e nel mito di Kore e Demetra.
Esiste un collegamento tra questo mito e il cosiddetto Enigma di Jung. Il punto centrale è la necessità della trasformazione del morire in vita, di entrare in Ades e di uscire.
Per un maggiore approfondimento sul tema di Kore consiglio di Mari Ela Panzeca, Kore sprofonda negli Inferi, Moretti & Vitali.
Per Eraclito si veda la straordinaria opera in tre volumi di Giorgio Colli, La sapienza greca.
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Una frase di quella giornata, che mi fa piacevolmente compagnia, è:
“i confini di anima, nel tuo andare, non potrai scoprirli, neppure se percorri tutte le stade: così profonda è l’espressione che le appartiene (Diogene Laerzio)”.
E’ un omaggio all’Anima, a chi continua a sperare e a credere nella Bellezza e a chi mantiene lo sguardo rivolto ad Eros.
Cara Manuela,
questa citazione l’hai colta benissimo, è di fondamentale importanza. Dimostra come gli antichi avessero dimestichezza con la psiche profonda. In realtà l’autore è Eraclito (l’oscuro), e Diogene Laerzio l’ha citata. (Eraclito – come tutti i Sapienti – non ha lasciato nulla di scritto).
A presto!
Salve io sono un tuo assiduo telespettatore grazie a te ho preso dimestichezza con la psiche profonda, e per questo ti rigranzio e ti elogio tu che sai applicare la sophia alla psicologia, andiamo al dunque. La citazione
gli eventi inesprimibili provocati dalla regressione nell’epoca preinfantile, non vogliono sostitutivi; vogliono assumere forma individuale nella vita e nell’epoca del singolo. Quelle immagini sono nate dalla vita, dalle sofferenze e dalla gioia dei nostri predecessori e vogliono tornare in vita sia come esperienze vissute che come fatti. Il loro contrasto con la coscienza però impedisce loro di reinserirsi nel nostro mondo. Bisogna trovare il modo di gettare un ponte tra realtà conscia e realtà inconscia
Mi fa pensare alle costellazioni familiari, sciogliere irretimenti familiari che si trasmettono di generazione in generazione e che sono causa di malattie, disturbi psichici e fisici.
Mi sbaglio? quando parla di sofferenze dei nostri precedessori
un cordiale saluto aspetto il vostro commento